Pechino si sta preparando a festeggiare il sessantesimo anniversario della nascita della Repubblica Popolare. La citta’ sta vivendo proprio in queste ore parecchi disagi dovuti al blocco del traffico di parecchie arterie che portano verso piazza Tiananmen. Questa notte infatti si svolgeranno le prove generali al grande evento che si terra’ il primo di ottobre. Purtroppo pero’ non e’ possibile assistere ne alle prove ne alla parata. Addirittura chi alloggia negli hotel che si trovano nella zone in cui si svolegeranno le esercitazioni di questa notte, dovra’ abbandonare la camere e tornare dopo le 3 di mattina. A me sarebbe piaciuto molto fotografare questo evento, ma sara’ impossibile, sara’ una parata immagino senza spettatori e saremo tutti costretti a guardarcela in TV. Avrei voluto piazzarmi in quelche hotel o bar nei paraggi per provare ad arrivarci col teleobiettivo. Niente da fare. Sara’ una citta’ blindata, ho appena fatto due passi per comprare due cose e lo spiegamento di forze dell’ordine per le strade, poliziotti, militari, vigili, volontari e’ gia’ impressionante e mi ha portato indietro con la mente ai tempi delle olimpiadi. Secondo questo articolo sembra che manco ai piccioni o gli acquiloni sara’ permesso volare. Visti i grandi preparativi di queste ore e l’enorme spiegamento di forze immagino sara’ un evento davvero imponente. Scuole, edifici pubblici, ditte, rimarranno chiuse per una settimana intera, bene per me cosi’ ci si riposa ancora. Immagino ci saranno altre manifestazioni e spero di aver occasione di fotografare molte cose interessanti in quei giorni. Rimanete sintonizzati quindi!
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Chiavari
Quante estati ho passato a Chiavari quando ero bambino. Ero ospite dei miei prozii, Gianni e Dina che hanno vissuto in questa citta’ della Liguria per 53 anni. Oggi sono tornato qui insieme a mia madre e proprio alla ‘zia Dina’ che oggi ha 88 anni. Pensavo oggi che quelli sono stati i miei primi viaggi. Arrivavo qui da Alessandria in treno, ricordo che mi sembravano distanze interminabili. Forse perche’ tornare al mare era sempre una festa e non vedevo l’ora. E che tristezza poi al ritorno perche’ era quasi tempo di tornare a scuola. Con me sul treno spedivo anche una biciclettina che ogni mattina mi serviva per seguire mia zia e arrivare in spiaggia. Percorrevamo quei viottoli che in Liguria prendono il nome di ‘carrugi’, ci fermavamo a far spesa, a comprare la focaccia per il pranzo. Che buona! Oggi ho solo avuto il tempo di fare qualche bagno e di pranzare all’Antica Osteria Luchin, aperta nel 1907, dove si puo’ gustare un’ottima Farinata Genovese.
Il mio paese se ne frega…
Fabiano Ballarin, in arte Inoki e’ un giovane Italiano. Ha scritto una canzone “Il mio paese se ne frega…” che e’ molto indicativa della situazione di degrado che si percepisce in l’Italia di questi tempi:
Il mio paese se ne fotte
di pianti, di lotte,
di quanti stanno al freddo stanotte.
Lo vedo nei programmi elettorali,
nei programmi della tele,
negli inganni quotidiani io lo vedo, man.
E basta aprire un giornale
per accorgersi di quanto sporco c’è sullo stivale, man.
Sinistra o destra è uguale, man,
devi essere legale per servire un criminale, man.
No, io non sono come voi,
io non sono come capre,
io non sono come vuoi,
sono come sono,
ho un cervello, ragiono,
e cerco cerco cerco ma c’è troppo poco buono qui.
Rosso, come il sangue di Giorgiana Masi,
Bianco, come la coca dentro ai vostri nasi,
Verde, come l’erba che la legge nega (oh-oh),
Il mio paese se ne frega.
Rosso, come il sangue di Carlo Giuliani,
Bianco, come la chiesa e le sue lunghe mani,
Verde, come le mmmm della Lega (oh-oh),
Il mio paese se ne frega.
Ascolta, se il mio paese se ne frega,
pure io me ne frego, fanculo,
sparo a zero merde.
Tanto finchè non ci esce un morto
a nessuno importa niente,
si scordano in un giorno.
E lo sai che cosa c’è,
sembra che vivano solo per la pausa caffè.
Non contate su di me,
noi non siamo in questo stato, ombre,
siamo nuovi re.
Siamo gente che alla legge non ci sta,
come il nostro ex-presidente rubo la mia libertà,
non riesco a amare questa società,
quindi se è così che va,
fanculo a quest’Italia.
Guerre tra i poveri,
si divertono a dividerci,
a vederci sempre più in mezzo alla merda e poi deriderci,
si divertono a mostrarci una realtà,
che esiste solamente dentro la pubblicità.
Io non vedo più lavoro,
non vedo più denaro,
non vedo meno schifo,
ci vedo pure troppo chiaro;
io le vedo le puttane sulla strada,
la gente senza casa,
i miei senza un futuro.
