Dopo la pausa il colloquio e’ continuato per altre 4 ore, faccia a faccia con persone che gia’ conoscevo. Sono tornato a casa esausto ma soddisfatto. E non era finita li’ perche’ il giorno dopo alle nove del mattino ho avuto un altro colloquio, nuovamente per telefono con un alto dirigente di Seattle. Da quel punto ho capito che ormai ce l’avevo fatta e nel pomeriggio e’ arrivata la conferma. Infatti oggi ho fatto il mio primo pranzo con due ragazzi del nuovo team anche se ufficialmente non sono ancora stato assunto. Sembrano davvero in gamba e penso che lavoreremo bene insieme. Non ho ancora visto l’offerta, quindi finche’ non firmero’ il contratto e’ meglio non dichiarare concluso l’affare. Ma ormai e’ solo una questione di dettagli, quindi a meno di grosse soprese penso che tra una settimana o due si ricomincia. Nel frattempo godiamoci questi ultimi giorni di vacanza e i festeggiamenti per il capodanno Cinese che quest’anno cade esattamente nel giorno di San Valentino.
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Buona Fortuna
Sono arrivato negli uffici di Microsoft di buon ora, verso le 8:30. Non c’era quasi nessuno, la segretaria non era ancora arrivata cosi’ mi sono accomodato sul divano. Essere dinuovo li’ mi ha fatto rivivere molti ricordi, che come flashback passavano velocemente nella mia mente. Ho subito realizzato pero’ che dentro di me prevale ancora l’amarezza e la delusione per quanto e’ successo al mio team a Novembre, nelle ultime settimane prima di lasciare il lavoro, non sara’ facile dimenticare. Poi improvvisamente le porte dell’ascensore si sono aperte, e indovinate chi apparso come un fantasma del passato? Il mio ex capo, Tuan. Era felice di vedermi: “Che sopresa, ma come mai da queste parti?”. Gli ho spiegato le ragione e lui mi mi fissa per una attimo e mi dice: “Sono sopreso Davide che non hai contattato prima me quando hai deciso di tornare”. La verita’ e’ che il piu’ sorpreso ero io: “ma che discorsi sono?”, ho pensato. Cosa dovevo fare? Chiamarlo e chiedergli il permesso? Mi sembrava di avere di fronte un bambino… non sapevo cosa dirgli poi mi sono inventato una scusa e se n’e’ andato. Meglio cosi’. Alle 9 sono iniziati i colloqui. Le prima due ore e mezza le ho passate al telefono con Seattle, ero solo, dentro a una saletta riunioni. Poi ho fatto mezz’ora di pausa e mentre ero li’ seduto che bevevo un bicchier d’acqua mi e’ arrivato un messaggino. “Good Luck!”. Era Vivi, che tipa, non molla mai. Mi ha scritto nonostante l’avessi ignorata per quasi una settimana senza rispondere ai suoi messaggi. Si era ricordata che il 9 era il giorno del mio colloquio cosi’ non ho potuto non risponderle. E’ bello quando una persona si ricorda di te e sa essere presente, anche solo con due parole, nei momenti che contano. E’ dai certi piccoli particolari che si capiscono molte cose.
9 Febbraio
Il 9 di Febbraio avro’ un colloquio di lavoro per tornare a lavorare a Microsoft. Anche se non ne ho parlato molto su questo blog di quanto stava maturando, e’ un’idea che avevo gia’ preso in considerazione da piu’ di un mese ormai. Infatti appena dopo Natale mi avevano contattato da Seattle perche’ cercavano personale per coprire una posizione vacante in un team di Pechino. Subito ho risposto picche, ero ancora incazzato. Poi ci ho pensato su e dopo aver riflettuto molto ho deciso di sondare meglio il terreno. Devo ammettere che l’opportunita’ e’ interessante e se le condizioni sul tavolo saranno quelle giuste non mi dispiacerebbe ritornare. Si tratta di un team di 54 persone da gestire quindi e’ anche una bella sfida. Il prodotto questa volta e’ il sistema operativo di una piattaforma di Microsoft che viene installata sulle automobili per gestire l’infotelematica di bordo, tipo la classica navigazione satellitare, ma anche l’applicazioni come EcoDrive disponibili sulle FIAT 500. Interessante insomma. Cosi’ ho deciso non lasciarmi scappare questa occasione, di provarci, perche’ no.
Cosi’, anche se ho lavorato per Microsoft per molti anni, dovro’ rifare il colloquio d’assunzione. Questa e’ la prassi non fanno sconti a nessuno. Poi da li’ si vedra’, se passero’ il colloquio valutero’ poi l’offerta. Ho gia’ ben messo in chiaro che non ritorno a meno di certe condizioni. Ma questo almeno sembra lo abbiano recepito.
