Porto Venere e Cinque Terre

Ce l’ho fatta, sono riuscito a fare il bagno!! Anche se c’era un vento freddo appena usciti, l’acqua era ancora abbastanza calda. Ne e’ valsa veramente la pena, e’ stato un giro fantastico quello che abbiamo fatto ospiti sulla barca dei miei zii Alberto e Rita, che ringrazio di cuore. Siamo partiti in mattinata da Rapallo e nel primo pomeriggio siamo arrivati a Porto Venere, dove ci siamo fermati una notte, e dove abbiamo mangiato pesce a volonta’. Il giorno dopo, prima di tornare, abbiamo compiuto un giro attorno alle isole di Palmaria, Tino e Tinetto, e poi visitato le Cinque Terre, tutti territori che dal 1997 sono stati inseriti tra i partimoni dell’umanità dell’UNESCO.

Salute!! …….che se ne va…….

Non sono tanto in forma. La settimana prima di venire in Italia mi e’ venuta l’ennesima influenza con febbre e mal di gola. Arrivato in Italia sono andato dal dottore e mi ha trovato una cistite. Ma non finisce qui, ieri sera mi girava la testa e non mi sentivo bene, e ho deciso di andare in ospedale al pronto soccorso. Fortunatamente niente di grave, ho “solo” una forte carenza di ferro nel sangue. Insomma non sarebbe male se mangiassi un po’ di carne ogni tanto… Non voglio certo annoiarvi con la mia lista di malanni, penso invece che sia questa un’occasione interessante per tentare di fare un analisi dei servizi sanitari dei tre paesi nei quali ho vissuto fino ad’ora, Italia, Stati Uniti e Cina, in base ovviamente alla mia esperienza personale.

Diciamo subito che il mio viaggio di due giorni nel sistema sanitario Italiano lo ritengo tutto sommato positivo. L’altro giorno quando ho incominicaito a capire che qualcosa non funzionava non c’e’ stato bisogno di fissare un appuntamento, mi sono recato subito nello studio del mio medico di famiglia che mi ha visitato e mi ha prescritto medicine ed esami senza farmi pagare niente. La mattina dopo sono andato in clinica e nel giro di mezz’ora mi hanno fatto gli esami pagando un ticket di soli 12 euro. Poi sono uscito e sono passato da una farmacia dove mi hanno dato le medicine gratis. Anche all’ospedale ieri sera nel complesso sono stati tutti gentili e l’assistenza e’ stata buona. Nel giro di poche ore, anche se era notte tarda, mi hanno visitato da capo a piedi, mi hanno fatto le analisi del sangue e la TAC. Nel complesso quando sono tornato a casa ero tranquillo perche’ almeno ho saputo in pochissimo tempo di cosa soffrivo e anche qui senza spendere una lira.

Se la stessa cosa mi fosse successa in America durante una vacanza o per lavoro, adesso che non ho piu’ un’assicurazione medica che vale in quel territorio, mi avrebbero presentato il conto che sono sicuro, tra visita al medico, pronto soccorso, esami vari e medicine, sarebbe stato non meno di 2000 dollari. In Cina, fortunatamente ho l’assicurazione perche anche li’ l’assistenza medica non e’ gratis. Pero’ esistono due tipologie di ospedali in Cina: le cliniche ospedaliere per stranieri, che hanno costi in alcuni casi anche piu’ alti delle cliniche americane e poi le cliniche per i Cinesi, che costano molto meno, ma e’ chiaro che il servizio non e’ lo stesso, ci sono code lunghe, anche di giorni solo per poter vedere un medico, figurariamoci per gli esami e poi chi si fida…. Comunque anche in Cina il servizio sanitario non e’ gratis contrariamente a quanto uno possa pensare.

