Ricomincio da Quattro

fpt3017ex.76077_mdEccomi qui nella mia nuova dimora al Four Point Sheraton di Pechino. Ero stanco di girare o di essere ospite a casa di qualcuno, volevo sentirmi dinuovo a casa mia. Devo ammettere che erano mesi che cercavo un appartamento che mi piacesse veramente e finalmente l’ho trovato. Cosi’ non ci ho pensato sopra due volte, ho firmato il contratto e ho preso possesso della mia nuova abitazione. La posizione e’ ideale, sono vicino alla zona universitaria e quindi per andare a scuola di Cinese sono solo un paio di fermate della metropolitana, ed e’ anche vicino a Microsoft se un giorno dovessi decidere di ritornare all’ovile. Mi sembra pefetto, e’ un po’ lontano dal centro, ma va bene cosi’. Non sapevo che esistesse questo Four Point Sheraton, mi ci sono imbattuto quasi per caso su Google e l’ho fatto presente al Direttore delle vendite consigliandogli di pubblicizzarlo meglio su Internet. Se l’avessi saputo di sto posto sarei venuto a vivere qui molto prima. Il tipo mi ha fatto il 10% di sconto sul prezzo perche’ gli ho detto che in futuro possibilmente cerchero’ di portargli qualche cliente.

Il centro residenziale e’ composto da due edifici. Nel primo si trova l’Hotel Sheraton, molto bello con tre ristoranti (di cui uno Italiano), palestra con piscina, SPA, e una bellissima Lounge all’ultimo piano. Nell’altro ci sono degli appartementi residenziali completamente arredati che vengono affitati con contratto mensile. Il bello e’ che questi appartamenti godono degli stessi servizi offerti dall’hotel. Quindi nel prezzo sono incluse anche le pulizie (quattro volte la settimana), e tutte le spese di luce, riscaldamento, tv satellitare, internet, in piu’ posso anche ordinare la cena o il pranzo in camera da uno dei tre ristoranti dell’Hotel con il 20% di sconto.  Questi appartamenti in Inglese si chiamano “Serviced Apartments” e a Pechino molti stranieri optano per questo tipo di sistemezione anche perche’ spesso e’ la ditta per cui lavorano che se ne assorbe i costi. Proprio per questo, nelle zone piu’ centrali un affitto per un appartamento del genere puo’ costare dai 2 ai 4 euro al mese (sto parlando di una camera sola). I Cinesi sono bravissimi a salassare quando sanno di poterlo fare, e con gli stranieri a volte sparano cifre senza ritegno. Invece questo Hotel, forse perche’ e’ nuovo, lontano dal centro e poco conosciuto, il prezzo che sono riuscito a concordare e’ di 1000 euro al mese tutto incluso. Mi sembra davvero un furto, perche’ per un monolocale in centro semi decente e soprattutto escluso tutte le spese che ti devi assorbire, mi costerebbe comunque non meno di 6-700 euro. Il rapporto prezzo/qualita’/servizi offerti di questo posto invece mi sembra davvero ineguagliabile qui a Pechino. Lo staff e’ gentile, e tutto cio’ che mi serve e’ a portata di mano.

My first English post

I’ve been thinking for a while now that I should write my first post in English. I sometime publish song lyrics in English but I never write something of my own. I am sure I will be making some of my non-English speaking readers mad for that. But today I need it. It’s funny, it’s like going to a retreat, or write something privately after 3 years of posts in Italian… It will certainly add a new dimension to this blog. And I think I should try, after all, I use English for living everyday and sometime even I dream or think in English. Not to mention that most of my friends speak English, so maybe it’ll be a good idea, a new territory to explore…

It’s been a crazy beginning of the year, a crazy month, a crazy adventure… Can’t get my mind off of what happened to me last week. But today I was also thinking about my good old friend Toni “Il Palazzinaro”, who lives in Seattle and was born in Rome. He spent a life chasing women, a typical Italian womanizer. I’d say he probably slept with hundreds of women in his life, at least so he claims…. He said to me one day with his strong Roman accent: “Davide, remember this. When you realize you are falling in love with a girl that’s it, that’s your warning signal… it’s when you have to step back and stop from getting yourself involved. Otherwise if you let it happen, then… it’s too late. That’s how you stay in the game and protect yourself.”