So che alcuni di voi, incluso forse anche parte di me, avrebbero voluto che continuassi a viaggiare. Pero’ dopo aver riflettuto molto devo a dire che non e’ solo viaggiando che si puo’ vivere una vita o delle avventure emozionanti. Lo si puo’ fare tutti i giorni anche rimanendo in pianta stabile nello stesso posto. Anzi a volte e’ nei posti che si conoscono meglio dove si creano le condizioni giuste perche’ succeda qualcosa di grosso. Quello che conta e’ la propria predisposizione. Dipende soprattutto da quanta curiosita’ si possiede, e dal coraggio e dalla carica che c’e’ dentro ognuno di noi, dalla voglia di vivere che ci e’ rimasta. La storia che mi e’ successa con Vivi e’ un classico esempio.
Ho riflettuto a lungo e ho pensato che qui a Pechino esistono per me le condizioni migliori per vivere ancora una vita piena di emozioni. E continuero’ a farlo, senza dubbio, anche se durante il giorno dovro’ lavorerare. Anzi il lavoro non potra’ che contribuire a stimolarmi ancora di piu’ a vivere situazioni nuove. Anche perche’ ci si abitua e ci si annoia anche a far niente, credetemi.
Ricomincio da Quattro
Eccomi qui nella mia nuova dimora al Four Point Sheraton di Pechino. Ero stanco di girare o di essere ospite a casa di qualcuno, volevo sentirmi dinuovo a casa mia. Devo ammettere che erano mesi che cercavo un appartamento che mi piacesse veramente e finalmente l’ho trovato. Cosi’ non ci ho pensato sopra due volte, ho firmato il contratto e ho preso possesso della mia nuova abitazione. La posizione e’ ideale, sono vicino alla zona universitaria e quindi per andare a scuola di Cinese sono solo un paio di fermate della metropolitana, ed e’ anche vicino a Microsoft se un giorno dovessi decidere di ritornare all’ovile. Mi sembra pefetto, e’ un po’ lontano dal centro, ma va bene cosi’. Non sapevo che esistesse questo Four Point Sheraton, mi ci sono imbattuto quasi per caso su Google e l’ho fatto presente al Direttore delle vendite consigliandogli di pubblicizzarlo meglio su Internet. Se l’avessi saputo di sto posto sarei venuto a vivere qui molto prima. Il tipo mi ha fatto il 10% di sconto sul prezzo perche’ gli ho detto che in futuro possibilmente cerchero’ di portargli qualche cliente.
Il centro residenziale e’ composto da due edifici. Nel primo si trova l’Hotel Sheraton, molto bello con tre ristoranti (di cui uno Italiano), palestra con piscina, SPA, e una bellissima Lounge all’ultimo piano. Nell’altro ci sono degli appartementi residenziali completamente arredati che vengono affitati con contratto mensile. Il bello e’ che questi appartamenti godono degli stessi servizi offerti dall’hotel. Quindi nel prezzo sono incluse anche le pulizie (quattro volte la settimana), e tutte le spese di luce, riscaldamento, tv satellitare, internet, in piu’ posso anche ordinare la cena o il pranzo in camera da uno dei tre ristoranti dell’Hotel con il 20% di sconto. Questi appartamenti in Inglese si chiamano “Serviced Apartments” e a Pechino molti stranieri optano per questo tipo di sistemezione anche perche’ spesso e’ la ditta per cui lavorano che se ne assorbe i costi. Proprio per questo, nelle zone piu’ centrali un affitto per un appartamento del genere puo’ costare dai 2 ai 4 euro al mese (sto parlando di una camera sola). I Cinesi sono bravissimi a salassare quando sanno di poterlo fare, e con gli stranieri a volte sparano cifre senza ritegno. Invece questo Hotel, forse perche’ e’ nuovo, lontano dal centro e poco conosciuto, il prezzo che sono riuscito a concordare e’ di 1000 euro al mese tutto incluso. Mi sembra davvero un furto, perche’ per un monolocale in centro semi decente e soprattutto escluso tutte le spese che ti devi assorbire, mi costerebbe comunque non meno di 6-700 euro. Il rapporto prezzo/qualita’/servizi offerti di questo posto invece mi sembra davvero ineguagliabile qui a Pechino. Lo staff e’ gentile, e tutto cio’ che mi serve e’ a portata di mano.
