L’amore a volte e’ come fumarsi una sigaretta. L’accendi, fai qualche tiro veloce perche’ magari era troppo tempo che non fumavi. Poi un tiro dopo l’altro arrivi al mozzicone, che sistematicamente dovrai buttare da qualche parte. Altre volte invece penso che l’amore sia come camminare a piedi nudi su una lunga spiaggia, una spiaggia senza fine. Pero’ cammina, cammina arrivo sempre al punto in cui mi sento stanco. Cosi’ mi fermo e accendo un’altra sigaretta….
Rock and Pop
Lo scorso weekend c’erano parecchi concerti di musica pop e rock nei vari parchi di Pechino. Dopo 3 anni di attesa e’ tornato il MIDI festival, una kermesse musicale di quasi 100 gruppi Rock. Nonostante il mio passato da rockettaro pero’, Sunny mi ha convinto ad assistere al Pop Music week che si e’ tenuto a Chaoyang Park, giunto alla quinta edizione, un altro segnale che gli anni passano. Ero uno dei pochi stranieri tra il pubblico e una TV locale e’ venuta subito ad intervistarci: “Conosci qualche artista cinese famoso?” mi hanno chiesto. Figuraccia perche’ in quel momento non mi veniva in mente nessuno. In realta’ mi piace molto Wang Fei. Il concerto non male, mi e’ piaciuta soprattutto una band giovane di Taiwan, i Magic Power. E’ stato il primo concerto di musica leggera a cui ho assistito senza che qualcuno attorno a me si fumasse uno spinello. Bello, tante famiglie coi bambini. Un’altra atmosfera rispetto a quello che si e’ soliti assistere nel mondo occidentale in questo tipo di manifestazioni. Mi e’ venuto in mente il primo concerto a cui ho assistito in vita mia. Avro’ avuto 12-13 anni, ero in vacanza a Bibbione con i miei e un gruppo di amici di famiglia. Se non sbaglio andammo a vedere un concerto di Lucio Dalla. Ricordo ancora, mentre camminavo su quel prato in uno stadio, lo strano odore di erba bruciata che si sentiva nell’aria e il mio stupore in quanto non riuscivo a darmi una spiegazione. Quindi tanto di cappello alla Cina che, almeno per il momento, riesce a mantenere sani gli spettatori di questi eventi musicali. Anche se a dire il vero non e’ tutto oro quello che luccica, uno dei cantanti che si e’ esibito al concerto e’ finito dentro in passato per essere stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti. Tutto il mondo e’ paese insomma. Intanto una controversia abbastanza interessante pare stia facendo discutere di questi tempi. Il leggendario Bob Dylan ha di recente cancellato la sua tourne’ in Asia accusando il governo Cinese di non avergli dato il permesso di suonare. In realta’ sembra invece che nonno Bob abbia chiesto un cache’ troppo alto, 250 mila dollari, e che il suo promoter volesse farci una bella ‘cresta’ sopra, pare volesse 400 mila dollari, cifra che gli organizzatori non sarebbero riusciti a far rientrare con la vendite dei biglietti per il concerto. Leggetevi la storia qui, un altro esempio di quanti pregiudizi esistono ancora nei confronti della Cina.
BBQ with the team
Scampagnata con il mio team oggi con tanto di grigliata. Non sapevo che a Pechino si potesse affittare tutta l’attrezzatura necessaria e finire in mezzo al verde in un posto tranquillo a farsi un bel BBQ. La gita era gia’ mezza in programma ma quando i miei colleghi hanno saputo che ero davevero interessato alla cosa hanno pure affitato il pulmino con l’autista. E’ stata davvero una giornata allegra e divertente, con mangiata colossale. Ci voleva.