It seems that as the years go by I am getting good at that. However the sad part is that I feel like it’s more the feelings I give that the ones that I receive back. And it’s not that the girls aren’t reciprocating, they actually try hard but I don’t let it get to me. The wall I built is too high… But when you were hurt inside, that’s what ends up happening. And my hurt starts from when I was little, at least that’s what I have been told…

Wow, that wasn’t too bad… But it felt like I was talking to myself and no one’s listening…

Avatar

200px-Avatar-Teaser-PosterIeri sono andato a vedere per la seconda volta il film Avatar. Era un po’ che volevo parlarne perche’ e’ un film che mi e’ davvero piaciuto e consiglio a tutti voi di andarlo a vedere. A parte gli effetti speciali in 3D davvero all’avanguardia e spettacolari di cui avrete sicuramente sentito parlare nelle news visto il grande successo che ha avuto, voglio raccontarvi la reazione che ho avuto io al termine della proiezione del film la prima volta che l’ho visto. Ebbene si’, facevo fatica ad alzarmi da quella poltrona, in quella sala piena di Cinesi. Pensare di avere un passaporto americano mi metteva un certo disagio. Il film infatti mette in luce alcuni aspetti tristi dell’America, la sua sete per il profitto, la spietatezza delle sue armi tecnologiche, l’America del regista Cameron e’ cinica,  senza cuore. Ma alla fine ho pensato che comunque il film e’ americano, e mi piace quindi pensare che questo paese, o almeno una parte di esso, riesce anche a guardarsi allo specchio e fare autocritica. Quindi c’e’ una parte buona dell’America, che e’ coscente e sono sicuro che col tempo prevarra’.  E’ questo che manca alla Cina, il coraggio e l’umilta’ di ammettere i propri errori senza aver paura di perdere la faccia, ed per questo non sara’ mai la nazione numero uno al mondo. Un film equivalente che trattasse degli errori e prese di posizione del governo Cinese, qui sarebbe stato censurato. Pero’ i Cinesi, come me sono rimasti affascinati da questo film, chissa’ se recepiranno il messaggio. So che in Italia sta uscendo in questi giorni quindi mi raccomando, non perdetevelo, non ve ne pentirete.

Filippine

philippineMi trovo all’Hotel Shangri La Spa and Resort a Cebu nelle Filippine. Volevo fare un weekend al caldo e le possibilita’ erano 3: Thailandia, Indonesia o Filippine. La Thailandia l’avevo gia’ vista, ci sono stato nel 2001, poi era forse troppo lontana da Seoul. Ho fatto un pensierino a Bali in Indonesia ma forse ci vado in futuro con degli amici e poi li’ c’e’ rischio attentati quindi meglio di no. Cosi’ ho optato per le Filippine che sono solo a circa 4 ore di volo da Seoul e sono piu’ abboardabili in quanto a costi. Stranamente poi verso le Filippine non ci sono voli diretti da Pechino, quindi ho voluto approfittare dell’occasione trovandomi a Seoul. L’hotel dove mi trovo e’ il piu’ bello su quest’isola, Shangri La e’ un hotel a cinque stelle molto rinomato in Asia, quasi un impero, con sedi un po’ in tutto il mondo. Valeva la pena venirci, e’ davvero un ottimo hotel e il servizio e’ eccellente. Certo e’ stata una bella sensazione passare da –15 a +30, togliermi tutti quei vestiti e spaparazzarmi all’aria aperta: ohhhhhhh! La neve e’ bella, ma al caldo si sta cosi’ bene…. hehe. Dai non vi arrabbiate, mi godro’ anche io qualche raggio di sole per voi. Ho fatto qualche foto stavolta, eccole qui. Staro’ poco in questo posto anche perche’ uscire fuori dall’hotel e’ un po’ un rischio, non e’ uno dei paesi piu’ sicuri al mondo, diciamolo. C’e’ molta poverta’, lo stipendio medio qui e’ 100 euro al mese. Ma ieri sera pero’ mi sono buttato e ho voluto farmi un giro, ho affittato un taxi e sono stato nel centro dove ci sono alcuni locali. Era ancora presto ma la zona non mi attirava proprio. Ho visto molti 50enni americani in giro a caccia di prostitute o di una moglie. Qui il turismo del sesso pullula. Un po’ squallida la cosa a dire il vero, non e’ certo il mio ambiente e sono tornato dopo un’oretta in hotel senza mai scendere dal taxi, guardare mi e’ bastato. Meglio starsene qui in spiaggia, godersi sole e mare in questo magnifico hotel, farsi fare qualche bel massaggio, riscaldarsi un po’ e soprattutto rilassarsi con in mano un bel cocktail e nessuno che rompe le p….. prima di fare ritorno nel frigorifero.

