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La stanza dei bottoni

Secondo Wikipedia la “stanza dei bottoni” e’ un’ espressione che serve ad indicare “il luogo dove si comanda”. Invece a me viene in mente un’altra cosa. Qui a Pechino ci sono persone che lavorano in una stanza molto piccola, con tanti bottoni, sto parlando dell’ascensore. C’e’ chi e’ vestito bene, e deve stare in piedi tutto il tempo, e chi puo’ invece permettersi un seggiolino, ma il compito e’ lo stesso. Passano l’intera giornata li’ dentro, a premere il bottone corrispondente al piano a cui tu vuoi andare. Non penso che guadagnino piu’ di un euro all’ora. Chi, quale persona, nei paesi occidentali accetterebbe un impiego del genere? Non penso nessuno, forse manco i piu’ disperati. Meglio la fame piuttosto che una tale umiliazione. Eppure qui loro non battono un ciglio, almeno apparentemente, qualcuno li ha messi li’ e loro eseguono gli ordini, in alcuni casi sorridenti. A che pro? Non si capisce bene. Risparmiare a qualcuno l’onere o la fatica di premere il bottone dell’ascensore? Mah… rimango perplesso e un po’ triste per loro, pensando che c’e’ gente piu’ fortunata che fa un’altra vita e guadagna ben altri stipendi, e magari non e’ mai felice.

Guanxi

E’ tanto che voglio parlare di ‘Guanxi’, un termine Cinese che significa ‘Relazioni’.  Il Guanxi e’ una parte fondamentale della cultura e dello stile di vita dei Cinesi, ed e’ indispensabile conoscere di cosa si tratta per qualunque occidentale che voglia intrapprendere delle relazioni d’affari con i Cinesi. A dire il vero pero’, noi Italiani, e i popoli di orgine latina in generale, partiamo da una posizione di vantaggio rispetto ad altri perche’ ci sono degli elementi del Guanxi che esistono anche nella nostro universo culturale. Il Guanxi è in pratica un sistema di reciproci scambi di favori, cioe’ io do una mano a te e tu la dai a me, e una mano lava l’altra per intenderci… Per esempio, io ti porto fuori a cena, ti faccio dei regali, e tu sei hai dei clienti per il mio business me li presenti e cosi’ diventeremo grandi amici.  Oppure, per esempio un Cinese potrebbe avere un familiare che cerca lavoro e usare quindi le persone che fanno parte del suo Guanxi per trovargli un impiego, la nostra “raccomandazione” per interderci. Per altri versi pero’ un mondo distante dalla fisolofia piu’ trasparente e meritocratica che esiste nei paesi di origine Anglosassone come l’America.  Al favore ricevuto quindi non occorre subito ricambiare, ma la necessità di scambio che prima o poi emergerà, dovra’ essere puntualmente onorata, se si vuole ovviamente rimanere all’interno del gruppo di relazioni o Guanxi, che ognuno si crea cosi’ laboriosamente.

Perche’ e nato il Guanxi? In passato per i Cinesi la vita era tutta programmata, era il sistema che decideva per loro. Prima la Cina si aprisse alle riforme che hanno portato questo sviluppo, come in qualsiasi paese comunista vivano tutti come delle macchine, in un mondo dove ogni innovazione e cambiamento veniva visto con poco favore, dove se uno aveva un occupazione o una posizione sapeva che molto probabilmente l’avrebbe mantenunata invariata per il resto della sua vita.

Riporto qui sotto alcunia passi tratti dal libro “in CINA per affari” di Giuseppe Pisi, molto interessanti.

“Talvolta si dice che il cinese è un uomo che ha attorno a sé tanti strati lamellari, come la cipolla. Il primo strato il più vicino, il più importante e forte, è costituito dalle relazioni familiari che vedono i genitori al posto più alto, poi il fratello maggiore, quindi gli altri fratelli e membri della famiglia. Un secondo strato è costituito dai compagni di studio, seguono poi gli strati degli amici, dei colleghi. Il tutto costituisce un cerchio immaginario che circonda ogni cinese e nel quale tende ad identificarsi. Il resto del mondo rimane all’esterno di questo cerchio, quasi come non esistesse.

Il saltare le code, il non concedere precedenze, la tendenza ad ammassarsi per raggiungere il proprio obiettivo incuranti degli altri, nelle strade, ne sono visibili quotidiane conseguenze, non è un problema di educazione ma piuttosto di intimo sentire. Noi occidentali talvolta, tendiamo magari a trattare meno bene gli amici e meglio le persone poco conosciute, perché tanto gli amici ci conoscono e capiscono. Il cinese mai, la sua rete di relazione è il suo mondo.

Guanxi è un sistema di relazioni che tende per sua natura ad essere
permanente, mentre nel nostro mondo occidentale, una volta ottenuto un favore, si tende a ricambiarlo immediatamente, magari a monetizzarlo, e tutto finisce lì. La rete di relazioni che ciascun cinese si crea con pazienza ed estrema cura, rimane invece aperta, come una solida struttura, diventa occasione di identità,
una certezza da mantenere per sempre.

In un sistema sociale dove senza godere di relazioni, fino a solo qualche anno fa, non si poteva neppure acquisire un biglietto per il treno, o per il teatro, o magari un maggiore o miglior spazio in ufficio, o più idonee mansioni di lavoro, oppure sigarette od alcolici per chi ne sentiva il bisogno, o visite specialistiche e cure speciali, si comprende bene quale ruolo abbia rivestito e continui a rivestire questo atteggiamento culturale.

L’occidentale deve comprendere il Guanxi nella sua realtà, accettarne le regole ed alla fin fine lo apprezzerà come una forma di onesta solidarietà.”