Sognando Seattle
Ho fatto un sogno strano stanotte. Ho sognato che mia zia Lucia mi ha chiesto quale fosse la strada piu’ bella a Seattle. Non sono riuscito a risponderle, mi sono commosso pensando a Seattle e sono scoppiato a piangere. Mi sono svegliato di soprassalto e avevo le lacrime agli occhi. Non riuscivo a capire perche’. Poi piu’ tardi nel letto ho pensato che fosse la Highway 99 il mio percorso preferito. Mi piaceva soprattutto un tratto che da sud va verso nord, tra il West Seattle bridge fino al tunnel che porta poi al Seattle Center. In quel tratto la Highway diventa una sopraelevata e nei giorni di sole si ha un panorama fantastico. A destra lo skyline di Seattle (foto in alto), e a sinistra il mare con le montagne sullo sfondo, a volte con le cime innevate (foto in basso). Quante volte ho percorso quel tratto la domenica, mentre andavo a giocare a calcio con gli amici pensando: che bella che e’ Seattle. E’ strano perche’ di solito Seattle e gli Americani non mi mancano, mi mancano gli amici Italiani di Seattle questo si’, perche’ a diversita’ di Pechino li’ ne avevo tanti e alcuni erano amici del cuore. E forse e’ un po’ anche la voglia di farmi una partita a calcio, che e’ un sogno riccorrente per me. Chissa’ cosa ha cercato di comunicarmi quel sogno e cosa si e’ mosso dentro di me. Forse e’ stato Alexis che mi ha scritto un email da Miami cercando di convincermi di mollare tutto e tornare a suonare. Sarebbe bello. Ma tornando ai sogni, so benissimo che spesso si tende a desiderare cio’ che non si puo’ avere. E’ quando si ottiene cio’ che si desidera spesso si tende poi a non apprezzarlo e si desiderano altre cose. E’ nomale e non e’ facile mantenere un equilibrio e accettare che nella vita non si puo’ avere tutto e bisogna fare delle scelte. Pero’ tutto sommato non devo rattristarmi. In questo momento sono felice perche’ il nuovo lavoro mi piace e poi a giugno dovro’ andare probabilmente a Seattle per lavoro e potro’ finalmente rivedere i miei vecchi amici e perche’ no, mettere anche le scarpe da calcio nella valigia.
Si riparte
Tornare sui propri passi non e’ sempre facile. Inevitabilmente i ricordi mi hanno portato indietro a quasi 5 mesi fa quando ho percorso Bradley’s Lane. Mi sentivo quasi arruginito e un po’ triste che la vacanza volgeva ormai al termine. Quando sono entrato in quel salone gremito di persone per la presentazione ufficiale un po’ di emozione c’era. Pero’ avevo preparato il mio discorso in Cinese nei minimi dettagli e sapevo che non avrei fallito. Mi sono allenato a casa la sera prima, con Selina che mi correggeva la dizione. Sapevo che se avessi parlato la loro stessa lingua saremmo diventati subito amici. E difatti quando in Cinese ho detto che volevo che mi considerassero non solo il loro capo ma soprattutto un loro amico e’ scattato l’applauso. Selina diceva che non mi avrebbero creduto, fa lo stesso, avro’ modo di dimostrarglielo. Poi la sera party con pizza. Ma la sorpresa piu’ grossa e’ che per l’occasione si erano organizzati e hanno preparato delle esibizioni e giochi di squadra. Un ragazzo ha suonato un pezzo con la chitarra: “Yesterday” dei Beattles. Non poteva scegliere un testo piu’ azzeccato. Poi mi ha chiesto di esibirmi e di suonare qualcosa. Era tanto che non prendevo in mano la chitarra e ho declinato l’invito piu’ volte, poi alla fine ho desistito, ma ho chiesto a Renato che fosse lui a cantare e molto simpaticamente ha accettato. Un’accoglienza davvero calorosa con tanto di torta. Un gran bel gruppo, tanti ragazzi simpatici che in questi giorni sto conoscendo uno ad uno. La ruggine e la tristezza e’ ormai quasi andata via tutta. Penso sara’ davvero una bella avventura.
