E’ notizia di ieri che dopo nove anni la squadra di calcio della mia citta’ e’ tornata in C1 o come la chiamano oggi Lega Pro Prima Divisione. Sono stati anni duri per i tifosi grigioneri dell’Alessandria come me, prima il fallimento, poi nei dilettanti, e ora finalmente siamo tornati in alto. I ‘grigi’ sono una vecchia passione per me, che dopo tante delusioni, e con questo calcio che non ha piu’ lo stesso sapore degli anni passati, si era un po’ affievolita. Tuttavia seguo sempre la mia squadra del cuore anche dalla Cina. Ho ascoltato la radio cronaca degli spareggi su sito internet di Radio Gold. Purtroppo c’era andata male, ma anche quest’anno molte societa’ sono fallite e quindi siamo stati ripescati, meritatamente direi perche’ eravamo arrivati primi in classifica a pari merito con il Varese. Non siamo stati promossi di diritto solo per la differenza reti: 6 goal in meno…. Ma la buona sorte ci ha premiato ugualmente. Quindi stasera si festeggia anche qui, con pizza!! Ma vieni!!!!!!!!! Approposito di calcio, tra una settimana circa, l’8 di Agosto, qui a Pechino ci sara’ Inter-Lazio, finale di Supercoppa Italiana. Ho gia’ i biglietti!!! Spero la guarderete anche voi in TV.
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La stanza dei bottoni
Secondo Wikipedia la “stanza dei bottoni” e’ un’ espressione che serve ad indicare “il luogo dove si comanda”. Invece a me viene in mente un’altra cosa. Qui a Pechino ci sono persone che lavorano in una stanza molto piccola, con tanti bottoni, sto parlando dell’ascensore. C’e’ chi e’ vestito bene, e deve stare in piedi tutto il tempo, e chi puo’ invece permettersi un seggiolino, ma il compito e’ lo stesso. Passano l’intera giornata li’ dentro, a premere il bottone corrispondente al piano a cui tu vuoi andare. Non penso che guadagnino piu’ di un euro all’ora. Chi, quale persona, nei paesi occidentali accetterebbe un impiego del genere? Non penso nessuno, forse manco i piu’ disperati. Meglio la fame piuttosto che una tale umiliazione. Eppure qui loro non battono un ciglio, almeno apparentemente, qualcuno li ha messi li’ e loro eseguono gli ordini, in alcuni casi sorridenti. A che pro? Non si capisce bene. Risparmiare a qualcuno l’onere o la fatica di premere il bottone dell’ascensore? Mah… rimango perplesso e un po’ triste per loro, pensando che c’e’ gente piu’ fortunata che fa un’altra vita e guadagna ben altri stipendi, e magari non e’ mai felice.
Guanxi
E’ tanto che voglio parlare di ‘Guanxi’, un termine Cinese che significa ‘Relazioni’. Il Guanxi e’ una parte fondamentale della cultura e dello stile di vita dei Cinesi, ed e’ indispensabile conoscere di cosa si tratta per qualunque occidentale che voglia intrapprendere delle relazioni d’affari con i Cinesi. A dire il vero pero’, noi Italiani, e i popoli di orgine latina in generale, partiamo da una posizione di vantaggio rispetto ad altri perche’ ci sono degli elementi del Guanxi che esistono anche nella nostro universo culturale. Il Guanxi è in pratica un sistema di reciproci scambi di favori, cioe’ io do una mano a te e tu la dai a me, e una mano lava l’altra per intenderci… Per esempio, io ti porto fuori a cena, ti faccio dei regali, e tu sei hai dei clienti per il mio business me li presenti e cosi’ diventeremo grandi amici. Oppure, per esempio un Cinese potrebbe avere un familiare che cerca lavoro e usare quindi le persone che fanno parte del suo Guanxi per trovargli un impiego, la nostra “raccomandazione” per interderci. Per altri versi pero’ un mondo distante dalla fisolofia piu’ trasparente e meritocratica che esiste nei paesi di origine Anglosassone come l’America. Al favore ricevuto quindi non occorre subito ricambiare, ma la necessità di scambio che prima o poi emergerà, dovra’ essere puntualmente onorata, se si vuole ovviamente rimanere all’interno del gruppo di relazioni o Guanxi, che ognuno si crea cosi’ laboriosamente.
Perche’ e nato il Guanxi? In passato per i Cinesi la vita era tutta programmata, era il sistema che decideva per loro. Prima la Cina si aprisse alle riforme che hanno portato questo sviluppo, come in qualsiasi paese comunista vivano tutti come delle macchine, in un mondo dove ogni innovazione e cambiamento veniva visto con poco favore, dove se uno aveva un occupazione o una posizione sapeva che molto probabilmente l’avrebbe mantenunata invariata per il resto della sua vita.
Riporto qui sotto alcunia passi tratti dal libro “in CINA per affari” di Giuseppe Pisi, molto interessanti.
