If this breaks loose again… I will go back to Ubud
No, non sono io quello nella foto anche se avrei voluto esserlo. Il sogno era quello – lo steelhead una trota iridea anandroma nativa della costa pacifica del Nord America, dalla California all’Alaska. La steelhead nasce e cresce in fiume per poi, dopo qualche anno, migrare nell’Oceano Pacifico dove resta a lungo. Qui le steelhead trovano abbondante cibo come le aringhe e varie specie di crostacei che le permettono di crescere rapidamente prima di tornare a riprodursi nei corsi d’ acqua di origine come i cugini salmoni. Appena entrate in acqua dolce (mediamente 3-5 Kg di peso), le steelhead cambiano livrea. Passano infatti da un colore acciaio a una livrea piu’ grigia e verde fondo di bottiglia puntinata di nero, mentre il ventre e’ di color alabastro. A differenza dei salmoni, le steelhead non sempre muoiono dopo essersi riprodotte. Infatti, una parte rilevante delle steelhead ritorna in Oceano alla fine della stagione riproduttiva per poi ritornare nuovamente a riprodursi in fiume l’ anno successivo. Siamo arrivati al fiume quando era ancora buio e speravamo di sfruttare le prime ore del mattino. Purtroppo e’ andata a buca, come e’ stato penso per molti altri pescatori. Il fiume era affollatissimo, soprattutto c’erano un sacco di barche. Quando si e’ in tanti così e’ davvero difficile prenderne uno. Adesso capisco perché da queste parti ci sia bisogno di un negozio di caccia e pesca di 13 mila metri quadrati. Qui e’ uno degli sport preferiti. Poi comunque oggi forse non era giornata perché non ho visto nessuno tornare a casa con un pesce e di steelhead nel fiume non c’era manco l’ombra. Alla fine una trota e un barbo sono fortunosamente finiti nel cestino del mio amico Dan che mi ha portato sul posto – il famoso fiume Cowlitz. Ma il sogno di catturare uno steelhead per me rimane. Dicono che sia uno dei pesci più combattivi, più del salmone e della trota. Dicono anche che sia un emozione indimenticabile riuscire a prenderne uno. Ma per ora dovro’ ancora attendere…
E’ il negozio di caccia e pesca più grande al mondo. Lo hanno aperto lo scorso ottobre a Tacoma, un’ora di macchina a sud di Seattle. Si tratta di una struttura di 13 mila metri quadrati, e’ imenso, grande cinque volte il famoso centro commerciale alessandrino Panorama che e’ intorno a 2 mila e 500. C’e’ letteralmente da perdersi dentro e vendono qualsiasi tipo di attrezzatura per caccia e pesca. All’entrata si e’ accolti da un piccolo museo e non puo’ passare inosservato il mega acquario con i salmoni. Vendono pure le barche, alcune costosissime e per chi come me e’ cittadino Americano, qui comprare un fucile o una pistola Beretta e’ facile come comprare un pezzo di parmigiano alla COOP in Italia. C’e’ anche la pista da bowling e per la prima volta qui ho assaggiato la carne di alligatore. Non male, molto simile alla carne di rana direi… Ma ero ancora scioccato di quanto e’ grande il posto. Wow da non credere….
Io l’ombra che andò via
costeggiando il muro o restando lì
l’uomo che cercò la sua profezia
dritto nel futuro e poi si smarrì
suono di tam tam e io ci ballo su
da tutta una vita fulminea
come un viaggio in tram che ti siedi giù
e è il capolinea
io l’onda che si alzò
su dal mare scuro dell’umanità
l’urlo che si udì quando rimbalzò
forte sul tamburo della libertà
sogno di colei che è la mia follia
e mai questa ferita rimargina
e che dai libri miei ha strappato via
l’ultima pagina
sono acqua di foce ed è una croce
non sapere mai se la mia voce
è fiume o oceano e non c’è no fiume
che due volte sia capace
di bagnarmi e darmi pace
perché il tempo se ne va e tutto tace
io resto qua nell’irrealtà
dell’immenso velo del mio cielo a metà
sarà una nuova età o solo un’altra età
il volo di un eterno istante
nel mio cuore di aliante
io l’indio che partì
nel cammino duro di cercare sé
l’arco che lanciò una freccia qui
dentro un cuore puro luogo che non c’è
sonno di amnesie che non dormo più
ma non ho finito di esistere
con queste energie cresco la virtù
di resistere
sono acqua di fonte che al suo monte
non può ritornare e il mio orizzonte
è solo vivere e vivere da solo
come un sasso di un torrente
che non ferma la corrente
perché il tempo se ne va e lascia niente
io resto qua nell’irrealtà
dell’immenso raggio del mio viaggio a metà
sarà una nuova età o solo un’altra età