My first English post
I’ve been thinking for a while now that I should write my first post in English. I sometime publish song lyrics in English but I never write something of my own. I am sure I will be making some of my non-English speaking readers mad for that. But today I need it. It’s funny, it’s like going to a retreat, or write something privately after 3 years of posts in Italian… It will certainly add a new dimension to this blog. And I think I should try, after all, I use English for living everyday and sometime even I dream or think in English. Not to mention that most of my friends speak English, so maybe it’ll be a good idea, a new territory to explore…
It’s been a crazy beginning of the year, a crazy month, a crazy adventure… Can’t get my mind off of what happened to me last week. But today I was also thinking about my good old friend Toni “Il Palazzinaro”, who lives in Seattle and was born in Rome. He spent a life chasing women, a typical Italian womanizer. I’d say he probably slept with hundreds of women in his life, at least so he claims…. He said to me one day with his strong Roman accent: “Davide, remember this. When you realize you are falling in love with a girl that’s it, that’s your warning signal… it’s when you have to step back and stop from getting yourself involved. Otherwise if you let it happen, then… it’s too late. That’s how you stay in the game and protect yourself.”
It seems that as the years go by I am getting good at that. However the sad part is that I feel like it’s more the feelings I give that the ones that I receive back. And it’s not that the girls aren’t reciprocating, they actually try hard but I don’t let it get to me. The wall I built is too high… But when you were hurt inside, that’s what ends up happening. And my hurt starts from when I was little, at least that’s what I have been told…
Wow, that wasn’t too bad… But it felt like I was talking to myself and no one’s listening…
Un giorno in paradiso
Sembrava che me lo sentissi quando ho parlato di nevicate storiche qui sotto… Chissa’, forse era nell’aria. Perche’ anche se non si e’ materializzata in Italia, qui a Pechino ieri e’ avvenuto quello che non ti aspetti. Sono arrivati venti centimetri di neve freschissima e temperature che a Pechino non si registrano da mezzo secolo. Mentre vi scrivo siamo a –14. Ieri la citta’ si e’ quasi paralizzata con voli cancellati e circolazione stradale in tilt. Oggi e’ tornato il sole, e grazie all’ imponente spiegamento di forze, 300 mila uomini, la situazione sta tornando lentamente alla normalita’ anche se il freddo la fa da padrone. Per me e’ stato un divertimento unico, una giornata davvero da ricordare con paesaggi fiabeschi. Una neve cosi’ non l’avevo mai vista, era talmente soffice che bastava un soffio per farla volare in aria. Sembravano tutti piccoli coriandoli invece che i classici pesanti fiocchi di neve. Una sensazione davvero unica e la bellissima foto di Sunny rende davvero l’idea.
Ragazzi che “zagno”….
Siamo atterrati a Pechino intorno alle due di notte. Eravamo l’ultimo volo e ormai in areoporto non c’era piu’ nessuno. Il tempo di prendere i bagagli e uscire e si mette a nevicare. Pechino non poteva riservarmi accoglienza migliore. Il viaggio in taxi sulle strade della tangenziale ormai gia’ bianche, con quei fiocchi che correvano veloci sull’asfalto come se fosse polvere alzata dal vento, e’ stato quasi surreale. Un miraggio, dopo quel volo dove sembrava che non saremmo mai arrivati. Il mattino dopo la prima cosa che ho fatto e’ stato andare da Tony&Guy. Max, ormai siamo diventati amici, mi ha fatto una pettinatura molto moderna… vedesi foto. Ero quasi imbarazzato poi mi sono detto: “Massi’ dai… spariamoci sti capelli all’insu’. Nuovo anno, nuova decade, nuova vita”. Mi sono appena svegliato, fuori nevica forte, ce ne sono gia’ dieci centimentri. Con la temperatura a –8 gradi e’ un tempo da lupi. Ma domani fara’ ancora piu’ freddo. Previsioni: Sole, –10 di massima, –20 di minima. Prepariamoci.