Il caldo fa brutti scherzi…

Ieri sera, era mezzanotte passata, improvvisamente ho incominciato a sentire delle urla di una ragazza che venivano da fuori. Mi sono avvicinato alla finestra e l’ho aperta. In lontananza ho visto una ragazza in piedi, ferma, in mezzo al traffico a tre corsie. Camicia bianca, minigonna di jeans, tacchi alti, capelli lunghi, sembrava che fosse carina e che volesse proprio farla finita. Urlava, poi improvvisamente smetteva rimanendo immobile, sperando forse che le macchine la mettessero sotto. Sono rimasto ad osservarla per un bel po’, sperando che qualcuno la fermasse o le dicesse qualcosa, invece niente. Alcuni passanti si sono messi a guardarla, le macchine riuscivano a schivarla. Sembrava destinata a vivere insomma. Poi quando e’ arrivata la polizia ci ha provato con piu’ insistenza, mettendosi a correre incontro al traffico. Una macchina a un certo punto ha inchiodato ed e’ riuscita a fermarsi in tempo ad alcuni centimetri dalle sue gambe. Mi sono spaventato. Poi finalmente il guidatore di un carro-attrezzi e’ sceso, l’ha abbracciata costringendola a dirigersi verso i poliziotti che l’hanno caricata in macchina. Quale sara’ il suo destino? E come mai era fuori di se’ a tal punto da urlare come una forsennata, sperando di morire o di farsi del male? Chissa’ forse una storia d’amore andata male, un tradimento, un’ attrazione fatale, o forse il caldo eccessivo? Peccato, avrei voluto scendere io in strada, cercando di convircerla a non commettere un errore cosi’ grosso ma non e’ ho avuto il coraggio. A dire la verita’ non e’ la prima volta che mi capita di assistere a situazioni che mi intristiscono da queste parti. Proprio qualche settimana fa, poco distante da dove la tipa ha tentato di suicidarsi, ricordo che mentre stavo camminando una sera per andare in discoteca, ho sentito improvvisamente una donna gridare sull’altro lato della strada. Il suo uomo, un tipo tarchiato, grassottello a torso nudo era su tutte le furie e le stava rifilando pugni e schiaffi in faccia. Li’ ero gia’ pronto per intervenire, il problema e’ che purtroppo era impossibile attraversare la strada per via delle barriere di metallo che separano i due sensi di marcia. Mi ero gia’ incamminato per fare il giro e arrivare sul posto quando la tipa e’ riuscita a scappare prendendo un taxi. Uno spettacolo davvero poco edificante che mi ha messo davvero di cattivo umore quella sera. Sara’ pure il caldo che fa brutti scherzi, ma e’ anche vero che l’amore se non stai attendo puo’ anche ucciderti…

E’ finita di Facebook e Twitter

I media internazionali hanno dato poco risalto alla cosa a quanto pare ma per chi come me che ha quasi 120 amici su Facebook molti dei quali sono sparsi per il mondo, non e’ una situazione molto simpatica direi…. L’altro giorno volevo mandare un messaggio a John, un amico di Seattle, e mi ero accorto che Facebook non funzionava ma “non me la sono data”, ho pensato a qualche problema tecnico. Invece poi l’altra sera sono andato a cena con Susan e mi ha dato la notizia. Inizialmente non aveva nemmeno il coraggio di parlarne, mi ha accennato di una decisione che ha fatto molto discutere i Cinesi sulla rete, ma non mi voleva dire niente. Incuriosito di cosa si trattasse ho dovuto insistere un bel po’ finche’ a un certo punto quasi imbarazzata lo ha ammesso: Facebook non e’ piu’ accessibile in tutta la Cina, stessa fine per Twitter. Un peccato. Non si capisce bene il perche’, forse le rivolte nello Xinjiang con piu’ di 150 morti, hanno portato il governo a chiudere questo canale di comunicazione nel tentativo di calmare le violenze, o isolare gli ‘”istigatori”. Cosa che tutto sommato potrebbe anche essere comprensibile, sta di fatto che pero’ in questa zona della Cina, che mi sembra per lo piu’ abitata da gente abbastanza povera, non penso siano tanti quelli armati di computer e non so quanto Facebook, o Twitter, possano influire negativamente sulla stabilita’ di questa regione. La censura di questi due siti la ritengo dunque una totale idiozia.  

Rispetto per i Diritti Umani

E’ cio che il nostro presidente Napolitano ha chiesto al presidente della Cina Hu Jintao in visita a Roma in questi giorni. Ieri sul canale 9 della CCTV, le news hanno parlato ampiamente dei dettagli di questo importante incontro tra i due capi di stato ma chissa’ come mai si sono dimenticati di riportare questa esplicita richiesta del nostro presidente: rispetto per i diritti umani. La cosa mi ha mandato su tutte le furie. Ma come? Perche’ nascondere la verita’? E’ terribile questo. Poi stamattina ci ho ripensato. Perche’ mai dovrei arrabbiarmi? La parola ‘diritto’ e’ una cosa che il Cinese non riesce a comprendere. Ci provo spesso a farglielo entrare in testa ma e’ sempre fiato sprecato. In una societa’ in qui sono tutti dei soldati che cosa centra il diritto? Provate voi a immaginare un paese o una societa’ in cui tutto avviene perche’ qualcuno esegue degli ordini che non si possono minimamente discutere. Ecco questa e’ la Cina, la Cina che non pensa, che si rifiuta di pensare perche’ e’ sempre e solo concentrata ad eseguire. La cosa piu’ incredibile e’ che non riescono a comprendere nemmeno i diritti piu’ basilari, tipo quello di poter attraversate le strisce pedonali, o il diritto di dare la precedenza di quando sono al volante di un veicolo. Passa solo chi arriva per primo o e’ il piu’ forte, che non e’ quasi mai il pedone. E’ chiaro che se attraversasse la strada Hu Jintao on un importante figura Cinese si fermerebbero tutti, ma non perche’ si tratta di rispettare un diritto, ma per sudditanza mentale. Che peccato. Ci vorranno intere generazioni per cambiare questo atteggiamento, anche perche’ la maggiorparte della popolazione Cinese e’ povera, contadina, retrograda, senza educazione scolastica, insomma indietro, molto indietro. Un peso incredibile da mascherare per lo sviluppo economico di questa civilta’ che ha retto meglio di altri paesi alla recessione, ma che dimostra purtroppo ancora tantissimi limiti.

