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Quantitative Easing

Questa idea del Quantitative Easing della BCE e’ fantastica. E’ come se io avessi chiesto ad un amico che e’ senza lavoro: “Andiamo al casino’ a giocarci 1000 euro? Io ce ne metto 200 e tu 800. Ci stai?” e l’Italia ha detto si’. Solo che se poi al casino’ si perde l’amico si ritrova senza lavoro e senza 800 Euro. Mi sembra un po’ una trappola, un altro cappio al collo dopo quello dell’austerità e del fiscal compact. Non mi fraintendete, so bene che il Quantitative Easing in USA ha funzionato. A me preoccupano i rischi di questa operazione, perché se la BCE e’ disposta solo a prendersi il 20% del rischio non so poi quanto ci crede che questa manovra abbia successo. Poi immettere liquidità nelle banche italiane mi sembra un po’ come giocarli al casino’, perché e’ difficile che poi sti soldi vadano nelle tasche degli Italiani. Non e’ che da domani le ditte riaprono, l’Italia diventa competitiva, la gente si rimette a comprare e tutto e’ risolto. In USA ci sono voluti 5-6 anni e somme ben piu’ alte, parliamo di trilioni di dollari, perché il Quantitative Easing avesse effetto.  Poi negli USA ha funzionato perché gli Stati Uniti sono sempre stati competitivi, quindi la liquidità ha trovato terreno fertile. Per me il Quantitative Easing fatto dalla BCE e’ un rischio grossissimo per l’Italia se poi non avesse l’effetto sperato perche’ alza il debito pubblico. Non vi illudete, quei soldi stampati dalla BCE dovremo restituirli e con gli interessi. Non voglio fare il gufo, sono solo realista, continuo a non vederla bene per l’Italia.

Che regalo!

E’ da quando sono arrivato in Italia due mesi fa che sognavo di rivedere la neve. Per ragioni di lavoro ho dovuto posticipare la mia partenza due volte e ogni volta speravo fosse l’occasione buona: “Dai che stavolta ci siamo” – pensavo. Poi una sera come per incanto la pioggia si e’ girata in neve ed e’ stato come ricevere un bellissimo regalo. La cosa che ha reso tutto davvero speciale e’ che a Milano e Torino non ha nevicato. Sembra quasi sia voluto nevicare solo qui….

Zio Gino

IMG_20150112_174954Sono stato ieri a Milano  per far visita al mio prozio Gino e sua moglie Costanza. Non li vedevo da anni ed e’ stato un piacevole incontro. Mio zio e’ ancora in forma nonostante l’eta’, 84 anni. Gino e’ l’unico di 4 fratelli e 3 sorelle ad essere ancora in vita. Dopo il pranzo abbiamo ripercorso assieme i ricordi che ci legano e abbiamo parlato anche di mio nonno Gelsomino, fratello di Gino, che ai tempi della guerra aveva poco piu’ di vent’anni. Mi ha raccontato che mio nonno durante la guerra lavorava a Treviso alla mensa ufficiali e si salvo’ per miracolo nascondendendosi dentro una fogna durante i bombandarementi. E’ una storia che mi ha colpito molto. Tornando a casa mi sono documentato su internet e ho letto poi che Treviso venne bombardata 32 volte dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. In uno di questi bombardamenti, il 4 aprile del 44, Treviso venne quasi rasa a suolo. L’attacco provocò circa 1.000 vittime fra i civili e la distruzione di oltre l’80% del patrimonio edilizio, compresi i principali monumenti storici e artistici. A dire il vero mio nonno fu fortunato a lavorare in quella mensa perché avrebbe dovuto partire per la Russia, ma gli ufficiali lo vollero tenere alla mensa e non lo lasciarono partire. Adesso che mi ricordo, penso che anche mia nonna mi racconto’ questa storia ma col tempo era finita nel dimenticatoio. Mia zia Costanza era quasi indispettita, chissà quante volte avrà sentito Gino raccontare della guerra e forse aveva paura che mi annoiassi, invece ero incuriosito. Penso sia importante scrivere questa memoria perché non vada persa.  Anche perché  pochi mesi dopo quel bombardamento,  il 19 Gennaio del 1944 nacque mio padre. Quindi forse e’ davvero un miracolo se esisto e faccio parte di questo mondo. Penso sia anche importante ricordare quanta differenza ci sia tra la generazione di quei tempi e la mia. Io a 23 anni a differenza di mio nonno sono partito per gli Stati Uniti con un grande futuro davanti a me. Mi ritengo quindi una persona molto fortunata e questo lo devo tenere sempre ben presente dentro la mia mente.