Ho gli occhi bene aperti,
politici arrivisti, arretrati, siamo troppo diversi,
io lo vedo come vivono le persone
in questa mia nazione,
perciò rifiuto il vostro tricolore
Autoritarismo
Ritengo che leggere la definizione di Autoritarismo sia utile a coloro che vivono in Italia di questi tempi….
“L’autoritarismo e’ un sistema politico con pluralismo politico limitato e non responsabile, senza un’elaborata ideologia-guida, con un leader o talora un piccolo gruppo che esercita il potere entro limiti formalmente mal definiti ma in realtà abbastanza prevedibili “
E’ una forma di dittatura nel quale il mantenimento e consolidamento del potere si basa in via prealente o esclusiva sulla repressione, poiché, instaurandosi in società tradizionali, il regime non vive la necessità di coinvolgere le masse tramite ricorso frequente e costante alla propaganda. Lascia quindi una certa libertà e autonomia, non avvertendo l’esigenza di controllare tutti gli aspetti della società.
Da un punto di vista prettamente teorico ci troviamo di fronte a un regime autoritario quando l’assetto politico del paese in questione presenti le seguenti cinque caratteristiche:
Pluralismo limitato – Nei regimi autoritari permane una dose limitata di pluralismo sia politico sia sociale, nella misura in cui risultino funzionale alle strategie di mantenimento delle riserve di sostegno politico e di controllo sociale. Nell’esperienza italiana del fascismo, la monarchia e la chiesa andavano a formare proprio questo pluralismo limitato.
Mancanza di responsabilità – Mancanza di necessità da parte di chi detiene il potere di rendere conto al popolo del proprio operato.
Mentalità-caratteristiche – A differenza dei totalitarismi, gli autoritarismi non posseggono ideologie in senso pieno, in quanto il loro campo d’azione è in genere molto più limitato e legato alla convenienza e alla contingenza. Esempi sono: Dio, patria, famiglia, ordine.
Assenza di mobilitazione politica – Il potere centrale non cerca né la mobilitazione né la partecipazione delle masse nella vita di regime. Questo indicatore però non è valido per tutti i regimi autoritari: i regimi autoritari di mobilitazione, come il fascismo italiano, rappresentano in questo senso un’eccezione.
Leader o élite che esercita il potere – Il potere è interamente concentrato nelle mani di pochi o addirittura in quelle di una sola persona.
Potere esercitato entro limiti formalmente mal definiti, anche se prevedibili – Essenzialmente siamo in assenza dello stato di diritto: con limiti mal definiti intendiamo infatti un’alta discrezionalità delle élite al potere.
Suicidi in Cina, il parere dell’esperto
Siccome molti di voi saranno in vacanza o al mare di questi tempi, presumo che probabilmente vi interessera’ poco sapere che ogni anno in Cina vengono commessi tra i 250 e i 300 mila suicidi, un quarto dei suicidi totali nel mondo. In media pare che ogni due minuti un Cinese la fa finita. Eppure, direte voi: “Io non ho mai visto il funerale di un Cinese in Italia”…. beh, nemmeno io che sono a Pechino ne ho visti mai di funerali, pero’ questo non significa niente… E’ invece un aspetto secondo me interessante di questa societa’ che qui i suicidi sono davvero in aumento, nel 2008 quasi del 9%. Questo paese ha vissuto 30 anni di riforme. “E con le riforme la societa’ e’ diventata piu’ complicata – ha affermato il dottor Huo Datong, il primo psicoanalista ad operare in Cina – “l’individualismo e’ diventato piu’ pronunciato e i problemi psicologici sono diventati sempre piu’ seri. Nel breve tempo di una sola generazione, una civilizzazione millenaria come la Cina si e’ trasformata e si dedica oggi ormai quasi esclusivamente alla generazione di profitti, con conseguenze profonde. Valori tradizionali si sono disintegrati, mettendo sotto uno stress immenso il singolo individuo. Nella corsa verso la ricchezza, la cultura del competere l’uno con l’altro mette una pressione incredibile sulle persone. I bambini, che disolito sono figli unici devono confrontarsi con aspettative quasi impossibili da parte dei genitori che pretendono il loro successo. In un paese dove 3 o 4 generazioni fa, si viveva tutti sotto lo stesso tetto e ora i vecchi vengono abbandonati – un crimine quasi impensabile allora – dove dalle campagne, contadini vanno a lavorare nelle citta’ lasciandosci dietro la famiglia e i bambini, la gente vive piu’ isolata. Lo sviluppo economico ha causato la rottura di legami familiari molto saldi. La gente e’ piu’ libera, di studiare, di viaggiare, di divertirsi, di scalare traguardi piu’ alti nella propria carriera. Ma allo stesso tempo molti Cinesi soccombono ad uno spaventoso senso di insicurezza. In passato il Comunismo regolava la vita delle persone, garantendo supporto da quando nascevi fino alla fine. Ora non e’ piu’ cosi’, molti Cinesi si sono come persi”. Una cosa che mi rattrista e’ che sono piu’ le donne che gli uomini, 58% per la precisione. Il suicidio e’ diventato la causa principale di decesso nell’eta’ tra i 15 e i 34 anni. Nelle zone rurali, dove spesso per uccidersi usano i pesticidi, il numero di persone che si toglie la vita e’ di 3-4 volte superiore rispetto alle citta’ dove la tecnica piu’ usata e’ buttarsi giu’ da un palazzo. “I Cinesi sono spesso in conflitto con se stessi e non sanno se scegliere il Comunismo, il Confucianesimo o il Capitalismo. Non e’ come in occidente dove la maggiorparte delle persone ha una religione – spiega il dottor Zhu Wanli – qui anche se vanno al tempio ad accendere l’incenso e’ perche’ sperano cosi’ che qualcuno dall’alto gli possa far guadagnare piu’ soldi” – Un film gia’ visto?