Viaggiare
Come dicevo e’ stato bello avere qui Patty e Roby. Ero preoccupato prima del loro arrivo, pensavo che non si sarebbero adattati facilmente conoscendoli bene, soprattutto perche’ so che a tavola non e’ facile accontentarli… Come al solito pero’ quando le aspettative sono basse spesso vieni colto di sorpresa. La Cina e’ piaciuta molto, anzi ho forse creato altri due fans di questo paese che dall’esterno viene sempre criticato e messo in cattiva luce dai media. Un peccato. E’ piaciuta soprattutto la gente, semplice, cordiale, i parchi immensi, ma anche il cibo cosi’ diverso, soprattutto l’anatra laccata alla Pechinese. E dire che mia sorella l’anatra si e’ sempre rifiutata di mangiarla. Mi sembrava un miracolo, tanto che ho voluto fare il bis la sera prima che partissero. Ricordo una sera mentre accompagnavo Patty verso l’Hotel, parlavamo di quanto sia difficile trasmettere le emozioni che si provano durante un bel viaggio. Anche se racconti o fai vedere delle belle foto serve a poco, le persone che ci ascoltano o guardano delle immagini ferme non potranno mai capire o provare le tue stesse sensazioni. Ricordo quando tornavo dai miei viaggi in Finlandia, ricordo che i miei amici si stancavano di sentirmi parlare di quei posti, di quelle esperienze e mi soprannominarono il "Finlandese". Chissa’ forse oggi mi chiamerebbero "il Cinese". Il fatto e’ che mi piace viaggiare e per una volta finalmente penso di essere riuscito a trasmettere, anche se in magari solo in forma ridotta, quello che ho provato nello scoprire questo paese e questa bella gente che mi ha dato tanto. Cosi’ come mi ha fatto piacere sentire mio padre dire che prima di venire in Cina non riusciva a capire come mai ero finito qui, e invece adesso dopo esserci stato, si e’ finalmente reso conto. Anzi penso che la Cina gli manchera’.
Patty e Roby in visita a Pechino
Sono state due settimane intense nelle quali non sono riuscito a trovare un attimo di tempo per scrivere. Dopo l’arrivo di Patty e Roby in pratica ho deciso di dedicarmi interamente a loro, e quando tornavo a casa la sera tardi non avevo le forze per scrivere. Poi all’indomani della loro partenza e’ stata la volta del primo giorno di lavoro, e siccome Renato era qui per la mia presentazione ufficiale al nuovo team ho dovuto concentrare tutte le mie energie sul lavoro. Poi venerdi Renato e’ tornato a Seattle, e cosi’, dopo un sabato intero di meritato e assoluto riposo rieccomi a scrivere. Voglio partire dalle foto ricordo della visita di Patty e Roby. Ho voluto produrre un video con gli scatti piu’ belli, e con sottofondo musicale la canzone che a loro piaceva molto e che e’ stata un po’ la colonna sonora di questa loro vacanza. Ve lo propongo qui sotto e li saluto affettuosamente ringraziandoli per essere stati qui con me. E’ stato veramente bello averli qui!
E’ ufficiale
L’altro ieri ho firmato il contratto e tornero’ a lavorare il 13 di Aprile, ormai e’ ufficiale. Sono felice di questa mia scelta per tanti motivi. Sara’ una bella avventura, un team grande da gestire, 54 persone, quindi ci sara’ sicuramente tanto da imparare. Poi sono felice anche perche’ il mio manager, Renato, e’ un tipo in gamba, si e’ davvero fatto in quattro per venire incontro alle mie richieste. Avere un manager a Seattle, quindi di scuola americana, mi fa ben sperare per il futuro e penso che lavoreremo bene insieme. L’altra novita’ e’ che tra circa 24 ore arriveranno qui mia sorella e mio padre, sara’ l’ultimo periodo di relax prima del grande giorno.
Chi trova un amico trova un tesoro
Era passato troppo tempo ormai. Dopo settimane di attesa sabato ho deciso, esco. Basta stare in casa, ho dovuto quasi trascinarmi da solo. Meta, come sempre, quello che ormai considero un vortex, fonte di energia, Cargo Club. Sono arrivato di buon’ora perche’ volevo sedermi al solito posto, molto strategico. Appena il barista mi ha visto e’ bastato solo un gesto e mi ha servito il solito drink. Erano quasi le dieci di sera, locale semivuoto. Mi sono messo a mandare messaggini a tutte le tipe che non sentivo da tempo, tanto per tenermi occupato e mantenere i contatti. Dopo un’ora ho ordinato il mio secondo drink segnalando all’altro barista che il mio bicchiere era vuoto. Poi non ricordo piu’ bene a che ora due tipe sono arrivate e si sono sedute alla mia destra. Il locale era pieno di fumo, tra quello che sparano coi cannoni in pista e i cinesi che fumano come delle ciminiere sembrava di essere in Val Padana 20 anni fa a Novembre. Avevo gia’ gli occhi rossi. A un certo punto, nel bel mezzo di quell’aria irrespirabile qualcosa ha attratto la mia attenzione. Era un profumo molto familiare, assomigliava maledettamente a LuLu, che Riina metteva nelle sue lettere. Non importa quanto tempo sia passato, se esiste un profumo che mi “manda giu’ di testa” (come diceva il mio amico Luca) e’ proprio quello. Vi posso garantire che e’ una cosa rara incontrare una ragazza con quel profumo. Cosi’, mi giro a destra per capire se veniva della ragazza ancanto a me. Cercava di ignorarmi in tutti i modi , anche porgendomi graziosamente la schiena. “Prego…” ho pensato – “la serata e’ lunga e l’achool deve ancora lavorare…”.