Stamattina pensavo che, per quanto si possa criticare il nostro sistema sanitario, di una cosa sono sicuro, dobbiamo esserne fieri e tenercelo stretto. E’ un sistema che viene garantito a tutti, e quando si parla di salute non ci sono dubbi questo e’ un fattore fondamentale. Negli Stati Uniti purtroppo non e’ cosi, senza dubbio in quanto a qualita’ e professionalita’ il servizio e’ di gran lunga il migliore ma e’ un sistema che privilegia chi ha soldi in tasca da spendere o ha un assicurazione alle spalle che paga. Se sei povero o non puoi permetterti l’assicurazione, come si dice in Italia, “ti attacchi al tram…”. Eticamente la trovo una cosa molto triste, ricordo una volta che ho fatto un incidente in macchina a Seattle e mi sono fatto un taglio profondo al sopracciglio. Quando mi presentai al pronto soccorso tutto sanguinante la prima cosa che mi chiesero fu: “Ce l’ha l’assicurazione? Bene, allora riempia questo modulo con tutti i suoi dati”. Ci rimasi veramente male perche’ avevo altro per la testa in quel momento. Certo se devo essere onesto al servizio sanitario americano devo molto, quanto mi sono rotto i legamenti del ginocchio sinistro mi operarono dopo un mese, la camera della clinica pareva una stanza di un grand hotel, con camera a letto singolo, bagno privato, televisore e letto reclinabile elettronicamente e dopo l’intervento il ginocchio e’ tornato esattamente quello di prima, se non meglio. Se penso al mio ginocchio destro invece la storia cambia completamente. Ebbi lo stesso infortunio in Italia quando avevo 16 anni. Mi fecero aspettare 9 mesi in lista d’attesa per entrare in ospedale al famoso CTO di Torino. Una volta ricoverato, in un stanza con altre 3 persone, rimasi in ospedale un mese perche’ c’erano troppi pazienti e non avevano tempo di operarmi. Dopo l’operazione non ero guarito completamente e un paio d’anni dopo i legamenti che mi avevano ricostruito si ruppero dinuovo. Rifeci l’intervento in un altro ospedale a Pavia, stessa trafila anche se qualche mese in meno di attesa. Dopo 3 partite a pallone altra rottura. Risultato che oggi ho un ginocchio a pezzi, con l’artosi precoce e dovro’ fare altre due operazioni per rimediare ai danni di allora, ve ne ho gia’ parlato in questo post. Oggi pensavo alle mie ginocchia e guardando ai risultati delle mie due gambe e’ chiaro che, per quanto riguarda la mia esperienza, posso sicuramente mettere il servizio sanitario Americano al primo posto in classifica. Pero’ chissa’ forse sono stato sfortunato, forse a quei tempi le tecniche di intervento erano piu’ avanzate negli Stati Uniti, dove gli ospedali, molto spesso hanno anche dei centri di ricerca alle spalle che permettono di sperimentare cure innovative e di essere cosi’ sempre all’avanguardia. Ma e’ ovvio che i costi di questo servizio finisco per essere molto piu’ alti, anche perche’ si tratta di strutture private senza sovvenzioni da parte dello stato, e tutto questo ne va a discapito della gente piu’ disagiata, che non puo’ permettersi di curarsi e questo non lo trovo giusto. Chissa’ forse l’ideale sarebbe un soluzione a meta’ tra il sistema Americano e quello Italiano, non so, e’ un discorso molto lungo e lascio giudicare a voi…

Intanto cerchero’ di godermi il resto di queste vacanze. Domani si va al mare…. direzione Porto Venere.

E’ qui la festa?

Sono dinuovo ad Alessandria. E’ stata dura salire sull’aereo dopo quello che mi era successo a maggio, ma ce l’ho fatta. Quando l’aereo e’ atterrato a Copenghagen anche questa volta c’erano i pompieri ad accoglierci, ma niente paura, era solo per far festa agli atleti delle olimpiadi che facevano ritorno da Pechino. Con gli idranti hanno sparato acqua sull’aereo. Poi a Milano quando sono uscito dall’aereoporto c’era mia cugino Fulvio, mi ha fatto una bella sopreasa, e mia sorella che questa volta aveva un cartello con una scritta in Cinese: “Bentornato Davide”. E’ sempre cosi’ carina… Pensavo che facesse caldo, mi sono portato pure il costume per fare il bagno, ma ormai l’estate e’ passata e la festa e’ finita, che freddo stamattina. Come di rito sono andato a comprarmi un pezzo di focaccia. Uscito dalla panetteria mentre camminavo ho sentito la conversazione di tre vecchietti simpatici: “Anlura mac ale’?” che in dialetto alessandrino significa, “allora come e’?” e uno di loro gli risponde: “Ehh… Macale’ gioca nel Casteceriolo!”… dentro di me ridevo… mentre il vecchietto insisteva: “Mac ale’? Mac ale’?” e l’altro: “A le’ grisa, a le’ propri grisa….”.  

