Panda Story

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Era freddissimo questa sera, quasi mezzanotte. Dopo aver guardato il film con mia madre a casa di mia sorella saluto ed esco di casa. Ho con me una bottiglia di acqua calda per scongelare velocemente i vetri della macchina. Butto l’acqua sui vetri ma poi mi accorgo di aver dimenticato qualcosa. Lascio la macchina accesa e rientro in casa per un attimo. Mi saro’ allontanato un paio di minuti, e quando ritorno trovo ancora una volta i vetri della macchina complemente ghiacciati. E’ un freddo terribile. Decido di aspettare che la macchina si scaldi. Cosi’ dopo aluni interminabili minuti al freddo e al gelo, finalmente incomincio a intravvedere qualcosa tra gli strati di ghiaccio che lentamente si sciolgono e che il tergicristallo cerca ostinatamente di rimuovere dal vetro. Lentamente mi avvio su questa piccola vecchia Fiat Panda di colore scuro, stretta, inguidabile, scassata, una scatola con le ruote, non se la comprerebbe nessuno. Quando finalmente riesco a intravvedere qualcosa fuori dal vetro mi accorgo che e’ completamente ghiacciata. Ma cammina lo stesso e pigio sull’acceleratore perche’ si scaldi e mi porti a casa in fretta. Dopo breve arrivo ad un incrocio e mentre guido ad alta velocita’, girando attorno alla rotonda, canto la canzone di Razzi: “e gira gira gira….”. Ero felice

Il crocevia

Sono davanti a un bivio. Anzi direi quasi un crocevia… Tornare in Indonesia? O a Singapore? Magari Seattle, o un amarcord in Cina? E perche’ no, ricominciare tutto daccapo in Europa? E’ difficile fare una scelta.. Ma non e’ come ha detto quell’amico prima di Natale:  “Davide, pure quando sara’ in procinto di morire e qualcuno gli chiedera’ che cosa vuole fare, la sua risposta sara': non lo so”. In realta’ ho sempre avuto le idee chiare su cosa volessi fare e ho sempre ottenuto gli obiettivi che mi ero prefissato. Il fatto che e’ che a questo punto della mia vita, dopo aver visto e vissuto tutto o quasi cio’ che desideravo, non so davvero che strada prendere. Anche perche’ non ho piu’ la stessa motivazione di un tempo. Sento che qualcosa e’ cambiato in me e mi trovo in una situazione non facile. Ma so anche che col tempo trovero’ una soluzione, arrivero’ a una decisione. Devo solo avere pazienza. Il traguardo e’ li’ dietro l’angolo. Basta continuare a crederci, come sempre, basta avere fiducia

Crash Reel

Sundance2013_TheCrashReel_Poster117-600x865Crash Reel è un film documentario che racconta la storia del famoso snowboardista americano Kevin Pearce. Il film parte dalla rivalità epica tra Kevin e Shaun White, e devo dire che mi sono sempre piaciuti i film che parlano di rivalita’. Ma cio’ che piu’ mi ha colpito di questa storia e’ il calvario incredibile che Kevin deve affrontare dopo un drammatico incidente. Durante un allenamento, Kevin cade e sbatte violentamente la faccia sul ghiaccio riportando un terribile trauma cranico. Pur salvandosi, Kevin si sveglia in una realta’ difficile da accettare: putroppo non potra’ mai piu’ essere quello di prima. Il film incrocia temi legati all’agonismo ed al prezzo da pagare per rimanere al vertice ma anche dice della forza di una famiglia, quella di Pearce che non lo abbandona mai. The Crash Reel parla di sport e di business che spinge gli atleti a rischi altissimi, di speranze infrante e di sogni ricostruiti, di amici e di fratelli, un film che parla dell’amore per questo sport. Lo snowboard e’ stata una vera e propria passione anche per me a un certo punto della mia vita. E anche io ho dovuto rinunciare ad uno sport come il calcio a causa dei troppi infortuni che ho subito. Durante il film mi sono spesso riconosciuto in Kevin, perche’ dover rinunciare a qualcosa di cui sei fortemente appassionato non e’ facile. Il film, pur essendo un documentario, va direttamente al cuore di chi lo vede me soprattutto insegna quanto sia importante proteggersi ed essere prudenti praticando questo tipo di sport. E’ grazie al film che ho deciso di farmi regalare un casco protettivo per quest’anno a Natale. Spero di tornare presto anche io sulle piste.