La lettera di Bill

I want to share some thoughts on my last day as a full-time Microsoft employee.

For the last 33 years, I’ve had the ideal job. It’s been incredibly exciting to come here every day to work with the smartest people in the world to develop breakthrough software. Together, we have built a great company that has profoundly changed the world for the better.

After today, I will be shifting my full-time focus to the work of the Bill and Melinda Gates Foundation while keeping a strong connection to Microsoft.

The fact that I am making a career change does not mean that our work at Microsoft is done. In fact, the most exciting impact of our software is still ahead of us. Everything we have done up to now is just the foundation for the more dramatic breakthroughs to come. As you apply the magic of software to delivering a new generation of innovations, this company will continue to transform the way people communicate, create, and share experiences.

Microsoft is in an incredible position because we have momentum and a great pipeline of products and technologies. Even more important, we have great people at every level. In research and development we have great engineers focused on solving the most pressing challenges in computer science and turning new ideas into innovative products. In marketing, sales, and customer service, our world-class organizations keep getting better.

We also have strong leadership. As Microsoft has grown, one of the most exciting and fulfilling things for me has been to watch new leaders develop.

It starts at the very top. For the last 28 years, I have loved working side by side with Steve. Even now after all these years I am regularly impressed with his energy and insight. I think he and I have enjoyed one of the great business partnerships of all time. Steve has done a great job leading the company since he became CEO in 2000. Steve’s passion for democratizing the power of technology and inspiring customers, partners, and employees will keep us driving ahead.

I am thrilled to have Ray and Craig playing key roles in guiding the company’s strategy. For over a decade I had hoped that we could convince Ray to join Microsoft—and in the three years he has been here, he has made a huge difference in helping us focus on the challenge and opportunity of software plus services. I have worked with Craig for more than 15 years. His ability to anticipate the future direction of technology is a key asset, as is his deep interest in and understanding of emerging markets.

Of course, I’ll continue to be involved in the work of the company as part-time Chairman. As part of this I will help with a handful of projects that Steve, Ray, and Craig select.

As I reflect on the last three decades, the thing I’m proudest of is the role that this company has played in making the power of digital technology accessible and affordable. Software running on personal computers and other devices is the best tool for empowerment in human history. Microsoft founded the personal computer software business and we built the platforms that enabled the software industry to develop. Without your contributions, we would not have succeeded in making our dream of a computer on every desk and in every home a reality for more than 1 billion people worldwide—a dream we will extend to everyone in the future.

As I make the transition to focus more of my time and energy on the Gates Foundation, I am looking forward to applying the lessons I’ve learned—and, in some cases, the technologies that we have developed—to help address some of the critical issues that people around the world face in education, economic development, and health.

I want to thank all of you for your hard work and your dedication. It has been a privilege and an inspiration to come to Microsoft every day. I look forward to the amazing, world-changing innovations you will deliver in the years ahead as you continue the great work this company has always done.

Bill

L’ultimo giorno di Bill

Venerdi’ scorso e’ stato l’ultimo giorno di Bill Gates a Microsoft. Ho scritto questo messaggio sul libro di addio che Bill ha offerto di firmare a tutti gli impiegati di Microsoft (ovviamente in formato digitale)

Caro Bill

Nel 1987 avevo 18 anni e vivevo ad Alessandria, un piccola citta’ Italiana. Alle superiori studiavo gia’ programmazione e un giorno il mio professore mi consiglio’ di leggere “Il libro dei programmatori”. Era un libro con le interviste ai 15 migliori libro programmatori del mondo, uno dei quali eri tu. Conservo ancora quel libro di cui ti mando una foto. Ricordo che lo lessi con grande entusiasmo e passione, ricordo ancora quando sottolineai un’unica tua frase che condividevo totalmente: “Un bravo programmatore deve essere brillantissimo: deve pensare continuamente al programma che sta sviluppando, sia quando mangia, sia quando guida, e farlo richiede una concentrazione incredile”. Allora Microsoft aveva solo 160 sviluppatori e se qualcuno mi avesse detto allora che 7 anni dopo sarei stato assunto da Microsoft gli avrei detto che era impazzito. Oggi che lavoro per Microsoft China a Pechino e mi rendo conto di cosa Microsoft e’ diventata in questi anni (oggi siamo piu’ di sessantamila impiegati, nota di redazione), a volte mi chiedo ancora se e’ tutto vero oppure sto ancora sognando. Per me sei stato un insipirazione e non nascondo di essere triste sapendo che oggi e’ il tuo giorno qui tra noi. E’ stato un grande onore e un privilegio aver avuto l’opportunita’ di lavorare qui, guidati dalla tua mente incredibile e dalla tua visione. Grazie per avermi dato la possibilita’ di coronare un sogno. Continuerai ad essere un ispirazione per me nella tua prossima avventura e spero un giorno di potere contribuire anche io alla tua causa seguendo il tuo nobile esempio”.