SOHO
Se seguite il mio blog da molto tempo allora ricordete forse questo post e la foto che ho scattato il 6 gennaio 2008 col telefonino, che ripropongo qui accanto, quel muro di una vecchia casa in procinto di essere abbattuta dalle ruspe. Sono tornato oggi in quello stesso punto, poco distante da dove abito. L’obiettivo era documentare cosa e’ stato costruito in poco piu’ di un anno e mezzo. SOHO, una ditta fondata nel 1995 da due soci, Pan Shiyi e Zhang Xin, oggi quotata in borsa a Hong Kong ha costruito qui un centro residenziale di 470.000 metri quadrati. Gli appartamenti di questo centro sono andati a ruba al prezzo di 3500 euro al metro quadrato. Se ho fatto bene i calcoli il valore delle vendite si aggira intorno a un milardo e mezzo di euro. E non ci si ferma qui…
SOHO dal 1995 a oggi ha costruito proprieta’ in Cina per un totale di 1 milione e 690 mila metri quadrati e ne ha in cantiere un altro milione e duecentomila. Ecco, in questa foto potete notare cosa c’e’ oggi al posto di quel muro. I muratori vivono in case prefabbricate antistanti ai cantieri. Arrivano dalle campagne, lavorano giorno e notte per 100 euro al mese o poco piu’, in condizioni al limite dello sfruttamento.
LAN Club
Mio cugino Manuel e Roberta sono qui in vacanza a Pechino da venerdi’ sera ed erano in cerca di ristorante stravagante. L’occasione giusta per ritornare a Lan Club e per parlare di questo locale unico al mondo, che non sapevo fosse una creazione del famoso designer francese Philippe Starck. Stamattina mi sono letto la sua biografia, e’ uno forse uno dei designer piu’ conosciuti al mondo e anche dei piu’ eccentrici. Il grande salto lo ha fatto nel 1982 dopo aver arredato l’appartemanento dell’allora presidente francese François Mitterrand. Lan Club si estende su 6000 metri quadrati, puo’ ospitare fino a 1200 clienti, con 35 sale VIP, ed e’ un investimento di 30 milioni di euro del magnate Cinese Zhang Lan, propietario di South Beauty una famosa catena di ristoranti a Pechino e Shanghai. Dopo la cena una delle camererie molto gentili ci ha fatto fare un tour del locale, mostrandoci la sala dove ha cenato Tony Blair.
Caro Berlusconi
Ti scrivo cosi’ mi distraggo un po’. Nella tua conferenza stampa di riepilogo dell’attivita’ del 7 Agosto hai detto al popolo Italiano che “nessun Governo ha mai fatto tanto in 14 mesi di vita”. Hai poi aggiunto che con 34 miliardi di ammortizzatori sociali, siete riusciti a “mantenere la pace sociale nonostante la crisi” e che “nessuno e’ stato lasciato solo”. Caro Berlusconi, mi spiace scriverti questa lettera per dirti che di una persona ti sei, aime’, dimenticato. Si tratta di mia sorella, che ha perso il lavoro a Giugno. Ha subito fatto domanda per la cassa integrazione e inizialmente le hanno detto che i soldi le sarebbero arrivati solo a Settembre. Ma oggi le e’ stato comunicato che i soldi arriveranno addirittura a Gennaio. Per non parlare della modica somma che ricevera’ (sempre se non ci saranno altri ritarti), 800 miseri euro. Caro Berlusconi, perche’ non racconti la verita’ alla gente del tuo paese che tu rappresenti?
