Il 6 Marzo e’ arrivato anche quest’anno ed e’ ora di far festa anche se piu’ gli anni passano e piu’ c’e’ poco da festeggiare… Pero’ dai, cerchero’ di farlo. Questa sera andro’ a cena in un ristorante francese molto elegante. Si chiama Maison Boulud del famoso cuoco Daniel Boulud che ha un famosissimo ristorante a New York a cui la guida Michelin ha assegnato 3 stelle. Negli Stati Uniti appare spesso in televisione, insomma e’ un po’ un icona nel suo campo. Il ristorante (nella foto) qui a Pechino si trova nei locali della vecchia Ambasciata Americana, vicino a piazza Tiananmen, potete visitare qui il suo sito. Domani poi vado a Changsha nel sud della Cina a trovare Vivi di cui non vi ho piu’ parlato, anche se siamo riamasti in contatto. Sara’ quello il mio vero regalo di compleanno.
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LAN Club
Mio cugino Manuel e Roberta sono qui in vacanza a Pechino da venerdi’ sera ed erano in cerca di ristorante stravagante. L’occasione giusta per ritornare a Lan Club e per parlare di questo locale unico al mondo, che non sapevo fosse una creazione del famoso designer francese Philippe Starck. Stamattina mi sono letto la sua biografia, e’ uno forse uno dei designer piu’ conosciuti al mondo e anche dei piu’ eccentrici. Il grande salto lo ha fatto nel 1982 dopo aver arredato l’appartemanento dell’allora presidente francese François Mitterrand. Lan Club si estende su 6000 metri quadrati, puo’ ospitare fino a 1200 clienti, con 35 sale VIP, ed e’ un investimento di 30 milioni di euro del magnate Cinese Zhang Lan, propietario di South Beauty una famosa catena di ristoranti a Pechino e Shanghai. Dopo la cena una delle camererie molto gentili ci ha fatto fare un tour del locale, mostrandoci la sala dove ha cenato Tony Blair.
Senza nome, senza famiglia
Venerdi’ sera sono stato per la prima volta a Duck de Chine, un ristorante aperto da poco molto innovativo che fa parte di un piccolo complesso di locali chiamato 1949: The Hidden City, un nuovo concetto sviluppato da un gruppo di investitori di Hong Kong. Cucina Cinese fusion, un mix tra Cinese e Francese, abbinamento azzeccato, locali molto belli, sicuramente il miglior ristorante che ho provato a Pechino fin’ora. Date un’occhiata alla review sul Financial Times. Ma l’argomento davvero interessante di oggi non e’ dove sono stato mangiare ma il contenuto della conversazione di quella serata.
Ho chiesto a Ying: “Cosa e’ successo al cielo di Pechino, e’ tornato l’inquinamento?” e lei “Non lo so, siamo stati davvero fortunati che durante le Olimpiadi c’e’ stato quasi sempre il sole”. Eh si’…. fortunati ho pensato. “Lo sai la mia amica ha avuto un bambino” mi ha detto Ying. “Congratulazioni e come si chiama?” – le ho chiesto – “No ha ancora un nome, i Cinesi sono molto superstiziosi, spesso il nome viene deciso dopo la nascita in base a al giorno e l’ora che sei nato, l’anno, se pioveva oppure no, etc. etc. e di solito e’ un indovino che aiuta la famiglia a scegliere il nome. Nel mio caso, per esempio, sono nata nell’anno della tigre e il mio nome e’ stato scelto anche cercando una parola che si contrapponesse alla aggressivita’ della tigre. Ying significa femminilita’.” – e io – “Beh comunque sempre tigre sei rimasta…. hehe…”. La nostra conversazione e’ poi proseguita, e abbiamo parlato delle nascite in Cina, in alcune zone molto povere purtroppo succede ancora oggi che le femmine neonate vengano abbandonate per strada o vicino agli ospedali. Putroppo la gente che commette questi orrori e’ molto povera e senza la benche’ minima educazione scolastica, vive ancora come cent’anni fa quando non avere un primogenito maschio significava una grave perdita economica per la famiglia. A volte succede che questi bambini vengono recuperati e adattati spontaneamente da altre famiglie, ma non sempre e’ cosi’ purtroppo. “A me e’ andata bene” – ha continuato Ying – “i miei genitori a quel tempo erano poveri ma la legge che ogni famiglia puo’ avere un solo un figlio, per controllare le nascite, allora non esisteva. A quei tempi era possibile averne due, io sono nata per prima e i miei i genitori avevano ancora una possibilita’ che il secondo figlio fosse machio, cosi’ hanno deciso di tenermi”…… “Beh… menomale, le ho risposto…” – senza dare a vedere che dentro di me ero scioccato…, Ying ha continuato: “Purtroppo la vera Cina non e’ quella che vedi a Pechino, e non e’ quella che vedi in questo ristorante dove tu stasera hai speso la cifra che equivale a uno stipendio mensile intero per molti altri. La vera Cina e’ ancora molto povera”.