Un altro spavento
Sono a 37 mila piedi che ascolto “Mercy Street” di Peter Gabriel. Non mi sembra vero. Siamo decollati stamattina alle 11 su questo Airbus 340-300 nuovo di pacca e subito ho capito che qualcosa non andava. L’aereo sembrava non prendere quota. Piu’ il tempo passava e anche se molti gia’ stavano dormendo, ero sempre piu’ convinto che qualcosa non stesse funzionando perche’ dopo 25 minuti eravamo ancora a 8 mila piedi invece che 20 o 30 mila. Poi ho capito che l’aereo stava tornando indietro ma ancora nessun annuncio. Ho vissuto attimi di trepidazione, non tanto per quanto stesse succedendo ma perche’ nessuno ci diceva niente. Finalmente si fa vivo il capitano: “Abbiamo un problema alla strumentazione di volo, stiamo tornando a Dubai”. Ci ha spiegato che questo aereo ha 5 sistemi di navigazione computerizzati, due dei quali erano andati in tilt. Lui, appena decollato, per un bel po’ ha cercato di far ripartire il computer di quei due sistemi ma non ci e’ riuscito. Con i tre che erano invece funzionanti avremmo potuto benissimo arrivare a Pechino ma lui non se la sentiva di averne due fuori uso perche’ avremmo attraversato le montagne dell’Himalaya. Cosi’ siamo tornati indietro. Anche se ci ha detto di stare tranquilli ha poi ritardato di molto l’atterraggio girando e rigirando sopra Dubai. Insomma ci ha fatto penare. C’e’ stato un momento, durante l’ultima virata, che eravamo talmente bassi che sembrava di poter toccare il deserto con una mano. In quel momento ci siamo spaventati in molti. Mi e’ tornato in mente quella brutta esperienza. Poi fortunamente siamo atterrati. Dopo un’ora e mezza di pitstop siamo ripartiti. Adesso tutti e cinque i sistemi di navigazione funzionano. Ripensando a quanto e’ successo devo ammettere che, nonostante lo spavento e l’inconvenienza, tanto di cappello al pilota che al limite della pignoleria ha deciso che non avremmo volato se non fossimo stati al massimo della sicurezza. Per fare un parallelo e’ come se fossimo partiti da Alessandria in macchina con 5 navigatori satellitari e due fossero andati in tilt dopo 20 chilometri. Chi di voi avrebbe deciso di tornare indietro quando ce n’erano ancora 3 funzionanti? Poi nel caso di un aereo tornare indietro significa anche aggiungere costi, perche’ un doppio decollo vuol dire aggiungere un maggior uso di carburante e non stiamo certo parlando di qualche litro. Sono sicuro che una compagnia low cost o poco seria avrebbe tirato diritto. Invece il nostro pilota, Inglese, tra le altre cose, ha fatto marcia indietro. Arriveremo con piu’ di tre ore di ritardo ma almeno dovremmo viaggiare sicuri. Almeno cosi’ pare e se sarete in grado di leggere cio’ che sto scrivendo ora a 37 mila piedi, anzi pardon 39 mila, vuol dire che tutto e’ andato bene e saro’ arrivato a Pechino. Lo devo ammettere, non vedo l’ora. Mi manca parecchio in questo momento.
Ciao Dubai
L’anno e’ iniziato da una manciata d’ore. Sono gia’ in aereoporto, destinazione Pechino. Sono riuscito a passare la security con una lattina d’acqua, volevo vedere se erano attenti. Altrove me l’avrebbero sequestrata. Buonanotte…. Sul taxi venendo qui ho scattato l’ultimo set di foto. Pensavo al fatto che l’altro giorno ho comprato 3 mele, 6 mandarini e 6 lattine. Totale 50 AED, circa 10 Euro. In Cina avrei speso 25 Yuan, due euro e mezzo. Dire che questa citta’ e’ cara e’ poco…
Buon Anno da Dubai
Intanto auguri a tutti quelli che mi seguono, che il nuovo anno vi porti un sereno 2010 pieno di felicita’ e tanta salute. E poi voglio parlarvi un po’ di questa Dubai che e’ davvero una citta’ incredibile. Sara’ che arrivare in questo posto direttamente dalla piccola Alessandria ha accentuato le mie percezioni, ma ne sono rimasto subito colpito gia’ dal mio arrivo in aereoporto. Il terminale era nuovo, modernissimo, costruito solo da un anno, di un eleganza impressionante. E pensare che ce n’e’ un altro in costruzione che diventera’ il piu’ grande del mondo, ne avevo parlato in questo post. Gli Emirati Arabi sono una nazione giovane, piu’ giovane di me. Sono nati nel 1971, grazie allo sceicco Al Nahyan dopo essere diventati indipendenti dalla Gran Bretagna. E’ incredibile lo sviluppo economico di questa nazione. Proprio pochi mesi fa e’ stata innaugurata una linea metropolitana completamente automatizzata. E’ a Dubai il centro commerciale piu’ grande del mondo, Dubai Mall ospita ogni settimana 750 mila visitatori. E il 4 di gennaio, tra pochi giorni verra’ innaugurato Burj, il piu’ alto edificio al mondo, 880 metri e 160 piani. E’ costato 4 miliardi di dollari. All’interno ci sara’ il primo Armani Hotel. Non so cosa possa costare una camera, ho cercato di scoprirlo senza successo, ma non penso saranno certo prezzi accessibili… E’ il lusso il tema dominante di questa citta’, un