Nel cuore dell’Asia, con l’Asia nel cuore

seoul Rieccomi sull’aereo a 34 mila piedi, dove sto andando non ve lo dico. Che bello pensare di poter viaggiare e non avere detto a nessuno, proprio nessuno, dove si e’ diretti, haha… Il segreto rimane per il momento, anche perche’ se devo essere onesto, Seoul merita tutte le mie attenzioni in questo momento. Sono rimasto colpito da questa citta’. Sono molti anni che viaggio, sono stato in parecchie nazioni in questo mondo, tante delle quali mancano all’appello su questo blog. Ma pochi posti sono riusciti a conquistarmi cosi’ velocemente. Faccio ancora fatica a comprendere il perche’ ma cerchero’ di capirlo scrivendo quello che ho provato in questi due giorni. Seol non e’ una citta’ appariscente. Non e’ come Dubai, Shanghai o Las Vegas, che appena arrivi ti lasciano a bocca aperta. Mentre ero sull’autobus verso l’hotel addirittura sonnecchiavo. Poi mi sono fatto un giro in centro e ho preso la metropolitana. Mi ha colpito subito come in lacune stazioni c’e’ un profumo di “waffles” da mettermi l’acquolina in bocca. Lo so, alcuni di voi non sanno cosa sono, ma in America si mangiano a colazione e io ne vado matto, in Italiano pare che si chiamino “pizzelle dolci”, “morbidelle” o “cialde”. Insomma piu’ che entrare in metropolitana mi sembrava di entrare in una pasticceria con quel buon profumo. Poi, appena salito sulle carrozze del metro’ non puoi che notare come siano spaziose, moderne, pulite, accoglienti. Hanno pure i sedili riscaldati. E la cosa davvero particolare che mi ha conquistato sono quei sei posti lasciati liberi per bambini e anziani. Il bello e’ che se anche chi sale non ha il posto a sedere, e si sta stretti in piedi, quei posti rimangono comunque liberi, cosa mai vista al mondo. E’ questo un grande segno di rispetto che denota una grande sensibilita’, soprattutto un segno dell’alto livello di civilta’ di questo paese. L’ho apprezzato molto, abituato come sono a Pechino dove si buttano come dei forsennati per riuscire ad occupare ogni posto libero e si viaggia schiacciati come delle sardine. Devo spezzare una lancia nei confronti dei Cinesi pero’ perche’ anche loro si alzano a volte per lasicare il posto ad un anziano. Ma lasciare il posto libero anche se la carrozza e’ piena, e’ ancora piu’ rispettoso e civile. Sono piccole cose, ma e’ da qui, dai piccoli dettagli che si riesce a capire a fondo una nazione. Per non parlare poi delle fermate di stazione in stazione, preceduti da una voce femminile vellutata con una allegra musichetta in sottofondo. Un metro’ davvero efficente, con 12 linee, una fermata a quasi ogni incrocio, ti puoi spostare comodamente da un lato all’altro della citta’ comodamente, al caldo, e’ stato davvero un piacere. Ma sono tante le cose che ho notato, posso farvi altri esempi. Sono stato uno Starbucks, per quelli che non lo conoscono Stabucks in America e in Cina e’ il posto per eccellenza per andarsi a fare un caffe’ e portarsi dietro il portatile per navigare gratis su internet. A Seoul sono entrato in uno Starbucks, che tra l’altro era pieno di gente, ma io ero l’unico con il computer acceso, molti invece si stavano leggendo un libro, ero quasi a disagio… Vedere giovani che leggono libri invece di navigare su internet mi e’ sembrato un altro buon segno. Poi, dopo un giro in citta’, sono arrivato in aereoporto e ho notato che esiste un servizio guardaroba e quando vai all’imbarco, passando la security, quando ti fanno togliere le scarpe,  ti prestano le ciabatte per attraversare il metal detector: bellissimo, e mai visto al mondo!! Per non parlare della business class lounge, la piu’ elegante ed accogliente in assoluto con un bellissimo pianoforte a coda, e dove ho mangiato pure le cozze. Sono solo piccoli esempi, ripeto, ma tutte queste cose che ho vissuto mi danno la sensazione di come i coreani siano estremamente attenti ai dettagli e molto ospitali. Mi pare siano per la maggior parte piu’ sereni, gentili, sorridenti, ma genuinamente e senza secondi fini. Posso sbagliarmi perche’ effettivamente due giorni sono pochi, ma anche dal giro che ho fatto in centro oggi (ero imbacucatissimo…) Soul sembra avere una grande personalita’. Ci tornero’ sicuramente. Lo slogan di questa citta’ e “Seoul, the Soul of Asia”, cioe’ “l’anima (o il cuore come diremmo noi) dell’Asia”. Non potevano trovare slogan piu’ azzeccato.