Volontario alle Paraolimpiadi

Domenica mattina e’ stato il mio secondo giorno da volontario, questa volta alle Paraolimpiadi. Sono arrivato verso le nove di mattina al chiosco vicino a Chaoyang Park, pioveva a dirotto. Dopo circa un’ora si e’ fermato un ragazzo, portava con se’ un borsello di pelle nera. Parlava solo in Cinese e ho chiesto perche’ era li’ a un collega. “Lavora per il governo, ha detto che ci fara’ avere dei biglietti gratis per il Bird Nest”. Beh nulla lasciava sospettare quello che sarebbe accaduto da li’ a poco. Prima e’ arrivato un altro ragazzo, ci ha fatto qualche foto con una piccola macchina fotografica. Sono passati dieci minuti e il chiosco e’ stato circondato da 2-3 macchine e dei motorini, sono arrivate almeno 20 persone tra fotografi, giornalisti, e i titolari di una ditta che produce dei dolci tipici che si vendono durante la Festa di Mezz’Autunno o Festa della Luna. I fotografi erano quattro o cinque, con camere professionali, presto sono incominciati gli scatti e flash, incredibile. La Festa di Mezz’Autunno si festeggia il prossimo lunedi’ e parlero’ piu’ avanti di questa importante tradizione Cinese.  I dolci in questione si chiamano in inglese “Mooncake” o dolci paraolimpic_smdella Luna. Di solito non si preparano in casa ma si comprano e si donano, un po’ come da noi il panettone. Ci hanno detto che la ditta che produce quei dolci ha voluto molto spontaneamente fare un regalo a tutti noi volontari. Un gesto molto carino, che ho apprezzato molto, la cosa pero’ mi ha pero’ un poco sorpreso. Un’altra coincidenza? Come e’ possibile che tutte le volte che faccio il volontario arrivano con le telecamere e i fotografi? Strano, ho pensato…. Il giorno dopo la notizia e’ uscita su 3 giornali, Xinhua Net, Beijing Evening Daily and Beijing Daily. Vi mando il link. Questa volta hanno messo pure la mia foto (che non mi piace per niente…). L’autore dell’articolo ha scritto: “Ecco Davide un volontario di origini Italiane che ha lavorato per 40 ore al chiosco informazioni mentre riceve una scatola di Dolci della Luna di China Cake. Questi dolci sono stati fatti da una fabbrica dove tutti i dipendenti sono disabili. Hanno preparato 800 scatole di dolci per ringraziare i volontari del loro grande lavoro. Ieri anche se pioveva Davide e altri volontari di Microsoft hanno lavorato. Davide mi ha detto che e’ qui a Pechino da un anno. E’ stato volontario anche per le Olimpiadi. Ci sono circa 4000 volontari in questa zona.”

Inizio alle Paraolimpiadi

DSC_0028 Sabato sera ho invitato a casa mia per una pizzata i colleghi volontari (nella foto) che erano assieme a me quel giorno allo stadio di Beach Volley. E’ stata anche un’occasione per assistere alla cerimonia di apertura delle Paraolimpiadi. Mi pare quasi di darvi una notizia in esclusiva, visto che leggendo i giornali su internet pare che il mondo non si sia accorto di questo evento. Eppure lo stadio Bird Nest era dinuovo gremito con 90 mila persone, e lo spettacolo e’ stato anche questa volta molto emozionante, portandoci indietro con i ricordi a quella memorabile serata dell’8 Agosto. Ma se i giornalisti non ci sono meglio cosi’, chissa cosa’ si sarebbero inventati questa volta, ho provato a immaginarlo… che gli atleti Cinesi sono falsi disabili????….