Erano in quattro inzialmente, due ragazzi e due ragazze. Sembravano due coppie e invece no. Dopo circa mezz’ora i due tipi mi approcciano: “Di dove sei?” e io gli dico di essere Italiano. Mi offrondo da bere e facciamo amicizia. Simpatici, uno mi dice di chiamarsi “Big Man” apprendista avvocato, l’altro invece si e’ presentato come “Mister Li”, lavora come autista all’ambasciata Svizzera. Big Man era triste: “Sono uscito stasera perche’ ero deluso dalla mia ragazza. Lei pensa che tra noi non ci sia futuro e non vuole stare con me. Vuole trovarsi un uomo ricco di quarant’anni con tanti soldi. Eppure con me sta bene, facciamo sempre molte cose assieme, la porto spesso al cinema”. Ho cercato di consolarlo – “Lasciala perdere, questa donna non sara’ mai felice. Se rimarra’ con te rimpiangera’ di non essersi sistemata con uno ricco. Se invece trovera’ un marito solo per i soldi, rimpiangera’ di non avere mai amato. Devi esssere forte, non uscire piu’ con lei, ignorala, se ti chiama dille che non hai tempo. Poi se un giorno capira’ dove sbaglia allora bene, altrimenti tutto di guadagnato”. Sembrava come se avessi finalmente trovato un amico a Pechino che non fosse una donna.
Ci siamo divertiti molto. Pare che i tipi potessero entrare nel club e bere gratis tutto quello che volevano. Non solo, avevano una cricca di amiche appresso che andavano e venivano e che mi hanno anche presentato. I Cinesi non sono come gli Italiani, le donne le condividono…. hehe… E alla fine io la mossa l’ho fatta, ho dovuto chiedere a quella tipa che mi girava la schiena se il profumo che aveva era Lulu. Era troppo ubriaca per intendere e volere, e non ho capito se il profumo era davero Lulu. Ma in compenso abbiamo ballato assieme e mi ha dato il suo numero di telefono, si chiama Xiao Mei.
La Battaglia dei Grilli
Ieri sono salito su un taxi e sentivo il “cri-cri” di un grillo, a Pechino capita ogni tanto. La prima volta pensavo fosse un caso poi ho scoperto che alcuni Cinesi cuciono all’interno delle loro giacche o cappotti, apposite tasche per portare a passeggio i loro grilli. In effetti si tratta di un’usanza che dura da parecchi secoli quella di allevare questi piccoli insetti. Si narra che le prime a tenere dei grilli furono le concubine del palazzo imperiale, e che, chiuse nelle loro stanze, per mitigare la solitudine trovassero conforto nel canto di queste bestiole, tenute sotto i cuscini all’interno di preziose gabbie dorate. Pero’ ancora oggi, ogni Domenica nel distretto meridionale di Pechino, sulle sponde del laghetto del Drago, uomini e donne si incontrano per discutere, ammirare, commercializzare quelle bestiole e ogni tipo di suppellettile a loro dedicato. Ma l’incredibile e’ che esistono dei grilli da competizione e dei veri e propri tornei nei cui si puo’ scommettere sul chi sara’ il grillo vincitore di questi combattimenti. Pare che prima della gara i grilli vengono pesati su apposite bilancine per distinguerli in pesi massimi, medi e piuma, poi gara e scommesse possono iniziare su una appaosita pedana. Proprio di recente ho visto un video sui grilli da combattimento sul National Geographic davvero interessante.