Infatti devo ammettere, non mi dispiacerebbe in futuro lavorare anche gratis nella fondazione di Bill o forse semplicemente donando cio’ che ho avuto e il mio tempo agli altri. Sarebbe bellissimo pero’ se Bill riuscisse a inspirare tante altre persone a seguire il suo esempio. Purtroppo so bene che di gente ricca al mondo con la sua intelligenza ce n’e’ poca. Guardate cosa fanno gli umini piu’ ricchi d’Italia, gente come Moratti e Berlusconi, e a come spendono i loro soldi. Io forse continuo a sognare, ma se Bill sara’ in grado di eguagliare gli stessi successi che ha ottenuto nella tecnologia, anche nella filantropia, cosa del tutto possibilie, Bill Gates ha la possibilita’ di diventare una vera e propria leggenda, un vero esempio per le nostre generazioni future. Oggi forse non ci rendiamo ancora conto di cosa Bill sara’ in grado di fare nei prossimi anni, ma io sono sicuro che  continuera’ a stupirci.

Il tassista puzzolente

Sono salito sul taxi velocemente, fuori pioveva. Dentro l’abitacolo un odore terribile, quasi insopportabile, alcuni dei taxisti lavorano senza mai fermarsi, e dormono sui sedili la notte, senza ovviamente lavarsi mai… un cocktail micidiale… Volevo quasi scendere poi pero’ ho pensato che fuori pioveva. “Qu nar?” – mi ha chiesto dove andavo e io ho risposto in Cinese di proseguire diritto “Yi zhi zou”. Il taxista non partiva e mi faceva dei gesti come per indicarmi qualcosa, non capivo cosa diceva. Poi si e’ lanciato: “Shut the door” che in inglese significa “Chiudi la portiera” non si era chiusa bene… Mi ha chiesto di dov’ero e ho risposto di essere Italiano. Abbiamo parlato del piu’ e del meno poi mi ha chiesto “Ti posso fare una domanda, ma e’ vero’ che per voi stranieri e’ difficile ottenere il visto?”  – e io gli ho risposto  – “Di questi tempi si’, ho sentito che ultimamente e’ cosi’, sai percaso perche’?”. Il taxista titubava: “Mah… e’ probabilmente una questione di sicurezza…” si e’ fermato un momento poi ha proseguito “forse e’ anche per quello che e’ successo in Tibet…” e mi guardava nello specchietto retrovisore per vedere la mia reazione. “Si’ forse”, gli ho risposto”. “Sai” – ha continuato – “questi Tibetani vivono in India e ho letto sui giornali che potrebbero entrare sul territorio Cinese e provocare dei danni, sai sono tipi pericolosi questi…”. Non sapevo cosa dirgli…. Poi si e’ lamentato del fatto che per il momento ci sono pochi turisti a Pechino, forse per via di questa restrizione sui visti, e i taxisti sono molto arrabbiati per questo. Gli ho detto di avere pazienza che e’ ancora presto. Poi mi ha detto anche che per le olimpiadi non prevedono il tutto esaurito, che per ora hanno prenotato solo il 70% delle camere d’hotel. Che strano, tutti si aspettavano un invasione di Pechino. Ho pensato che se anche le olimpiadi dovessero andare male sarebbe davvero un anno sfortunato per la Cina con tutto quello che ha passato. Peccato, speriamo che non sia cosi’ sarebbe davvero una delusione per loro…

Apriti cielo

Piove. Capita spesso ormai da qualche settimana a questa parte, che quando esco dall’ufficio verso le 6-7 di sera trovo un cielo plumbeo e la pioggia. Un giorno c’erano 30 centimentri d’acqua per strada e non si trovava un taxi libero. Per evitare pozze d’acqua gigantesche e tornare a casa ho dovuto scavalcare anche cancelli, muri e passare attraverso siepi. Putroppo il sistema fognario e’ antiquato e durante gli acquazzoni la citta’ si allaga. Sembrava di essere in una giungla… E sono in arrivo temporali per tutto il weekend, almeno staremo al fresco…. Un tempo anomalo, di solito a Pechino non piove quasi mai. C’e’ chi pensa che a far piovere sia stato il governo Cinese. Puo’ darsi, di sicuro so che hanno messo a punto una tecnologia per bombardare il cielo con aerei, cannoni e razzi per provocare delle precipitazioni. Secondo Apcom nel 2006 la capitale ha accumulato 30 milioni di metri cubi di acqua provenienti dalla pioggie artificiali. In un anno gli aerei dell’Ufficio per la Modifica del clima hanno prodotto 11 giorni di pioggia, mentre i cannoni e i razzi piazzati a terra hanno fatto piovere per 51 giorni. La sostanza usata per seminare nubi e’ lo ioduro d’argento. Ma la pioggia artificiale, non si limita soltanto a combattere la siccita’, da anni e’ anche un alleato delle forze forestali cinesi per combattere gli incendi specialmente nelle regioni settentrionali dove le precipitazioni sono molto scarse. E’ stata usata anche per lavare la citta’ dalle tempeste di sabbia che la colpiscono tra aprile e maggio. Ma in Cina la pioggia non sono solo in grado di produrla artificialmente ma anche di fermarla. Secondo il l’equipe che ha lavorato per indurre la dispersione delle nuvole, sembra che si tratti una tecnica più difficile rispetto a quella per provocare la pioggia. ”I nostri esperimenti nella mitigazione della pioggia leggera sono stati ottimi – ha spiegato Zhang Quian – mentre con quella piu’ forte ci sono ancora problemi”. Staremo a vedere, sarebbe proprio bello se venisse un acquazzone il giorno dell’apertura dei giochi olimpici a Pechino e la Cina riuscisse a dimostrare al mondo di riuscire a controllare anche la pioggia…. mi immagino gia’ i giornali occidentali…… apriti cielo….