Per la prima volta alle Olimpiadi gli atleti hanno potuto assistere allo show entrando nello stadio prima che iniziasse lo spettacolo. La parte piu’ bella e’ stata la danza delle 300 ballerine sordomute, si muovevano cosi’ delicatamente ed erano tutte cosi’ belle…., era impossibile rimanere catturati dalla loro sensibilita’ e grazia. Incrballerineedibile come andavano a tempo con l’aiuto di 50 insegnati che poste ai bordi scandivano il tempo di musica come in un’orchestra. Poi e’ stata la volta di Li Yue, 12 anni che ha perso una gamba durante il terremoto del Sichuan. Ha ballato sulle note del Bolero di Ravel sulla sua carrozzina attorno a un corpo di ballo di 320 ragazze che come lei usavano solo le braccia per danzare, in mezzo a un cielo stallato. Poi Jin Yuanhui, pianista non vedente, ha eseguito un bellissimo pezzo di Chopin. E infine e’ stata la volta di una festosa danza di bambini che si muovevano come robot, tanti Megaman in quello che sembrava un musical da cartone animato. Una bella serata insomma, e la pizza che ho preparato e’ davvero piaciuta a tutti. Oggi poi ho saputo che tra gli atleti partecipanti questa volta c’e’ anche un ragazzo di Alessandria, Roberto La Barbera. E io saro’ parte dei volontari anche per queste Paraolimpiadi.

Che farsa

Ha ragione Vittorio Zucconi, queste conventions americane sono proprio una farsa. Sono qui che guardo quella di McCain in differita. Che tristezza. Ma quella di Obama non e’ stata da meno, con Clinton che ne ha dette di tutti i colori al suo sfidante durante le primarie e poi improvvisamente Barak e’ diventato ‘il suo candidato’…. Eh si’ e’ finita a tarallucci e vino…, sono sicuro che adesso ‘qualcuno’ la aiutera’ sicuramente a pagare quel debito di 10 milioni di dollari che ha accumulato durante la sua campagna elettorale…. Mi dispiace comunque per Hillary, io facevo il tifo per lei, una donna presidente avrebbe fatto bene all’America. Peccato, ma anche Obama non e’ male mi sembra una persona per bene, ed e’ un giovane, l’America ha bisogno di cambiare. Ma la deve smettere di fare sti discorsi retorici e andare al sodo. Intanto le news hanno appena reso noto che il tasso di disoccupazione Americano e’ salito al 6.1% nel mese di agosto, il piu’ alto degli ultimi 5 anni. L’America mi appare sempre piu’ in declino. Il che mi ha ricordato che devo registrarmi per votare, ho cercato di leggere le istruzioni pe il voto all’estereo sul sito dell’Ambasciata Americana di Pechino. Pare che devo avviare la procedura almeno due mesi prima, quindi forse non ho abbastanza tempo.

