Sono arrivato negli uffici di Microsoft di buon ora, verso le 8:30. Non c’era quasi nessuno, la segretaria non era ancora arrivata cosi’ mi sono accomodato sul divano. Essere dinuovo li’ mi ha fatto rivivere molti ricordi, che come flashback passavano velocemente nella mia mente. Ho subito realizzato pero’ che dentro di me prevale ancora l’amarezza e la delusione per quanto e’ successo al mio team a Novembre, nelle ultime settimane prima di lasciare il lavoro, non sara’ facile dimenticare. Poi improvvisamente le porte dell’ascensore si sono aperte, e indovinate chi apparso come un fantasma del passato? Il mio ex capo, Tuan. Era felice di vedermi: “Che sopresa, ma come mai da queste parti?”. Gli ho spiegato le ragione e lui mi mi fissa per una attimo e mi dice: “Sono sopreso Davide che non hai contattato prima me quando hai deciso di tornare”. La verita’ e’ che il piu’ sorpreso ero io: “ma che discorsi sono?”, ho pensato. Cosa dovevo fare? Chiamarlo e chiedergli il permesso? Mi sembrava di avere di fronte un bambino… non sapevo cosa dirgli poi mi sono inventato una scusa e se n’e’ andato. Meglio cosi’. Alle 9 sono iniziati i colloqui. Le prima due ore e mezza le ho passate al telefono con Seattle, ero solo, dentro a una saletta riunioni. Poi ho fatto mezz’ora di pausa e mentre ero li’ seduto che bevevo un bicchier d’acqua mi e’ arrivato un messaggino. “Good Luck!”. Era Vivi, che tipa, non molla mai. Mi ha scritto nonostante l’avessi ignorata per quasi una settimana senza rispondere ai suoi messaggi. Si era ricordata che il 9 era il giorno del mio colloquio cosi’ non ho potuto non risponderle. E’ bello quando una persona si ricorda di te e sa essere presente, anche solo con due parole, nei momenti che contano. E’ dai certi piccoli particolari che si capiscono molte cose.
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Un giorno in paradiso
Sembrava che me lo sentissi quando ho parlato di nevicate storiche qui sotto… Chissa’, forse era nell’aria. Perche’ anche se non si e’ materializzata in Italia, qui a Pechino ieri e’ avvenuto quello che non ti aspetti. Sono arrivati venti centimetri di neve freschissima e temperature che a Pechino non si registrano da mezzo secolo. Mentre vi scrivo siamo a –14. Ieri la citta’ si e’ quasi paralizzata con voli cancellati e circolazione stradale in tilt. Oggi e’ tornato il sole, e grazie all’ imponente spiegamento di forze, 300 mila uomini, la situazione sta tornando lentamente alla normalita’ anche se il freddo la fa da padrone. Per me e’ stato un divertimento unico, una giornata davvero da ricordare con paesaggi fiabeschi. Una neve cosi’ non l’avevo mai vista, era talmente soffice che bastava un soffio per farla volare in aria. Sembravano tutti piccoli coriandoli invece che i classici pesanti fiocchi di neve. Una sensazione davvero unica e la bellissima foto di Sunny rende davvero l’idea.
La Borsa di Louis Vitton
Un amica di Selina di cui non faccio il nome e’ sposata con un importante showman e imprenditore immobiliare di Pechino. L’ho gia’ visto due volte in televisione sul primo canale della CCTV cantare in duetto con bellissime donne, ogni volta si presenta con una diversa…. A dire il vero non e’ poi cosi’ famoso ma finisce sempre in televisione grazie al suo forte guanxi cioe’ pagando qualcuno del governo. Con la moglie pero’ e’ in rotta, torna sempre a casa alle 4 del mattino, non si vedono quasi mai e non si sfiorano nemmeno con un dito da anni, tanto che di recente hanno pure discusso di divorziare. Poi qualche giorno fa lei gli ha chiesto la verita’: “Se hai un amante dimmelo!!”. Lui in un primo momento negava categoricamente poi la discussione si e’ abissata. Il giorno dopo il tipo la chiama al telefono e le dice: “Sono in un negozio e voglio comprarti una bella borsa…. sai quella di cui mi parlavi…? Perche’ non vieni qui e te la scegli tu?”. Lei ha accettato ed e’ corsa sul posto. E’ tornata a casa con una bella borsa e un portafoglio di Louis Vitton, valore di circa 2000 euro. Selina mi ha detto che quando la sua amica le ha raccontato quella storia, esibendo fiera di se’ i regali che il marito le aveva fatto, e’ rimasta senza parole: “che cosa potevo dirle di piu’?”.
La situazione e’ alquanto interessante. Apparentemente Selina e la sua amica pensano che il prezzo di 2000 euro siano la giusta punizione per un marito che si sta comportando male. Io invece tendo ad osservare questa situazione da tutt’un altro lato. Per un uomo ricco 2000 mila euro sono una comoda scappatoia, piuttosto che affrontare un divorzio e sborsare cifre molto piu’ onerose. Questo matrimonio a me sembra molto di facciata, come spesso accade da queste parti. E lui e’ un furbone tanto che ho detto a Selina che quando, e se, lo incontrero’ gli stringero’ la mano. Poi le ho chiesto: “Ma se tu fossi nella stessa situazione e mi comportassi con te allo stesso modo tu cosa faresti?” E lei – “Visto che non sei mio marito prima mi prenderei la borsa e poi ti lascierei”. E se invece fossimo sposati? “Mi prenderei la borsa e poi mi troverei un amante”. Morale della favola, quello che conta di piu’ alla fine e’ sempre la borsa di Louis Vitton… e da questa storia c’e’ molto da imparare…
Ice Cream Man
Dedico questa canzone a tutte le ragazze di Pechino
Un frappe’ alla fragola, grazie….