Non c’e’ piu’ niente da fare…

“Si’ e’ vero, il governo Cinese controlla i 12 canali televisivi della CCTV” – mi ha detto Selina che ha lavorato per la CCTV per molti anni. “Controllano tutti i testi e cio’ che viene detto prima che i programmi vadano in onda”. Sorrideva, tranquilla, cosi’ le ho chiesto: “Ma non ti preoccupa questo?” e lei “No, perche’ il salario era buono. Poi quando lavoravo come inviata speciale spesso la gente che incontravo, sapendo che lavoravo per la CCTV, mi dava delle buste rosse con dei soldi dentro perche’ io parlassi bene di loro nei servizi televisivi”. Ho provato a insistere “E questo assolutamente non ti preoccupa?”. Continuava a sorridere come se niente fosse.

Ultras Cinesi

ultras Il mio appartamento dista solo poche centinaia di metri dallo stadio di calcio dove ogni settimana gioca la squadra locale. La partita e’ sempre di sera dopo cena, e ultimamente la squadra e’ in testa al campionato, cosi’ quando i tifosi escono se ne vanno per le strade in corteo bloccando il traffico con cori, bandiere, tamburi, gridando “Sha bin!”. Quando li ho visti e sentiti passare sotto casa per la prima volta sono rimasto sorpreso, vedere una marea di gente in corteo, in assembramento stile ultras, non pensavo mi sarebbe mai capitato in questo paese e invece…. E’ un segno che se vogliono urlare al cielo quello che pensano sono capacissimi di farlo… A buon intenditor poche parole.

Michael Jackson

Anche Michael ieri ci ha lasciati, purtroppo anche lui tristemente vittima dell’assuefazione ai farmaci antidolorifici, pratica comune tra le star di Hollywood e che ha gia’ fatto altre vittime illustri. Michael e’ il classico esempio di come l’America riesca a costruire un mito dal niente, e poi una volta in alto di come sia in grado di distruggerlo. Michael e’ anche l’esempio di come la persona piu’ famosa e piu’ conosciuta al mondo possa sentirsi completamente sola. Poi ho riflettuto sui titoli dei suoi dischi piu’ famosi: “Thriller”, “Bad” e “Dangerous”, eppure lui era una persona totalmente diversa, chissa’ forse quelle parole erano dedicate al padre. Amavo anche io le sue canzoni, ricordo una delle prime sere in discoteca a Frabosa quando avevo 15 anni, fu sulle note di una sua canzone che feci la mia prima conquista, Barbara. Michael ieri e’ diventato una leggenda, le sue mosse sul palco hanno ispirato e ispireranno intere generazioni di artisti. Anche in Cina e’ molto amato. Vivi e’ un suo grande fans tanto che mi aveva chiesto di aiutarla a ottenere il visto per andarlo a vedere a Londra. Era il suo sogno…. Ieri, in discoteca ho assistito commosso a un piccolo tributo a Michael, a un certo punto il DJ ha messo tre brani, uno di questi era “Heal the World” che in Italiano significa “Guarisci il Mondo” che alla fine ha suscitato un applauso spontaneo da parte di tutti i presenti. Ho tradotto il testo della canzone di seguito. Benvenuto Michael nella sezione Eroi nel Vento……

C’è un posto nel tuo cuore
e so che è l’amore
e questo posto potrebbe essere
molto più luminoso di domani
e se tu davvero ci provi, tu vedrai
che non c’è alcun motivo per piangere
in questo posto tu sentirai che
non c’è dolore o dispiacere
Ci sono vari modi per arrivare lì
se tu ci tieni abbastanza a vivere
crea un piccolo spazio,
costruisci un posto migliore

Salva il mondo, rendilo un posto migliore
per te e per me e per l’intera razza umana
Ci sono persone che muoiono
se ti ci tieni abbastanza a vivere
crea un posto migliore per te e per me

Se vuoi sapere perchè,
c’è un amore che non può mentire
l’amore è forte, gli interessa solo la gioia
che dà se noi almeno proviamo ad averla
noi dovremmo vedere in questa beatitudine
noi non possiamo avere paura o timore
Finiamo di esistere e
iniziamo finalmente a vivere!

Allora sembrerà che l’amore
cresce sempre abbastanza per noi
quindi crea un mondo migliore,
rendi migliore il mondo.
E il sogno in cui stavamo credendo
rivelerà un volto migliore
e il mondo in cui una volta credevamo
splenderà ancora nella grazia
allora perchè continuiamo ad idealizzare
le sofferenze di questa vita
in questa terra tormentata?
la sua anima, sebbene questo è il suo piano
di vedere questo mondo, è divina
per lo splendore di Dio

Noi potremmo volare così in alto
facendo in modo che i nostri spiriti
non muoiano mai nel mio cuore
io sento che voi siete tutti miei fratelli
create un mondo senza pericoli
insieme noi piangeremo lacrime di felicità
guardando il cambiamento dei popoli
Le loro armi nei vomeri.
noi potremmo davvero arrivare
fino a questo se voi credete abbastanza nell’importanza della vita
crea un piccolo spazio,
costruisci un posto migliore
Per te e per me

Il Corvo Giapponese maestro di vita

Questo che pubblico di seguito e’ il video di apertura con cui e’ iniziato il corso per manager che ho seguito recentemente, intitolato Manager Foundation Excellence di cui prima o poi vi parlero’ e nel quale ho imparato moltissime cose. Il filmato, mandato in onda dalla BBC, tratta di alcuni corvi giapponesi che vanno pazzi per le noci e del loro processo di apprendimento sul come romperle per potersele poi gustare. Inizialmente per aprirle le lasciavano semplicemente cadere dall’alto. Poi col passare del tempo hanno studiato un ingegnoso sistema: lasciare cadere in mezzo al traffico in modo che siano le ruote delle macchine a rompere il guschio! E alla fine, per non richiare di venire stirati dalle auto, hanno imparato uno stratagemma ancora migliore:  lasciarle cadere su un passaggio pedonale! Quando passano le macchine le noci si rompono, quando invece il traffico si ferma per lasciar passare i pedoni, il corvo puo’ avere tutto il tempo di scendere in strada e gustarsi la sua noce! Quando l’ho visto sono rimasto allibito, incredibile ma vero. E il messaggio qual’e’? Quanto sia importante osservare, conoscere, imparare, delegare, addattarsi e reinventarsi, sempre e in continuazione, insomma tante cose utili per essere un buon manager…