Mao Tze Dong

Ieri con la mia insegnante di Cinese abbiamo parlato di Mao Tse Dong. Mi ha detto: “So poche cose. Sui libri di storia quando andavamo a scuola era un argomento a cui veniva dato poco risalto. Molta gente preferisce non pensare nemmeno o leggere di quel periodo, e’ stato un perido difficile.” poi le ho chiesto “Cosa pensa quindi la gente di Mao?” – “La gente e’ indifferente, il passato e’ passato”. “Si’ ma ha ammazzato un sacco di gente, piu’ dei giapponesi…” le ho detto. E lei: “ma ha anche fatto tante buone cose” – l’ho gia’ sentita questa frase da qualche parte –  “era come un Dio, la gente arrivava da ogni parte della Cina per poterlo vedere.” “Pero’ e’ strano che la gente non provi pena per i Cinesi che sono morti per colpa sua” – e lei – “si’ pero’ non tutti venivano ammazzati, a Pechino sono morti in tanti, ma nelle campagne no. Per esempio mio nonno, il padre di mia madre, era molto ricco, gli tolsero tutto e fini’ in prigione e sua figlia la mandarono a lavorare nei campi”. All fine quando la lezione e’ finita mi ha detto: “La prossima volta mi racconti tu qualcosa sull’Italia, pero’ in Cinese”. Ehhh si’ magari…… La sera ne ho parlato a cena anche con Selina: “I primi tempi di Mao la gente era contenta. I ricchi si erano arricchiti sulle spalle dei poveri, sfruttandoli e costringendoli a lavorare anche con la forza. La gente era impazzita per lui che li aveva tirati fuori da quelle condizioni, ma poi a lungo tempo e’ andata fuori di testa. Hanno incominciato a perseguitare i professori delle scuole, li mettevano in prigione o li ammazzavano, bruciavano tutti i libri, addirittura tra il ’66 e il ’76 tutte le scuole vennero chiuse, la gente non poteva piu’ avere un educazione, hanno chiuso tutte le scuole per dieci anni. Se a quel tempo fossi stata la tua ragazza mi avrebbero ammazzato e se fossi scappata all’estero avrebbero ammazzato mia madre. Alla fine e’ diventato un caos totale” – io la guardavo e le ho chiesto – “e perche’ ammazzavano i professori?” e lei “non lo so… erano tutti pazzi”….. “allora perche’ la gente non lo odia?” e lei “la gente odiava sua moglie, che fatto uccidere un sacco di persone. Quando Mao e’ morto la rinchiusero in prigione e lei dopo poco tempo si tolse la vita. E l’Italia com’era nel’76?” “Ero un bambino piccolo, ricordo poco. Era un paese in crescita, dopo la guerra. La gente aveva pochi soldi in tasca ma mi sembrava piu’ semplice e piu’ felice.  Mi ricorda per certi versi la Cina di adesso. Ci eravamo liberati di un brutto passato e abbiamo incominciato a ricostruire. Boom economico, e poi… chissa’ cos’e’ successo… adesso in Italia sono altri tempi.”

Essere donna in Cina

L’altra sera ho voluto approfondire con Cici l’argomento delle bambine neonate che vengono abbandonate dalle famiglie. “Si e’ vero mi ha detto” guardando in basso. “Ma in Cina ci sono cose molto belle e altre meno belle ma il tutto si bilancia, non trovi?”. Ho concordato con lei e ha proseguito: “Molto spesso non e’ la mamma a volerlo. Ho letto storie di molte donne che hanno sofferto aver perso la loro bambina. Normalmente succede a loro insaputa, qui in Cina le donne passano molto tempo in ospedale dopo il parto, a volte quasi un mese. E’ in quel momento che la famiglia prende una decisione su cosa fare e spesso sono i nonni di mentalita’ arretrata ad insistere per l’abbandono. Avere una figlia per una famiglia povera equivale a una perdita, e’ paragonabile a una risorsa come l’acqua che sprechiamo ogni giorno. Un giorno questa bimba crescera’, si sposera’ e si prendera’ cura di una altra famiglia. Mentre un figlio nella tradizione Cinese e’ quello che si prendera cura dei genitori finche’ saranno vivi, per qualsiasi evenienza.” Cici mi ha spiegato poi che nella dottrina confuciana, che e’ radicata nelle coscienza del popolo Cinese, la donna deve obbedire prima di tutto al padre, poi quando si sposera’ al marito e poi se perdera’ il marito al proprio figlio. “Una cosa che mi ha reso molto triste e’ che mio padre quando ero bambina mi diceva che dopo di me i miei genitori hanno avuto un altro figlio per avere qualcuno che mi facesse compagnia” poi con un tono di tristezza ha aggiunto “piu’ tardi pero’ mi rivelo’ di avermi mentito…. e ci rimasi molto male” Cici ha 23 anni, parla un inglese perfetto con un accento leggermente australiano, sembra di parlare con una persona di madrelingua tanto che quando l’ho incontrata le ho chiesto se aveva vissuto all’estero. “La mia famiglia era molto povera e nessuno credeva in me. Quando decisi che volevo continuare a studiare tutti i miei zii cercarono di convincere i miei genitori a non sprecare dei soldi per mandarmi a scuola perche’ tanto mi sarei sposata e avrei abbandonato la famiglia. Ma io mi sono rifiutata, ho combattutto fino in fondo, sono pure andata a parlare con i professori della scuola e con l’ufficio scolastico del mio paese. Alla fine ci sono riuscita. Negli ultimi tre anni sono tornata a casa solo una volta, e con quei parenti non ci parlo piu’, ma quando li ho visti ero fiera di me perche’ loro adesso hanno capito di avere sbagliato sul mio conto”. Cici quest’anno finira’ la laurea in lingue e sogna di lavorare per una multinazionale. Sono sicuro che avverera’ i suoi sogni.