lusso senza freni. Ferrari, Rolls Royce, Hummer, basta attraversare la strada. Insomma per quanto spettacolare, impressionante e affascinante che sia, ti mette quasi a disagio, un peccato… Fortunatamente sono riuscito a trovare una camera all’Hotel Al Manzil a poco (si fa per dire), 150 euro, ancora grazie a TripAdvisor.com. Era vicinissimo a tutto, a pochi passi dal Dubai Mall e il mitico Burj. Siamo intorno ai 25 gradi, si sta bene ma ho deciso che anticipero’ il rientro a Pechino. Intanto questa mi sembra piu’ una citta’ turistica per famiglie o gente che dei soldi non sa cosa farsene. Poi con la superficialita’ in cui si naviga in questo posto non posso certo pensare di entrare in un locale e di impressionare qualcuno, anzi qualcuna….. E dulcis in fundus, quello che dovevo vedere l’ho visto, non sarebbe male l’idea di tornarci in dolce compagnia un giorno…. Vedremo. Questo e’ un posto unico al mondo e ne varrebbe la pena condividere l’esperienza con qualcuno piu’ che avventurarsi da soli.
Vie di fuga
Sono a Malpensa in attesa di imbarcarmi sul volo per Dubai. E’ stata una vacanza di Natale direi molto particolare. Intanto in Italia devo dire che ha fatto davvero il “bello e il cattivo tempo”. Caldo al mio arrivo, poi improvvisamente freddo polare, per poi passare alle nevicate, e poi dinuovo temperature miti e per finire piogge a dirotto, insomma disastri. Poi perche’ ho rivisto tante persone che non rivedevo da tanto tempo. Infatti proprio ieri sera sono stato a cena coi alcuni dei miei compagni di classe delle scuole medie. Alcuni non rivedevo da tantissimi anni. E’ stata una serata molto piacevole, nella quale sono tornati in mente tanti bei ricordi di quei tempi quando eravamo cosi’ giovani e spensierati. E’ stato bello farsi quattro risate, ripescare nel passato dettagli di cui ci eravamo ormai dimenticati, raccontarci poi che cosa e’ successo dopo ripercorrendo i passi importanti della nostra vita, scoprire come eravamo cambiati col tempo e anche notare quegli aspetti di noi che invece sono rimasti gli stessi. Insomma davvero interessante e divertente. Come e’ stato davvero piacevole incontrare anche altri vecchi amici che invece facevano parte del mio passato da musicista per hobby e per passione. La musica ha davvero lasciato un impronta particolare nella mia vita. Si parlava con Paolo Tonato di come sono le “vie di fuga” un tema ricorrente delle sue foto. La musica, insieme anche ai viaggi, sono state le mie “vie di fuga”. E’ stato interessante notare come la maggior parte degli amici con cui sono rimasto in contatto ad Alessandria sono persone con cui ho suonato o che ho conosciuto nell’ambito delle band Alessandrine di quel tempo. Tristemente solo pochi di loro coltivano ancora quella passione, gli altri hanno abbandonato presi dalla famiglia e dal lavoro. E’ triste notare che col tempo le passioni vengano meno e lasciando il posto ai problemi e alla quotidianita’ della vita. Non devo lasciare che questo accada anche per me. E’ stata un bella serata con Paolo, Daniele e Stefano che e’ passato dal bar per caso dopo la mezzanotte. L’incontro amarcord si e’ trasformato in una mezza festa di capodanno con brindisi e auguri. Alessandria e’ proprio piccola, ho anche incontrato Alessandro Ferraris dopo tanto tempo, stavamo entrambi facendo la spesa alla Coop. Erano anni che non lo rivedevo, come non rivedevo Joe di Milano, anche lui musicista, compagno di avventure in Finlandia. Poi in quello stesso giorno ho finalmente potuto conoscere Silvia in una Milano freddissima e imbiancata dalla neve, come erano buone quelle crepe alla nutella!! Ma la cosa che caratterizzato forse ancora di piu’ questo viaggio e’ il fatto che la sera della vigilia di Natale non ho piu’ cucinato la cena insieme mia sorella, come solitamente avveniva per tradizione nella mia famiglia. Mi e’ venuta in mente l’idea di suggerire che fosse piu’ un lavoro d’equipe questa volta, invitando mia madre e mia zia a collaborare. E’ stato un successo perche’ mia madre mi ha confidato che non faceva gli agnolotti da 13-14 anni. All fine mi ha ringraziato per averla spronata. Insomma tante belle cose sono successe in questi giorni anche se forse l’unica nota triste e’ l’accorgersi che il tempo passa sempre piu’ veloce, inesorabile, e se e’ bello ricordare e rivivere i tempi andati devo cercare di non perdere gli stimoli e vivere solo di ricordi… altrimenti finirei di invecchiare piu’ velocemente… E’ tempo di scrivere altre pagine di questo viaggio, chissa’ forse cercare altre vie di fuga… E’ l’obiettivo di questo anno 2010 alle porte, di questa vacanza a Dubai, da dove vi sto scrivendo in questo momento e ho completato di scrivere questo post. Spero siano un punto di partenza e di buon auspicio per il futuro. Buona Anno a tutti!