Sangue condensato e lingue d’anatra
Ieri sera sono andato a cena in un famoso ristorante di Hot Pot Cinese. Tra le altre cose che i miei amici hanno ordinato da bollire nella pentola in mezzo al tavolo che vedete sopra nella foto a sinistra, c’erano lingue d’anatra che mi sono azzardato ad assaggiare ma che non mi hanno impressionato…. e sangue d’anatra condensato in gelatina che potete vedere nella foto a destra il quale a dire il vero non era poi cosi’ male una volta bollito e intinto nelle varie salsine… Per il resto e’ stata una triste serata e ne sto pagando ancora le conseguenze ma non e’ lecito arrendersi….
Il risorante Mao Jia Cai
Esiste a Pechino una catena di ristoranti che servono i piatti favoriti di Mao Zedong. Ci sono stato di recente e devo ammettere che sono rimasto impressionato, non dalla memorabilia del leader rivoluzionario appesa ai muri, ma dalle portate che ho assaggiato. Tra le altre cose proprio l’altro ieri un disoccupato di 35 anni della provinicia di Xinjiang ha tirato un oggetto infuocato al suo quadro esposto davanti all’entrata della citta’ proibita a piazza Tiananmen. Il ritratto ha preso fuoco ma e’ stato spento velocemente dalla guardie. Il danno come si puo’ vedere dalla foto e’ stato minore. E’ passata una settimana dal lancio della petizione, le firme che ho raccolto sono fin’ora 320.
Il ristornate Italiano a Sanya
Questa sera ho fatto quello che fanno tutti gli Italiani in viaggio quando si trovano in un posto e si sentono spaesati: sono andato a mangiare in un ristorante Italiano. Questo ha una storia particolare perche’ aperto da uno studente universitario di Roma che era venuto in Cina 3 anni fa per insegnare biologia all’Universita’ di Danzhou. Al primo piano c’e’ un bar ancora in rifacimento, il ristorante e’ sito al piano superiore con una terrazza e tavoli all’aperto e un autentico forno a legna (nella foto). La pizza con le acciughe era buonissima, mi ha riportato indientro nel tempo, anche se suggerirei di rendere la musica un tantino piu’ allegra, nella compilation i cori degli Alpini che ascoltavo da piccolo (bellissimi ma cosi’ tristi……). Poi e’ arrivato Eolo, il titolare, simpatico ha capito subito che ero Italiano e si e’ seduto al tavolo. Mi ha raccontato di aver vissuto a gennaio una bruttissima esperienza, e’ stato accoltellato in seguito ad un litigio per una macchina parcheggiata male.
L’anatra alla Pechinese
Luca e Ivan due amici Italiani di Seattle sono stati qui qualche giorno in vacanza, e’ stato piacevole e divertente avere un po’ di compagnia. Questa sera prima di salutarci abbiamo cenato al famoso Roast Duck Restaurant di Pechino, dove e’ possibile gustare l’anatra alla pechinese. Era la prima volta anche per me, e mi e’ piaciuta tantissimo. Preparata e cucinata con una tecnica particolare che ne riduce il grasso del 45%, viene tagliata a fettine dallo chef e servita al tavolo insieme a delle piadine sottilissime e salsine varie. Gustosissima, da rifare. Poi loro hanno preso taxi per tornare in hotel e da solo ho percorso a piedi il viale che portava verso la metropolitana. A un certo punto mentre camminavo da solo un cane dietro di me si e’ messo ad abbaiare. Ho continuato e mi sono imbattuto in una piccola piazza antistante all’entrata di uno stadio di calcio. In mezzo uno stereo a pile che suonava musica a tutto volume e coppie di persone di mezza eta’ che ballavano un misto tra walzer e latino. Mentre mi allontano, la canzone cambia, mi pare di conoscerla, mi fermo e ascolto: ‘O bella ciao’. Sorrido e penso: resisti resisti….. Ben tornato Enzo.
La pizza secondo i Cinesi
Qualche giorno fa mi sono trovato davanti un carrettino con una signora che con un piccolo mattarello stendeva la pasta per quelli che i Cinesi chiamano ‘Piza’, ebbene si’ la pronunciano con una zeta sola. La pizza per i Cinesi e’ un involtino con un ripieno di uova, erbette e non so bene cos’altro. Come ho scritto in un post precedente pensano di averla inventata loro. Non potevo perdere quest’occasione per scattare alcune foto per testimoniare questa ….. quantomeno insolita credenza…. Volevo raccontare come e’ andata la riunione del COM.IT.ES. ma preferisco parlare di pizza e mantenere il riserbo. Per quelli interessati vi rimando al verbale ufficiale quando sara’ pronto, io quello che dovevo dire l’ho detto durante la riunione, adesso vediamo cosa succede. Una cosa che ho vermante apprezzato pero’, e questo ci tengo a dirlo perche’ che mi ha commosso, e’ l’intervento del caro amico Carlo Mannocci, un gesto umile, sincero e coraggioso dal quale tanti seduti attorno a quel tavolo avrebbero dovuto prendere esempio.
