Killer

E’ stato come in uno di quei film western. Un duello all’ultimo sangue in un mezzogiorno di fuoco. Il sudore sugli occhi deve avermi accecato. Così ho sparato per primo senza accorgermi, come in un brutto sogno, che chi la vittima che avevo colpito non era nient’altro che la mia immagine riflessa. E’ stato terribile realizzarlo ma alla fine è meglio così. Sbagliando si impara, dicono. Sono di nuovo a Pechino, è ora di dimenticarsi tutto e ricominciare.

1317

1317E’ il numero della stessa stanza d’hotel nella quale ero lo scorso weekend. Mi sono inchiodato qui, con la speranza che serva. Allontanarsi e’ impossibile, ci ho provato ma è dura. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Lo so, e’ un vizio rischioso ma sa di buono. Alla fine tanto che importa? Bisogna farci l’abitudine, ma l’abitudine non mi entra in testa. Amare per me e’ un discorso che non ha senso, che non fila liscio, come questo post.  “E non c’è niente da capire.” come diceva Lucio Dalla “basta sedersi ad ascoltare”. Questa stanza e’ un peccato, è terribile stare qui e allo stesso tempo desiderare di non esserci. I prossimi 20 giorni della mia vita saranno decisivi. “Ed e’ cretino fermare la lacrime ridendo”. Vado a farmi un drink. Sono confuso.