Mi ricordo una sera d’estate. Andai ai giardini della stazione per farmi il solito frappe’ alla gelateria Cangiassi. Ricordo di aver avuto 16 anni o super giu’… Ero triste, il gelataio se n’accorse e mi domando': “C’e’ qualcosa che non va o sbaglio?” ed io: “Eh… la mia ragazza mi ha lasciato”. “Non essere triste” mi disse “alle donne non bisogna mai dare a vedere di essere deboli”. “Ha ragione” gli risposi, mentre continuavo a guardare la vetrina dei gelati. “Se ti richiama non darle importanza” si raccomando’ con me, e aggiunse: “e dille cosi': se do un calcio ad una pietra e la mando in frantumi ne escono fuori 100 come te.”. Aveva ragione……………..
Essere donna in Cina
L’altra sera ho voluto approfondire con Cici l’argomento delle bambine neonate che vengono abbandonate dalle famiglie. “Si e’ vero mi ha detto” guardando in basso. “Ma in Cina ci sono cose molto belle e altre meno belle ma il tutto si bilancia, non trovi?”. Ho concordato con lei e ha proseguito: “Molto spesso non e’ la mamma a volerlo. Ho letto storie di molte donne che hanno sofferto aver perso la loro bambina. Normalmente succede a loro insaputa, qui in Cina le donne passano molto tempo in ospedale dopo il parto, a volte quasi un mese. E’ in quel momento che la famiglia prende una decisione su cosa fare e spesso sono i nonni di mentalita’ arretrata ad insistere per l’abbandono. Avere una figlia per una famiglia povera equivale a una perdita, e’ paragonabile a una risorsa come l’acqua che sprechiamo ogni giorno. Un giorno questa bimba crescera’, si sposera’ e si prendera’ cura di una altra famiglia. Mentre un figlio nella tradizione Cinese e’ quello che si prendera cura dei genitori finche’ saranno vivi, per qualsiasi evenienza.” Cici mi ha spiegato poi che nella dottrina confuciana, che e’ radicata nelle coscienza del popolo Cinese, la donna deve obbedire prima di tutto al padre, poi quando si sposera’ al marito e poi se perdera’ il marito al proprio figlio. “Una cosa che mi ha reso molto triste e’ che mio padre quando ero bambina mi diceva che dopo di me i miei genitori hanno avuto un altro figlio per avere qualcuno che mi facesse compagnia” poi con un tono di tristezza ha aggiunto “piu’ tardi pero’ mi rivelo’ di avermi mentito…. e ci rimasi molto male” Cici ha 23 anni, parla un inglese perfetto con un accento leggermente australiano, sembra di parlare con una persona di madrelingua tanto che quando l’ho incontrata le ho chiesto se aveva vissuto all’estero. “La mia famiglia era molto povera e nessuno credeva in me. Quando decisi che volevo continuare a studiare tutti i miei zii cercarono di convincere i miei genitori a non sprecare dei soldi per mandarmi a scuola perche’ tanto mi sarei sposata e avrei abbandonato la famiglia. Ma io mi sono rifiutata, ho combattutto fino in fondo, sono pure andata a parlare con i professori della scuola e con l’ufficio scolastico del mio paese. Alla fine ci sono riuscita. Negli ultimi tre anni sono tornata a casa solo una volta, e con quei parenti non ci parlo piu’, ma quando li ho visti ero fiera di me perche’ loro adesso hanno capito di avere sbagliato sul mio conto”. Cici quest’anno finira’ la laurea in lingue e sogna di lavorare per una multinazionale. Sono sicuro che avverera’ i suoi sogni.
Senza nome, senza famiglia
Venerdi’ sera sono stato per la prima volta a Duck de Chine, un ristorante aperto da poco molto innovativo che fa parte di un piccolo complesso di locali chiamato 1949: The Hidden City, un nuovo concetto sviluppato da un gruppo di investitori di Hong Kong. Cucina Cinese fusion, un mix tra Cinese e Francese, abbinamento azzeccato, locali molto belli, sicuramente il miglior ristorante che ho provato a Pechino fin’ora. Date un’occhiata alla review sul Financial Times. Ma l’argomento davvero interessante di oggi non e’ dove sono stato mangiare ma il contenuto della conversazione di quella serata.
Ho chiesto a Ying: “Cosa e’ successo al cielo di Pechino, e’ tornato l’inquinamento?” e lei “Non lo so, siamo stati davvero fortunati che durante le Olimpiadi c’e’ stato quasi sempre il sole”. Eh si’…. fortunati ho pensato. “Lo sai la mia amica ha avuto un bambino” mi ha detto Ying. “Congratulazioni e come si chiama?” – le ho chiesto – “No ha ancora un nome, i Cinesi sono molto superstiziosi, spesso il nome viene deciso dopo la nascita in base a al giorno e l’ora che sei nato, l’anno, se pioveva oppure no, etc. etc. e di solito e’ un indovino che aiuta la famiglia a scegliere il nome. Nel mio caso, per esempio, sono nata nell’anno della tigre e il mio nome e’ stato scelto anche cercando una parola che si contrapponesse alla aggressivita’ della tigre. Ying significa femminilita’.” – e io – “Beh comunque sempre tigre sei rimasta…. hehe…”. La nostra conversazione e’ poi proseguita, e abbiamo parlato delle nascite in Cina, in alcune zone molto povere purtroppo succede ancora oggi che le femmine neonate vengano abbandonate per strada o vicino agli ospedali. Putroppo la gente che commette questi orrori e’ molto povera e senza la benche’ minima educazione scolastica, vive ancora come cent’anni fa quando non avere un primogenito maschio significava una grave perdita economica per la famiglia. A volte succede che questi bambini vengono recuperati e adattati spontaneamente da altre famiglie, ma non sempre e’ cosi’ purtroppo. “A me e’ andata bene” – ha continuato Ying – “i miei genitori a quel tempo erano poveri ma la legge che ogni famiglia puo’ avere un solo un figlio, per controllare le nascite, allora non esisteva. A quei tempi era possibile averne due, io sono nata per prima e i miei i genitori avevano ancora una possibilita’ che il secondo figlio fosse machio, cosi’ hanno deciso di tenermi”…… “Beh… menomale, le ho risposto…” – senza dare a vedere che dentro di me ero scioccato…, Ying ha continuato: “Purtroppo la vera Cina non e’ quella che vedi a Pechino, e non e’ quella che vedi in questo ristorante dove tu stasera hai speso la cifra che equivale a uno stipendio mensile intero per molti altri. La vera Cina e’ ancora molto povera”.