Ravioli di Gorgonzola e Noci

Vale proprio la pena ricordare questi ravioli di Gorgonzola e Noci. Il ripieno e’ stato fatto con 200 gr di gorgonzola, 100 gr di noci, 50 gr di parmiggiano e un cucchiaio di latte.  La chiusura esterna con la forchetta ha fatto si’ che non si aprissero durante la cottura. Serviti con burro e salvia. Semplici ma buonissimi. Mio padre mangiandoli si e’ pure commosso…

Gelindo

Docb5cec80868a4631aadaef8a9d4619f5_347po tantissimi anni sono tornato al Teatro dei frati cappucini di San Francesco per assistere alla “divota cumedia”. Gelindo e’ ormai diventata una tradizione simbolo di Alessandria tanto che quest’anno ha ricevuto dal comune il marchio De.Co. (denominazione comunale). E’ uno spettacolo divertente recitato interamente in dialetto alessandrino. Da 90 anni il copione e’ sempre lo stesso, quello che cambia, di anno in anno, è la “businà”, ovvero la satira che Gelindo propone all’inizio dello spettacolo. Una panoramica ironica sugli eventi dell’anno, sia a livello nazionale che locale.

Per me e’ stato molto toccante riassistere a questo spettacolo, per tanti motivi. Ho un ricordo molto lontano di quando ero bambino, la prima volta per me da spettatore fu davvero emozionante. Non ho ben presente chi mi ci porto’, ma penso fosse mia nonna Tecla. Ma il ricordo piu’ presente e’ di quando facevo parte dell’associazione cattolica San Francesco e contribuivo anche io allo svolgimento di questo spettacolo stando al controllo delle luci. Sono passati ormai quasi trent’anni da quei tempi. L’altra sera sul palco e in sala ho 1383025642_gelindo_locandinarivisto molte persone che frequentavo in quegli anni, alcuni allora erano ragazzini che ormai sono cresciuti come me. Siamo tutti invecchiati e chissa’ se mi hanno riconosciuto. Mi sono venuti in mente tanti ricordi di quegli anni, l’oratorio, le partite a calcio, le sfide a bigliardino, le feste di carnevale, Padre Alessandro, le domeniche a messa. Ero un cattolico professante quando ero un adolescente, poi improvvisamente smisi di frequentare l’associazione anche se non ricordo esattamente il perche’. Ma penso che in parte fosse dovuto al fatto che mi ero lasciato con la mia ragazza, visto che anche lei frequentava la stessa associazione.

Lo spettacolo poi ha un sapore molto nostalgico per me. Ascoltare nuovamente certe espressioni e inflessioni dialettali mi ha riportato per una sera indietro nel tempo quando sentivo spesso parlare il dialetto in casa dai miei nonni e bis nonni, o tra gli anziani al bar di mia madre o per la strada. Ormai vivendo all’estero questo non mi capita quasi piu’.  Molti anziani se ne sono andati e il dialetto sta sempre piu’ sparendo. Se da un lato e’ un bene perche’ vuol dire che la societa’ sta progredendo e si sta evolvendo, da un lato questo mette certamente tristezza e nostalgia. Per questo e ammiro molto chi al contrario di me e’ rimasto qui e, dopo cosi’ tanto tempo, tiene ancora in vita questo spettacolo, una tradizione che ormai e’ entrata a far parte della storia di questa citta’, la mia citta’.

Disastro Italia

Non so come fate in Italia. In un mese non so quante bollette ho visto arrivare a casa di mia mamma. Ultima quella di oggi, quella della Gestione dell’Illuminazione Votiva, 45 euro. In pratica mia mamma deve pagare per tenere accessa una lampadina nel cimitero per due cari che si sono spenti piu’ di 30 anni fa. Pace all’anima loro, in Italia anche se sei morto devi pagare la bolletta della luce, ma e’ mai possibile….? Per non parlare della tassa per l’assicurazione delle casalinghe, un’imposta obligatoria per gli infortuni in casa che non esiste in nessun paese al mondo. Che vergogna…  Qualche giorno fa ho letto che nel 2014  le aziende Alessandrine che hanno cessato l’attività sono state 142. E te credo con tutte ste tasse…. Pare sia un record perche’ nel raffronto con il 2013 le imprese fallite erano state 122,  e nel 2012 il numero era 99. Sempre peggio… Insomma l’Italia e’ un disastro dal punto di vista economico e cio’ non puo’ che rattristarmi. Come fanno gli Italiani ad avere fiducia ancora nella politica?

