Un giorno Grillo disse che per fermare la Cina avremmo dovuto mandargli i nostri sindacati. Si sbagliava, leggete questo articolo. Questo diventerà un problema serio in Cina nei prossimo anni.
Fonte dell articolo ItaliaOggi.it
Un imprenditore americano è stato sequestrato e tenuto in ostaggio per sei giorni dai propri dipendenti. È accaduto alla periferia di Pechino, dove l’uomo dirige Specialty Medical Supplies, società che ha la sede centrale negli Stati Uniti, in Florida. I lavoratori chiedevano, in cambio del rilascio che poi è avvenuto, una buonuscita, una rappresentante sindacale e un direttore generale in loco.
Il proprietario dell’azienda si chiama Chip Starnes, ha 42 anni e ha dichiarato di avere raggiunto un accordo con i suoi dipendenti, senza tuttavia fornire ulteriori dettagli.
Starnes ha detto di voler continuare a fabbricare tamponi di alcol nell’impianto cinese. L’anno scorso, inoltre, si sono poste le basi per trasferire in India le attività di produzione del kit per il test del diabete.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, tuttavia, è il fatto che i lavoratori sospettassero che l’imprenditore volesse chiudere la fabbrica senza predisporre alcun accordo con loro. Starnes ha cercato di rassicurarli, sostenendo che nel corso dell’ultimo anno più di cento lavoratori sono stati licenziati e che a tutti è stata versata la liquidazione.
Questo episodio va inquadrato nel clima generale di contrapposizione crescente, in Cina, tra imprenditoria e forza lavoro. La crescita economica sta rallentando rispetto alle mirabolanti performance a doppia cifra degli anni passati. Il China Labour Bulletin ha reso noto che tra gennaio e aprile si sono verificati 201 casi di controversia, comprese iniziative di sciopero: un numero doppio rispetto a dodici mesi prima. La conflittualità aumenta sempre più.
Non è frequente che imprenditori e dirigenti vengano sequestrati, anche se quello di Starnes non è il primo caso del genere. In gennaio un migliaio di lavoratori del gruppo Shanghai Shinmei Electric ha tenuti in ostaggio i manager giapponesi e cinesi, denunciando l’eccesso nelle regole riguardanti pause e punizioni. Secondo alcuni avvocati, i dipendenti cinesi hanno capito che possono ottenere di più con soluzioni di questo tipo, ricorrendo al fai da te, piuttosto che rivolgendosi alla magistratura. Non soltanto l’imprenditore deve vedersela con una situazione di pericolo, ma la risonanza mediatica obbliga la proprietà a fare davvero i conti con le richieste dei lavoratori. Nel caso in questione, Starnes ha precisato che d’ora in avanti, all’interno dei contratti, saranno specificate meglio le regole sulla buonuscita e sullo stipendio.
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