Il Gran Teatro Nazionale di Pechino

La passione per la musica sinfonica la devo al maestro Oscar Locatelli, un caro amico che avevo a Seattle, originario della provincia di Bergamo. Oscar e’ stato il primo musicista Italiano a suonare nell’Orchestra Sinfonica di Seattle. Era un bravo fagottista, sposato con un americana, simpaticissimo. Lui la musica la sentiva dentro,  davvero, riusciva a capire lo stato d’animo del compositore solo leggendo le note sul rigo. Un mito… Eravamo amici per la pelle, grazie a lui ho scoperto Brahms, Tchaikovsky, Rachmaninov, i grandi compositori del periodo romantico. Grazie a lui avevo fatto l’abbonamento alla Seattle Simphony e grazie a lui ho conosciuto Katrina, una violinista con cui ho avuto una breve storia (quando ero ancora un bravo ragazzo…). Mi rimarra’ sempre impressa in mente una sua frase: “Alle donne bisogna dargli della biada… pota… se no poi rompono..”. Che tipo… E’ un po’ che non lo sento, quando e’ tornato in Italia (dopo aver divorziato dalla moglie) ha abbandonato la carriera di musicista ed e’ diventato maestro di musica in una scuola in un piccolo paese di montagna. Era felice. A me pero’ e’ rimasta questa passione per la musica classica, mi interessa anche l’opera forse anche grazie all’influenza di mia madre che l’amava parecchio e che mi ha detto che fin da piccolo dicevo a tutti che volevo fare il direttore d’orchestra. E quando ci penso in passato ho avuto la fortuna di poter assistere a concerti di musica sinfonica, balletti e opere in diverse citta’. In Italia sono stato al Teatro Regio di Torino e all’Arena di Verona, a Seattle alla Benaroya Hall e alla Opera House, a Mosca al Bolshoi e al Tchaikovsky Hall, a Madrid al Teatro Real. Ho anche visitato i teatri dell’Opera di Parigi e Buenos Aires, senza pero’ aver assistito a nessun concerto. Sabato scorso sono finalmente andato al Gran Teatro Nazionale di Pechino per assistere alla Turandot, e devo ammettere e’ stata una esperienza unica. Non tanto per l’opera di Puccini che e’ ambientata proprio a Pechino, poi il cast e i musicisti non erano niente di eccezionale rispetto ad altre performances a cui ho assistito in passato, ma il teatro e’ davvero uno delle costruzioni piu’ futuristiche che abbia mai visto, totalmente diverse dai teatri che ho visitato in passato che a parte quelli piu’ contemporanei di Seattle, erano costruzioni classiche con un lungo passato alle spalle. Visitando Gran Teatro Nazionale di Pechino pero’ si capisce subito in quale direzione e’ proiettato questo paese. La prima impressione che si ha UFOe’ di essere in presenza di una grande astronave arrivata da qualche altro pianeta e atterrata in mezzo ad un lago, a pochi passi da piazza Tiananmen. Costruito in Titanio l’edificio e’ interamente ecosostenibile, largo 213 metri ha al suo interno 3 auditori, un teatro per l’opera da 2400 posti, una sala concerti leggermente piu’ piccola e una sala prosa da circa mille posti. Per entrare a teatro bisogna percorrere un passaggio sotterraneo che passa al di sotto del lago circostante. Sono rimasto davvero impressionato. Ma la cosa che mi ha reso davvero felice pero’ e’ che il 13 di Settembre sara’ l’Orchestra Filarmonica della Scala di Milano a suonare proprio in questo teatro, mi sembra davvero un sogno scrivervi che sono riuscito a comprare due biglietti per quel concerto. Non vedo veramente l’ora anche perche’ suoneranno la quarta sinfonia di Tchaikovsky.