il volo di un eterno istante
nel mio cuore di aliante
a combattere il tempo come si fa
si può battere solo
a tempo di musica
non ti abbattere al tempo che se ne va
lo puoi battere ancora
a tempo di musica sul tempo che va
a tempo di musica nel tempo che va
io resto qua nell’irrealtà
dell’immenso fondo del mio mondo a metà
sarà una nuova età o solo un’altra età
il volo di un eterno istante
nel mio cuore di aliante
io a combattere il tempo
l’ombra che andò via
costeggiando il muro o restando lì
l’uomo che cercò la sua profezia
dritto nel futuro e poi si smarrì
a tempo di musica
Secondo i significati dei numeri della tombola il numero 46 rappresenta “il denaro”. Chissà che sia di buon auspicio per questo anno che e’ sembrato cominciare bene e sta andando a gonfie vele. Ma il denaro poco importa. Festeggiare insieme a vecchi amici e’ stato bellissimo, non ha prezzo. Quante risate, era tantissimo tempo che non mi divertivo così. Ma ancora più bello e’ stato ricevere quelle foto e quei messaggi dall’Italia. Sentire l’affetto delle persone che ti vogliono bene scalda il cuore specialmente nei momenti speciali. Non sono mai stato per i festeggiamenti in grande. Quest’anno l’unico regalo e’ stata quella torta che Maria ha preparato per me e va benissimo così. Desiderio esaudito: e’ stato un compleanno semplice, con pochi amici ma buoni, con tanto calore intorno a me, che ho sentito anche da parte di chi era lontano. Cosa volere di più dalla vita?
Di tutti i paesi in cui ho viaggiato l’America rimane uno dei posti più all’avanguardia nel campo della tecnologia e sempre di molti anni avanti rispetto all’Italia. Qui ormai carte di credito e contante stanno sparendo lasciando il posto ai pagamenti elettronici tramite le App del telefonino. Anche se si tratta di un semplice caffe’, basta presentare al cassiere il telefonino col codice a barre et voila’…. il lettore scannerizza il codice e il pagamento e’ fatto in un secondo. L’altro giorno sono andato da Starbucks e ho pagato con contante e mi sono sentito così antiquato. Ormai quasi tutti i clienti utilizzano il sistema elettronico di pagamento. Ho letto che proprio Starbucks e’ un pioniere in questo tipo di tecnologia. Gli incassi da Mobile e da Gift Card infatti rappresentano ormai oltre il 30% del fatturato di questa famosa catena negli Stati Uniti. Incredibile, più di 10 milioni di clienti ormai pagano attraverso la Mobile App di Starbucks, con circa 5 milioni di pagamenti via telefonino alla settimana. L’App è stata lanciata nel 2009 e poi successivamente migliorata e arricchita in più riprese. Anche Apple lo scorso ottobre ha lanciato il servizio di Apple Pay tramite il quale negli Stati Uniti i clienti possono effettuare pagamenti online con un semplice tocco. Non sara’ più necessario compilare lunghi moduli o digitare più e più volte le informazioni di spedizione e fatturazione. Il numero della carta di credito resta privato e non viene condiviso con il negozio online. Lo shopping online dalle app permette agli utenti di pagare beni e servizi, inclusi abbigliamento, elettronica, prodotti per salute e benessere e molto altro. Anche i biglietti dei treni qui negli Stati Uniti sono completamente in forma elettronica. Quando sono andato in treno a Salem in Oregon a trovare il mio amico Carlo il biglietto che ho comprato online me lo sono stampato tramite stampante su carta, anche qui sono rimasto indietro…. Non e’ più necessario, tutti sul treno avevano il biglietto col codice a barre sul telefonino e mostravano quello al controllore che grazie al suo lettore agli infrarossi poteva confermare la validità in una frazione di secondo. Mi e’ venuta in mente l’Italia dove invece siamo ancora ai biglietti che devono essere timbrati con le obliteratrici, diventate ormai una ‘croce’ per gli italiani che viaggiano in treno. Ho letto che da Nord a Sud rimbalzano denunce di macchinette fuori servizio. Secondo quanto emerge da un’inchiesta la metà di quelle distribuite sulla rete, molte nelle stazioni più piccole, sarebbero inutilizzabili. E il biglietto non timbrato comporta in molti casi la multa. Insomma l’Italia rimane sempre più indietro. Per non parlare dei pagamenti elettronici, in Italia c’e’ addirittura qualcuno che vorrebbe tornare alla lira, il che vorrebbe dire tornare indietro di 20 anni. Lascio a voi le conclusioni…