Category Archives: Osaka
Tutto è partito da qui
Natale 2016
Piu’ passano gli anni e più diventa speciale trascorrere questi momenti insieme a voi. Più viaggio e più mi accorgo che non c’e’ posto di più bello al mondo di dove ci si sente a casa, attorniati da persone che sai che ti vogliono bene davvero e che insieme a te hanno condiviso una vita intera. Sono fortunato ad avere dei genitori come voi e vi voglio un mondo di bene. Anche se sono lontano non dimenticatelo
Buon Natale
Papà con Simone Branca
Pasqua
Ricordi in Super 8
Natale 2015
Amiconi a Seattle
Thanksgiving 2015 a Seattle
Ritorno a Seattle
C’e’ chi dice no
E’ vero, sono stato fortunato a ritrovare la canna del mio amico Franco. Se l’era portata via una carpa assassina, mi sono distratto un attimo ed e’ finita in acqua. Ma e’ anche vero che io non ho mai smesso di credere che quella canna l’avrei ritrovata, anche se erano passati 3 giorni. Nella vita non e’ la fortuna a fare la differenza ma crederci sempre e comunque, anche se attorno a te “c’e’ chi dice che no”, non ce la farai mai..
Vita da Startup
Il velo rosso
E’ stata una giornata indimenticabile. Le emozioni sono iniziate quando, dopo un’introduzione tutta in Giapponese di cui non ci ho capito niente, hanno fatto partire il video di presentazione della Ferrari 488 GTB, girato mentre sgommava tra le colline e poi in pista a Maranello. Poi improvvisamente, sotto il velo rosso, si sono accessi i fanali anteriori e il motore e’ stato fatto partire col telecomando. E’ sembrato come sentire il ruggito di una tigre selvaggia. Wrouummm e il battito del cuore si e’ subito alzato. 670 cavalli, da zero a 200 km’h in 8.3 secondi. Ci si sono buttati tutti a capofitto per vederla da vicino e questo mia ha fatto sentire orgoglioso di essere Italiano. Che emozione essere in mezzo a un gruppo di una trentina di persone, molte delle quali una Ferrari già la possiedono. Io invece sono ancora li a sognarla. Chissà chi, tra me e loro, e’ davvero il più fortunato….
Cena di benvenuto
Ci sono due perone Giapponesi che lavorano nel nostro team e questa sera insieme ad Aaron hanno organizzato questa cena in un costosissimo ristorante di Tokyo. E’ stato un gesto davvero carino e una sorpresa. Mi ero scordato di quanto amo la cucina Giapponese, così soffisticata e allo stesso genuina e delicata. Le scorse volte che sono stato in questo paese me ne ero subito reso conto. In verità era un po’ un sogno nel cassetto fare un’esperienza qui a Tokyo. Adesso che anche questo sogno e’ realtà, stento quasi a credere che sia tutto vero.
Il mio nuovo ufficio
Destinazione Tokyo
Eccomi qui su questo bellissimo Airbus 380, gigante dei cieli, che ondeggia dolcemente sopra le nuvole. Silenzioso, comodo, con due ali che non finiscono più, è la prima volta per me su questo aereo a due piani e devo dire di essere rimasto meravigliato. Ebbene sì ho deciso, vado a Tokyo. Sono partito con un po’ di tristezza nel cuore, lasciare i tanti amici che ho a Seattle, e che avevo finalmente ritrovato, non è stato facile. Ma come ho detto a Nello, viaggiare è il mio destino. Abbiamo fatto colazione stamattina in una penetteria francese La Parisienne, uno dei miei posti preferiti dove andavo spesso quando vivevo a Seattle. Poi ci siamo salutati e mi sono diretto verso l’aeroporto pensando che tra tutte le opzioni che avevo, questa è forse quella più rischiosa e ricca di incognite. Ma è proprio per quello che mi piace, anche perché a lungo termine potrebbe rivelarsi la più remunerativa. Quindi perché non tentare? Se dovesse andar male le alternative che ho a questo punto sono tante. Quindi non mi preoccupo e mi mantengo fiducioso. Staremo a vedere…
Un tuffo in California