Gli animali in galera…

DSC_0481 Sono stato allo Zoo di Pechino, volevo vedere i Panda arrivati dalle zone terremotate del Sichuan. Lo Zoo e’ vicinissimo a casa mia, solo dieci minuti di macchina, ideale per passare qualche ora al fresco in una giornata con un caldo torrido e umido.  Certo, e’ stato bello vedere un po’ di verde, i pellicani, le anatre i cigni che qui nel parco hanno vivono liberamente, probabilmente felici di aver trovato un oasi in questa citta’, un paradiso in mezzo a tutto questo cemento. Meno bello invece vedere altri animali, rinchiusi in cattivita’ dietro le sbarre. Ho raccolto alcuni dei loro sguardi in alcune foto e che si commentano da sole. I Panda mi sono sembrati dei gran dormiglioni, pero’ cosi’ teneri con quegl’occhi cosi’ espressivi. Sono specie protetta, pare che ne siano rimasti solo 2 o 3 mila. La cosa divertente e’ che una volta in cattivita’ diventano cosi’ pigri che smettono di riprodursi. Per stimolarli pare che ci abbiano provato in tutti modi, persino facendogli vedere dei video “a luci rosse” di altri Panda o somministrandogli del Viagra…. :-)

Assunto

Dove eravamo rimasti? E’ stata una settimana ricca di eventi. Questa volta parliamo di lavoro pero’ perche’ e’ un argomento che non tocco da un po’ di tempo. Sono passati 6 mesi da quando sono arrivato qui e tante cose sono cambiate. All’inizio ero solo, oggi nel mio team siamo in 4, e sto per assumere altre due persone. Pian piano il mio ruolo e’ cambiato, non scrivo piu’ codice e oggi mi occupo solo di gestione, non solo di personale ma anche di un laboratorio di 250 computer. Devo dire che mi diverto molto in questo nuovo ruolo, lavorare con le persone e’ piu’ bello che con i computer. E’ stimolante aiutarli a crescere. Il nostro rapporto e’ molto positivo perche’ cerco sempre di mantenere un clima molto cordiale nel team. Non mi arrabbio mai con loro, la mia filosofia e’ di non dire mai di no a meno che sia proprio costretto a farlo, sono molto possibilista e preferisco non deludere le loro aspirazioni. Lascio molta liberta’ di azione in modo che possano crescere anche da soli, cerco solo di guidarli nella giusta direzione. Insomma un esperienza bella fin qui perche’ li vedo tutti molto contenti. Certo meglio che lavorare con i computer, macchine infernali, totalmente ignoranti e cui devi dire tutto cio’ che devono fare fino all’ultimo punto e virgola altrimenti si piantano. Beh, perche’ non dirvi anche i loro nomi: Quan, Annie e Emily. Oggi pero’ e’ un giorno particolare. Quan e’ un precario con un contratto a termine, e da tempo che insistivo con il management per farlo assumere fisso. E’ un talento, molto intelligente e davvero una persona per bene, educata e semplice. Dopo mesi ci sono riuscito ad avere il benestare per dargli un’opportunita’ e oggi ha dovuto affrontare i colloqui di rito che a Microsoft sono tour de force, un intera giornata nel quale vieni intervistato da almeno sei persone. Ma Quan e’ andato brillantemente, strabilliando tutti. Ero felice anche io per lui, so quanto quei colloqui sono duri e Quan mi ha ricordato quando li ho affronati io tanti tanti anni fa. Oggi invece sono io ad essere dall’altra parte del tavolo e a prendere la decisione finale. Sara’ davvero una soddisfazione unica, stringergli la mano e comunicargli il risulato finale: "Complimenti Quan, sei stato assunto"