Da non credere
Definire la destra americana come "bestiale" e’ poco. Senza battere d’occhio, durante l’era Bush, hanno votato a favore della guerra in Iraq spendendo piu’ di 3 mila miliardi di dollari indebitando l’America fino al collo. Quando si tratta invece di votare a favore di una legge sulla riforma sanitaria che costa un terzo della guerra in Iraq, e che garantisca a 32 milioni di Americani che magari sono anche senza lavoro, di poter avere una minima assistenza medica senza finire sul lastrico, niente da fare… secondo loro "verrebbe a costare troppo". Obama ha assicurato gli americani che la riforma della sanita’ approvata ieri portera’ negli anni ad una riduzione del deficit Americano. Poniamo per ipotesi che non sia vero – e’ meglio spendere 3 mila miliardi per fare una guerra o un terzo di quella somma per assistere chi non si puo’ permettere di pagare un dottore se si ammala? E’ bestiale. Ma quello che e’ al limite dell’ipocrisia e che l’America critica la Cina per non rispettare i diritti umani quando gli Stati Uniti non sono in grado di fornire assistenza medica gratis a un cittadino malato che e’ senza lavoro e non puo’ permettersi di comprare una assicurazione. Ricevere le cure di un medico e’ o non e’ un diritto umano? Davvero incredibile, vergognoso e ipocrita. Non si tratta di essere di destra o di sinistra per votare a favore di una legge del genere, si tratta di essere "umani". E’ una delle ragioni per cui negli Stati Uniti non tornero’ mai a vivere. Certi americani non hanno cuore, sono egoisti e pensano solo a se stessi e ai propri interessi, e non ve lo dico solo io. Chiedetelo a qualsiasi donna Cinese vi risponderebbe esattamente la stessa cosa. Motivo in piu’ per rimanere qui, hehe. Qualche speranza in piu’ dopo la grande vittoria di Obama di oggi forse ce l’ho, ma piu’ il tempo passa e piu’ dell’America voglio rimanere lontano.
History in the making – Obama speech
Tonight, as an American citizen, I cannot help feeling proud for the Health Care overhaul happening in United States. I am particularly proud of the words used by Barak Obama in his remarks addressing the bill that was just passed into law by congress. Obama is in my opinion a true politician, a true leader, an amazing president. Here’s an excerpt from his inspiring speech:
“Tonight, after nearly 100 years of talk and frustration, after decades of trying, and a year of sustained effort and debate, the United States Congress finally declared that America’s workers and America’s families and America’s small businesses deserve the security of knowing that here, in this country, neither illness nor accident should endanger the dreams they’ve worked a lifetime to achieve.
Tonight, at a time when the pundits said it was no longer possible, we rose above the weight of our politics. We pushed back on the undue influence of special interests. We didn’t give in to mistrust or to cynicism or to fear. Instead, we proved that we are still a people capable of doing big things and tackling our biggest challenges. We proved that this government — a government of the people and by the people — still works for the people.
Today’s vote answers the dreams of so many who have fought for this reform. To every unsung American who took the time to sit down and write a letter or type out an e-mail hoping your voice would be heard — it has been heard tonight. To the untold numbers who knocked on doors and made phone calls, who organized and mobilized out of a firm conviction that change in this country comes not from the top down, but from the bottom up — let me reaffirm that conviction: This moment is possible because of you.
Most importantly, today’s vote answers the prayers of every American who has hoped deeply for something to be done about a health care system that works for insurance companies, but not for ordinary people
Tonight’s vote is not a victory for any one party — it’s a victory for them. It’s a victory for the American people. And it’s a victory for common sense.
In the end, what this day represents is another stone firmly laid in the foundation of the American Dream. Tonight, we answered the call of history as so many generations of Americans have before us. When faced with crisis, we did not shrink from our challenge — we overcame it. We did not avoid our responsibility — we embraced it. We did not fear our future — we shaped it.”