Non sentivo Alicia da un pezzo, poi ho visto su delle foto di Wechat che si trovava a San Francisco e ho deciso di scriverle. Non era in vacanza, era li’ per cercare potenziali investitori per la sua nuova ditta Digital A.I.R Innovation Company. “Hai bisogno di aiuto?” – le ho chiesto. Non ci ha pensato due volte a dirmi di si’ e a invitarmi ad andarla a trovare. Il giorno dopo ero sull’aereo. Ci ho messo un po’ per arrivare al suo hotel nella Silicon Valley. Si e’ presentata con Aaron, il suo fidanzato da ormai qualche anno. Non me lo aveva ancora presentato ma di lui sapevo già tutto. Mi parlava spesso di lui. Un bell’uomo, londinese, un passato da modello di Giorgio Armani, altissimo, quasi il doppio di Alicia. E’ del mio stesso segno, come me e’ patito di corse e ama l’Indonesia. Non sapevo pero’ del suo talento di grafico e quando mi ha raccontato di ciò che si occupava la sua ditta inizialmente ero un po’ scettico. Dopo un cena al ristorante thailandese abbiamo deciso di rivederci per colazione. Il mattino dopo sono andato all’hotel dove alloggiavano e Aaron per quasi 2 ore mi ha fatto vedere il prodotto su cui stanno lavorando. L’ho trovato un progetto interessante, innovativo, ero addirittura sorpreso di come fosse arrivato a mettere in piedi un’idea del genere. Pare che ci sta lavorando già da un anno con un gruppo di altre persone, facendo la spola tra Tokyo e Pechino. Inizialmente mi ha parlato di voler aprire un ufficio a San Francisco e mi sono reso subito disponibile a dare loro una mano in questo senso. Pero’ sono passate ormai due settimane da quel giorno, e siamo ancora in trattativa. Loro vorrebbero che mi trasferissi inizialmente a Tokyo per poi definire meglio le cose. Non sono pero’ convinto al 100% e non ho ancora preso una decisione definitiva se buttarmi o pure no, anche se loro vogliono che faccia già il biglietto per la prossima settimana. Tokyo la conosco, e’ una città carissima. Vedremo… Certo e’ stato bello incontrarli e fare un tuffo in California, ho tanti ricordi a San Francisco e viverci sarebbe proprio bello perché qui c’e’ una grossa comunità Italiana e Cinese. La Silicon Valley poi e’ la mecca dell’industria dell’High Tech , chissà che qualcosa non maturi. Se son rose fioriranno, diceva qualcuno. Pero’ per il momento non c’e’ ancora niente di sicuro. Sono tornato da Carlo a Salem in treno, un viaggio estenuante di 15 ore. Ma ne e’ valsa la pena.
Eccesso di potere
Gli Americani mi sembrano ossessionati dalla smania di voler dimostrare a tutti, soprattutto i più deboli, la loro superiorità, il loro indiscusso potere, ma spesso ci fanno delle brutte figure. L’altro giorno ho preso l’autobus per il centro, come faccio di tanto in tanto. Ero abbastanza carico di roba, portavo con me un paio di borse e uno zaino, quindi non avevo le mani libere. Improvvisamente il controllore sale a bordo e inizia a controllare i biglietti dei passeggeri, e’ la seconda volta che mi succede in una settimana. Faceva il duro con la divisa e gli occhiali da sole. Cerco il mio biglietto, ne trovo 3 nelle tasche ma non sapevo quale era valido. Li mostro al controllore che mi guarda scuotendo la testa e mi chiede subito di favorire i documenti. Ho cercato di difendermi: “Stia tranquillo, il biglietto l’ho pagato, mi dia solo un minuto”. Nello stesso istante mi scappa il telefono di mano e cade a terra. Mi chino e lo riprendo goffamente, ma il tipo si spazientisce: “Deve scendere subito”. Mi sentivo come se stesse per arrestarmi. Mi ha imbarazzato di fronte a un autobus pieno di gente. L’ho seguito e siamo scesi. Una volta sul marciapiede, ho posato le borse e, di fronte a lui, ho finalmente estratto il biglietto giusto dalla tasca dei jeans anteriori e giel’ho spiattellato davanti al naso. Improvvisamente la faccia si e’ trasformata in quella di un idiota e mi dice: “Mi dispiace….” per poi dileguarsi in fretta. Non ho detto niente. Sono rimasto deluso e senza parole. Posso capire che ci sono un sacco di barboni nel centro di Seattle. Ma era necessaria quella dimostrazione di forza?