Finlandia che passione

La mia passione per i viaggi e’ iniziata nel 1986. Mia madre mi convinse ad andare in vacanza con gli zii, la nostra famiglia non aveva programmi per quell’estate e sarebbe stata per me un’occasione per distrarmi un po’ e fare un esperienza diversa visto che stavo sempre chiuso in casa. Deluso dal mio primo amore, mi era venuta la passione per il computer, per la programmazione, e passavo ore inchiodato davanti al video a scrivere codice o a giocare (ero ancora un ragazzino). L’idea di mia madre si rivelo’ brillante, fu davvero un bel viaggio, i miei zii avevano una roulotte e la passione per il campeggio. L’avventura parti’ da Alessandria, arrivammo fino in Normandia per poi scendere verso Parigi, lungo la valle della Loira, visitando tutti i castelli. Dopo una sosta nella capitale, partimmo dinuovo, questa volta verso la riviera francese, e ci fermammo a San castello Rafael per una vacanza sul mare. La foto accanto e’ forse la piu’ significativa di quel viaggio, la feci con l’autoscatto, su uno di quei bellissimi prati che circondano il Castello di Chambord, il piu’ grande castello della Loira. Posti bellissmi. Chissa’ cosa pensavo quel giorno, sicuramente non che avrei usato quella foto per raccontare di me su un sito internet…. Ricordo quel viaggio come un’avventura che mi cambio’ la vita perche’ capii subito che amavo viaggiare. Decisi, al mio ritorno, che era importante imparare meglio l’inglese, far pratica magari corrispondendo per lettera con qualche altro studente all’estero, allora si chiamavano pen-pal o amici di penna, purtroppo internet non esisteva ancora. Cosi’ il mio caro amico Simone, compagno di banco, che aveva perso la testa per una Finlandese, e che mi aveva fatto una testa grossa cosi’ sulla scandinavia, si era offerto per trovarmi qualcuno che volesse corrispondere con me: “Chiedero’ a una delle mie corrispondenti Finlandesi se ha qualche amica che e’ interessata…” e io  “mi raccomando che sia carina… eh?”. Peccati di gioventù, chissa’ sembra quasi che le cose importanti che segnano la tua vita avvengano per caso. La prima lettera non tardo’ ad arrivare: “Ciao mi chiamo Riina Åkerman, ho 17 anni, sono alta 172cm, ho i capelli lunghi, un occhio blue e uno marrone. Ho un fratello di 13 anni e vivo a Turku in Finlandia dove la popolazione e’ 4 milioni di persone. I miei hobby sono nuotare, andare in bicicletta, ballare, suonare il pianoforte e l’arte. Per ora e’ tutto, ci sentiamo presto.”.

DSC_0003 Da cosa nasce cosa. Siamo diventati quasi subito amici. Scrivevo anche ad altri per imparare l’inglese ma con lei c’era un feeling particolare. Le sue lettere arrivavano sempre piu’ frequenti, ed erano sempre piu’ interessanti, era cosi’ curiosa….  Sulle lettere sono presto comparsi dei disegni misteriosi (Riina si era poi iscritta al liceo artistico) forse contenevano dei messaggi che io inzialmente non ho decifrato o a cui ho dato poca importanza. Non ho ben realizzato a cosa stavo andando incontro, ero troppo ingenuo a quei tempi, troppo giovane. Non sapevo che amare vuol dire ascoltarsi, capirsi, conoscersi. Poi sono incominciate le sue poesie, le sue lettere profumate, era impossibile non caderci. Ci separavano migliaia di chilometri ma era come se quelle distanze non esistessero piu’. Incominci a sognare, ad immaginare, fantasticare, forse anche a idealizzare…. e’ un gioco pericoloso… Sara’ come diceva la mia amica Sandra: “La lontananza e’ come il vento, spegne i piccoli fuochi e accende quelli grandi”. Sara’ che quando hai 18 anni hai ancora voglia di rischiare… Sara’ stata la mia passione per viaggiare e sete di avventura… Erano passati solo sei mesi dalla prima lettera di Riina quando decisi che per capodanno avrei preso il treno per andare a trovarla in Finlandia. Decisi per il treno perche’ con il biglietto InterRail per studenti ci sarebbe costato solo 285,000 Lire, se non sbaglio l’equivalente di 200 Euro, un furto oserei dire…. Non me la sentivo di fare il viaggio in macchina e l’aereo era troppo costoso, ma non volevo affrontare quel viaggio di 2,000 km da solo, 53 ore di treno… sola andata… Cosi’ chiesi all’amico Simone se voleva accompagnarmi, che tra l’altro aveva anche lui la passione per la Finlandia… Solo che lui non aveva il coraggio di andare a chiedere a sua madre se lo lasciava affrontare un viaggio del genere: “Non ti preoccupare, le vado a parlare io….” gli dissi. Ricordo ancora la tensione di quando andai a casa di Simone per svelare a sua madre il nostro piano…. “Non si preoccupi Signora, si fidi di me, andra’ tutto bene….” e alla fine fortunatamente non riusci’ a dirci di no…. Non ricordo fosse stato un problema invece chiedere il permesso ai miei genitori, che fortunatamente per queste cose non mi hanno mai ostacolato e di questo gli sono molto riconoscente. ….e cosi’ il gioco era fatto… Eravamo cosi’ felici quando io e Simone realizzammo che il nostro sogno di andare in Finlandia si sarebbe avverato!! Ricordo ancora l’emozione dei preparativi….