“Talvolta si dice che il cinese è un uomo che ha attorno a sé tanti strati lamellari, come la cipolla. Il primo strato il più vicino, il più importante e forte, è costituito dalle relazioni familiari che vedono i genitori al posto più alto, poi il fratello maggiore, quindi gli altri fratelli e membri della famiglia. Un secondo strato è costituito dai compagni di studio, seguono poi gli strati degli amici, dei colleghi. Il tutto costituisce un cerchio immaginario che circonda ogni cinese e nel quale tende ad identificarsi. Il resto del mondo rimane all’esterno di questo cerchio, quasi come non esistesse.
Il saltare le code, il non concedere precedenze, la tendenza ad ammassarsi per raggiungere il proprio obiettivo incuranti degli altri, nelle strade, ne sono visibili quotidiane conseguenze, non è un problema di educazione ma piuttosto di intimo sentire. Noi occidentali talvolta, tendiamo magari a trattare meno bene gli amici e meglio le persone poco conosciute, perché tanto gli amici ci conoscono e capiscono. Il cinese mai, la sua rete di relazione è il suo mondo.
Guanxi è un sistema di relazioni che tende per sua natura ad essere
permanente, mentre nel nostro mondo occidentale, una volta ottenuto un favore, si tende a ricambiarlo immediatamente, magari a monetizzarlo, e tutto finisce lì. La rete di relazioni che ciascun cinese si crea con pazienza ed estrema cura, rimane invece aperta, come una solida struttura, diventa occasione di identità,
una certezza da mantenere per sempre.
In un sistema sociale dove senza godere di relazioni, fino a solo qualche anno fa, non si poteva neppure acquisire un biglietto per il treno, o per il teatro, o magari un maggiore o miglior spazio in ufficio, o più idonee mansioni di lavoro, oppure sigarette od alcolici per chi ne sentiva il bisogno, o visite specialistiche e cure speciali, si comprende bene quale ruolo abbia rivestito e continui a rivestire questo atteggiamento culturale.
L’occidentale deve comprendere il Guanxi nella sua realtà, accettarne le regole ed alla fin fine lo apprezzerà come una forma di onesta solidarietà.”
Il caldo fa brutti scherzi…
Ieri sera, era mezzanotte passata, improvvisamente ho incominciato a sentire delle urla di una ragazza che venivano da fuori. Mi sono avvicinato alla finestra e l’ho aperta. In lontananza ho visto una ragazza in piedi, ferma, in mezzo al traffico a tre corsie. Camicia bianca, minigonna di jeans, tacchi alti, capelli lunghi, sembrava che fosse carina e che volesse proprio farla finita. Urlava, poi improvvisamente smetteva rimanendo immobile, sperando forse che le macchine la mettessero sotto. Sono rimasto ad osservarla per un bel po’, sperando che qualcuno la fermasse o le dicesse qualcosa, invece niente. Alcuni passanti si sono messi a guardarla, le macchine riuscivano a schivarla. Sembrava destinata a vivere insomma. Poi quando e’ arrivata la polizia ci ha provato con piu’ insistenza, mettendosi a correre incontro al traffico. Una macchina a un certo punto ha inchiodato ed e’ riuscita a fermarsi in tempo ad alcuni centimetri dalle sue gambe. Mi sono spaventato. Poi finalmente il guidatore di un carro-attrezzi e’ sceso, l’ha abbracciata costringendola a dirigersi verso i poliziotti che l’hanno caricata in macchina. Quale sara’ il suo destino? E come mai era fuori di se’ a tal punto da urlare come una forsennata, sperando di morire o di farsi del male? Chissa’ forse una storia d’amore andata male, un tradimento, un’ attrazione fatale, o forse il caldo eccessivo? Peccato, avrei voluto scendere io in strada, cercando di convircerla a non commettere un errore cosi’ grosso ma non e’ ho avuto il coraggio. A dire la verita’ non e’ la prima volta che mi capita di assistere a situazioni che mi intristiscono da queste parti. Proprio qualche settimana fa, poco distante da dove la tipa ha tentato di suicidarsi, ricordo che mentre stavo camminando una sera per andare in discoteca, ho sentito improvvisamente una donna gridare sull’altro lato della strada. Il suo uomo, un tipo tarchiato, grassottello a torso nudo era su tutte le furie e le stava rifilando pugni e schiaffi in faccia. Li’ ero gia’ pronto per intervenire, il problema e’ che purtroppo era impossibile attraversare la strada per via delle barriere di metallo che separano i due sensi di marcia. Mi ero gia’ incamminato per fare il giro e arrivare sul posto quando la tipa e’ riuscita a scappare prendendo un taxi. Uno spettacolo davvero poco edificante che mi ha messo davvero di cattivo umore quella sera. Sara’ pure il caldo che fa brutti scherzi, ma e’ anche vero che l’amore se non stai attendo puo’ anche ucciderti…
E’ finita di Facebook e Twitter
I media internazionali hanno dato poco risalto alla cosa a quanto pare ma per chi come me che ha quasi 120 amici su Facebook molti dei quali sono sparsi per il mondo, non e’ una situazione molto simpatica direi…. L’altro giorno volevo mandare un messaggio a John, un amico di Seattle, e mi ero accorto che Facebook non funzionava ma “non me la sono data”, ho pensato a qualche problema tecnico. Invece poi l’altra sera sono andato a cena con Susan e mi ha dato la notizia. Inizialmente non aveva nemmeno il coraggio di parlarne, mi ha accennato di una decisione che ha fatto molto discutere i Cinesi sulla rete, ma non mi voleva dire niente. Incuriosito di cosa si trattasse ho dovuto insistere un bel po’ finche’ a un certo punto quasi imbarazzata lo ha ammesso: Facebook non e’ piu’ accessibile in tutta la Cina, stessa fine per Twitter. Un peccato. Non si capisce bene il perche’, forse le rivolte nello Xinjiang con piu’ di 150 morti, hanno portato il governo a chiudere questo canale di comunicazione nel tentativo di calmare le violenze, o isolare gli ‘”istigatori”. Cosa che tutto sommato potrebbe anche essere comprensibile, sta di fatto che pero’ in questa zona della Cina, che mi sembra per lo piu’ abitata da gente abbastanza povera, non penso siano tanti quelli armati di computer e non so quanto Facebook, o Twitter, possano influire negativamente sulla stabilita’ di questa regione. La censura di questi due siti la ritengo dunque una totale idiozia.
