Un’occasione unica

E’ stata una settimana importante per me e per il team in cui lavoro perche’ e’ venuto a farci visita da Seattle il Vice Presidente che dirige l’intera divisione di Windows Mobile, di cui facciamo parte. Io mi ero offerto per avere un incontro a quattr’occhi con lui anche se non nutrivo grosse speranze. Mai piu’ pensavo che  invece, proprio pochi giorni prima che arrivasse, il mio manager mi comunicasse la buona notizia che il mio desiderio si sarebbe avverato. Quando me l’ha detto ero felicissimo perche’ si trattava di un’occasione unica per me. Non ne ho parlato su questo blog, un po’ per scaramanzia, un po’ per non illudermi nel caso avesse cancellato all’ultimo minuto. Nel frattempo pero’ mi sono preparato e ho discusso col mio manager di cosa avrei parlato in quel mio incontro. Il meeting sarebbe durato solo venti minuti. Non molto, ma abbastanza per riuscire in quelli che erano i miei obiettivi e cioe’ parlargli di me e di cosa ci occupiamo del mio team. Cosi’ il giorno fatidico e’ arrivato e di seguito vi racconto come e’ andata.

Al mattino ero abbastanza pronto ma continuavo a pensare al discorso che mi ero preparato e non ero convinto. In fondo volevo cercare di non annoiarlo con le solite ‘tiritere’  o schede di dati di cui si sarebbe presto dimenticato. Il mio manager mi aveva pure suggerito di portare il mio computer portatile e fargli una mini presentazione con Power Point. In venti minuti? Non mi sembrava un’idea azzeccata. Cosi’ a pochi minuti dal nostro incontro mi e’ venuta un’idea brillante, mi sono ricordato di un collega e amico con cui ho iniziato a lavorare a Microsoft nel lontano 1995. Kevin ci assunse quasi allo stesso tempo, si chiama Bob Delavan, e inizialmente condivevo con lui lo stesso ufficio. Eravamo tutti e due alle prime armi, e ci aiutammo molto a vicenda. Andavamo molto d’accordo. un bravissimo ragazzo. Era l’unico sciatore del team poveretto, gli altri invece tutti snowboardisti e, e ricordo ancora le mitiche sfide che abbiamo fatto sulle montagne di Whistler in Canada. Bei tempi vabbe’ non divaghiamo… Bob era poi finito nel gruppo di Exchange, lo stesso nel quale il nostro Vice Presidente ha lavorato fino a 6 mesi fa’ prima di arrivare nelle nostra divisione. Ho voluto controllare e mi sono accorto che Bob e’ ancora in Exchange e ha fatto pure carriera. Cosi’ ho pensato di chiedere al Vice Presidente se lo conosceva, mi avrebbe aiutato a rompere il ghiaccio. Ho deciso anche che, invece di usare il portatile, avrei usato il pennarello alla lavagna bianca cancellabile, molto piu’ semplice e diretto e soprattutto meno informale.

Cosi’ un quarto d’ora prima ero gia’ li’ vicino al suo ufficio. Una signora nel suo staff mi ha visto che giravo li’ attorno ed ha incominicato ad attaccare discorso con me. La cosa mi ha messo a mio agio, poi e’ finalmente e’ venuto il mio turno e sono andato. Quando l’ho visto era in piedi, girato di spalle che riempiva il suo bicchiere d’acqua dal distributore. Eravamo entrambi vestiti in jeans e scarpe da ginnastica e gli faccio: “Heila’ come va?” molto informalmente come se gia’ ci conoscessimo da tempo e lui si gira verso di me mi risponde: “Bene e tu?” e poi prosegue “Tu la faccia da Cinese non ce l’hai….”. Cosi’ rido e gli dico: “Hehe, sono Italiano!” e lui guarda sul foglio con l’elenco degli appuntamenti e mi fa: “Ahh! Italiano! Non e’ che si sono sbagliati a scrivere il tuo nome? David con la ‘E’ finale?” ed io “No e’ giusto, Davide” spiegandogli come si pronunciava ”e’ la versione Italiana del nome David”. Cosi’ finalmente ci sediamo e gli faccio subito: “Ma non conosci per caso un certo Bob Delavan?” e lui “Si, lo conosco! Un tipo in gamba. Tra l’altro era andato a vivere in Italia per un certo periodo e poi e’ tornato” ero sopreso “Davvero?” e cosi’ con la scusa di Bob ho incominiciato a parlargli di come e’ iniziata  la mia avventura in Microsoft, su quali prodotti ho lavorato e come sono arrivato in Cina. Poi gli ho chiesto se sapeva di cosa di occupa il mio team e lui mi ha risposto di no. Cosi’ mi sono alzato e col pennarello sulla lavagna bianca ho inziato con un bello schema che mi aiutasse a speigargli come lavoriamo e quali sono le nostre problematiche. Lui guardava attentamente, vedevo che capiva, sentivo che ci intendevamo. Alla fine mi sono seduto e mi ha fatto i complimenti perche’ la spiegazione gli era sembrata molto utile e concisa, ed aveva ben chiaro in mente di cosa ci occupiamo e qual’e’ il mio ruolo. Gli ho stretto la mano, l’ho salutato e me ne sono andato. Una volta uscito ero euforico, riuscivo a stento a contenere la felicita’ tanto che ho dovuto fare due passi per scaricare l’emozione. E’ andato tutto molto meglio di quanto mi aspettassi, penso di aver usato l’approccio giusto, e spero soprattutto che si ricordera’ di me e del contributo del nostro team al prodotto. Un altra giornata memorabile!

Leave a Reply