26 Dicembre 1987, sette del mattino, stazione di Alessandria. A Simone la sera prima avevo detto: “Puntuale, mi raccomando.” Quando e’ arrivato non c’era quasi nessuno, era ancora buio. Indossavo una giacca di jeans imbottita, avevo sulle spalle un zaino rosso e blu con dentro una bottiglia di spumante di Malvasia e lo stesso cappello di quella foto in Francia.  Non potevano mancare una scorta di cassette di musica da ascoltare durante il viaggio tra cui Selling England by The Pound dei Genesis che avevo comprato da poco.  Quando il treno e’ partito ricordo che fu un momento emozionante. In mattinata arrivammo alla stazione centrale di Milano. Abbiamo aspettato qualche ora poi siamo saliti sul quel treno fermo sui binari, destinazione Amburgo. Fu un lungo viaggio, attraversammo le montagne della Svizzera, poi quasi tutta la Germania. Qualche Italiano c’era e verso sera eravamo rimasti ormai gli ultimi passeggeri di quel treno. Non potevamo non fare amicizia con alcuni di loro. C’era anche Luca, ma ci sembrava un tipo antipatico e lo inizialmente lo evitammo. Ricordo che parlammo invece con due ragazzi che erano partiti da Trento. Uno di loro, non ricordo il nome, diceva che riusciva a riposarsi dormendo solo 15 minuti, lui lo chiama “Il pisolo tattico“. Mi e’ rimasto talmente impresso quel termine che uso quell’espressione ancora oggi. Mentre il treno entrava lentamente nella citta’ di Amburgo dove saremmo scesi tutti, io e Simone ci sentivamo ormai immersi nella nostra avventura. All stazione avevamo il tempo di fare quattro passi, ma non ci allontanammo troppo, a quell’ora girava brutta gente. Verso mezzanotte e’ arrivato il treno per Copenhaghen. Erano le prime ore del mattino quando alcune guardie della dogana Danese entrarono nello scomparitmento aprendo la porta di colpo gridando: “Pass control!”. Eravamo a Puttgarden, costa della Germania. Caricarono le carrozze del treno su un traghetto che ci avrebbe portato in Danimarca. Quella notte salimmo sul ponte di quella nave e scattammo questa foto. Simone e’ quello in mezzo.

finlandia

Arrivammo stanchi alla stazione di Copenanghen verso le 6 del mattino, e abbiamo poi dovuto aspettare qualche ora in stazione. Un vecchio alcolizzato che dormiva su una panchina ci spavento’ non poco, ricordo che urlava come un pazzo e tiro’ fuori un coltello. Cercammo di stargli alla larga. Poi verso le 9 salimmo dinuovo sul treno destinazione Svezia. Viaggiammo per circa un’ora e arrivammo a Helsingør dove ci caricarono su un altro traghetto. Oggi quel collegamento via mare non esiste piu’ perche’ negli anni successivi hanno costruito un ponte di otto chilometri che collega la costa Danese a quella Svedese. E cosi’ erravamo ormai in terra scandinava, ma quel giorno ci aspettava un altro lungo viaggio attraverso tutta la Svezia meridionale. Ci vollero circa 8 ore di treno, arrivammo alla stazione di Stoccolma che era ormai erano le 6 di sera. Non dimentichero’ mai quando io e Simone siamo scesci dal treno. Non avevamo mai visto cosi’ tante bionde e non capivamo piu’ niente…. eravamo come due topolini che si sono imbattuti per caso in un caseificio, anche perche’ avevamo trovato un posto nel quale le ragazze avevano il coraggio di guardarci e sorriderci, incredibile… Ormai rimasti da soli, gli altri italiani li avevamo persi per strada, mancava l’ultimo tratto del viaggio, il traghetto che ci avrebbe portato in Finlandia. L’ufficio informazioni della stazione ci disse che dovevamo prendere la metropolitana par arrivare al terminale. Fu allora, mentre aspettavamo il metro’ alla stazione di Stoccolma che incontrammo dinuovo Luca: “Sai dove si prende il traghetto per Turku?” e con un accento romagnolo ci rispose: “Ma certo, seguitemi, anche io sto andando li'”. E cosi’ diventammo amici, Luca aveva 6 anni e piu’ esperienza di noi, in Finlandia ci era gia’ stato. Ci racconto’ un sacco di cose interessanti… aveva le sue idee e convinzioni ma era un tipo con un grande vissuto, pieno di energie, simpatico, un po’ come tutti i romagnoli, non la smetteva mai di parlare e come tutti i romagnoli era ovviamente un perfetto donnaiolo… Salimmo insieme sul traghetto, la mitica Silija Line. Erano le nove di sera, una band finlandese suonava all’entrata di una bellisima nave bianca. Questa volta l’attraversata sul Mar Baltico era lunga, undici ore e il mattino dopo saremmo entrati nel porto di Turku, la nostra destinazione finale. Ma fu divertentissimo, a bordo di questa nave di 7 piani c’erano vari ristoranti, una discoteca e un night club. Insomma pareva un po’ di vivere il telefilm “The Love Boat”, ve lo ricordate? Mangiammo qualcosa e poi ci buttammo in discoteca. Quella notte conobbi Marianna, una ragazza finlandese. Era molto simpatica e parlava un inglese perfetto. Aveva viaggiato molto nonostante fosse piu’ o meno della stessa mia eta’. Rimasi subito sopreso da quanta differenza ci fosse rispetto alle ragazze della mia eta’ che conoscevo allora. Fu un serata molto divertente e spontanea, non chiudemmo occhio quella notte e il mattino dopo finalmente arrivammo nel porto di Turku. Salimmo su un taxi che ci porto’ in hotel, Luca continuo’ per la sua strada, ricordo solo che ero talmente sfinito dalla stanchezza che mi dimenticai la macchina fotografica sul traghetto….