Qualche Italiano mi ha fatto notare che forse e’ meglio un paese come questo, dove almeno i controlli li fanno e chi sbaglia paga. In Italia poi, pare che nessuno il biglietto lo paghi, e tantomeno pagano le multe. Il paradosso pero’ e’ che, a Seattle, è l’autista dell’autobus che ti vende i biglietti. Quindi riuscire ad entrare in un autobus senza pagare è quasi impossibile. Dovresti sgattaiolare dentro da un’altra porta senza che il conducente ti veda. Per questo che dico che questo eccesso di forza non è giustificato e mi ha lasciato davvero perplesso. Qualcuno mi ha detto che si tratta di ignoranza. Secondo me si tratta invece di un fattore culturale, e soprattutto di pregiudizio. Ho sentito anche che in altra parte della città, dove abita gente più benestante e barboni non ce ne sono, il conducente si fida degli utenti e lascia salire e scendere la gente dalla porta sul retro senza fare il biglietto. Pertanto, se fossi stato veramente un barbone, mi sarei incazzato ancora di più. Il pregiudizio ferisce la dignità delle persone. Non stupisce quindi che, qui in America, alcuni poliziotti abbiano ucciso delle persone disarmate. L’ultima volta e’ successa la scorsa settimana quando un uomo, che aveva un fanalino della macchina rotto, e’ stato fermato e poi ucciso inspiegabilmente con 11 colpi di pistola da un poliziotto. Il poveretto era un uomo di colore…
Questo secondo me e’ eccesso di potere e pregiudizio…. In questo l’America sta facendo un passo indietro…
If this breaks loose again… I will go back to Ubud
Cuore di Aliante – Claudio Baglioni
Io l’ombra che andò via
costeggiando il muro o restando lì
l’uomo che cercò la sua profezia
dritto nel futuro e poi si smarrì
suono di tam tam e io ci ballo su
da tutta una vita fulminea
come un viaggio in tram che ti siedi giù
e è il capolinea
io l’onda che si alzò
su dal mare scuro dell’umanità
l’urlo che si udì quando rimbalzò
forte sul tamburo della libertà
sogno di colei che è la mia follia
e mai questa ferita rimargina
e che dai libri miei ha strappato via
l’ultima pagina
sono acqua di foce ed è una croce
non sapere mai se la mia voce
è fiume o oceano e non c’è no fiume
che due volte sia capace
di bagnarmi e darmi pace
perché il tempo se ne va e tutto tace
io resto qua nell’irrealtà
dell’immenso velo del mio cielo a metà
sarà una nuova età o solo un’altra età
il volo di un eterno istante
nel mio cuore di aliante
io l’indio che partì
nel cammino duro di cercare sé
l’arco che lanciò una freccia qui
dentro un cuore puro luogo che non c’è
sonno di amnesie che non dormo più
ma non ho finito di esistere
con queste energie cresco la virtù
di resistere
sono acqua di fonte che al suo monte
non può ritornare e il mio orizzonte
è solo vivere e vivere da solo
come un sasso di un torrente
che non ferma la corrente
perché il tempo se ne va e lascia niente
io resto qua nell’irrealtà
dell’immenso raggio del mio viaggio a metà
sarà una nuova età o solo un’altra età
il volo di un eterno istante
nel mio cuore di aliante
a combattere il tempo come si fa
si può battere solo
a tempo di musica
non ti abbattere al tempo che se ne va
lo puoi battere ancora
a tempo di musica sul tempo che va
a tempo di musica nel tempo che va
io resto qua nell’irrealtà
dell’immenso fondo del mio mondo a metà
sarà una nuova età o solo un’altra età
il volo di un eterno istante
nel mio cuore di aliante
io a combattere il tempo
l’ombra che andò via
costeggiando il muro o restando lì
l’uomo che cercò la sua profezia
dritto nel futuro e poi si smarrì
a tempo di musica