Lingue d’anatra
Sabato ho passato la giornata con Selina e la sua amica Nana. E’ stato divertente, abbiamo giocato con la console di Wii, ai Cinesi piace molto giocare con giochi elettronici oppure su internet. Nana ha una personalita’ sprizzante, un peperino…. Mi e’ simpatica anche se ha cercato di convincere Selina a non frequentarmi piu’ perche’ sono Italiano e quindi non sono affidabile… “Gli stranieri sono solo per divertirsi…” le ha detto. Sara’, da un lato devo darle credito di averci azzeccato… forse e’ anche per questo che mi piace, e’ scaltra… Dall’altro a volte penso che sia gelosia tipica tra donne… perche’ ogni tanto mi guarda con quegli occhiettini furbi… E poi se mi odia cosi’ tanto perche’ e venuta a cena e a ballare con me e Selina? Ehhh ste donne….. Anche Nana lavora in televisione per un canale locale di Pechino, si occupa della sceneggiatura di un serial televisivo. A cena siamo andati al ristorante Hot Pot. Ho gia’ parlato di cosa si tratta in questo post. Abbiamo mangiato da non poterne piu’, spesa totale 20 euro, un furto… Ma questa volta sono riuscito a fotografare da vicino il sangue condensato e le lingue d’anatra (nella foto accanto) che a Selina e Nana piacciono da impazzire… Le ultime 3 foto le ho scattate in un altro ristorante di hot pot, mesi fa.
Basilico, mozzarelle, pizza… aria di casa
Sono fortunato, continuo a ripetermelo. Vivo in una zona di Pechino dove esiste una pizzeria Italiana che fa delle pizze buonissime, sicuramente sono la migliori di Pechino. Da tempo sono amico del pizzaiolo, si chiama Baghi, e’ di origini serbe ma e’ vissuto una vita a Napoli. Gli porto sempre le acciughe che ho comprato dall’Italia, sulla pizza non desidero altro. Ma la fortuna non finisce qui, circa due settimane fa il padre di Baghi, un casaro di professione, e arrivato a Pechino per allestire un caseificio, ottimo investimento visto che ce ne sono pochissimi in Cina. Da poco hanno incominciato a produrre mozzarella al taglio, bocconcini, ricotta, tutta roba fresca e sono stato uno dei primi ad assaggiare queste ghiottonerie: sono buonissime. Oggi ho pure trovato un piantina di basilico al supermercato Carrefour per un euro. Ma la fortuna piu’ grossa e’ questa pizza cucinata con tanta dedizione e tanta passione. Non ricordo in vita mia che una donna, a parte mia mamma, mia sorella, mia nonna e mia zia, abbia mai cucinato per me una pizza quindi oggi mi sento davvero fortunato….
Finlandia che passione
La mia passione per i viaggi e’ iniziata nel 1986. Mia madre mi convinse ad andare in vacanza con gli zii, la nostra famiglia non aveva programmi per quell’estate e sarebbe stata per me un’occasione per distrarmi un po’ e fare un esperienza diversa visto che stavo sempre chiuso in casa. Deluso dal mio primo amore, mi era venuta la passione per il computer, per la programmazione, e passavo ore inchiodato davanti al video a scrivere codice o a giocare (ero ancora un ragazzino). L’idea di mia madre si rivelo’ brillante, fu davvero un bel viaggio, i miei zii avevano una roulotte e la passione per il campeggio. L’avventura parti’ da Alessandria, arrivammo fino in Normandia per poi scendere verso Parigi, lungo la valle della Loira, visitando tutti i castelli. Dopo una sosta nella capitale, partimmo dinuovo, questa volta verso la riviera francese, e ci fermammo a San Rafael per una vacanza sul mare. La foto accanto e’ forse la piu’ significativa di quel viaggio, la feci con l’autoscatto, su uno di quei bellissimi prati che circondano il Castello di Chambord, il piu’ grande castello della Loira. Posti bellissmi. Chissa’ cosa pensavo quel giorno, sicuramente non che avrei usato quella foto per raccontare di me su un sito internet…. Ricordo quel viaggio come un’avventura che mi cambio’ la vita perche’ capii subito che amavo viaggiare. Decisi, al mio ritorno, che era importante imparare meglio l’inglese, far pratica magari corrispondendo per lettera con qualche altro studente all’estero, allora si chiamavano pen-pal o amici di penna, purtroppo internet non esisteva ancora. Cosi’ il mio caro amico Simone, compagno di banco, che aveva perso la testa per una Finlandese, e che mi aveva fatto una testa grossa cosi’ sulla scandinavia, si era offerto per trovarmi qualcuno che volesse corrispondere con me: “Chiedero’ a una delle mie corrispondenti Finlandesi se ha qualche amica che e’ interessata…” e io “mi raccomando che sia carina… eh?”. Peccati di gioventù, chissa’ sembra quasi che le cose importanti che segnano la tua vita avvengano per caso. La prima lettera non tardo’ ad arrivare: “Ciao mi chiamo Riina Åkerman, ho 17 anni, sono alta 172cm, ho i capelli lunghi, un occhio blue e uno marrone. Ho un fratello di 13 anni e vivo a Turku in Finlandia dove la popolazione e’ 4 milioni di persone. I miei hobby sono nuotare, andare in bicicletta, ballare, suonare il pianoforte e l’arte. Per ora e’ tutto, ci sentiamo presto.”.