Seoul

seoulEd eccomi qui a Seoul, la prima volta per me in Korea del Sud. Anche qui fa molto freddo. A mezzanotte siamo a –15, un grado in piu’ rispetto a Pechino. La stessa perturbazione e’ arrivata anche qui, dove e’ nevicato in abbondanza creando  le stesse condizioni di disagio. Il volo e’ andato bene questa volta, solo un’ora e mezza. Come potete vedere dalla foto a fianco, all’aereoporto di Pechino stamattina c’era ancora molta neve. Il freddo non vuole saperne di andarsene, tanto che era in programma che mi sarei fermato in questa citta’ per qualche giorno ma ho deciso invece di cambiare i miei piani. Rimanare qui e girare per la citta’ con un freddo del genere non e’ per niente divertente, anzi direi quasi che non ha senso. Meglio attendere che la situazione migliori, e tornare tra una settimana o due, quando spariamo faccia un po’ piu’ caldo. Cosi’ domani notte partiro’ per un paese asiatico dove sicuramente staro’ al caldo, le previsioni dicono 30 gradi, ma non vi anticipo quale sara’ la mia prossima destinazione perche’ voglio incuriosirvi un po’. Se riesco mi fermero’ a Seoul poi al ritorno, prima di rientrare a Pechino. Comunque per quel poco che ho visto, mi piace molto qui. Mi sembra un posto molto accogliente e vivibile, soprattutto pulito una cosa che chi come me arriva da Pechino non puo’ certo non notare…. Se il Giappone la considerano la Svizzera d’Asia, questo posto mi ricorda un po’ la Svezia, non chiedemi perche’…. La gente e’ molto gentile e simpatica e mi e’ stata molto di aiuto in alcune situazioni difficili, un po’ come in Scandinavia. All’arrivo in aereoporto infatti ho avuto vita dura a prelevare contante con la mia carta di credito Cinese, e anche per la strada quando non riuscivo a trovare l’hotel ho sempre trovato persone disponibilissime ad aiutarmi. Anche qui usa il saluto con l’inchino come in Giappone. Stasera ho cenato al ristorante Samwon Garden, molto carino e tradizionale. Amo molto la cucina coreana perche’ si mangia carne alla brace, che ti viene cucinata davanti agli occhi. Infatti nei ristoranti coreani ti portano questo bracere che viene messo in mezzo al tavolo ed e’ il cameriere ad occuparsi che la carne venga cotta a puntino, proprio li’ davanti a te. Ragazzi che magnata questa sera… ero proprio soddisfatto…!!! Peccato pero’ che faccia cosi’ freddo.

Un giorno in paradiso

sunnySembrava che me lo sentissi quando ho parlato di nevicate storiche qui sotto… Chissa’, forse era nell’aria. Perche’ anche se non si e’ materializzata in Italia, qui a Pechino ieri e’ avvenuto quello che non ti aspetti. Sono arrivati venti centimetri di neve freschissima e temperature che a Pechino non si registrano da mezzo secolo. Mentre vi scrivo siamo a –14. Ieri la citta’ si e’ quasi paralizzata con voli cancellati e circolazione stradale in tilt. Oggi e’ tornato il sole, e grazie all’ imponente spiegamento di forze, 300 mila uomini,  la situazione sta tornando lentamente alla normalita’ anche se il freddo la fa da padrone. Per me e’ stato un divertimento unico, una giornata davvero da ricordare con paesaggi fiabeschi. Una neve cosi’ non l’avevo mai vista, era talmente soffice che bastava un soffio per farla volare in aria. Sembravano tutti piccoli coriandoli invece che i classici pesanti fiocchi di neve. Una sensazione davvero unica e la bellissima foto di Sunny rende davvero l’idea.