Siamo arrivati all’hotel Hilton di Turku in mattinata. Avevamo fatto la prenotazione tramite agenzia. Fortunatamente era bassa stagione e la camera costava solo 90 mila lire a notte, che poi avremmo diviso in due. Dormimmo fino alle sei di sera, mi svegliai e fuori nevicava, c’erano 7 gradi sotto zero se non ricordo male. Telefonai a Riina che mi disse che sarebbe arrivata verso sera in hotel poi saremmo andati a mangiarci una pizza. Il grande momento era arrivato, piu’ tardi scesi nella lobby dell’hotel e attesi il momento fatidico…. Ero seduto un divano e guardavo fuori. A un certo punto di fronte all’entrata dell’hotel passa veloce una bellissima ragazza, alta, capelli castani lunghissimi, indossava un cappotto blue. Pero’ non si ferma e prosegue. Passano una manciata di secondi e la vedo tornare indietro. Poi si mette a guardare attraverso la vetrata dell’hotel. Ci siamo guardati e mi ha sorriso, ho capito subito che era lei.Furono 5 giorni vissuti spensieratamente. Ricordo ancora un pomeriggio intero passato su un divano a parlare, poi la sera del capodanno, il brindisi in hotel con la bottiglia di Malvasia, la camminata lungo il fiume Aura la notte di capodanno mentre nevicava. Riccordo la sensazione che provavo quando camminava davanti a me e si girava per sorridermi con un sorriso raggiante e poi quel cioccolatino a forma di cuore che ho trovato una mattina legato con l’elastico dei capelli alla maniglia della porta uscendo dalla camera dell’hotel. Ricordi, non mi accorgevo che stavo vivendo come in un sogno, poi e’ arrivato l’ultimo giorno ed e’ suonata la sveglia, e improvvisamente ho dovuto confrontarmi con la realta’. Certo, avessi l’esperienza che ho adesso avrei saputo esattamente come giocare la partita a mio favore e soprattutto difendermi, quando penso a quei giorni invece e’ incredibile realizzare quanto sono stato ingenuo… Che romantico che ero… e che stupido sono stato nel credere nell’amore platonico… Volevo che fosse mia per sempre, ma eravamo tutti e due troppo giovani, vivevamo troppo distante dall’altra, e poi io ero uno straniero non avrei mai accettato di vivere in Finlandia: “Davide perche’ soffrire?”. Riina, essendo Finlandese sapeva essere fredda, riusciva a controllare le sue emozioni e agire in modo razionale, al contrario di noi Italiani che spesso buttiamo nelle nostre decisioni troppe emozioni  e sentimenti. Pensava che sarebbe stato un futuro infelice il nostro e forse aveva ragione, chissa’… Cerco’ di spiegarmi che avremmo dovuto essere felici in quel attimo, che non si sentiva pronta per una relazione, non aveva mai avuto un ragazzo ed era meglio non rischiare di soffrire amando una persona che non poteva essere presente sempre, ogni giorno. Fu una lezione di vita, di quelle grandi, uno schiaffo alla mia spontaneita’ e ingenuita’. Non ebbe nemmeno il coraggio di accompagnarmi alla stazione la sera della partenza. Fortunatamente al terminale incontrammo dinuovo Luca, il quale cerco’ di consolarmi con le sue eulogie sulle donne, a 26 anni aveva capito gia’ tutto, un maestro di vita. Cerco’ di farmi sorridere durante tutto il viaggio col suo umorismo romagnolo e diventammo grandi amici pur essendo cosi’ diversi. Mi aveva Riina soprannominato Kaupukki Cowboy, il titolo di una serie televisiva finlandese, per quel cappello che portavo spesso in testa. Nonostante il suo supporto fu comunque un viaggio di ritorno terribile. Ricordo ancora quando arrivammo a Chiasso e rientrammo nel territorio Italiano, provai molta tristezza. Anche Luca era triste perche’ si tornava tra le Italiane “che se la tirano e sanno solo fare le sostenute” diceva… Con Riina Åkerman rimasi in contatto e mi venne anche a trovare in Italia dopo qualche anno, ma non fu piu’ la stessa cosa. Sono tornato in Finlandia in treno almeno una decina di volte, e ho provato in tutti i modi di trasferimi da quelle parti, ma ogni mio tentativo falli’ e alla fine capii che dovevo solo accettare il destino, dimenticare (anche se a quanto pare non l’ho ancora fatto, chissa’ perche’…) e metterci una pietra sopra. Cosi’ decisi di andare a studiare negli Stati Uniti, anche perche’ in Italia non ne volevo sapere di stare, anche se molta gente si chiedeva il perche’ e non capiva… Mi sono riletto questo post ieri e penso che spieghi poi cosa e’ successo dopo