Teorema
Punto della situazione
Qualcuno mi ha detto facendomi gli auguri di compleanno che se la vita incomincia a quarant’anni io ho soffiato sulla prima candelina. Sara’ pur vero? Di sicuro, tornato da Changsha, mi sentivo molto meglio. Ora sono qui a Pechino in attesa che la situazione si sblocchi, devo continuare su questa strada e non demordere. Per quanto riguarda la mia situazione lavoro e’ ancora tutto in alto mare, ma da Seattle mi dicono di stare tranquillo che presto sistemeranno tutto e arrivera’ una nuova offerta. Rimarro’ in vacanza fino al 10 di Aprile anche perche’ tra il 2 e il 10 verranno in visita mio padre e mia sorella. Quindi ci sara’ da divertirsi. Intanto sono lieto di annunciarvi che la mia pizza ha fatto un ulteriore salto di qualita’. Dopo anni e anni di esperimenti sono riuscito finalmente a sfornare una pizza che assomiglia molto a quella di mia nonna Egidia. La sua pizza era davvero la migliore che io abbia mai mangiato, anzi la migliore al mondo. Non avendo la ricetta ho dovuto cercare di mettere assieme i pochi ricordi che avevo di quando la faceva e sperimentare con gli ingredienti. Ho commesso anche qualche flop clamoroso ma ieri finalmente ci sono riuscito. Ero felicissimo, ero quasi commosso!! Non vi dico che e’ uguale ma siamo ormai molto vicini. Per il resto che dirvi, non ho piu’ avuto notizie di Silvia. E’ una cosa che in parte mi aspettavo anche se ho sempre sperato di sbagliarmi. Dispiace sempre perdere un’amicizia e preferisco non emettere giudizi perche’ le ragioni potrebbero essere tante. E non sapere il perche’ rimane comunque una delusione. Putroppo o per fortuna pero’, qualcuno mi ha detto che il tempo cancella tutto, e le delusioni sono incluse, quindi basta solo attendere un altro po’. D’altronde non ho nulla da temere, qui in Cina sono in buone mani.
La casa di Mao Zedong
Dopo quasi 3 ore di viaggio in mezzo alla campagna su quel piccolo pulmino siamo arrivati finalmente a Shaoshan, la citta’ natale di Mao Zedong. Una piccolo villaggio di circa 100 mila abitanti, trasformato in una attrazione turistica. Mi sembrava di essere arrivato in un luogo quasi sacro. Ho chiesto a Vivi se qualcuno considera Mao come un Dio e mi ha risposto di si’, specialmente i piu’ anziani. Mi ha davvero colpito una vecchia donna inginocchiata difronte alla statua di Mao (nella foto). E’ rimasta li’ per diversi minuti, continuava ad agitarsi, prostrandosi ringraziandolo, quasi fosse davanti a una divinita’. A un certo punto quelli in coda dietro di lei si sono stufati di attendere e l’hanno dovuta spostare quasi trascinandola di peso. Un segno di quanto ammirazione ci sia ancora per quest’uomo. Incredibile visto la quantita’ di Cinesi che ha fatto ammazzare. Solo durante la rivoluzione culturale sono morti per causa sua almeno 60 milioni di persone, molti dei quali per fame. Il tour organizzato ha cercato in vari modi di farci comprare una statuetta di Mao e ci si e’ messa anche Vivi: “Non la compri anche tu?”. No grazie.
A circa 60 km di distanza da Shaoshan, c’e’ anche la citta’ Natale di Liu Shaoqi, un altro dei fondatori del Partito Comunista Cinese. Mao e Liu si sono conosciuti frequentando la stessa scuola, erano grandi amici. Hanno collaborato uno a fianco all’altro finche’ Mao ha capito che Liu poteva diventare una minaccia per la sua popolarita’. Infatti durante la rivoluzione culturale Liu e i suoi seguaci presero le distanze dalla politica di Mao, un errore che Liu pago’ a caro prezzo. Allora la parola d’ordine delle Guardie rosse era: a morte chi non è fedele a Mao. Liu divento’ il nemico che doveva essere eliminato per nascondere le terribili conseguenze degli errori di politica economica di Mao. Liu venne accusato di essere un traditore, venne arrestato e imprigionato in un campo di lavoro e morì nel 1969 durante la prigionia per diabete non curato, a causa – vale a dire – di mancanza intenzionale di cure mediche. Venne sepolto in un luogo ignoto, sotto falso nome. I suoi famigliari vennero informati solo dopo 3 anni della sua morte, e i Cinesi lo vennero a sapere dopo 10 anni. Ho visitato anche la casa di Liu che oggi e’ un grande parco.