Inter-Lazio 1-2
E’ stata una bella partita. Serata caldissima, umidita’ 80%, e spalti non completamente gremiti ma con una bella coreografica di pubblico, esattamente un anno dopo la serata di apertura delle Olimpiadi, che nostalgia… Quello che non leggo sulle cronache dei giornali Italiani e’ che il nostro calcio ha qui in Cina molti tifosi, e gli Interisti sono davvero tanti. E ieri sera purtroppo sono rimasti a bocca asciutta. Peccato per loro, io comunque tifavo Lazio perche’ mi piace tifare per il piu’ debole, ma anche per solidarieta’ nei confronti del mio amico Claudio di Roma che vive tra i cactus in Arizona. Mi aspettavo una vittoria facile da parte della squadra nerostellata e invece il calcio riserva sempre tante sorprese inaspettate, e soprattutto premia giustamente chi ci crede di piu’. Ritmi blandi all’inizio, un primo tempo quasi da sbadigli. Poi nel secondo tempo l’Inter si sveglia, forse un po’ troppo tardi, pero’ la fortuna ha voluto che la palla finisse dentro per la Lazio con un gol ‘di faccia’ da parte di Mutuzalem. Dopo qualche minuto la pugnalata di Rocchi che ha quasi zittito lo stadio, un bel pallonetto che trova Julio Cesar fuori dai pali probabilmente impegnato a guardare gli areoplanini che volano, passatempo interessante degli spettatori Cinesi che li lanciano dagli spalti e alcuni riescono ad arrivare fino a metacampo! Inter-Lazio 0-2 in pochi minuti. Finale emozionante con l’Inter a tre punte che assedia la porta di Muslera, riesce a segnare un goal, ma la Lazio si difende coriaceamente e al fischio finale si porta a casa la coppa. L’Inter ha un sacco di talenti molto virtuosi, ma la Lazio e’ piu’ squadra compatta, vecchio stile, quindi complimenti per la vittoria secondo me meritata. La Lazio vince secondo me anche nelle dichiarazioni degli allenatori nel dopo partita.
Davide Ballardini (Lazio):
”L’avventura a Pechino è stata meravigliosa perchè ci ha permesso di conoscere un’altra cultura, ci ha arricchito dal punto di vista umano, abbiamo potuto vedere come le persone lavorano da queste parti e rispettano gli altri, un bel bagaglio di esperienza”
Mourinho (Inter):
“Dimostrate di non capire nulla di calcio. Dalle vostre domande – si è rivolto ai giornalisti Cinesi – sembra che abbiamo giocato una partita orribile…”.
La stanza dei bottoni
Secondo Wikipedia la “stanza dei bottoni” e’ un’ espressione che serve ad indicare “il luogo dove si comanda”. Invece a me viene in mente un’altra cosa. Qui a Pechino ci sono persone che lavorano in una stanza molto piccola, con tanti bottoni, sto parlando dell’ascensore. C’e’ chi e’ vestito bene, e deve stare in piedi tutto il tempo, e chi puo’ invece permettersi un seggiolino, ma il compito e’ lo stesso. Passano l’intera giornata li’ dentro, a premere il bottone corrispondente al piano a cui tu vuoi andare. Non penso che guadagnino piu’ di un euro all’ora. Chi, quale persona, nei paesi occidentali accetterebbe un impiego del genere? Non penso nessuno, forse manco i piu’ disperati. Meglio la fame piuttosto che una tale umiliazione. Eppure qui loro non battono un ciglio, almeno apparentemente, qualcuno li ha messi li’ e loro eseguono gli ordini, in alcuni casi sorridenti. A che pro? Non si capisce bene. Risparmiare a qualcuno l’onere o la fatica di premere il bottone dell’ascensore? Mah… rimango perplesso e un po’ triste per loro, pensando che c’e’ gente piu’ fortunata che fa un’altra vita e guadagna ben altri stipendi, e magari non e’ mai felice.
Guanxi
E’ tanto che voglio parlare di ‘Guanxi’, un termine Cinese che significa ‘Relazioni’. Il Guanxi e’ una parte fondamentale della cultura e dello stile di vita dei Cinesi, ed e’ indispensabile conoscere di cosa si tratta per qualunque occidentale che voglia intrapprendere delle relazioni d’affari con i Cinesi. A dire il vero pero’, noi Italiani, e i popoli di orgine latina in generale, partiamo da una posizione di vantaggio rispetto ad altri perche’ ci sono degli elementi del Guanxi che esistono anche nella nostro universo culturale. Il Guanxi è in pratica un sistema di reciproci scambi di favori, cioe’ io do una mano a te e tu la dai a me, e una mano lava l’altra per intenderci… Per esempio, io ti porto fuori a cena, ti faccio dei regali, e tu sei hai dei clienti per il mio business me li presenti e cosi’ diventeremo grandi amici. Oppure, per esempio un Cinese potrebbe avere un familiare che cerca lavoro e usare quindi le persone che fanno parte del suo Guanxi per trovargli un impiego, la nostra “raccomandazione” per interderci. Per altri versi pero’ un mondo distante dalla fisolofia piu’ trasparente e meritocratica che esiste nei paesi di origine Anglosassone come l’America. Al favore ricevuto quindi non occorre subito ricambiare, ma la necessità di scambio che prima o poi emergerà, dovra’ essere puntualmente onorata, se si vuole ovviamente rimanere all’interno del gruppo di relazioni o Guanxi, che ognuno si crea cosi’ laboriosamente.