L’ora si avvicina caro Claudio

Il 28 Gennaio 2006 ho scritto queste parole a un tizio di Roma. Sono andato a carcarla quell’email perche’ sento che quello che ho scritto quel giorno sta incominciando pian piano ad avverarsi. Bush e’ ormai uscito di scena, sparito. Ora penso che tocchi proprio al suo caro amico Silvio…

“Non pensare che la sinistra sia migliore, i politici sono tutti corrotti, chi piu’ chi meno. Il problema, che finche’ in Italia ci sono persone che vivono come le pecore nell’ignoranza seguendo solo cio’ che fa il gruppo, bevendo tutto quello che i politici e i media gli raccontano, senza pensare con la propria testa, l’Italia non cambiera mai. Bush e Berlusconi veranno ricordati nella storia solo come due pagliacci che hanno usato i media, abusando del proprio potere, per inquinare la gente solo di cazzate e farsi propri sporchi interessi. Sono sicuro che io e Claudio un giorno ci mangeremo una pasta assieme, bevendo un bicchiere di vino ridendo della fine cha avranno fatto, e fieri del fatto che noi alle loro frignacce non abbiamo mai creduto”

Il quadro di Berlusconi

E’ un po’ che non parlo di Bersculoni… emh.. Berlusconi, ho preferito lasciar stare per un po’, far affiorire tra il gossip le verita’ che sono all’origine di questa crisi del premier Italiano. Perche’ mi sembra una vera e propria crisi quella che sta attraversando quest’uomo, cosi’ ricco e cosi’ potente, eppure oggi anche cosi’ infelice, cosi’ solo, alle corde quasi come un pugile che ha preso parecchi colpi duri…. Leggo infatti sui giornali che anche oggi ha ‘”preferito restare nella casa di Arcore. Circostanza decisamente insolita per lui che in questi anni, sia al governo che all’opposizione, ha sempre passato diversi fine settimana nella tenuta di Porto Rotondo, oltre che gran parte delle vacanze estive.” Insomma questo e’ un segnale che qualcosa non va. E adesso incomincio ad avere le idee un po’ piu’ chiare e immagino questo scenario. Secondo me tutto questo e’ iniziato molto tempo prima, non adesso, quando la moglie di Silvio, probabilmente stanca di un marito poco presente, preso da altre passioni come la politica e il potere, ha deciso di cercare in un altro uomo quello che ogni donna ha realmente bisogno, l’affetto, la comprensione, la presenza. Insomma Berlusconi doveva aspettarselo, se trascuri una donna e ovvio che corri il rischio poi di perderla. Non e’ diventando piu’ potenti o piu’ ricchi che si rende piu’ felice una donna o una madre. E’ possibile che quando Silvio ha scoperto che la sua donna aveva un altro, per un uomo come lui di successo, potente, che crede di essere “unto dal signore”, sia stato un colpo terribile. Ma esistono molti modi per reagire a questi colpi, uno e’ quello di stare male, cercare conforto negli amici, capire dove aver sbagliato, cercare o meno di riconquistare la propria donna e se non possibile, magari innamorarsi di un altra donna, e costruirsi un’altra vita. Berlusconi invece, avra’ pure sofferto ma ha reagito a quella sua sofferenza secondo il suo classico stile che e’ quello di uomo che non sa ammettere i propri errori, pieno di se, convinto di essere padrone del mondo e di potersi comprare tutto. E cosi’ invece di soffrire ha deciso di darsi alla bella vita, feste, divertimenti, belle donne, tutto quello cio’ che tutti abbiamo letto sui giornali. La bassezza di tutto questo non e’ tanto in quelle che sono scelte di vita che ognuno di noi e’ libero di fare, ma nel fatto che queste feste fossero organizzate portando ragazze giovani promettendo loro la strada del successo in TV o in politica, oppure pagandole il gettone di presenza, e come affiorato in questi ultimi giorni in cui si parla di ragazze immagine e di escort. Ricordiamoci poi che questo e’ il capo del nostro governo e quindi la persona che piu’ di altre dovrebbe rappresentare l’immagine dell’Italia. Ma lasciamo perdere perche’ questo per molti Italiani non importa, anzi tanto meglio se il nostro vecchietto arzillo si diverte. Il fatto e’ che il Berlusca non si e’ certo attorniato di donne che erano innamorate di lui, ma che vedevano in lui, uomo potente e di successo, l’uomo che potesse avverare i loro sogni. La tristezza e’ che probabilmente Berlusca pensava veramente che queste donne andassero a trovarlo a Villa Certosa o Palazzo Grazioli, perche’ pensavano che fosse un bell’uomo. Magari non sapeva nemmeno che Tarantino alcune di queste le pagava. Chissa’ forse voleva rifarsi su Veronica, farla ingelosire, o vendicarsi del dolore subito. Da qui ricollego tutto a quanto detto da Veronica: “E’ un uomo malato”. E’ per questo che in questi giorni provo tristezza per il povero Silvio, che ora se ne sta rinchiuso ad Arcore per l’imbarazzo come un bambino si rinchiude nella propria camera da letto quando sa di averla combinata grossa. O forse solo ora sta veramente incominciando a capire, a rendersi conto di cos’ha combinato. Pero’ dubito, oggi penso che Silvio si senta tradito, piu’ solo, non solo per colpa della donna che ha amato e lo ha abbandonato, ma anche per colpa delle stesse donne che lui ha invitato a quelle feste che oggi lo hanno incastrato. E oggi le feste sono finite e a Villa Certosa meglio non andarci, in quella tenuta completamente vuota… Cosa potra’ fare ora Berlusca in preda alla delusione, rinchiuso ad Arcore? La cosa piu’ giusta, se fosse un uomo vero, e ammettere tutta la verita’ difronte a tutti, poi dimettersi e abbandonare la politica. Perche’ come politico sta dando un pessimo esempio di etica a i giovani e alle nuove generazioni, che penseranno che per arrivare e’ necessario avere avere connessioni in alto, e bisogna essere disposti a tutto, pure a vendersi in cambio di una mano. E’ un pessimo esempio per chi vuole fare politica che pensera’ che una volta arrivati si possono organizzare festini con ragazze giovani, improvvisarsi cantanti o giocolieri, e finire a letto con donne che altro non vogliono che accesso a uno mondo fatto solo di soldi. Il quadro dipinto da Berlusconi e’ questo. Lo stupore maggiore che provo personalmente e’ pensare che al 35% degli Italiani quel quadro piace. Non penso poi che ritirarsi sia la scelta del tutto sbagliata, i suoi estimatori lo vedranno come un martire, il martire della sinistra, da uomo privato non dovrebbe piu’ spiegare a nessuno certi comportamenti e potrebbe fare quello che vuole, e poi recentemente lo ha detto lui in un intervista alla CNN che fare il politico non gli piace, quindi a questo punto non vedo altra soluzione migliore, anche se gli costerebbe assai non poter privilegiare piu’ del lodo Alfano.