Ristoranti di Hot Pot
Una delle specialita’ del posto sono i ristoranti di Hot Pot. Ti portano questa pentola di rame piena di acqua e spezie che viene portata in ebollizione da una fiamma sottostante prodotta con del combustibile liquido. Nel menu puoi scegliere tra una vasta selezione di cibi crudi, dalla carne, alle verdure, pesce, pollo che ti vingono portati a tavola e tu puoi cucinarli nella pentola o “hot pot“. La carne e’ tagliatata molto sottile in modo che si cucini velocemente sembrano quasi fette di prosciutto. E poi ci sono varie salse che si possono usare come condimento una volta cucinato il tutto. I gamberi che hanno portato a tavola erano proprio freschi… si muovevano ancora dentro un contenitore con dell’acqua. Non ho avuto il coraggio di buttarli dentro la pentola…
Una giornata dal triste finale
Oggi abbiamo visitato TechFaith, una ditta quotata su Nasdaq che opera nel campo della telefonia mobile produttrice di telefonini e palmari, uno dei nostri partner. Loro erano una sessantina, noi eravamo in quindici, radunati attorno a questo lunghissimo tavolo in questa mega sala riunioni e’ stato come due mondi e culture opposti si incontrassero. Comunicare con loro non e’ stato facile, e c’e’ un ancora un abisso da colmare a livello di metodologie di lavoro e stile di management. Pero’ e’ stato bello vedere quanta volonta’ e passione c’era da entambe la parti nel cercare di venirsi incontro. E’ stata un’esperienza interessante nella quale ho imparato molto. Dopo il lungo meeting siamo andati al famoso risorante di Pechino A Fun Ti, la specialita’ e’ l’agnello, musica dal vivo, balli, danze del ventre, alla fine c’era pure chi ballava sui tavoli. Era ormai quasi ora di pagare il conto, nonostante la musica a tutto volume rimango seduto. A un certo punto mi giro e noto che Nick, il general manager, infuriato parla con i camerieri e poi fruga sotto il tavolo. Capisco subito ma chiedo conferma, anche a lui era sparito il portafoglio…. Era nella tasca della giacca tenuta, come si fa di solito al ristorante, sullo schienale della sedia. Qualcuno passando deve aver infilato la mano in un istante. Incredibile, in un ristorante… stento ancora a crederci. La serata si trasforma in una triste vicenda. Ho provato a parlargli e tranquillizzarlo raccontadogli della mia storia ma era troppo arrabbiato per ascoltarmi. Torniamo tutti in hotel mentre il povero Francis accompagna Nick alla stazione di polizia. Che peccato.
Cena al ristorante Tibetano
Domenica sera ho cenato in un ristorante Tibetano di nome Makye Ame. Consigliato dal famoso periodico settimanale That’s Beijing, una guida illustrata con tutto cio’ che succede a Pechino, senza dubbio e’ il miglior ristorante che ho frequentato da quando sono arrivato. L’ambiente e’ molto caratteristico e curato nei particolari: la musica, i canti e le danze folkloristiche sul palcoscenico, i profumi, i gusti, tutto sembra portarti con la mente lontano da Pechino nello spazio e nel tempo. Impossibile non farsi coinvolgere dalla spontaneita’ e dai sorrisi dei tibetani che ad un certo punto ci hanno invitato ad alzarci e unirci a loro a ballare intorno ai tavoli una delle loro danze tipiche, come in grande girotondo tenendoci per mano. Una bellissima serata. Ho potuto scattare solo alcune foto prima dell’inizio dello spettacolo
La cucina pechinese
L’anatra pechinese è, sicuramente, il piatto più conosciuto ma una particolarita’ della cucina locale e’ secondo me che molte delle ricette sono a base di salse e oli piccanti e soprattutto di peperoncino. A volte nelle portate ci sono talmente tanti peperoncini che e’ difficile scovare con i bastoncini i pezzettini di carne o pollo. A pranzo faccio sempre delle gran sudate, ma i Cinesi mi hanno ricordato che sudando si eliminano le tossine e si regolarizza la temperatura corporea. Su internet ho letto poi che mangiare piccante aumenta il metabolismo del 25% e pare che faccia bene anche all’umore. Altra particolarita’ della cucina pechinese sono i gusti che sono completamente diversi da cio’ a cui siamo abituati noi occidentali, questo e’ dovuto alla varieta’ di spezie che vengono usate. Alcune sono dal nome e dal sapore poco conosciuto tra cui anice stellato, semi di finocchio e di sesamo, pepe di Szechuan, germogli del giglio della tigre, dadi del loto, radice di zenzero, polvere alle cinque spezie (una miscela di anice, semi di finocchio, chiodi di garofano, cannella e pepe, molto forte e piccante) e passato di peperoncino di Cayenna. Un altra particolarita’ e’ che di solito gli ingredienti sono tagliati a piccoli pezzi per favorire la cottura e l’uso dei bastoncini. Pare che la cucina Cinese sia una delle piu’ sane. Riguardo i ristoranti Cinesi che ci sono in Europa o Stati Uniti i pechinesi lamentano il fatto che questi offrono piu’ che altro piatti tipici della cucina cantonese adattati ai gusti degli occidentali, ma sono d’accordo con loro, non hanno niente a che vedere con piatti tipici locali.