Immondizia, il cancro del mondo
Uno dei piu’ grandi problemi che l’umanita’ dovra’ affrontare nei prossimi decenni e’ quello dell’immondizia. Qui in Cina e’ molto piu’ evidente che in altri paesi perche’ i Cinesi, come al solito, hanno scarsa capacita’ di organizzazione. Ma non pensate che le cose vadano meglio in altri paesi, avete visto cosa e’ successo a Napoli, Palermo. Gli Stati Uniti poi producono piu’ immondizia della Cina nonostate la popolazione Americana sia un quarto di quella Cinese. Ma il viaggio nelle campagne di Changsha mi ha davvero aperto gli occhi su questo problema. Lungo il tragitto ho visto montagne di spazzatura per la strada. Apparentemente nei villaggi non c’e’ un sistema di raccolta e spesso viene abbandonata per strada. In alcune zone ci sono dei contenitori di cemento dove a volte viene bruciata sul posto ma probabilmente la gente nei villaggi non sa che cosi’ facendo immette diossina nell’aria, che e’ altamente nocivo per salute. Ho letto alcuni dati, 85% della spazzatura in Cina giace nelle campagne in discariche illegali. E dove gli inceneritori esistono, le leggi Cinesi consentono di produrre dieci volte la quantita’ di diossina rispetto ai paesi occidentali. Se il governo Cinese non fara’ qualcosa la Cina tra una decina d’anni sara’ come un treno lanciato ad alta velocita’ a cui i freni non funzionano piu’. Piu’ conosco la Cina e piu’ mi accorgo che la sua crescita si basa su un modello che non e’ sostenibile a lungo termine, a meno di interventi drastici. Vivi si sentiva in imbarazzo quando scattavo queste foto, tipico Cinese… ma ogni tanto si addormentava e io non ho resistito alla tentazione…
Poverta’
Il giorno dopo abbiamo deciso di far visita a Shaoshan, la citta’ natale di Mao Zedong. Viaggio organizzato, tramite agenzia. Sono venuti a prenderci in hotel alle 8 del mattino. Il villaggio dista solo qualche ora da Changsha. Il pulmino era piccolo, vecchio, scomodo, senza riscaldamento. Durante il viaggio abbiamo attraversato villaggi di campagna e mentre osservavo incuriosito ho domandato a Vivi se le persone che incontravamo in quei posti fossero povere. Mi ha risposto cosi': “No, perche’? Hanno una casa, un lavoro, vivono una vita tranquilla. Secondo me non lo sono”. E’ una frase che mi ha colpito molto, e sono rimasto ancora piu’ colpito quando mi ha detto: “Io mi considero una di loro”. In effetti Vivi non abita a Changsha ma in una piccola citta’ a due ore di autobus. Durante il viaggio su quel pulmino ho scattato parecchie foto, molte sono di scarsa qualita’ in quanto andavamo veloci e avevo pochissime frazioni di secondo per i miei scatti. Spero pero’ che le guarderete tenendo ben presente cio’ che Vivi mi ha detto. Parole saggie per una ventiduenne, parole che fanno riflettere, parole che difficilemente una ragazza occidentale avrebbe pronunciato difronte a cio’ che guardavamo attraverso quel finestrino.