Da cosa nasce cosa. Siamo diventati quasi subito amici. Scrivevo anche ad altri per imparare l’inglese ma con lei c’era un feeling particolare. Le sue lettere arrivavano sempre piu’ frequenti, ed erano sempre piu’ interessanti, era cosi’ curiosa…. Sulle lettere sono presto comparsi dei disegni misteriosi (Riina si era poi iscritta al liceo artistico) forse contenevano dei messaggi che io inzialmente non ho decifrato o a cui ho dato poca importanza. Non ho ben realizzato a cosa stavo andando incontro, ero troppo ingenuo a quei tempi, troppo giovane. Non sapevo che amare vuol dire ascoltarsi, capirsi, conoscersi. Poi sono incominciate le sue poesie, le sue lettere profumate, era impossibile non caderci. Ci separavano migliaia di chilometri ma era come se quelle distanze non esistessero piu’. Incominci a sognare, ad immaginare, fantasticare, forse anche a idealizzare…. e’ un gioco pericoloso… Sara’ come diceva la mia amica Sandra: “La lontananza e’ come il vento, spegne i piccoli fuochi e accende quelli grandi”. Sara’ che quando hai 18 anni hai ancora voglia di rischiare… Sara’ stata la mia passione per viaggiare e sete di avventura… Erano passati solo sei mesi dalla prima lettera di Riina quando decisi che per capodanno avrei preso il treno per andare a trovarla in Finlandia. Decisi per il treno perche’ con il biglietto InterRail per studenti ci sarebbe costato solo 285,000 Lire, se non sbaglio l’equivalente di 200 Euro, un furto oserei dire…. Non me la sentivo di fare il viaggio in macchina e l’aereo era troppo costoso, ma non volevo affrontare quel viaggio di 2,000 km da solo, 53 ore di treno… sola andata… Cosi’ chiesi all’amico Simone se voleva accompagnarmi, che tra l’altro aveva anche lui la passione per la Finlandia… Solo che lui non aveva il coraggio di andare a chiedere a sua madre se lo lasciava affrontare un viaggio del genere: “Non ti preoccupare, le vado a parlare io….” gli dissi. Ricordo ancora la tensione di quando andai a casa di Simone per svelare a sua madre il nostro piano…. “Non si preoccupi Signora, si fidi di me, andra’ tutto bene….” e alla fine fortunatamente non riusci’ a dirci di no…. Non ricordo fosse stato un problema invece chiedere il permesso ai miei genitori, che fortunatamente per queste cose non mi hanno mai ostacolato e di questo gli sono molto riconoscente. ….e cosi’ il gioco era fatto… Eravamo cosi’ felici quando io e Simone realizzammo che il nostro sogno di andare in Finlandia si sarebbe avverato!! Ricordo ancora l’emozione dei preparativi….
26 Dicembre 1987, sette del mattino, stazione di Alessandria. A Simone la sera prima avevo detto: “Puntuale, mi raccomando.” Quando e’ arrivato non c’era quasi nessuno, era ancora buio. Indossavo una giacca di jeans imbottita, avevo sulle spalle un zaino rosso e blu con dentro una bottiglia di spumante di Malvasia e lo stesso cappello di quella foto in Francia. Non potevano mancare una scorta di cassette di musica da ascoltare durante il viaggio tra cui Selling England by The Pound dei Genesis che avevo comprato da poco. Quando il treno e’ partito ricordo che fu un momento emozionante. In mattinata arrivammo alla stazione centrale di Milano. Abbiamo aspettato qualche ora poi siamo saliti sul quel treno fermo sui binari, destinazione Amburgo. Fu un lungo viaggio, attraversammo le montagne della Svizzera, poi quasi tutta la Germania. Qualche Italiano c’era e verso sera eravamo rimasti ormai gli ultimi passeggeri di quel treno. Non potevamo non fare amicizia con alcuni di loro. C’era anche Luca, ma ci sembrava un tipo antipatico e lo inizialmente lo evitammo. Ricordo che parlammo invece con due ragazzi che erano partiti da Trento. Uno di loro, non ricordo il nome, diceva che riusciva a riposarsi dormendo solo 15 minuti, lui lo chiama “Il pisolo tattico“. Mi e’ rimasto talmente impresso quel termine che uso quell’espressione ancora oggi. Mentre il treno entrava lentamente nella citta’ di Amburgo dove saremmo scesi tutti, io e Simone ci sentivamo ormai immersi nella nostra avventura. All stazione avevamo il tempo di fare quattro passi, ma non ci allontanammo troppo, a quell’ora girava brutta gente. Verso mezzanotte e’ arrivato il treno per Copenhaghen. Erano le prime ore del mattino quando alcune guardie della dogana Danese entrarono nello scomparitmento aprendo la porta di colpo gridando: “Pass control!”. Eravamo a Puttgarden, costa della Germania. Caricarono le carrozze del treno su un traghetto che ci avrebbe portato in Danimarca. Quella notte salimmo sul ponte di quella nave e scattammo questa foto. Simone e’ quello in mezzo.