Perche’ e nato il Guanxi? In passato per i Cinesi la vita era tutta programmata, era il sistema che decideva per loro. Prima la Cina si aprisse alle riforme che hanno portato questo sviluppo, come in qualsiasi paese comunista vivano tutti come delle macchine, in un mondo dove ogni innovazione e cambiamento veniva visto con poco favore, dove se uno aveva un occupazione o una posizione sapeva che molto probabilmente l’avrebbe mantenunata invariata per il resto della sua vita.
Riporto qui sotto alcunia passi tratti dal libro “in CINA per affari” di Giuseppe Pisi, molto interessanti.
“Talvolta si dice che il cinese è un uomo che ha attorno a sé tanti strati lamellari, come la cipolla. Il primo strato il più vicino, il più importante e forte, è costituito dalle relazioni familiari che vedono i genitori al posto più alto, poi il fratello maggiore, quindi gli altri fratelli e membri della famiglia. Un secondo strato è costituito dai compagni di studio, seguono poi gli strati degli amici, dei colleghi. Il tutto costituisce un cerchio immaginario che circonda ogni cinese e nel quale tende ad identificarsi. Il resto del mondo rimane all’esterno di questo cerchio, quasi come non esistesse.
Il saltare le code, il non concedere precedenze, la tendenza ad ammassarsi per raggiungere il proprio obiettivo incuranti degli altri, nelle strade, ne sono visibili quotidiane conseguenze, non è un problema di educazione ma piuttosto di intimo sentire. Noi occidentali talvolta, tendiamo magari a trattare meno bene gli amici e meglio le persone poco conosciute, perché tanto gli amici ci conoscono e capiscono. Il cinese mai, la sua rete di relazione è il suo mondo.
Guanxi è un sistema di relazioni che tende per sua natura ad essere
permanente, mentre nel nostro mondo occidentale, una volta ottenuto un favore, si tende a ricambiarlo immediatamente, magari a monetizzarlo, e tutto finisce lì. La rete di relazioni che ciascun cinese si crea con pazienza ed estrema cura, rimane invece aperta, come una solida struttura, diventa occasione di identità,
una certezza da mantenere per sempre.
In un sistema sociale dove senza godere di relazioni, fino a solo qualche anno fa, non si poteva neppure acquisire un biglietto per il treno, o per il teatro, o magari un maggiore o miglior spazio in ufficio, o più idonee mansioni di lavoro, oppure sigarette od alcolici per chi ne sentiva il bisogno, o visite specialistiche e cure speciali, si comprende bene quale ruolo abbia rivestito e continui a rivestire questo atteggiamento culturale.
L’occidentale deve comprendere il Guanxi nella sua realtà, accettarne le regole ed alla fin fine lo apprezzerà come una forma di onesta solidarietà.”
Il caldo fa brutti scherzi…
Ieri sera, era mezzanotte passata, improvvisamente ho incominciato a sentire delle urla di una ragazza che venivano da fuori. Mi sono avvicinato alla finestra e l’ho aperta. In lontananza ho visto una ragazza in piedi, ferma, in mezzo al traffico a tre corsie. Camicia bianca, minigonna di jeans, tacchi alti, capelli lunghi, sembrava che fosse carina e che volesse proprio farla finita. Urlava, poi improvvisamente smetteva rimanendo immobile, sperando forse che le macchine la mettessero sotto. Sono rimasto ad osservarla per un bel po’, sperando che qualcuno la fermasse o le dicesse qualcosa, invece niente. Alcuni passanti si sono messi a guardarla, le macchine riuscivano a schivarla. Sembrava destinata a vivere insomma. Poi quando e’ arrivata la polizia ci ha provato con piu’ insistenza, mettendosi a correre incontro al traffico. Una macchina a un certo punto ha inchiodato ed e’ riuscita a fermarsi in tempo ad alcuni centimetri dalle sue gambe. Mi sono spaventato. Poi finalmente il guidatore di un carro-attrezzi e’ sceso, l’ha abbracciata costringendola a dirigersi verso i poliziotti che l’hanno caricata in macchina. Quale sara’ il suo destino? E come mai era fuori di se’ a tal punto da urlare come una forsennata, sperando di morire o di farsi del male? Chissa’ forse una storia d’amore andata male, un tradimento, un’ attrazione fatale, o forse il caldo eccessivo? Peccato, avrei voluto scendere io in strada, cercando di convircerla a non commettere un errore cosi’ grosso ma non e’ ho avuto il coraggio. A dire la verita’ non e’ la prima volta che mi capita di assistere a situazioni che mi intristiscono da queste parti. Proprio qualche settimana fa, poco distante da dove la tipa ha tentato di suicidarsi, ricordo che mentre stavo camminando una sera per andare in discoteca, ho sentito improvvisamente una donna gridare sull’altro lato della strada. Il suo uomo, un tipo tarchiato, grassottello a torso nudo era su tutte le furie e le stava rifilando pugni e schiaffi in faccia. Li’ ero gia’ pronto per intervenire, il problema e’ che purtroppo era impossibile attraversare la strada per via delle barriere di metallo che separano i due sensi di marcia. Mi ero gia’ incamminato per fare il giro e arrivare sul posto quando la tipa e’ riuscita a scappare prendendo un taxi. Uno spettacolo davvero poco edificante che mi ha messo davvero di cattivo umore quella sera. Sara’ pure il caldo che fa brutti scherzi, ma e’ anche vero che l’amore se non stai attendo puo’ anche ucciderti…