Patty e Lussy
Dubai
5:30 del mattino, aereoporto di Dubai. Dallo speaker si sentono i canti religiosi dell’Iman. E’ la prima volta che viaggio in un paese arabo ed e’ una sensazione strana, nuova sicuramente. Il viaggio e’ andato bene. Sull’aereo c’erano un gruppo di operai Cinesi, saranno stati una trentina, probabilmente muratori specializzati. Non era certo il solito gruppo vacanze classico con le macchine fotografiche, erano tutti uomini, vestiti molto semplicemente. La Cina esporta pure la manod’opera “qualificata” (si fa per dire). Li abbiamo passati anche noi quei tempi, quando i nostri operai Italiani migravano in Svizzera o Germania. La storia si ripete, con la differenza che oggi si usa l’aereo. Avrei voluto davvero chiedergli cosa ci andavano a fare Dubai ma mi sono intimidito. Siamo atterrati tra le gru, probabilmente erano quelle del mega areoporto che stanno costruendo di cui ho parlato qui. Ma le luci erano tutte spente e niente si muoveva. Hanno finito i soldi anche per l’aereoporto?
Si riparte!!
Mi trovo all’aeroporto di Pechino e sto per imbarcarmi sul volo per Dubai, arrivero’ in Italia entro 24 ore (toccando ferro). Viaggio piu’ lungo questa volta, nove ore il primo volo poi, cinque di attesa e infine sei ore per arrivare Milano. La strategia e’ quello di passare il capodanno a Dubai prima del rientro a Pechino come avevo accennato in questo post e di provare una compagnia diversa, Fly Emirates. Sara’ interessante visitare Dubai durante la crisi che sta attraversando. Ma prima godiamoci l’Italia. Sono pieno di acciacchi fisici, tra cui problemi alla schiena per colpa del PC portatile, e’ anche per questo che sto scrivendo poco. Ragazzi state attenti se ne possedete uno, sto scoprendo quanto siano fastidiosi i problemi portati da una postura incorretta. E sto anche cercando di curarli con metodi naturali, yoga, massaggi, nuoto, ma e’ dura. Poi stasera sono anche scivolato per terra mentre facevo rientro a casa, che dolori…. Pero’ ho riscoperto il massaggio thailandese, che avevo gia’ provato ai suoi tempi. Molto meglio di quello Cinese devo dire. Insistero’ con le cure. Beh, e’ ora di partire. Se trovo una connessione mi faccio sentire anche dall’aereoporto di Dubai.
Mango e Papaya
Sono rientrato al freddo e al gelo di Pechino dopo una settimana in paradiso. Ci voleva questa vacanza. Sole, mare, dolce far niente, frutta tropicale e tanti bagni. Erano anni che non facevo una vera vacanza. Mi sono accorto di quanto mi ero arrugginito e quanto stress ho accumulato, ma pian piano sto tornando in forma. Questa volta a Sanya ero nella zona giusta, si chiama Yalong Bay. In gran parte occupata da hotel Americani come Hilton, Sheraton, Marriott, Ritz-Carlton, dove alloggiare qui costa minimo 200 euro ma si arriva fino a 20 mila a notte, non sembra certo di essere in un paese comunista. In questa zona ci sono finito quasi per caso, inizialmente era nei piani di passare la vacanza a casa di una amica di Selina. Quando siamo arrivati e abbiamo aperto la porta dell’appartamento si e’ presentato uno spettacolo allucinante. Era rimasto chiuso da due anni, sporcizia a dismisura, muri pieni di umidita’ e ammuffiti, scarafaggi morti per terra, aria malsana, mai vista una cosa del genere. Cosi’ sono andato nel primo internet caffe’ e grazie a TripAdvisor.com sono riuscito a trovare una camera in un hotel a Yalong bay all’Hotel Pullman per soli 120 euro (solitamente costava piu’di trecento euro a notte). Ce la siamo cavata, anzi e’ andata di lusso tutto sommato. L’hotel era davvero bello, poca gente, spiaggia privata, mega piscina.