Arrivammo stanchi alla stazione di Copenanghen verso le 6 del mattino, e abbiamo poi dovuto aspettare qualche ora in stazione. Un vecchio alcolizzato che dormiva su una panchina ci spavento’ non poco, ricordo che urlava come un pazzo e tiro’ fuori un coltello. Cercammo di stargli alla larga. Poi verso le 9 salimmo dinuovo sul treno destinazione Svezia. Viaggiammo per circa un’ora e arrivammo a Helsingør dove ci caricarono su un altro traghetto. Oggi quel collegamento via mare non esiste piu’ perche’ negli anni successivi hanno costruito un ponte di otto chilometri che collega la costa Danese a quella Svedese. E cosi’ erravamo ormai in terra scandinava, ma quel giorno ci aspettava un altro lungo viaggio attraverso tutta la Svezia meridionale. Ci vollero circa 8 ore di treno, arrivammo alla stazione di Stoccolma che era ormai erano le 6 di sera. Non dimentichero’ mai quando io e Simone siamo scesci dal treno. Non avevamo mai visto cosi’ tante bionde e non capivamo piu’ niente…. eravamo come due topolini che si sono imbattuti per caso in un caseificio, anche perche’ avevamo trovato un posto nel quale le ragazze avevano il coraggio di guardarci e sorriderci, incredibile… Ormai rimasti da soli, gli altri italiani li avevamo persi per strada, mancava l’ultimo tratto del viaggio, il traghetto che ci avrebbe portato in Finlandia. L’ufficio informazioni della stazione ci disse che dovevamo prendere la metropolitana par arrivare al terminale. Fu allora, mentre aspettavamo il metro’ alla stazione di Stoccolma che incontrammo dinuovo Luca: “Sai dove si prende il traghetto per Turku?” e con un accento romagnolo ci rispose: “Ma certo, seguitemi, anche io sto andando li'”. E cosi’ diventammo amici, Luca aveva 6 anni e piu’ esperienza di noi, in Finlandia ci era gia’ stato. Ci racconto’ un sacco di cose interessanti… aveva le sue idee e convinzioni ma era un tipo con un grande vissuto, pieno di energie, simpatico, un po’ come tutti i romagnoli, non la smetteva mai di parlare e come tutti i romagnoli era ovviamente un perfetto donnaiolo… Salimmo insieme sul traghetto, la mitica Silija Line. Erano le nove di sera, una band finlandese suonava all’entrata di una bellisima nave bianca. Questa volta l’attraversata sul Mar Baltico era lunga, undici ore e il mattino dopo saremmo entrati nel porto di Turku, la nostra destinazione finale. Ma fu divertentissimo, a bordo di questa nave di 7 piani c’erano vari ristoranti, una discoteca e un night club. Insomma pareva un po’ di vivere il telefilm “The Love Boat”, ve lo ricordate? Mangiammo qualcosa e poi ci buttammo in discoteca. Quella notte conobbi Marianna, una ragazza finlandese. Era molto simpatica e parlava un inglese perfetto. Aveva viaggiato molto nonostante fosse piu’ o meno della stessa mia eta’. Rimasi subito sopreso da quanta differenza ci fosse rispetto alle ragazze della mia eta’ che conoscevo allora. Fu un serata molto divertente e spontanea, non chiudemmo occhio quella notte e il mattino dopo finalmente arrivammo nel porto di Turku. Salimmo su un taxi che ci porto’ in hotel, Luca continuo’ per la sua strada, ricordo solo che ero talmente sfinito dalla stanchezza che mi dimenticai la macchina fotografica sul traghetto….
Siamo arrivati all’hotel Hilton di Turku in mattinata. Avevamo fatto la prenotazione tramite agenzia. Fortunatamente era bassa stagione e la camera costava solo 90 mila lire a notte, che poi avremmo diviso in due. Dormimmo fino alle sei di sera, mi svegliai e fuori nevicava, c’erano 7 gradi sotto zero se non ricordo male. Telefonai a Riina che mi disse che sarebbe arrivata verso sera in hotel poi saremmo andati a mangiarci una pizza. Il grande momento era arrivato, piu’ tardi scesi nella lobby dell’hotel e attesi il momento fatidico…. Ero seduto un divano e guardavo fuori. A un certo punto di fronte all’entrata dell’hotel passa veloce una bellissima ragazza, alta, capelli castani lunghissimi, indossava un cappotto blue. Pero’ non si ferma e prosegue. Passano una manciata di secondi e la vedo tornare indietro. Poi si mette a guardare attraverso la vetrata dell’hotel. Ci siamo guardati e mi ha sorriso, ho capito subito che era lei.Furono 5 giorni vissuti spensieratamente. Ricordo ancora un pomeriggio intero passato su un divano a parlare, poi la sera del capodanno, il brindisi in hotel con la bottiglia di Malvasia, la camminata lungo il fiume Aura la notte di capodanno mentre nevicava. Riccordo la sensazione che provavo quando camminava davanti a me e si girava per sorridermi con un sorriso raggiante e poi quel cioccolatino a forma di cuore che ho trovato una mattina legato con l’elastico dei capelli alla maniglia della porta uscendo dalla camera dell’hotel. Ricordi, non mi accorgevo che stavo vivendo come in un sogno, poi e’ arrivato l’ultimo giorno ed e’ suonata la sveglia, e improvvisamente ho dovuto confrontarmi con la realta’. Certo, avessi l’esperienza che ho adesso avrei saputo esattamente come giocare la partita a mio favore e soprattutto difendermi, quando penso a quei giorni invece e’ incredibile realizzare quanto sono stato ingenuo… Che romantico che ero… e che stupido sono stato nel credere nell’amore platonico… Volevo che fosse mia per sempre, ma eravamo tutti e due troppo giovani, vivevamo troppo distante dall’altra, e poi io ero uno straniero non avrei mai accettato di vivere in Finlandia: “Davide perche’ soffrire?”. Riina, essendo Finlandese sapeva essere fredda, riusciva a controllare le sue emozioni e agire in modo razionale, al contrario di noi Italiani che spesso buttiamo nelle nostre decisioni troppe emozioni e sentimenti. Pensava che sarebbe stato un futuro infelice il nostro e forse aveva ragione, chissa’… Cerco’ di spiegarmi che avremmo dovuto essere felici in quel attimo, che non si sentiva pronta per una relazione, non aveva mai avuto un ragazzo ed era meglio non rischiare di soffrire amando una persona che non poteva essere presente sempre, ogni giorno. Fu una lezione di vita, di quelle grandi, uno schiaffo alla mia spontaneita’ e ingenuita’. Non ebbe nemmeno il coraggio di accompagnarmi alla stazione la sera della partenza. Fortunatamente al terminale incontrammo dinuovo Luca, il quale cerco’ di consolarmi con le sue eulogie sulle donne, a 26 anni aveva capito gia’ tutto, un maestro di vita. Cerco’ di farmi sorridere durante tutto il viaggio col suo umorismo romagnolo e diventammo grandi amici pur essendo cosi’ diversi. Mi aveva soprannominato Kaupukki Cowboy, il titolo di una serie televisiva finlandese, per quel cappello che portavo spesso in testa. Nonostante il suo supporto fu comunque un viaggio di ritorno terribile. Ricordo ancora quando arrivammo a Chiasso e rientrammo nel territorio Italiano, provai molta tristezza. Anche Luca era triste perche’ si tornava tra le Italiane “che se la tirano e sanno solo fare le sostenute” diceva… Con Riina Åkerman rimasi in contatto e mi venne anche a trovare in Italia dopo qualche anno, ma non fu piu’ la stessa cosa. Sono tornato in Finlandia in treno almeno una decina di volte, e ho provato in tutti i modi di trasferimi da quelle parti, ma ogni mio tentativo falli’ e alla fine capii che dovevo solo accettare il destino, dimenticare (anche se a quanto pare non l’ho ancora fatto, chissa’ perche’…) e metterci una pietra sopra. Cosi’ decisi di andare a studiare negli Stati Uniti, anche perche’ in Italia non ne volevo sapere di stare, anche se molta gente si chiedeva il perche’ e non capiva… Mi sono riletto questo post ieri e penso che spieghi poi cosa e’ successo dopo
Il giardino botanico
C’ero gia’ stato l’anno scorso e ho voluto ritornarci quest’anno. Il giardino botanico di Pechino e’ un esplosione di colori, poi quest’anno ho un obiettivo macro quindi ho potuto sbizzarrirmi. Ho voluto portare con me la mia amica Dong Qing che non vedevo da tempo, e’ un fiore pure lei e quando mi ha chiesto: “Posso portare la mia mamma con me?” le ho risposto “Ma certo!”. E’ stata una domenica pomeriggio profumata e rilassante, finalmente la temperatura era sopra i venti gradi. Ormai la primavera e’ iniziata.