E’ finita di Facebook e Twitter
I media internazionali hanno dato poco risalto alla cosa a quanto pare ma per chi come me che ha quasi 120 amici su Facebook molti dei quali sono sparsi per il mondo, non e’ una situazione molto simpatica direi…. L’altro giorno volevo mandare un messaggio a John, un amico di Seattle, e mi ero accorto che Facebook non funzionava ma “non me la sono data”, ho pensato a qualche problema tecnico. Invece poi l’altra sera sono andato a cena con Susan e mi ha dato la notizia. Inizialmente non aveva nemmeno il coraggio di parlarne, mi ha accennato di una decisione che ha fatto molto discutere i Cinesi sulla rete, ma non mi voleva dire niente. Incuriosito di cosa si trattasse ho dovuto insistere un bel po’ finche’ a un certo punto quasi imbarazzata lo ha ammesso: Facebook non e’ piu’ accessibile in tutta la Cina, stessa fine per Twitter. Un peccato. Non si capisce bene il perche’, forse le rivolte nello Xinjiang con piu’ di 150 morti, hanno portato il governo a chiudere questo canale di comunicazione nel tentativo di calmare le violenze, o isolare gli ‘”istigatori”. Cosa che tutto sommato potrebbe anche essere comprensibile, sta di fatto che pero’ in questa zona della Cina, che mi sembra per lo piu’ abitata da gente abbastanza povera, non penso siano tanti quelli armati di computer e non so quanto Facebook, o Twitter, possano influire negativamente sulla stabilita’ di questa regione. La censura di questi due siti la ritengo dunque una totale idiozia.
Rispetto per i Diritti Umani
E’ cio che il nostro presidente Napolitano ha chiesto al presidente della Cina Hu Jintao in visita a Roma in questi giorni. Ieri sul canale 9 della CCTV, le news hanno parlato ampiamente dei dettagli di questo importante incontro tra i due capi di stato ma chissa’ come mai si sono dimenticati di riportare questa esplicita richiesta del nostro presidente: rispetto per i diritti umani. La cosa mi ha mandato su tutte le furie. Ma come? Perche’ nascondere la verita’? E’ terribile questo. Poi stamattina ci ho ripensato. Perche’ mai dovrei arrabbiarmi? La parola ‘diritto’ e’ una cosa che il Cinese non riesce a comprendere. Ci provo spesso a farglielo entrare in testa ma e’ sempre fiato sprecato. In una societa’ in qui sono tutti dei soldati che cosa centra il diritto? Provate voi a immaginare un paese o una societa’ in cui tutto avviene perche’ qualcuno esegue degli ordini che non si possono minimamente discutere. Ecco questa e’ la Cina, la Cina che non pensa, che si rifiuta di pensare perche’ e’ sempre e solo concentrata ad eseguire. La cosa piu’ incredibile e’ che non riescono a comprendere nemmeno i diritti piu’ basilari, tipo quello di poter attraversate le strisce pedonali, o il diritto di dare la precedenza di quando sono al volante di un veicolo. Passa solo chi arriva per primo o e’ il piu’ forte, che non e’ quasi mai il pedone. E’ chiaro che se attraversasse la strada Hu Jintao on un importante figura Cinese si fermerebbero tutti, ma non perche’ si tratta di rispettare un diritto, ma per sudditanza mentale. Che peccato. Ci vorranno intere generazioni per cambiare questo atteggiamento, anche perche’ la maggiorparte della popolazione Cinese e’ povera, contadina, retrograda, senza educazione scolastica, insomma indietro, molto indietro. Un peso incredibile da mascherare per lo sviluppo economico di questa civilta’ che ha retto meglio di altri paesi alla recessione, ma che dimostra purtroppo ancora tantissimi limiti.
Non c’e’ piu’ niente da fare…
“Si’ e’ vero, il governo Cinese controlla i 12 canali televisivi della CCTV” – mi ha detto Selina che ha lavorato per la CCTV per molti anni. “Controllano tutti i testi e cio’ che viene detto prima che i programmi vadano in onda”. Sorrideva, tranquilla, cosi’ le ho chiesto: “Ma non ti preoccupa questo?” e lei “No, perche’ il salario era buono. Poi quando lavoravo come inviata speciale spesso la gente che incontravo, sapendo che lavoravo per la CCTV, mi dava delle buste rosse con dei soldi dentro perche’ io parlassi bene di loro nei servizi televisivi”. Ho provato a insistere “E questo assolutamente non ti preoccupa?”. Continuava a sorridere come se niente fosse.