Panda Story

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Era freddissimo questa sera, quasi mezzanotte. Dopo aver guardato il film con mia madre a casa di mia sorella saluto ed esco di casa. Ho con me una bottiglia di acqua calda per scongelare velocemente i vetri della macchina. Butto l’acqua sui vetri ma poi mi accorgo di aver dimenticato qualcosa. Lascio la macchina accesa e rientro in casa per un attimo. Mi saro’ allontanato un paio di minuti, e quando ritorno trovo ancora una volta i vetri della macchina complemente ghiacciati. E’ un freddo terribile. Decido di aspettare che la macchina si scaldi. Cosi’ dopo aluni interminabili minuti al freddo e al gelo, finalmente incomincio a intravvedere qualcosa tra gli strati di ghiaccio che lentamente si sciolgono e che il tergicristallo cerca ostinatamente di rimuovere dal vetro. Lentamente mi avvio su questa piccola vecchia Fiat Panda di colore scuro, stretta, inguidabile, scassata, una scatola con le ruote, non se la comprerebbe nessuno. Quando finalmente riesco a intravvedere qualcosa fuori dal vetro mi accorgo che e’ completamente ghiacciata. Ma cammina lo stesso e pigio sull’acceleratore perche’ si scaldi e mi porti a casa in fretta. Dopo breve arrivo ad un incrocio e mentre guido ad alta velocita’, girando attorno alla rotonda, canto la canzone di Razzi: “e gira gira gira….”. Ero felice

Il crocevia

Sono davanti a un bivio. Anzi direi quasi un crocevia… Tornare in Indonesia? O a Singapore? Magari Seattle, o un amarcord in Cina? E perche’ no, ricominciare tutto daccapo in Europa? E’ difficile fare una scelta.. Ma non e’ come ha detto quell’amico prima di Natale:  “Davide, pure quando sara’ in procinto di morire e qualcuno gli chiedera’ che cosa vuole fare, la sua risposta sara': non lo so”. In realta’ ho sempre avuto le idee chiare su cosa volessi fare e ho sempre ottenuto gli obiettivi che mi ero prefissato. Il fatto che e’ che a questo punto della mia vita, dopo aver visto e vissuto tutto o quasi cio’ che desideravo, non so davvero che strada prendere. Anche perche’ non ho piu’ la stessa motivazione di un tempo. Sento che qualcosa e’ cambiato in me e mi trovo in una situazione non facile. Ma so anche che col tempo trovero’ una soluzione, arrivero’ a una decisione. Devo solo avere pazienza. Il traguardo e’ li’ dietro l’angolo. Basta continuare a crederci, come sempre, basta avere fiducia

Crash Reel

Sundance2013_TheCrashReel_Poster117-600x865Crash Reel è un film documentario che racconta la storia del famoso snowboardista americano Kevin Pearce. Il film parte dalla rivalità epica tra Kevin e Shaun White, e devo dire che mi sono sempre piaciuti i film che parlano di rivalita’. Ma cio’ che piu’ mi ha colpito di questa storia e’ il calvario incredibile che Kevin deve affrontare dopo un drammatico incidente. Durante un allenamento, Kevin cade e sbatte violentamente la faccia sul ghiaccio riportando un terribile trauma cranico. Pur salvandosi, Kevin si sveglia in una realta’ difficile da accettare: putroppo non potra’ mai piu’ essere quello di prima. Il film incrocia temi legati all’agonismo ed al prezzo da pagare per rimanere al vertice ma anche dice della forza di una famiglia, quella di Pearce che non lo abbandona mai. The Crash Reel parla di sport e di business che spinge gli atleti a rischi altissimi, di speranze infrante e di sogni ricostruiti, di amici e di fratelli, un film che parla dell’amore per questo sport. Lo snowboard e’ stata una vera e propria passione anche per me a un certo punto della mia vita. E anche io ho dovuto rinunciare ad uno sport come il calcio a causa dei troppi infortuni che ho subito. Durante il film mi sono spesso riconosciuto in Kevin, perche’ dover rinunciare a qualcosa di cui sei fortemente appassionato non e’ facile. Il film, pur essendo un documentario, va direttamente al cuore di chi lo vede me soprattutto insegna quanto sia importante proteggersi ed essere prudenti praticando questo tipo di sport. E’ grazie al film che ho deciso di farmi regalare un casco protettivo per quest’anno a Natale. Spero di tornare presto anche io sulle piste.