Sensibilita’
Questa sera pensavo alla sensibilita’. C’e’ chi di sensibilita’ non ne ha nemmeno se lo prendi a martellate, c’e’ chi per diventare sensibile usa l’achool o la droga, c’e’ chi la sensibilita’ l’ha perduta perche’ ha sofferto troppo, c’e’ chi di sensibilita’ ne ha troppa tanto da causare sofferenza agli altri, c’e’ chi di sensibilita’ si ciba ma di quella degli altri per ottenere solo il proprio scopo per poi dimenticarsene quando gli conviene, c’e’ chi di sensibilita’ ne ha quanto basta per vivere sereno. Voi in quale categoria siete? Ve lo siete chiesti? Questa sera’ sto pensando alla sensibilita’, mia e di Selina. Viene quando vuole, a qualsiasi ora del giorno o della notte, poi quando chiudo la porta sta male, non mangia, non dorme, beve troppo ma gli si seccano le labbra come se avesse ancora una gran sete. Ieri sera per la prima volta sono riuscito a capire una conversazione al telefono in Cinese, bestiale come ci azzecco… Purtroppo la sensibilita’ non e’ come il volume di una radiolina, che puoi alzare o abbassare quando vuoi. Ci sono alcune cose che dentro di noi non si riescono a cambiare, penso che una di quelle sia la propria sensibilita’
Le Amanti Cinesi
E’ uno sport molto diffuso da queste parti per i businessman, politici e uomini di potere di una certa eta’ avere non solo una, ma una lunga fila di giovani amanti. Il gioco e’ facile, le si compra una bella macchina (meglio se BMV o Mercedes) le si mette a disposizione un appartamento dove vivere, una carta di credito per comprarsi vestiti e scarpe a volonta’ e il gioco e’ fatto. E’ piacevole vederle arrivare quando sono in discoteca, sembrano tutte delle gattine, si presentano accompagnate dal loro burattinaio o con le amiche del cuore. Tutte pimpanti ballano, spendono, si divertono, esagerano. Puo’ capitare che mi guardino sorridenti mentre sono appollaiate al bancone del bar a fianco di chi se le e’ comprate. Io ricambio sempre il saluto, e sorrido anch’io. La cosa che piu’ mi diverte e’ vedere l’energumene che si ritrovano seduto accanto ingelosirsi o arrabiarsi perche’ si sono momentaneamente distratte a guardarmi un attimo. Appaiono cosi’ sicure di se stesse, nella loro falsa bellezza. “Puoi divertirti e flirtare con l’occidentale carina ma il tempo passa anche per te….” penso tra me e me. La maggior parte di loro pero’ snobba l’intero mondo che le circonda. E alla fine solo le piu’ abili o fortunate riescono a sposarsi uno di quei burattinai, per poi finire di passare le notti a casa sole o con i figli che hanno messo al mondo, mentre lui e’ fuori la sera perche’ o lavora fino a tardi o se la spassa con donne piu’ giovani di loro. Un film gia’ visto. Certo questo e’ un mondo che non e’ solo made in China, succede un po’ ovunque, ma credo che qui sia un fenomeno certo piu’ marcato e evidente, anche perche’ in un grande citta’ come questa di 15 milioni in un paese in grande crescita, ci sono tanti uomini con grandi disponbilita’ di denaro e tante donne disperatamente in cerca di uscire da una situazione di poverta’, un cocktail esplosivo. Sara’ questa una delle ragioni per cui le discoteche sono aperte tutti i giorni della settimana, e sono sempre piene fino a notte fonda?. Si, e’ vero, molti hanno voglia di sforgarsi e divertirsi adesso che i venti sono cambiati. Ma in queste notti di Pechino, in questo vortice di banconote, musica, glamour, di luci, colori e sensazioni forti che animano la notte, sento di esserci finito dentro anch’io, a volte spettatore, a volte attore. Anche io finisco per ballare (anche perche’ mi piace un sacco), anche io spendo, mi diverto, esagero senza pensare al domani che verra’. Giusto o sbagliato che sia di una cosa sono certo, in quei momenti mi sento piu’ vivo e mi dimentico di tutto cio’ che di brutto sta succedendo fuori dal locale, da cio’ che e’ dentro di me, e cio’ che ho lasciato lontano da me………….. squilla il telefono. Sono in ufficio, e stavo scrivendo questo post. La segretaria mi chiama per dirmi che il candidato per il prossimo colloquio e’ arrivato alla reception “Hallo your interviewer is coming….” Non posso che sorridere divertito (per ovvie ragioni) dalla quella frase storpiata in inglese ……… Xu Qing, si dice: “Hallo your candidate has arrived”….
