Un altro spavento

airplane Sono a 37 mila piedi che ascolto “Mercy Street” di Peter Gabriel. Non mi sembra vero. Siamo decollati stamattina alle 11 su questo Airbus 340-300 nuovo di pacca e subito ho capito che qualcosa non andava. L’aereo sembrava non prendere quota. Piu’ il tempo passava e anche se molti gia’ stavano dormendo, ero sempre piu’ convinto che qualcosa non stesse funzionando perche’ dopo 25 minuti eravamo ancora a 8 mila piedi invece che 20 o 30 mila. Poi ho capito che l’aereo stava tornando indietro ma ancora nessun annuncio. Ho vissuto attimi di trepidazione, non tanto per quanto stesse succedendo ma perche’ nessuno ci diceva niente. Finalmente si fa vivo il capitano: “Abbiamo un problema alla strumentazione di volo, stiamo tornando a Dubai”. Ci ha spiegato che questo aereo ha 5 sistemi di navigazione computerizzati, due dei quali erano andati in tilt. Lui, appena decollato, per un bel po’ ha cercato di far ripartire il computer di quei due sistemi ma non ci e’ riuscito. Con i tre che erano invece funzionanti avremmo potuto benissimo arrivare a Pechino ma lui non se la sentiva di averne due fuori uso perche’ avremmo attraversato le montagne dell’Himalaya.  Cosi’ siamo tornati indietro. Anche se ci ha detto di stare tranquilli ha poi ritardato di molto l’atterraggio girando e rigirando sopra Dubai. Insomma ci ha fatto penare. C’e’ stato un momento, durante l’ultima virata, che eravamo talmente bassi che sembrava di poter toccare il deserto con una mano. In quel momento ci siamo spaventati in molti. Mi e’ tornato in mente quella brutta esperienza. Poi fortunamente siamo atterrati. Dopo un’ora e mezza di pitstop siamo ripartiti. Adesso tutti e cinque i sistemi di navigazione funzionano. Ripensando a quanto e’ successo devo ammettere che, nonostante lo spavento e l’inconvenienza, tanto di cappello al pilota che al limite della pignoleria ha deciso che non avremmo volato se non fossimo stati al massimo della sicurezza. Per fare un parallelo e’ come se fossimo partiti da Alessandria in macchina con 5 navigatori satellitari e due fossero andati in tilt dopo 20 chilometri. Chi di voi avrebbe deciso di tornare indietro quando ce n’erano ancora 3 funzionanti? Poi nel caso di un aereo tornare indietro significa anche aggiungere costi, perche’ un doppio decollo vuol dire aggiungere un maggior uso di carburante e non stiamo certo parlando di qualche litro. Sono sicuro che una compagnia low cost o poco seria avrebbe tirato diritto. Invece il nostro pilota, Inglese, tra le altre cose, ha fatto marcia indietro. Arriveremo con piu’ di tre ore di ritardo ma almeno dovremmo viaggiare sicuri. Almeno cosi’ pare e se sarete in grado di leggere cio’ che sto scrivendo ora a 37 mila piedi, anzi pardon 39 mila, vuol dire che tutto e’ andato bene e saro’ arrivato a Pechino. Lo devo ammettere, non vedo l’ora. Mi manca parecchio in questo momento.

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