On the road again…
Rieccomi qui a scrivere dopo un lungo silenzio dalla citta’ di Sanya, nell’isola di Hainan a circa 3000km a sud di Pechino. C’ero gia’ stato qui nel 2007 ma ero scappato dopo solo due giorni, ero venuto nella stagione sbagliata. Ora il tempo e’ piu’ secco grazie al vento costante. La temperatura e’ piacevole di giorno, 27 gradi, la notte ci vuole fa un gran freddo e ci vuole il maglione, ma il mare e’ caldissimo e fare il bagno e’ una pacchia. Dal 30 di Novembre non ho piu’ una fissa dimora, nel senso che ho lasciato l’hotel, impacchettato tutte le mie cose e le ho stivate in uno sgabuzzino a chiave che ho affittato nei parcheggi sotterranei di un palazzo a Pechino. La mossa mi permettera’ di essere piu’ leggero e risparmiare qualche lira durante i prossimi mesi nei quali rimarro’ in viaggio. Presto saro’ in Italia, poi Dubai, per ritornare dinuovo qualche giorno a Pechino. A inizio gennaio faro’ una settimana a Seoul in Korea, dove portero’ con me la tavola da snowboard, non vedo l’ora. Sono in cantiere altre destinazioni ma devo sincronizzarmi con alcuni amici in giro per il mondo prima di finalizzare i piani. Per il momento so solo che staro’ in viaggio almeno fino a febbraio o marzo, o fin quando mi stanchero’. Vedremo…. Sto cercando di recuperare il morale che non e’ che sia un granche’, ma conto molto su questi viaggi per rimettermi come si dice ‘in carreggiata’…..
Niente di nuovo sul fronte occidentale
Sono giorni tranquilli. Ieri sono riuscito a tuffarmi nella piscina dell’hotel per la prima volta. Esco di rado, fuori siamo costantemente sotto zero, la notte anche di 5 o 6 gradi. Ho poco di cui raccontarvi. Obama e’ stato a Pechino quattro giorni, ma sono notizie che il mondo gia’ conosce. La novita’ per me e’ che ha un fratellastro che vive in Cina. Per il resto sto aspettando che arrivi la fine del mese per scappare al mare. Non vedo l’ora.
L’ultimo giorno
E’ stato un giorno che non dimentichero’ facilmente. Sono arrivato appena in tempo per l’ultimo meeting di lavoro. Quando sono entrato nell’ala est dell’edificio c’era un silenzio tombale. Solo alcuni sono rimasti per prendere le ultime cose personali dalla propria postazione. Io lo avevo gia’ fatto venerdi’. Dopo il meeting, ho restituito le utlime cose che dovevo restituire e firmato tutti i papiri. Il cuore ribolliva di emozioni e non riuscivo a spiegarmi il perche’. Eppure era gia’ nei piani che avrei lasciato, quindi per me tanto di guadagnato. Ma non e’ facile andarsene in questo modo, dopo tanti anni. Il mio primo giorno lo ricordo ancora, Settembre 1994. Ma non penso fosse quello. Ero affezionato a questo team, in cui ho creduto ciecamente fin da quando sono arrivato qui il primo giorno. Mi ero affezionato e so che lo spirito e il calore che ho trovato lavorando in mezzo a loro mi mancheranno. Ho avuto offerte di lavoro da diversi team, qui a Pechino, da Shengzen, vicino a Hong Kong, dove Microsoft ha un’altra sede, e da Seattle. Ma ho rifiutato. Dopo una delusione simile preferisco una pausa. Prima di andarmene ho mandato un’email a tutti, ringraziandoli. Ho stretto la mano a YaNan e Quan, ho preso il portatile e me ne sono andato. Me la sono fatta a piedi, percorrendo quella che io chiamo Bradley’s Lane. Prendere un po’ d’aria mi ha aiutato a contenere un po’ l’emozione. Anche se ero triste ero consapelove di aver fatto la scelta giusta. Una volta arrivato in hotel ho visto le risposte a quell’email, alcune delle quali mi hanno commosso. Ho perso molti colleghi ma ho guadagnato tanti amici. Oggi va meglio, mi sono goduto questa giornata di liberta’ e di tranquillita’. L’incertezza che durava ormai da mesi e’ finalmente finita. Ora posso solo stare meglio e godermi questo meritato anno di vacanza che mi aspetta.