Quasi come su gli ‘autoscontri’ delle giostre….

Ma parliamo delle autostrade Cinesi. Una volta passato il casello, ho dovuto presto abituarmi al fatto che chi occupa la corsia di sinistra, per la maggior parte camion, non si sposta di un centimetro e che l’unico modo per sorpassare e’ sulla corsia di destra. Dopo aver preso coraggio pensavo di essere ormai diventato un veterano quando a un certo punto mi e’ successo qualcosa di davvero incredibile. Stavo sorpassando sulla corsia di destra (su una strada a due corsie), quando improvvisamente ho sentito un colpo di clacson e non ho capito da dove arrivasse… Poi improvvisamente mi accorgo che sulla mia destra c’era un pulmino che mi stava sorpassando, ebbene si’, mi stava sorpassando sulla corsia di emergenza dell’autostrada…. Non ci potevo credere, mi e’ venuto quasi un colpo, perche’ sinceramente non me l’aspettavo per non dire altro… Letteralmente stupito trafficoho poi constatato che anche questa fosse una routine per i guidatori Cinesi…Cosi’ ho voluto scattare la foto qui a lato, anche per convincere gli increduli: un camion che sorpassa sulla destra un altro camion e che viene a sua volta sorpassato sulla destra da una macchina sulla corsia di emergenza…!!! Incredibile… Notare, sempre nella foto, il segnale verde di avviso della piazzola di sosta, era distante meno di cento metri…  Non vi dico cosa e’ stato il viaggio di rientro, i camion li lasciano entrare a Pechino solo di notte, potete immaginare che casino c’era per strada…. E’ stato uno zig zag continuo, una sfida all’ultimo centimetro, si’ perche’ ai Cinesi non puoi lasciare il minimo spazio anche quando sei alla guida di una macchina, ti passano davanti senza rispetto e si infilano di prepotenza dove vogliono loro… Impossibile fermarli….

Viaggio a Tianjin

tianjin Per la prima volta da quando sono arrivato in Cina ho fatto un giro al volante di una macchina per visitare una citta’ fuori Pechino. Per il momento preferisco non commentare sullo stile di guida dei Cinesi, argomento tuttavia alquanto interessante, ci tornero’ sicuramente in uno dei miei prossimi post. Parliamo invece di Tianjin, un citta’ di piu’ 10 milioni di abitanti a circa 100 chilometri a sud-est di Pechino. Situata sul fiume Hai, navigabile fino al mare, si tratta della quarta piu’ grande citta’ Cinese e uno dei porti piu’ importanti del paese. Qui vengono smistati container da e per Pechino. Il suo fascino sta nell’architettura delle concessioni occidentali. Le vecchie potenze coloniali Gran Bretagna, Francia e poi Germania ma anche Russia e Italia, che nel 1902 ottenne mezzo chilometro quadrato, costruirono scuole, banche e chiese. E’ stato interessante notare come in questa citta’ siano rimaste tracce di questa presenza occidentale che si mescolano oggi con palazzi molto moderni in costruzione, e vecchie case di stile Cinese. Un mix di architetture anche se non e’ certo di mix culturale che si puo’ parlare da queste parti. Di occidentali ne ho visti pochi, la gente mi osservava cosi’ incuriosita quasi arrivassi da Marte. Tante biciclette pero’ rispetto alla vicina capitale, quindi una citta’ ancora in crescita. E’ stata un’esperienza interessante, ne e’ valsa la pena , mi e’ venuto una gran voglia di fare altre escursioni di questa Cina di cui conosco solo le grandi citta’. Nelle foto potete vedere la zona nord della citta’ e i piccoli negozi che ho visitato nella Via dell’Antica Cultura. Poi la sosta al ristorante per assaggiare la specialita’ locale: i famosi Gou Bu Li Baozi .