Rispetto per i Diritti Umani
E’ cio che il nostro presidente Napolitano ha chiesto al presidente della Cina Hu Jintao in visita a Roma in questi giorni. Ieri sul canale 9 della CCTV, le news hanno parlato ampiamente dei dettagli di questo importante incontro tra i due capi di stato ma chissa’ come mai si sono dimenticati di riportare questa esplicita richiesta del nostro presidente: rispetto per i diritti umani. La cosa mi ha mandato su tutte le furie. Ma come? Perche’ nascondere la verita’? E’ terribile questo. Poi stamattina ci ho ripensato. Perche’ mai dovrei arrabbiarmi? La parola ‘diritto’ e’ una cosa che il Cinese non riesce a comprendere. Ci provo spesso a farglielo entrare in testa ma e’ sempre fiato sprecato. In una societa’ in qui sono tutti dei soldati che cosa centra il diritto? Provate voi a immaginare un paese o una societa’ in cui tutto avviene perche’ qualcuno esegue degli ordini che non si possono minimamente discutere. Ecco questa e’ la Cina, la Cina che non pensa, che si rifiuta di pensare perche’ e’ sempre e solo concentrata ad eseguire. La cosa piu’ incredibile e’ che non riescono a comprendere nemmeno i diritti piu’ basilari, tipo quello di poter attraversate le strisce pedonali, o il diritto di dare la precedenza di quando sono al volante di un veicolo. Passa solo chi arriva per primo o e’ il piu’ forte, che non e’ quasi mai il pedone. E’ chiaro che se attraversasse la strada Hu Jintao on un importante figura Cinese si fermerebbero tutti, ma non perche’ si tratta di rispettare un diritto, ma per sudditanza mentale. Che peccato. Ci vorranno intere generazioni per cambiare questo atteggiamento, anche perche’ la maggiorparte della popolazione Cinese e’ povera, contadina, retrograda, senza educazione scolastica, insomma indietro, molto indietro. Un peso incredibile da mascherare per lo sviluppo economico di questa civilta’ che ha retto meglio di altri paesi alla recessione, ma che dimostra purtroppo ancora tantissimi limiti.
Non c’e’ piu’ niente da fare…
“Si’ e’ vero, il governo Cinese controlla i 12 canali televisivi della CCTV” – mi ha detto Selina che ha lavorato per la CCTV per molti anni. “Controllano tutti i testi e cio’ che viene detto prima che i programmi vadano in onda”. Sorrideva, tranquilla, cosi’ le ho chiesto: “Ma non ti preoccupa questo?” e lei “No, perche’ il salario era buono. Poi quando lavoravo come inviata speciale spesso la gente che incontravo, sapendo che lavoravo per la CCTV, mi dava delle buste rosse con dei soldi dentro perche’ io parlassi bene di loro nei servizi televisivi”. Ho provato a insistere “E questo assolutamente non ti preoccupa?”. Continuava a sorridere come se niente fosse.
Ultras Cinesi
Il mio appartamento dista solo poche centinaia di metri dallo stadio di calcio dove ogni settimana gioca la squadra locale. La partita e’ sempre di sera dopo cena, e ultimamente la squadra e’ in testa al campionato, cosi’ quando i tifosi escono se ne vanno per le strade in corteo bloccando il traffico con cori, bandiere, tamburi, gridando “Sha bin!”. Quando li ho visti e sentiti passare sotto casa per la prima volta sono rimasto sorpreso, vedere una marea di gente in corteo, in assembramento stile ultras, non pensavo mi sarebbe mai capitato in questo paese e invece…. E’ un segno che se vogliono urlare al cielo quello che pensano sono capacissimi di farlo… A buon intenditor poche parole.