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Un giorno in Paradiso
Era un bel po’ di tempo che non salivo sulla mia tavola da snowboard tanto che se potesse parlare mi direbbe sicuramente quanto l’ho trascurata da quando mi sono trasferito in Cina… In effetti mi ero quasi scordato di quanto sia bella la montagna, specie in giornate come queste con il sole, visibilita’ illimitata e un cielo azzurrissimo. Un vero spettacolo della natura, quasi un paradiso, credetemi quando si e’ lassu’ il panorama e’ davvero mozzafiato. Non mi credete? Rimango sempre incantato nell’ammirare quelle montagne innevate tanto che a volte mi siedo li’ sulle piste e non voglio piu’ scendere a valle… Sono immagini stupende che ricorrono nella mia mente per diversi giorni, quando faccio ritorno a casa.
La montagna e’ la mia passione si da quando ero piccolo. Ho imparato a sciare quando avevo 10 anni, grazie a mio zio Ivano, maestro di sci, che mi diede la prima lezione a Prato Nevoso. Volevo tornare proprio li’ ieri ma c’erano ancora problemi con le strade. Cosi’ ho optato per Sestriere, dove ho sono stato parecchie volte con le Freccie Bianche uno Sci Club Alessandria che ora non esiste piu’. Ci trovavamo tutti alle 6 del mattino della domenica, mia madre mi accompagnava in Piazza Garibaldi, e io salivo su quel pullman da solo e per poi far ritorno nella stessa piazza la sera tadi. Ricordo che una delle prime volte tornai a casa insolitamente allegro e mia madre stupita mi chiese cos’era successo. A Sestriere avevo trovato un chiosco dove facevano delle ottime Crepes (c’e’ ancora come potete vedere dalla foto). Mi piacevano cosi’ tanto che quella domenica ne mangiai tre. Il problema e’ era che erano al Grand Marnier…. e io avro’ avuto 11-12 anni… chissa’ se quel giorno ero cosi’ allegro per via dell’alcohol o perche’ mi ero divertito cosi’ tanto….
La ricetta della nonna
Oggi voglio consigliarvi una ricetta, uno dei miei piatti preferiti dopo la pizza. In realta’ la ricetta non e’ proprio della nonna, e’ stata mia zia Dina a cucinarmeli la prima volta. Abitava a Chiavari a quei tempi, quando ero bambino d’estate passavo qualche settimana in vacanza da lei. Li chiamava i “Pansotti”, in pratica degli involtini fritti con lo stracchino dentro. Il sapore e’ molto simile alla famosa focaccia col formaggio di Recco. Mi piacevano cosi’ tanto che mia nonna Tecla imparo’ a cucinarli e li chiamava molto semplicemente “i cosi col formaggio”. Sono buonissimi e ogni volta che torno in Italia non posso fare a meno di cucinarli anche perche’ all’estero lo stracchino putroppo non si trova. Si puo’ usare dell’altro formaggio ma non e’ la stessa cosa. La ricetta e’ facile facile. Bastano 500 grammi di farina e un po’ di sale e 2 etti di stracchino. Mettete la farina e il sale in una terrina e usate dell’acqua calda per preparare la pasta. Stendete la pasta con il mattarello, aggiungete lo stracchino e create un grosso raviolone, chiudendo bene i bordi. L’importante e’ non fare la pasta troppo sottile perche’ lo stracchino bollente, durante la frittura, potrebbe bucare la pasta e fuoriuscire compromettendo il risultato finale. Friggere in olio bollente, e cospargere di sale prima di servire
Qui si mangia in continuazione……
Bella manifestazione durante lo scorso weekend questa Ale’ Chocolate, la festa del Cioccolato per la prima volta ad Alessandria. Grande successo di pubblico, la gente ha preso letteralmente d’assalto gli stand allestiti per le vie del centro tra negozi aperti per l’occasione. I produttori di cioccolato erano per la maggior parte piemontesi ma ve ne erano anche di altre parti d’Italia. Facevano pure i massaggi al ciccolato, vedi la foto sopra. Sembrava di essere a Natale per quante persone c’erano. Impressionante. E per il prossimo weekend e’ in programma poi, udite udite, il Salone del Biscotto Piemontese. Una quarantina gli stand che esporranno gli invitanti “testimoni golosi” del Piemonte: krumiri, splinsugni dUo, baci di dama, bicciolani, lose golose e batiaje, brut e bon, amaretti, torcetti, biscotti al cioccolato, con le castagne, le noci, il miele e tanti altri ancora. In aggiunta ci potranno degustare i vini dolci, aromatici e passiti mentre ai più piccoli sarà offerto il latte fresco della Centrale del Latte di Asti e Alessandria. Insomma e’ stata una settimana e un vacanza fino adesso all’insegna della golosita’, come accade spesso quando vengo da queste parti. Come diceva il mitico Benigni, in Italia “e’ tutto una magna magna….”. Non ci credete? Leggetevi questo articolo.
La Sfilata Medioevale di Alba
Il giorno dopo sono tornato ad Alba per assistere alla sfilata medioevale per le vie del paese. Bellissimi i costumi, ma la cosa che mi ha colpito di piu’ e’ la mancanza di entusiasmo e di sorrisi sul viso delle persone (a parte qualche eccezione). Capisco che fare il figurante possa essere noiso e capisco che siamo in Piemonte ne’…. e la gente non e’ poi cosi’ socievole da queste parti…. Pero’ mi e’ dispiaciuto notare che le persone in generale qui sorridono poco anche mentre cammini per la strada in un giorno qualunque. Forse e’ lo specchio dell’Italia di oggi, visto come vanno le cose di questi tempi forse hanno poco di cui sorridere?
La fiera del Tartufo di Alba
Non ero mai stato alla Fiera del Tartufo e non potevo perdermi questa occasione. Alla fiera non si possono comprare solo i preziosi tuberi ma salami, formaggi, vino, dolci di cioccolato, funghi, oli, salse, vari tipi di pasta, insomma una kermesse di gusti tipici di queste zone. Ho fatto alcune foto ma ero talmente emozionato che alcune sono venute sfuocate. Alcuni cenni sul tartufo, le prime notizie si hanno nel primo secolo d.C., ai tempi di Plinio il Vecchio. Nel Medioevo e Rinascimento era considerato il cibo dei nobili e secondo alcuni “scienziati” dell’epoca il suo aroma era una sorta di “quinta essenza” che provocava sull’essere umano un effetto estatico. Nel Settecento Gioacchino Rossini lo defini’ il “Mozart dei Funghi”. Solo nel 900 ha acquistato fama mondiale. Oggi il costo del Tuber Magnatum puo’ arrivare fino ai 5000 euro al chilo. L’undici di novembre si svogle ogni anno l’asta mondiale. L’anno scorso un lotto di 3 tartufi di un chilo e mezzo e’ stato venduta per 125.000 euro. Il ricavato dell’asta viene devoluto alla Fondazione per la Ricerca contro il cancro. Anche io non ho resistito alla tentazione di comprarne uno piccolo e non vi dico il profumo quando apro il frigorifero…