Ultras Cinesi
Il mio appartamento dista solo poche centinaia di metri dallo stadio di calcio dove ogni settimana gioca la squadra locale. La partita e’ sempre di sera dopo cena, e ultimamente la squadra e’ in testa al campionato, cosi’ quando i tifosi escono se ne vanno per le strade in corteo bloccando il traffico con cori, bandiere, tamburi, gridando “Sha bin!”. Quando li ho visti e sentiti passare sotto casa per la prima volta sono rimasto sorpreso, vedere una marea di gente in corteo, in assembramento stile ultras, non pensavo mi sarebbe mai capitato in questo paese e invece…. E’ un segno che se vogliono urlare al cielo quello che pensano sono capacissimi di farlo… A buon intenditor poche parole.
In mezzo ai Mongoli
Sono successe tantissime cose in questi ultimi dieci giorni, tutte davvero interessanti. Ma andiamo con ordine, partiamo dallo scorso weekend quando con i miei colleghi di lavoro ci siamo trovati la domenica mattina di fronte alla sede di Microsoft per una gita di due giorni organizzata dalla nostra ditta. Destinazione un piccolo villaggio nella Mongolia Interna, una regione autonoma della Repubblica Popolare Cinese, al confine con la Mongolia, quella vera…. Qui la chiamano molto piu’ semplicemente “Grassland” ovvero la “Terra dell’Erba.” La zona e’ a circa 4-5 ore di macchina a nord di Pechino con una popolazione, in parte di razza mongola, dedita all’allevamento nomade di cavalli e ovini. E’ stata un esperienza diversa dal solito, a tratti divertente, un’ occasione per “fare morale” con i colleghi, che e’ l’obiettivo di questi viaggi aziendali. Pero’ non nego che si e’ rivelata un po’ un flop. Nell’hotel il bagno era un disastro, niente acqua calda, per non parlare della camera da letto. Un freddo terrificante senza riscaldamento, ho dormito su una mezza asse di legno, senza nemmeno le lenzuola. Solo un vecchio piumone e due cuscini ammuffiti. L’unica nota positiva l’agnello cotto sulla brace alla spiedo. Buono ma per mangiarlo niente piatti, forchetta o coltello, ci si serve da soli strappando pezzi di carne con le mani mentre cucina sulla brace (come si vede dalla foto). La regola e’: “Se risci a staccarne un pezzo vuol dire che e’ cotto”. Visto che tutti usano le mani, a richio anche di scottarsi, piu’ che cotto a me sembrava “condito”…. Per non parlare del risveglio l’indomani mattina, durante la notte un temporale si e’ abbattuto nella zona quindi niente corrente elettrica e quindi nemmeno acqua fredda. Siamo scappati di corsa, veloci come il vento, l’arrivo a Pechino con conseguente doccia, e’ stata come la liberazionea da un incubo…
Che Magnata….
Ho trovato un mercatino del pesce, seminascosto, nei locali sotterranei di un piccolo centro commerciale nel quartiere Coreano. Non chiedetemi come si chiama… Vivi mi ha dato un bigliettino da visita con l’indirizzo e ci sono dovuto andare in taxi. Ho trovato un po’ di tutto, c’erano dal salmone alle tartarughe, dalle cicale alle lumache, dalle vongole alle ostriche. Uno avrebbe potuto pensare: “Ma chi si fida di sti Cinesi a comprare sta roba?”. Invece ho cercato di non commettere l’errore e mi sono messo a girare per le bancarelle. Guarda che ti riguarda mi sono comprato un granchione di quasi un chilo per 5 euro, poi ho trovato 5 bei gamberoni freschi per 3 euro e mezzo, e 4 belle cappesante ancora vive (la tipa le ha poi aperte per me spiegandomi come riconoscere il maschio dalla femmina) per la bellezza di 1 euro. Totale della spesa 9 euro, pesce freschissimo e buonissimo. Ho mangiato pesce per due giorni, da leccarsi i baffi…. C’era anche una bella arragostona ancora viva che scodinzolava nell’acquario e ho chiesto in cinese: “Quella quanto costa?” e il pescivendolo: “44 euro al chilo”, sfido che sarei riuscito a contrattare e abbassare il prezzo ma ho preferito aspettare quando verra’ a farmi visita mio padre… hehe…
Lo Specchio Infranto
Pubblico di seguito questo bellissimo articolo di Curzio Maltese uscito su Repubblica, di cui vi do anche il link per ragioni di Copyright. L’ho copiato sul mio blog per paura che un giorno andasse perso, non me ne voglia l’autore….
Ma che effetto avrà fatto agli italiani vedere in mondovisione il presidente del Consiglio costretto a discolparsi di non andare con le minorenni? Dice proprio così, “Non è vero che frequento le minorenni”. Come sostiene non un passante, un avversario politico senza scrupoli, un giornalaccio scandalistico, un sito di gossip, ma la madre dei suoi figli. Eccolo, il premier più popolare del mondo, secondo i suoi stessi sondaggi amato dal 75 per cento degli italiani, ma compatito, con punte di disgusto, dalla donna che gli sta accanto da trent’anni. Perché, sostiene Veronica, “è una persona che non sta bene”.