Viaggio a Changsha
Ora che ho fatto ritorno a Pechino posso raccontarvi come e’ andato il mio viaggio a Changsha nella provincia dello Hunan. E’ stato un arrivo abbastanza insolito. Appena uscito dall’aereoporto sono salito sul taxi con Vivi. Il prezzo lo ha contrattato lei prima di salire, 8 euro. Pero’ l’autista, per risparmiare il costo dell’autostrada, ha optato per una strada di campagna. Era molto buio fuori, un po’ per la scarsa illuminazione stradale, un po’ per la fitta nebbia. Veicoli che sfrecciavano ad alta velocita’, sorpassi in curva, autocarri, buchi per strada. A guardar fuori non sembrava una zona un granche’ bella e la cosa non era certo rassicurante. Incominciavo a pensare di essermi cacciato in un guaio. Quasi un’ora per raggiungere il centro su una macchina totalmente scassata, con un rientro di fumi del tubo di scappamento dentro l’abitacolo che non so da dove arrivassero. Menomale che avevamo i finestrini abbassati saremmo praticamente morti asfissiati, anche se in compenso siamo morti dal freddo… Ho rimediato pure un bel mal di testa e occhi arrossati. Pero’ alla fine di questa mini avventura all’Hotel Sheraton ci siamo arrivati, d’altra parte e’ questo il bello del viaggiare. Per l’occasione ho scelto il piu’ bell’hotel della citta’, non potevo certo badare a spese. Almeno qui a Changsha me lo posso permettere…
L’indomani dopo una mega colazione ci siamo incamminati verso il centro, ho scattato la foto sopra in quel momento. Il posto non mi faceva una gran impressione, un gran agglomerato di palazzi di cemento grigio sporco, senza personalita’. “Changsha e’ una citta’ piccola” – mi ha detto Vivi – “fa solo 6 milioni di persone”. Pioveva. Vivi mi ha portato in sala giochi. Quanto tempo che non ci andavo. Siamo rimasti li’ a giocare tutto il pomeriggio. C’erano pure gli autoscontri. Mi sembrava di essere tornato ragazzino, all’inizio ero titubante poi mi sono lasciato trascinare dalle risate di Vivi e mi sono immedesimato. Che bello vivere spensieratamente almeno per un giorno pensavo, mi ha fatto davvero bene. E’ questo il bello di uscire con una ragazza con vent’anni di meno. Tutto diventa frivolo, tutto diventa piu’ facile, quasi un gioco, si vive tutto piu’ spontaneamente, senza pensare ai problemi del mondo. Insomma ci si sente giovani. E che male c’e’? Il resto ve lo racconto nei prossimi giorni.
Compleanni in Cina
In Cina il festeggiamento del compleanno avviene in maniera diversa rispetto al mondo occidentale. Anche l’eta’ e’ calcolata in modo diverso infatti quando una persona nasce ha gia’ un anno, e il passaggio al secondo anno di eta’ non avviene a un anno dalla data di nascita ma con l’inizio del nuovo anno lunare. Quindi un bimbo nato nel capadonno Cinese in teoria ha gia’ due anni. In pratica e’ come se il capodanno fosse il compleanno di tutti i Cinesi del mondo. Nella realta’ al compleanno per come lo intendiamo noi, quello rispetto alla data di nascita non viene data una grande importanza fino al sessantesimo anno di eta’ che di solito rappresenta un raggiungimento importante nella vita di un cinese e che in quel caso e’ occasione di grandi festeggiamenti. Stessa cosa vale per il settantesimo, l’ottantesimo, e cosi’ via, in pratica si festeggia ogni dieci anni. E si festeggia mangiando spaghetti Cinesi belli lunghi che nella tradizione cinese sono auspicio di lunga vita. Per i piu’ giovani invece nella data in cui sono nati la tradizione non e’ quella di ricevere un regalo dai genitori ma al contrario quella di, in segno di grande rispetto, ringraziare la madre per aver sofferto cosi’ tanto durante il parto. Altra cosa importante mai regalare un orologio per un compleanno, la parola "orologio" in Cinese assomiglia molto alla parola "morte", e sappiamo che i Cinesi sono molto superstiziosi.
Un anno in piu’
Il 6 Marzo e’ arrivato anche quest’anno ed e’ ora di far festa anche se piu’ gli anni passano e piu’ c’e’ poco da festeggiare… Pero’ dai, cerchero’ di farlo. Questa sera andro’ a cena in un ristorante francese molto elegante. Si chiama Maison Boulud del famoso cuoco Daniel Boulud che ha un famosissimo ristorante a New York a cui la guida Michelin ha assegnato 3 stelle. Negli Stati Uniti appare spesso in televisione, insomma e’ un po’ un icona nel suo campo. Il ristorante (nella foto) qui a Pechino si trova nei locali della vecchia Ambasciata Americana, vicino a piazza Tiananmen, potete visitare qui il suo sito. Domani poi vado a Changsha nel sud della Cina a trovare Vivi di cui non vi ho piu’ parlato, anche se siamo riamasti in contatto. Sara’ quello il mio vero regalo di compleanno.