Il figlio del re della Mongolia
Ho incontrato Melissa questa sera a cena, mi ha fatto aspettare quasi un’ora al ristorante poi e’ finalmente arrivata. Sorrideva come al solito, si e’ seduta difronte a me sfoggiando un collier con un cindolo a forma di leopardo tempestato di diamanti. Il Park Hyatt non e’ ancora pronto, forse lo sara’ a fine febbraio. A me va bene posso aspettare ammesso e concesso che i prezzi non salgano, e a meno che non trovi un posto carino piu’ conveniente. Ogni tanto il telefonino squillava, era il suo ragazzo che chiamava da Hong Kong. A un certo punto hanno pure litigato perche’ lei gli ha detto che era a cena con un amico e lui si e’ arrabbiato. Piu’ tardi ci siamo seduti sul divanetto uno accanto all’altra. Mentre la tenevo per mano mi diceva: “Sono cosi’ infelice, litigo sempre con il mio ragazzo. Non si fida di me e non si rende conto che quando temi che certe cose succedano, poi accadono veramente”. “Hai proprio ragione…” pensavo tra me e me… Eh si’, e una teoria che ho gia’ sentito tante volte. “Sai, ho conosciuto il figlio del re della Mongolia” ha continuato “vuole comprarsi una pethouse al Park Hyatt, un affare da piu’ di dieci milioni di dollari” e io sopreso “Il figlio del re della Mongolia??????? wow!!!” mi ha raccontato che ha due mogli e una fidanzata che fa la modella (tipico dei re ho pensato) e cha ha un nome lunghissimo di dodici parole. “Io pero’ lo chiamo sempre Aha”…. Che tipa… alla fine la ciliegina sulla torta: “Non hai niente di cui preoccuparti, sara’ pure un re ma e’ un contadino!!!”…. E’ andata via e ci siamo abbracciati. “Ci vediamo presto” mi ha detto dinuovo sorridendo salutandomi sul marciapiede. Sono andato a documentarmi sulla Mongolia, e pare essere una repubblica. Sara’ stato il figlio del primo ministro o lo scarso inglese di Melissa. Sara’….. ma stasera sono tornato a casa e continuavo a ridermela tra me e me. Anche questo e’ viaggiare.
Sognando il Park Hyatt
Finalmente ho rivisto Melissa, era a Hong Kong per lavoro. Mi ha fatto subito l’elenco delle conoscenze importanti che ha racimolato negli ultimi mesi tra cui una star del cinema Cinese fidanzata con un attore americano. Di recente si e’ pure divertita posando per una pubblicita’ di borse uscita sulla rivista Cosmopolitan cinese che mi ha mostrato orgogliosamente. Sono risalito sul suo Porche Chayenne, come al solito guida come se non ci fossero regole, volando i rossi o andando letteralmente a passo d’uomo in mezzo alla strada per mostrarmi comodamente il depliant del concessionario Ferrari, mentre dietro di noi due corsie di macchine in coda vanno giu’ di clacson quantomeno …. indispettite. Mi sembra di essere finito su Marte… Alcuni riescono a sorpassarci guardanoci sbigottiti come se venissimo da quel pianeta… Non hanno tutti i torti, lei… come se niente fosse. Mi racconta che il suo ragazzo le ha promesso la Ferrari, lei preferisce la 599. Poi dal depliant delle Ferrari passiamo a quello delle Maserati e io “Ma le Maserati non e’ che mi piacciano un granche’ preferisco la Ferrari”. Dentro di me mi scappa da ridere perche’ non credo a cio’ che sto vivendo. Le ho detto che sto cercando casa e mi dice: “Perche’ non vieni a stare al Park Hyatt?” lei e’ direttore delle vendite, “Ho alcuni clienti che potrebbero affittarti un appartamento a un buon prezzo, 4000 dollari al mese, ahh sarebbe proprio bello saremmo cosi’ vicini di casa e ti verrei a trovare spesso…”. Le rispondo cercando di azzardare un mezzo sorriso: “Eh… non e’ una brutta idea, dai ci pensero’…”. Il Park Hyatt verra’ innaugurato a Gennaio, sara’ uno dei grattacieli piu’ alti e lussuosi di Pechino, guardatevi il sito. Poi le racconto che sono stato a Macao e mi parla di un suo amico che nelle ultime settimane si e’ giocato a un casino’ di Hong Kong quasi un milione di dollari e mi dice: “Ho detto alla sua ragazza di fermarlo, capisco se avesso perso cento mila dollari ma un milione….” guardo fuori dal finestrino e cerco di far mente locale pensando alla poverta’ che c’e’ in questo paese. Lei continua: “Sai prima che chiamassi tu ero al telefono con la moglie del fondatore di Alibaba.com” Avevo parlato di Alibaba.com in un post precedente, clicca qui per leggerlo, e guarda caso Alibaba.com proprio ieri ha debuttato in borsa a Hong Kong triplicando di valore in un giorno, ha fatto meglio solo Google. Intanto il telefono di Melissa continua a squillare e arriviamo in banca perche’ deve incontrare un cliente che vuole cambiare del contante in dollari di Hong Kong. Quando lo incontriamo il tipo apre la borsa, piena zeppa di dollari, non ho mai visto tante banconote in una sola borsa in vita mia, Melissa dice che c’erano solo 200 mila dollari e aggiunge mentre prendiamo un caffe’ a Starbuck: “Sono pochi per quello che dobbiamo fare, il profitto non sara’ un granche’…”
Un massaggio al giorno toglie il medico di torno
Una delle prime cose che ho fatto e’ andarmi a fare un massaggio. Non vedevo l’ora, prima un’ora e mezzo ai piedi e poi un ora alla schiena. Che bello! Sono uscito che ero finalmente rilassato e ho deciso che ci andro’ tutti i giorni. E’ stata anche un’occasione per riveder Yin Xiu Miao, anche se io la chiamo Miao Miao perche’ mi pare una gattina tanto e’ dolce e affettuosa. Quando il prenoto il massaggio a Bodhi pero’ lei e’ la numero 22. Mentre ero a Seattle ogni tanto mi scriveva un’email col suo inglese masticato: “Quando torni?”. Si arrabbia sempre perche’ non studio mai il Cinese. Prima o poi dovro’ farlo… Mi ha raccontato di dove vive, una casa con quattro stanze. Quando le ho chiesto quante persone vivono con lei sono rimasto scioccato, mi ha risposto 25-26, il che vuol dire 6-7 per stanza. Poi ha continuato col suo racconto. Hanno un bagno solo con tre docce comuni e due water. Mi ha detto che la maggior parte del personale che lavora con lei viene da fuori Pechino e vivono quindi in quella casa tutti assieme. L’affitto? 150 Yuan al mese, circa 15 euro. Non hanno una cucina, le danno da mangiare al lavoro dove per 12 ore di massaggi al giorno porta a casa circa 3000 Yuan, 300 euro al mese. Ascoltare una persona che ti racconta certe cose non e’ facile e ti mette in crisi quando pensi a come fara’ ad essere sempre cosi’ sorridente e contenta? Davvero a volte non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati… anche se a giudicare dal suo atteggiamento, dal suo sapersi accontentare di poco essendo comunque felice, forse a pensarci bene e’ lei ad essere fortunata??? Vive meglio la persona che puo’ permettersi tutto anche se non e’ mai abbastanza o quella che non ha niente o poco ed e’ capace di accontentarsi?