Eccolo, il re nudo, con i suoi settantadue anni e i capelli nuovi, il cameraman di fiducia, nel salotto amico, mentre spiega che figurarsi se lui frequenta le ragazzine, come sostiene Veronica. Figurarsi se voleva candidare le veline all’europarlamento. Figurarsi se Veronica, che gli sta accanto da trent’anni, conosce la verità. Figurarsi, d’altra parte, se lui candida qualcuno per altri meriti che l’impegno negli studi, la competenza, l’idealismo, come del resto “nel caso di Gelmini, Carfagna, Brambilla…”. Ma si capisce, certo.
Nella sempre spettacolare parabola di Silvio Berlusconi questo rimarrà il vertice. Ma stavolta non è stato lui a scegliersi la scena e neppure la parte. Lo ha costretto la moglie. L’unica persona vicina a infrangere lo specchio e a rompere il muro dell’omertà, retto per tanti anni da centinaia di schiene di cortigiani politici, giornalisti, avvocati, amici, disposti a chiudere un occhio, due, tre in tutti questi anni sullo scempio di legalità e moralità. E lui ha dovuto andare in televisione, in mondovisione, a raccontare che sua moglie è male informata sul marito, vittima di un complotto della sinistra, dei giornali di sinistra, di Repubblica. “Non a caso Repubblica”. Vero. Da chi doveva andare Veronica, in un paese classificato nella libertà di stampa dietro al Benin, dove il marito controlla gran parte dell’informazione? Non c’era molta scelta. Neppure Berlusconi ha fatto una scelta originale, andando da Vespa per riparare i danni dell’attacco dei vescovi. Dove, sennò?
La claque lo sostiene, lo applaude a ogni passaggio della difficile arrampicata di sesto grado sugli specchi, sullo specchio del volto gigantesco di Veronica alle sue spalle. Sembra una scena di un film di Fellini, la Donna stupenda e immensa, e l’omino laggiù, una formica, che si dibatte in alibi puerili, strepita innocenza, sputa minacce. Gli spettatori italiani, dopo tanti anni di teleserva, non faranno più caso all’atteggiamento di Bruno Vespa, accondiscende fin dal titolo. Il più surreale mai escogitato da Vespa: “Adesso parlo io”. Adesso parla Berlusconi? Perché, gli altri giorni degli ultimi quindici anni? Tuttavia, tanto per dare un’idea vaga di giornalismo, bisognerebbe ricordare il genere delle questioni poste a Bill Clinton dal suo intervistatore per il caso di Monica Lewinski (peraltro abbondantemente maggiorenne). Queste: quando, dove e come vi siete conosciuti? Quante volte vi siete visti in seguito? I genitori erano al corrente del vostro rapporto e in quali termini? E’ venuta a trovarla a Washington (a Roma)? E’ andato a trovarla a casa di lei? Dove dormivate? Avete avuto rapporti sessuali? Di che tipo? Quante volte? Quante volte completi? E Bill Clinton ha risposto a tutte le domande, senza citare neppure alla lontana una teoria del complotto. Alla fine è andato a scusarsi da sua moglie, nel salotto di casa, non nel salotto televisivo del ciambellano. Ha chiesto perdono a sua moglie, che aveva offeso. Si è ripresentato all’opinione pubblica quando lo ha ottenuto, dopo aver ammesso nel dettaglio più intimo e vergognoso le proprie colpe. Così accade in un paese democratico e civile.
Forse a Silvio Berlusconi sarà bastato passare una sera dall’amico Vespa, nel calore della claque, per ricominciare da domani come nulla fosse. Magari bisognerà pure rassegnarsi, con realismo, a capire che in questa storia l’unica che non potrà più liberamente andare in giro per le strade di questo paese è la vittima, Veronica Lario. Già inseguita dalla muta dei cani che hanno appena cominciato a delegittimarla in tutti i modi.
Energia Alternativa in Cina
La Commissione Nazionale per lo Sviluppo e Riforme del governo Cinese ha annunciato che gli investimenti in Energia Alternativa saranno di gran lunga superiori a quanto era stato pianificato in precedenza. Nel 2007 infatti le previsioni erano che entro il 2020 la Cina avrebbe installato impianti di produzione di energia elettrica con pannelli solari per 1,800 Megawatt. Questi numeri sono stati recentemente rivisti e le previsioni sono oggi che gli investimenti nel solare potranno essere da 5 a 10 volte superiori. Wang Zhongying, durante una conferenza tenutasi a Shanghai sul solare ha detto. "Entro 2020, potremmo anche raggiungere 10,000 Megawatt o forse anche piu’." Lo stesso vale per energia eolica, le previsioni sono di arrivare a 30,000 megawatt di produzione, sempre entro il 2020. Oggi, l’80 per cento dell’energia e’ prodotto usando il carbone. Trovo positivo che la Cina stia pian piano capendo quanto sia importante utilizzare metodi di produzione meno inquinanti nel rispetto dell’ambiente.