Ragazzi che “zagno”….

moikano2  Siamo atterrati a Pechino intorno alle due di notte. Eravamo l’ultimo volo e ormai in areoporto non c’era piu’ nessuno. Il tempo di prendere i bagagli e uscire e si mette a nevicare. Pechino non poteva riservarmi accoglienza migliore. Il viaggio in taxi sulle strade della tangenziale ormai gia’ bianche, con quei fiocchi che correvano veloci sull’asfalto come se fosse polvere alzata dal vento, e’ stato quasi surreale. Un miraggio, dopo quel volo dove sembrava che non saremmo mai arrivati. Il mattino dopo la prima cosa che ho fatto e’ stato andare da Tony&Guy. Max, ormai siamo diventati amici, mi ha fatto una pettinatura molto moderna… vedesi foto. Ero quasi imbarazzato poi mi sono detto: “Massi’ dai… spariamoci sti capelli all’insu’. Nuovo anno, nuova decade, nuova vita”. Mi sono appena svegliato, fuori nevica forte, ce ne sono gia’ dieci centimentri. Con la temperatura a –8 gradi e’ un tempo da lupi. Ma domani fara’ ancora piu’ freddo. Previsioni: Sole, –10 di massima, –20 di minima. Prepariamoci.

Un altro spavento

airplane Sono a 37 mila piedi che ascolto “Mercy Street” di Peter Gabriel. Non mi sembra vero. Siamo decollati stamattina alle 11 su questo Airbus 340-300 nuovo di pacca e subito ho capito che qualcosa non andava. L’aereo sembrava non prendere quota. Piu’ il tempo passava e anche se molti gia’ stavano dormendo, ero sempre piu’ convinto che qualcosa non stesse funzionando perche’ dopo 25 minuti eravamo ancora a 8 mila piedi invece che 20 o 30 mila. Poi ho capito che l’aereo stava tornando indietro ma ancora nessun annuncio. Ho vissuto attimi di trepidazione, non tanto per quanto stesse succedendo ma perche’ nessuno ci diceva niente. Finalmente si fa vivo il capitano: “Abbiamo un problema alla strumentazione di volo, stiamo tornando a Dubai”. Ci ha spiegato che questo aereo ha 5 sistemi di navigazione computerizzati, due dei quali erano andati in tilt. Lui, appena decollato, per un bel po’ ha cercato di far ripartire il computer di quei due sistemi ma non ci e’ riuscito. Con i tre che erano invece funzionanti avremmo potuto benissimo arrivare a Pechino ma lui non se la sentiva di averne due fuori uso perche’ avremmo attraversato le montagne dell’Himalaya.  Cosi’ siamo tornati indietro. Anche se ci ha detto di stare tranquilli ha poi ritardato di molto l’atterraggio girando e rigirando sopra Dubai. Insomma ci ha fatto penare. C’e’ stato un momento, durante l’ultima virata, che eravamo talmente bassi che sembrava di poter toccare il deserto con una mano. In quel momento ci siamo spaventati in molti. Mi e’ tornato in mente quella brutta esperienza. Poi fortunamente siamo atterrati. Dopo un’ora e mezza di pitstop siamo ripartiti. Adesso tutti e cinque i sistemi di navigazione funzionano. Ripensando a quanto e’ successo devo ammettere che, nonostante lo spavento e l’inconvenienza, tanto di cappello al pilota che al limite della pignoleria ha deciso che non avremmo volato se non fossimo stati al massimo della sicurezza. Per fare un parallelo e’ come se fossimo partiti da Alessandria in macchina con 5 navigatori satellitari e due fossero andati in tilt dopo 20 chilometri. Chi di voi avrebbe deciso di tornare indietro quando ce n’erano ancora 3 funzionanti? Poi nel caso di un aereo tornare indietro significa anche aggiungere costi, perche’ un doppio decollo vuol dire aggiungere un maggior uso di carburante e non stiamo certo parlando di qualche litro. Sono sicuro che una compagnia low cost o poco seria avrebbe tirato diritto. Invece il nostro pilota, Inglese, tra le altre cose, ha fatto marcia indietro. Arriveremo con piu’ di tre ore di ritardo ma almeno dovremmo viaggiare sicuri. Almeno cosi’ pare e se sarete in grado di leggere cio’ che sto scrivendo ora a 37 mila piedi, anzi pardon 39 mila, vuol dire che tutto e’ andato bene e saro’ arrivato a Pechino. Lo devo ammettere, non vedo l’ora. Mi manca parecchio in questo momento.