In mezzo ai Mongoli

Sono successe tantissime cose in questi ultimi dieci giorni, tutte davvero interessanti. Ma andiamo con ordine, partiamo dallo scorso weekend quando con i miei colleghi di lavoro ci siamo trovati la domenica mattina di fronte alla sede di Microsoft per una gita di due giorni organizzata dalla nostra ditta. Destinazione un piccolo villaggio nella Mongolia Interna, una regione autonoma della Repubblica Popolare Cinese, al confine con la Mongolia, quella vera…. Qui la chiamano molto piu’ semplicemente “Grassland” ovvero la “Terra dell’Erba.” La zona e’ a circa 4-5 ore di macchina a nord di Pechino con una popolazione, in parte di razza mongola, dedita all’allevamento nomade di cavalli e ovini. E’ stata un esperienza diversa dal solito, a tratti divertente, un’ occasione per “fare morale” con i colleghi, che e’ l’obiettivo di questi viaggi aziendali. Pero’ non nego che si e’ rivelata un po’ un flop. Nell’hotel il bagno era un disastro, niente acqua calda, per non parlare della camera da letto. Un freddo terrificante senza riscaldamento, ho dormito su una mezza asse di legno, senza nemmeno le lenzuola. Solo un vecchio piumone e due cuscini ammuffiti. L’unica nota positiva l’agnello cotto sulla brace alla spiedo. Buono ma per mangiarlo niente piatti, forchetta o coltello, ci si serve da soli strappando pezzi di carne con le mani mentre cucina sulla brace (come si vede dalla foto). La regola e’: “Se risci a staccarne un mangia pezzo vuol dire che e’ cotto”. Visto che tutti usano le mani, a richio anche di scottarsi, piu’ che cotto a me sembrava “condito”…. Per non parlare del risveglio l’indomani mattina, durante la notte un temporale si e’ abbattuto nella zona quindi niente corrente elettrica e quindi nemmeno acqua fredda. Siamo scappati di corsa, veloci come il vento,  l’arrivo a Pechino con conseguente doccia, e’ stata come la liberazionea da un incubo…

Chi cerca trova….

“L’unico privilegio di chi si sacrifica per una causa consiste nel costringere l’oppressore a vivere con l’onere della colpa”. Lo ha scritto un Cinese di cui non posso scrivere il nome. In questi giorni in tutto il Mondo (tranne che in Cina) si celebra una ricorrenza importante. Qui pare che tutti si siano scordati completamente o quasi di quell’evento che ha segnato la storia di questo paese. Siccome vivo in Cina preferisco non parlarne nemmeno io su questo blog, per ovvie ragioni…. Vi ho intrigato? Lo sapevo …. hehehe…. Vediamo se come Nick Carter riuscirete a scovare da soli di cosa si tratta…. Vi do un indizio, intanto andave a leggervi questo articolo uscito sull’Espresso, anche perche’ a quanto pare per il momento non ho visto nessun giornale online riportarne il link dopo le minacce di Ghedini. E poi se siete dei bravi investigatori scoprirete anche, sullo stesso sito di quale ricorrenza si tratta. Quindi… buona fortuna!

La canzone dei politici

Non vi dico il titolo, leggete il testo e ditemi se non e’ la canzone adatta per i politici di oggi… Sono sicuro che riconoscerete di qual’e’ il famoso pezzo uscito nel lontano 1977

“Faccio in fretta un altro inventario,
smonto la baracca e via,
cambio zona itinerario, il mio indirizzo é la follia…
C’é un’infelice ovunque vai,
voglio allargare il giro dei clienti miei.
Io vendo desideri e speranze in confezione spray…

Seguimi io sono la notte,il mistero l’ambiguitá…
Io creo gli incontri io sono la sorte, quell’attimo di vanitá.
Incredibile se vuoi, seguimi e non ti pentirai.
Sono io la chiave dei tuoi problemi,
guarisco i tuoi mali, vedrai….

Mi vendo… la grinta che non hai!
In cambio del tuo inferno… Ti dó due ali sai…
Mi vendo… un’altra identitá!
Ti dó quello che il mondo…Distratto non ti dá.
E lo vendo eh già…A buon prezzo si sa…
Ho smarrito un giorno il mio circo,
ma il circo vive senza di me.
Non é l’anima tua che io cerco… Io sono solo piú di te.
Nell’arco di una luna io… Faró di te un baro oppure un re.
Sono io la chiave dei tuoi problemi,
guarisco i tuoi mali, vedrai…

Mi vendo… la grinta che non hai!
In cambio del tuo inferno… Ti dò due ali sai…
No no no…Mi vendo… Na na na la mia felicità!
Ti dó quello che il mondo,Distratto non ti dá….
Io mi vendo eh già…A buon prezzo si sà…
Mollalo!
Mi vendo!
Mi vendo… la grinta che non hai!
In cambio del tuo inferno… Ti dò due ali sai…
No no no no no…Ti vendo… un’altra identità!
Ti dó quello che il mondo…Distratto non ti dá….

Seguimi…Mi vendo!”