Appendere le scarpe al chiodo? Mai…

ginocchio E’ qualche mese che spesso quando cammino ho male al ginocchio. Circa una settimana fa sono stato dal medico il quale mi ha raccomandato di fare una risonanza magnetica e vedere uno specialista. Ho seguito il consiglio e ieri sono stato dal dottor CC Kong, un medico chirurgo di Hong Kong specialista in medicina sportiva. Dopo aver guardato le lastre ho capito subito che mi avrebbe detto qualcosa che probabilmente non avrei gradito. Mi ha detto che il mio ginocchio destro sta dando segni di deterioramento, ho subito troppe operazioni, quattro per la cronaca, e che siccome non ho piu’ il menisco, la cartilagine si sta consumando velocemente, e questo mi sta causando dell’osteoartrosi. Risultato? Secondo il dottore dovrei fare due operazioni, una per pulire il ginocchio dai frammenti di cartilagine e poi fare un trapianto del menisco. Dopodiche’ potrei tornare a fare attivita’ sportiva pero’ per il momento mi ha sconsigliato di correre o fare lunghe camminate. Ci sono rimasto male, non tanto per le due operazioni quanto per il fatto che a volte e’ difficile accettare che gli anni passano e fare sport mi piace anche se qui a Pechino mi sono un po’ impigrito ultimamente. Fortunatamente il dottore mi ha detto che prima di intervenire posso provare a prendere la glucosamina, un farmaco che pare funzioni bene per chi soffre di artrosi. Tornando a casa ieri ero un po’ triste, ma ho pensato a chi sta peggio di me e a quanto sono fortunato, e il morale e’ migliorato. Devo ammettere che mi manca giocare a calcio, a Seattle potevo giocare la domenica pomeriggio una partitella tra amici. Qui invece faccio fatica a convincermi ad andare a giocare con i miei colleghi di lavoro alla sera anche perche’ ultimanente il dolore era fastidioso. Fortunatamente pero’ oggi va un po’ meglio, sembra che le medicine stiano facendo effetto. Non mi arrendero’ cosi’ facilmente e stasera ho fatto una pazzia, ho messo un annuncio sul That’s Beijing che cerco amici per giocare a calcio…. :-)

Comprare casa a Pechino

Ci sono un sacco di cantieri e palazzi in costruzione a Pechino, alcuni di questi molto moderni e lussuosi. Una mia amica e’ in procinto di comprarne uno cosi’ ho fatto un giro insieme a lei, chissa’ che magari un giorno anche io… I prezzi per qualcosa di decente variano tra i 1500 e 4000 euro al metro quadrato, dipende ovviamente dalla zona. Carucci, per i piu’ lussuosi, i prezzi possono toccare un milione di euro per un quattro camere da letto nella zona di Chaoyang. Per gli stranieri esiste pero’ una limitazione, bisogna avere soggiornato per un periodo di almeno un anno in Cina. La regolamentazione impone inoltre che la casa non possa essere utilizzata per scopi diversi da quelli di uso personale. Non potrà essere dunque affittata, né tantomeno utilizzata per fini commerciali.

Shopping a Xi Dan

Questo weekend sono andato a fare shopping a Xi Dan. Ero gia’ stato a Silk Street e San Li Tun, dove tutti i turisti stranieri vengono portati a fare shopping, ma non mi erano piaciuti, qualita’ e design scadenti, vieni assalito dalle commesse che cercano di convincerti a comprare nel loro negozio e poi devi contrattare i prezzi che sono spesso 3-4 superiore al valore reale. Finalmente ho capito dove vanno invece a fare shopping quelli del posto, Xi Dan. Qui i prezzi sono gia’ bassi la qualita’ dei vestiti e’ decisamente migliore e soprattutto e’ c’e’ molta piu’ scelta, ci sono almeno 6-7 centri commerciali, tutti nella stessa zona. Anche l’atmosfera e’ molto piu’ tranquilla, nessuno che ti assale costringendoti a comprare. Sembrava di essere a Hong Kong per certi versi, insomma se venite a Pechino, e volete fare shopping evitate Silk Street e San Lin Tun e provate invece Xi Dan.

Pausa di riflessione

E’ un po’ che non scrivo su questo blog. Mi sono preso una pausa di riflessione, dovevo prendere una decisione importante e mi sono concentrato su me stesso. Riflettere, uscire con gli amici mi ha fatto bene. Ora sto meglio, ho quasi dimenticato tutto cio’ che mi e’ successo in questo brutto mese di Maggio. Ora siamo a Giugno, inizia un altro mese, le giornate sono belle e tutto cio’ che ho passato di negativo ultimamente mi sembra cosi’ lontano. L’estate a Pechino sta per arrivare e non vedo l’ora. Sara’ interessante vivere questi mesi di caldo e di grande intensita’ (vedi Olimpiadi). In estate in Cina non ci sono mai stato, dicono che ad Agosto ci saranno piu’ di 40 gradi, sara’ un esperienza nuova per me… Insomma penso di essermi scrollato di dosso quella brutta energia che avevo accumulato, e quindi……… via!! verso nuove avventure…… :-)