La mossa vincente
E’ stata una giornata positiva. La strategia l’avevo gia’ mente prima di entrare in ufficio, prendere un appuntamento con il direttore di un team e fargli una proposta ellettante. Howard lo conosco da tempo, e’ una brava persona, un manager che stimo molto, era lui ad avermi proposto di andare nel suo team a gennaio. Quando gli ho chiesto se aveva 5 minuti di tempo perche’ volevo parlargli mi ha risposto immediatamente che non c’erano problemi. Cosi’ nel pomeriggio ci siamo incontrati. Abbiamo parlato di come sono andate le cose. Scommetto che lui sapeva tutto gia’ da tempo. Poi ho messo il tavolo la mia proposta, fare in modo che tutto l’hardware del mio laboratorio fosse assegnato al suo team (un regalo di almeno 200 mila dollari), in cambio di una assunzione di uno dei miei dipendenti. “YaNan e’ davvero in gamba, e non sarei qui a parlarti di lei se non credessi ciecamente nelle capacita’ di far bene nel tuo team”. Mi ha detto che non c’erano problemi, che l’avrebbe assunta. Ero felice, potevo finalmente concentrarmi sulla mia ultima missione, sistemare Quan. Poi in serata e’ arrivata l’offerta anche per lui dallo stesso team. Howard si e’ preso entrambi i miei dipendenti. La stategia che ho avuto si e’ rivelata vincente. Sono tornato a casa felicissimo questa sera, ora sono molto piu’ tranquillo. Howard mi ha anche detto che se un giorno ci ripenso e voglio ritornare non ci sono problemi, basta uno squillo.
Evvia verso nuove avventure!
E’ stata una giornata terribile, la piu’ triste di tutta la mia carriera in Microsoft. Sono arrivato di buon’ora. All’ingresso ho incontrato Lifeng, era’ giu’, preoccupato, un bravo ragazzo, onesto, loquace, che ho visto crescere e formarsi da quando, due anni e mezzo fa’, sono approdato a Microsoft China – “Hey Lifeng, finalmente oggi conosceremo il nostro destino”. Mi ha dato una pacca sulla spalla come fa di solito, e mi ha sorriso annuendo. Siamo entrati in ascenscore assieme. Il tempo di prendere un caffe’ poi tutti e 120, insieme a una decina di assitenti, siamo entrati in una grande sala. Sul video il faccione del capo in teleconferenza da Seattle, per annunciare ufficialmente quello che ormai tutti ci aspettavamo. Tanti complimenti, tante parole, ma putroppo e’ necessario tagliare i costi. Il nostro team ha due settimane di vita, e per noi dipendenti ci sono due opzioni, cercare una posizione in un altro team oppure prendere la liquidazione e ciao a tutti. Non c’erano emozioni in quelle parole, quella faccia, stanca, sbadigliante, distaccata. Lifeng era seduto accanto a me, sconsolato, in mano il telefonino. A un certo punto mi mostra le foto della moglie, non so perche’ le guardasse in quel momento. “Le abbiamo scattatte nella provincia di Yunan” – mi ha detto. Alla fine siamo usciti tutti, una ragazza non ha retto, piangeva a dirotto. Vedendola mi sono commosso anche io. Qualche ora prima era uscita una nota di agenzia, Microsoft tagliera’ altre 800 persone. Ma i giornali hanno dato poco risalto alla notizia. Anzi le azioni sono salite di prezzo. E’ questa la realta’ del mondo corporativo – tagliare costi significa piu’ profitti, quindi per gli investitori buone notizie. Che tristezza. Il pomeriggio l’ho passato a consolare, aiutare, consigliare ragazzi che si sentivano traditi, illusi, ed erano preoccupati per il loro futuro e quello della loro famiglia, e che ripeto non meritavano tutto questo. Nei prossimi giorni cerchero’ di dare loro una mano, per quello che posso, a trovare un altro posizione in ditta. Hanno 6 settimane di tempo, poi se niente si materializza saranno licenziati. Io e Lifeng invece la nostra decisione l’abbiamo gia’ presa, abbiamo accettato di andarcene, come tanti altri, e’ troppa la delusione per rimanere, anche se entrambi abbiamo ricevuto delle offerte. Non sono preoccupato. Viaggero’, studiero’ Cinese, avro’ piu’ tempo per me stesso. Scrivero’ (toccando ferro) altre pagine di questo blog, di questo viaggio, di questa vita. Sara’ una nuova avventura, emozionante come sempre.