Che casino

Sto seguendo le battaglie tra destra e sinistra che negli ultimi dibattici politici in televisione stanno diventando sempre piu’ aspre. I toni si sono accesi di parecchio ultimamente, e il duello a colpi di articoli tra Repubblica e Il Giornale si fa sempre piu’ interessante, sempre parlando dal punto di vista dell’intrattenimento. Ma il fatto e’  che siccome sono un cittadino Italiano con diritto di voto non mi dispiacerebbe, visto che vivo all’estero, capirne un po’ di piu’ su queste elezioni. Invece noto purtroppo che di sostanza, sia sui quotidiani online che nelle televisioni, ce n’e’ poca. E per sostanza intendo vera informazione, non si capisce nemmeno quanti parlamentari europei eleggeremo, ne quali siano i veri programmi delle varie liste e di chi si e’ candidato. Stasera perlomeno a Ballaro’ in un piccolo servizio hanno presentato molto velocemente quali saranno tutti i simboli delle liste con i relativi slogan. Una miseria, anche queste non sono informazioni che mi aiutano (non so voi) a prendere una decisione chiara su a chi daro’ il mio voto. E poi questi parlamentari europei cosa andranno realmente a fare a Bruxelles mi chiedo io. Mai sentito parlare che questo o quel parlamentare si sia distinto par aver presentato a Bruxelles qualche proposta che poi abbia realmente giovato ai cittadini Italiani. Quindi non capisco tutta questa animosita’. Per me ci possono mandare tranquillamente anche un bel po’ di veline tanto non cambiera’ assolutamente nulla. Insomma a me non la danno a bere. So benissimo che quello che alla fine contera’, almeno per loro non per noi, saranno solo i numeri, e i numeri nel sistema politico di oggi definiscono chi ha il potere in mano. Lo avete visto cosa ha detto Berlusconi no? Io ho il 75% dei consensi quindi non rompetemi. Queste io non le definirei elezioni, mi sembrano una vera e propria farsa.  Alla fine di questo grande bluff, ci sara’ un partito che avra’ perso e un altro che avra’ vinto, anche se come tutti ben sappiamo vedremo comunque lo stesso film che abbiamo sempre visto, nel quale tutti si dichiareranno vincitori. E allora tutto questo parlare, urlare, gridare, in televisione, sara’ servito veramente a qualcosa? Ultimamente e’ riapparso sui televisori, quasi come un fantasma del passato, il vecchio Pannella. Mi faceva quasi pena, quante battaglie ha condotto nella sua vita politica, quanti scioperi della fame e della sete a difesa di quell’idea o quel diritto. La realta’ di oggi e che politici come lui stanno per scomparire, lasciando il posto a manager, imprenditori, avvocati, volti noti dal mondo dello spettacolo. Insomma arrivisti. Tutta gente a cui gliene puo’ fregar di meno se c’e’ gente in Italia che e’ in cassa o lavora per 900 euro al mese. La politica oggi a me sembra diventato un vero e proprio business, un impresa, un teatrino in qui c’e’ chi mette in vendita democrazia e chi crede ciecamente a questo o quel messaggio mediatico che gli viene proposto e se lo compra (nota bene sia da parte di destra che di sinistra). A me tutto questo mette tristezza, mi ricordo delle vecchie tribune politche, quelle trasmissioni in bianco e nero che mio padre voleva sempre guardare e io odiavo perche’ avrei preferito i cartoni animati. Ricordo poco di quei dibattiti, ero piccolo, ma mi sembrava un altro mondo rispetto a quello di oggi. Piu’ vero, piu’ genuino, dove siamo finiti….

Un’occasione unica

E’ stata una settimana importante per me e per il team in cui lavoro perche’ e’ venuto a farci visita da Seattle il Vice Presidente che dirige l’intera divisione di Windows Mobile, di cui facciamo parte. Io mi ero offerto per avere un incontro a quattr’occhi con lui anche se non nutrivo grosse speranze. Mai piu’ pensavo che  invece, proprio pochi giorni prima che arrivasse, il mio manager mi comunicasse la buona notizia che il mio desiderio si sarebbe avverato. Quando me l’ha detto ero felicissimo perche’ si trattava di un’occasione unica per me. Non ne ho parlato su questo blog, un po’ per scaramanzia, un po’ per non illudermi nel caso avesse cancellato all’ultimo minuto. Nel frattempo pero’ mi sono preparato e ho discusso col mio manager di cosa avrei parlato in quel mio incontro. Il meeting sarebbe durato solo venti minuti. Non molto, ma abbastanza per riuscire in quelli che erano i miei obiettivi e cioe’ parlargli di me e di cosa ci occupiamo del mio team. Cosi’ il giorno fatidico e’ arrivato e di seguito vi racconto come e’ andata.

Al mattino ero abbastanza pronto ma continuavo a pensare al discorso che mi ero preparato e non ero convinto. In fondo volevo cercare di non annoiarlo con le solite ‘tiritere’  o schede di dati di cui si sarebbe presto dimenticato. Il mio manager mi aveva pure suggerito di portare il mio computer portatile e fargli una mini presentazione con Power Point. In venti minuti? Non mi sembrava un’idea azzeccata. Cosi’ a pochi minuti dal nostro incontro mi e’ venuta un’idea brillante, mi sono ricordato di un collega e amico con cui ho iniziato a lavorare a Microsoft nel lontano 1995. Kevin ci assunse quasi allo stesso tempo, si chiama Bob Delavan, e inizialmente condivevo con lui lo stesso ufficio. Eravamo tutti e due alle prime armi, e ci aiutammo molto a vicenda. Andavamo molto d’accordo. un bravissimo ragazzo. Era l’unico sciatore del team poveretto, gli altri invece tutti snowboardisti e, e ricordo ancora le mitiche sfide che abbiamo fatto sulle montagne di Whistler in Canada. Bei tempi vabbe’ non divaghiamo… Bob era poi finito nel gruppo di Exchange, lo stesso nel quale il nostro Vice Presidente ha lavorato fino a 6 mesi fa’ prima di arrivare nelle nostra divisione. Ho voluto controllare e mi sono accorto che Bob e’ ancora in Exchange e ha fatto pure carriera. Cosi’ ho pensato di chiedere al Vice Presidente se lo conosceva, mi avrebbe aiutato a rompere il ghiaccio. Ho deciso anche che, invece di usare il portatile, avrei usato il pennarello alla lavagna bianca cancellabile, molto piu’ semplice e diretto e soprattutto meno informale.