21 di Settembre
21 di Settembre, un giorno importante per me, e’ da poco scoccata la mezzanotte. Sono a Kirland, una piccola cittadina appena fuori Seattle e non lontana da Redmond dove lavoro. Ho affittato un piccolo monolocale per un paio di settimane. Ho venduto tutto ormai, la macchina, la casa, tutto l’arredamento. Mi sono rimaste quattro scatole, i vestiti, la mia macchina fotografica e questo portatile. Presto partiro’ per un lungo viaggio ma non vi voglio anticipare niente, sara’ una sorpresa. Intanto questa sera ho visto un bel film, Il Buio nell’Anima con Jodie Foster. Uscira’ tra una settimana anche in Italia. Si tratta di un film che parla di vendetta, e di come il dolore possa trasformarti in un’altra persona che spesso tu stesso non riconosci piu’.
Il tempo
E’ cosi’ strano trovarsi qui in questa citta’ da un lato cosi’ falsa e superficiale, vuota di significati, e accorgersi che per me questo posto invece rappresenta qualcosa di importante, qualcosa a cui mi sento ancora legato in qualche modo. Forse sono legato al passato, o ai bei ricordi di certi momenti vissuti qui. Ma tendo sempre a scordare da cosa me ne sono andato, il dolore e la paura che spesso ho vissuto accanto a lei. E’ triste realizzare come a distanza di tempo tutto sembri cosi diverso, certe sensazioni diventano cosi’ sbiadite. Inesorabilmente il tempo tende a sgretolare tutto, portanosi via con se anche i piu’ bei ricordi che sembrano sempre piu’ lontani. Amarsi alla follia e poi, quando l’euforia finisce dimenticarsi, non parlarsi piu’. Eppure, anche se detesto questa situazione e mi riesce cosi’ difficile accettarla, sono io che l’ho voluta perche credo che non esiste altra via di uscita. Le voglio ancora bene… questo si’ e vorrei che questo lo comprendesse e se non mi faccio piu’ sentire e’ perche’ voglio che sia felice, magari lontano da me lo sara’ e questo non puo’ che rendere felice anche me. Sto guarendo pian piano le ferite. Devo cercare di resistere, rimanere in movimento e non cadere nella stessa trappola per l’ennesima volta. Ho lasciato l’hotel, ho affittato una macchina, destinazione Phoenix, Arizona a trovare il mio amico Claudio di Roma, poi se riesco al Grand Canyon. Giovedi’ sera tornero’ a Las Vegas.
Sono a Las Vegas
Sono atterrato da solo due ore e sono gia’ in hotel. All’arrivo ho provato molte emozioni per la maggiorparte tristi. Chissa’ forse ho fatto male a venire qui anche se sono contento che fuori c’e’ il sole e la giornata e’ calda. Appena sono atterrato, ancora sull’aereo, ho acceso il telefonino come facevo di solito, che se questa volta non ha squillato. Ero cosi’ abituato che qualcuno venisse a prendermi in questo aereoporto. Arrivato al ritiro bagagli ho camminato tra i carrelli un po’ spaesato. Mi sono accasciato su una sedia per riorganizzare le idee e ho aspettato che arrivasse la valigia, poi in taxi sono corso verso il Mandalay Bay. Finora nella mente ho solo tanti ricordi, che come diapositive o spezzondi di un film passano veloci nella mente e a volte pesano come macigni. Cose a cui ho pensato e ripensato mille volte arrivando sempre alla stessa conclusione. Katya e’ una donna che ho amato molto, sara’ difficile cancellarla dalla mente e dal cuore, ma non avevo altra scelta.
Dal diario di scuola
Tra gli scatoloni vecchi e abbandonati ho trovato un diario di scuola. Deve avere almeno vent’anni. L’ho arperto e’ l’occhio mi e’ caduto su una bozza di una lettera che ho scritto a un’amica, corrispondente di penna, finlandese e mi sono fatto quattro risate nel rileggermi dopo tutti questi anni… chissa’ cosa avra’ pensato di me leggendola…
Dear Satu,
I’ve received your letter this morning. You have been very quickly!! I have received a very nice letter and I think you are a very interesting girl. I must congratulate with you for your good english.
In Italy the spring is going to arrive, I am not so happy for this. I prefer the winter, maybe because I love snow. I’ll seem you a strange boy, won’t I?
I don’t like busy life style too even if my life is quite of this kind. I am a computer programmer and I must travel much for selling or exchanging programs to anyone and I after this I have a lot of hobbies. I am always busy. Sometimes for relaxing I go to my country house but my dream is to go to live on a mountain in a small house amid the snow with a wonderful girl without study or work, maybe one day….
I have never go abroad but maybe this summer I will go to Swedish. I usually go to disco on Saturday but not very often because I have to study a lot. I would like to know something more about the exchange student. I don’t know what it is.
Ti AMO it means “I love you”. What’s the finnish phrase for Ti amo?
Last Saturday I played football in the Italian Championship Under 18 with my team Europa and we lost 2-0. I am a bit angry for this. Does your brother play football?
Well, I’ve told all for now. I hope you like my photo and I hope you’ll send me a photo too. You’ve promised!!!!
With Love
David