Cosi’ un quarto d’ora prima ero gia’ li’ vicino al suo ufficio. Una signora nel suo staff mi ha visto che giravo li’ attorno ed ha incominicato ad attaccare discorso con me. La cosa mi ha messo a mio agio, poi e’ finalmente e’ venuto il mio turno e sono andato. Quando l’ho visto era in piedi, girato di spalle che riempiva il suo bicchiere d’acqua dal distributore. Eravamo entrambi vestiti in jeans e scarpe da ginnastica e gli faccio: “Heila’ come va?” molto informalmente come se gia’ ci conoscessimo da tempo e lui si gira verso di me mi risponde: “Bene e tu?” e poi prosegue “Tu la faccia da Cinese non ce l’hai….”. Cosi’ rido e gli dico: “Hehe, sono Italiano!” e lui guarda sul foglio con l’elenco degli appuntamenti e mi fa: “Ahh! Italiano! Non e’ che si sono sbagliati a scrivere il tuo nome? David con la ‘E’ finale?” ed io “No e’ giusto, Davide” spiegandogli come si pronunciava ”e’ la versione Italiana del nome David”. Cosi’ finalmente ci sediamo e gli faccio subito: “Ma non conosci per caso un certo Bob Delavan?” e lui “Si, lo conosco! Un tipo in gamba. Tra l’altro era andato a vivere in Italia per un certo periodo e poi e’ tornato” ero sopreso “Davvero?” e cosi’ con la scusa di Bob ho incominiciato a parlargli di come e’ iniziata  la mia avventura in Microsoft, su quali prodotti ho lavorato e come sono arrivato in Cina. Poi gli ho chiesto se sapeva di cosa di occupa il mio team e lui mi ha risposto di no. Cosi’ mi sono alzato e col pennarello sulla lavagna bianca ho inziato con un bello schema che mi aiutasse a speigargli come lavoriamo e quali sono le nostre problematiche. Lui guardava attentamente, vedevo che capiva, sentivo che ci intendevamo. Alla fine mi sono seduto e mi ha fatto i complimenti perche’ la spiegazione gli era sembrata molto utile e concisa, ed aveva ben chiaro in mente di cosa ci occupiamo e qual’e’ il mio ruolo. Gli ho stretto la mano, l’ho salutato e me ne sono andato. Una volta uscito ero euforico, riuscivo a stento a contenere la felicita’ tanto che ho dovuto fare due passi per scaricare l’emozione. E’ andato tutto molto meglio di quanto mi aspettassi, penso di aver usato l’approccio giusto, e spero soprattutto che si ricordera’ di me e del contributo del nostro team al prodotto. Un altra giornata memorabile!

Tagli e ritagli

Nelle settimane scorse i tagli sul personale putroppo hanno toccato anche noi e mi e’ stato comunicato che avrei dovuto lasciare a piedi due dei cinque dipendenti che lavorano nel mio team. Ero molto dispiaciuto, forse e’ anche per questo che non scrivevo. Sono entrambe brave persone che ce l’hanno sempre messa tutta lavorando sodo e secondo me questa decisione non la meritano. Cosi’ per ricompensarli mi sono messo subito in moto per cercare di trovare loro un posto di lavoro in un altro gruppo, sempre all’interno della nostra ditta. E’ stata dura ma ce l’ho fatta. Questo mi ha reso molto felice perche’ sono riuscito a salvare due persone dalla disoccupazione, anche perche’ qui di ammortizzatori sociali o di cassa intergazione non se ne parla nemmeno. Penso che prendersi cura dalla carriera di un dipendente sia una funzione fondamentale di un manager o leader. In Italia chi gestisce del personale lo chiamano ancora  “capo” ma a me non piace come parola. Il capo e’ un duro, e’ quello prende decisioni che non vanno messe in discussione, che ordina battendo i pugni sul tavolo, che se sbagli ti punisce e se fai bene si gode i tuoi meriti facendosi bello con i suoi superiori. Suona meglio “Manager” o “Leader” che e’ quello che secondo me sa ascoltare, che da una mano se c’e’ bisogno, che discute con i dipendenti la formula migliore da adottare, che coordina, che non esce dai gangheri al minimo errore, che premia se ci sono meriti e lo fa notare ai i suoi superiori, e soprattutto e’ la persona che mette il proprio dipendente nelle condizioni migliori per avere successo nella propria carriera. Io ho avuto la fortuna di lavorare piu’ di quindici anni negli Stati Uniti e di avere avuto dei veri “Manager” o “Leader” alle spalle da cui ho imparato tanto. Oggi cerco anche io di fare il manager o il leader, perche’ fare il “capo” non mi interessa. Anzi un giorno spero di poter insegnare ad altri manager Cinesi, a non comportarsi da “capi” come spesso fanno pure loro…

Pero’ per il  momento sto ancora imparando anche io…. ogni giorno che passa…

Domani sara’ l’ultimo giorno di Jibin nel nostro team, per lui questa sera abbiamo organizzato una cena. Ma non in un ristorante, ognuno di noi ha cucinato qualcosa a casa e lo abbiamo condiviso tra noi in una sala riunioni all’interno della ditta. E’ stata veramente una serata piacevole, abbiamo riso e scherzato, condiviso ricette e ho visto i miei dipendenti veramente contenti, e felici. E questa e’ per me, aldila’ della crisi, una bella soddisfazione.

Che Magnata….

Ho trovato un mercatcenaino del pesce, seminascosto, nei locali sotterranei di un piccolo centro commerciale nel quartiere Coreano. Non chiedetemi come si chiama… Vivi mi ha dato un bigliettino da visita con l’indirizzo e ci sono dovuto andare in taxi. Ho trovato un po’ di tutto, c’erano dal salmone alle tartarughe, dalle cicale alle lumache, dalle vongole alle ostriche. Uno avrebbe potuto pensare: “Ma chi si fida di sti Cinesi a comprare sta roba?”. Invece ho cercato di non commettere l’errore e mi sono messo a girare per le bancarelle. Guarda che ti riguarda mi sono comprato un granchione di quasi un chilo per 5 euro, poi ho trovato 5 bei gamberoni freschi per 3 euro e mezzo, e 4 belle cappesante ancora vive (la tipa le ha poi aperte per me spiegandomi come riconoscere il maschio dalla femmina) per la bellezza di 1 euro. Totale della spesa 9 euro, pesce freschissimo e buonissimo. Ho mangiato pesce per due giorni, da leccarsi i baffi…. C’era anche una bella arragostona ancora viva che scodinzolava nell’acquario e ho chiesto in cinese: “Quella quanto costa?” e il pescivendolo:  “44 euro al chilo”, sfido che sarei riuscito a contrattare e abbassare il prezzo ma ho preferito aspettare quando verra’ a farmi visita mio padre… hehe…

 

Lo Specchio Infranto

Pubblico di seguito questo bellissimo articolo di Curzio Maltese uscito su Repubblica, di cui vi do anche il link per ragioni di Copyright. L’ho copiato sul mio blog per paura che un giorno andasse perso, non me ne voglia l’autore….

 

Ma che effetto avrà fatto agli italiani vedere in mondovisione il presidente del Consiglio costretto a discolparsi di non andare con le minorenni? Dice proprio così, “Non è vero che frequento le minorenni”. Come sostiene non un passante, un avversario politico senza scrupoli, un giornalaccio scandalistico, un sito di gossip, ma la madre dei suoi figli. Eccolo, il premier più popolare del mondo, secondo i suoi stessi sondaggi amato dal 75 per cento degli italiani, ma compatito, con punte di disgusto, dalla donna che gli sta accanto da trent’anni. Perché, sostiene Veronica, “è una persona che non sta bene”.

Eccolo, il re nudo, con i suoi settantadue anni e i capelli nuovi, il cameraman di fiducia, nel salotto amico, mentre spiega che figurarsi se lui frequenta le ragazzine, come sostiene Veronica. Figurarsi se voleva candidare le veline all’europarlamento. Figurarsi se Veronica, che gli sta accanto da trent’anni, conosce la verità. Figurarsi, d’altra parte, se lui candida qualcuno per altri meriti che l’impegno negli studi, la competenza, l’idealismo, come del resto “nel caso di Gelmini, Carfagna, Brambilla…”. Ma si capisce, certo.

Nella sempre spettacolare parabola di Silvio Berlusconi questo rimarrà il vertice. Ma stavolta non è stato lui a scegliersi la scena e neppure la parte. Lo ha costretto la moglie. L’unica persona vicina a infrangere lo specchio e a rompere il muro dell’omertà, retto per tanti anni da centinaia di schiene di cortigiani politici, giornalisti, avvocati, amici, disposti a chiudere un occhio, due, tre in tutti questi anni sullo scempio di legalità e moralità. E lui ha dovuto andare in televisione, in mondovisione, a raccontare che sua moglie è male informata sul marito, vittima di un complotto della sinistra, dei giornali di sinistra, di Repubblica. “Non a caso Repubblica”. Vero. Da chi doveva andare Veronica, in un paese classificato nella libertà di stampa dietro al Benin, dove il marito controlla gran parte dell’informazione? Non c’era molta scelta. Neppure Berlusconi ha fatto una scelta originale, andando da Vespa per riparare i danni dell’attacco dei vescovi. Dove, sennò?

La claque lo sostiene, lo applaude a ogni passaggio della difficile arrampicata di sesto grado sugli specchi, sullo specchio del volto gigantesco di Veronica alle sue spalle. Sembra una scena di un film di Fellini, la Donna stupenda e immensa, e l’omino laggiù, una formica, che si dibatte in alibi puerili, strepita innocenza, sputa minacce. Gli spettatori italiani, dopo tanti anni di teleserva, non faranno più caso all’atteggiamento di Bruno Vespa, accondiscende fin dal titolo. Il più surreale mai escogitato da Vespa: “Adesso parlo io”. Adesso parla Berlusconi? Perché, gli altri giorni degli ultimi quindici anni? Tuttavia, tanto per dare un’idea vaga di giornalismo, bisognerebbe ricordare il genere delle questioni poste a Bill Clinton dal suo intervistatore per il caso di Monica Lewinski (peraltro abbondantemente maggiorenne). Queste: quando, dove e come vi siete conosciuti? Quante volte vi siete visti in seguito? I genitori erano al corrente del vostro rapporto e in quali termini? E’ venuta a trovarla a Washington (a Roma)? E’ andato a trovarla a casa di lei? Dove dormivate? Avete avuto rapporti sessuali? Di che tipo? Quante volte? Quante volte completi? E Bill Clinton ha risposto a tutte le domande, senza citare neppure alla lontana una teoria del complotto. Alla fine è andato a scusarsi da sua moglie, nel salotto di casa, non nel salotto televisivo del ciambellano. Ha chiesto perdono a sua moglie, che aveva offeso. Si è ripresentato all’opinione pubblica quando lo ha ottenuto, dopo aver ammesso nel dettaglio più intimo e vergognoso le proprie colpe. Così accade in un paese democratico e civile.

Forse a Silvio Berlusconi sarà bastato passare una sera dall’amico Vespa, nel calore della claque, per ricominciare da domani come nulla fosse. Magari bisognerà pure rassegnarsi, con realismo, a capire che in questa storia l’unica che non potrà più liberamente andare in giro per le strade di questo paese è la vittima, Veronica Lario. Già inseguita dalla muta dei cani che hanno appena cominciato a delegittimarla in tutti i modi.

Energia Alternativa in Cina

La Commissione Nazionale per lo Sviluppo e Riforme del governo Cinese ha annunciato che gli investimenti in Energia Alternativa saranno di gran lunga superiori a quanto era stato pianificato in precedenza. Nel 2007 infatti le previsioni erano che entro il 2020 la Cina avrebbe installato impianti di produzione di energia elettrica con pannelli solari per 1,800 Megawatt. Questi numeri sono stati recentemente rivisti e le previsioni sono oggi che gli investimenti nel solare potranno essere da 5 a 10 volte superiori. Wang Zhongying, durante una conferenza tenutasi a Shanghai sul solare ha detto. "Entro 2020, potremmo anche raggiungere 10,000 Megawatt o forse anche piu’." Lo stesso vale per energia eolica, le previsioni sono di arrivare a 30,000 megawatt di produzione, sempre entro il 2020. Oggi, l’80 per cento dell’energia e’ prodotto usando il carbone. Trovo positivo che la Cina stia pian piano capendo quanto sia importante utilizzare metodi di produzione meno inquinanti nel rispetto dell’ambiente.