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Un anno!

Diciamolo oggi compie un anno!!  Non vi nascondo l’emozione di questo giorno per me molto speciale!! Wow!! E’ stata un’esperienza finora bellissima e rileggendo oggi quanto ho scritto un anno fa’ sono davvero felice di aver iniziato quest’avventura, questo viaggio, che mi ha regalato un sacco di emozioni. Ho poco tempo per scrivere ma penso spesso a questo blog e penso spesso alle persone che so che mi seguono. Vi saluto tutti cordialmente e vi ringrazio di cuore. :-)      

Vi presento Fang Da Wei

name.jpgUna delle prassi comuni quando si viene a vivere in Cina e’ sciegliersi un nominativo che possa essere scritto coi caratteri Cinesi. Io ho scelto Da Wei per il nome perche’ in Cinese e’ l’equivalente di Davide. Per il cognome Fang che in Cinese significa Quadrato ma che suona in inglese come Fun cioe’ Divertente. Quindi mi presento: Fang Da Wei!!  Davide Divertente!!! Mo vieni che ti faccio divertire io…. He he….. Immortalato nella foto il momento in cui ho deciso! Intanto la temperatura e’ in picchiata, massima -2 minima -12. Ieri sera sono tornato a casa a piedi perche’ i taxi erano tutti occupati, era tempo che non sentivo un freddo del genere, ho patito un male alle orecchie terribile. Sono passato a trovare Baghi il pizzaiolo di origine slava che lavora in un ristorante Italiano vicino a dove abito. Le pizze che fa lui sono le migliori a Pechino e dopo piu’ di tre settimane di astinenza, una pizza ci voleda davvero.

Una moglie per 500 euro

Nei villaggi di montagna della Cina c’e’ chi vive in condizioni di estrema poverta’. L’unica possibilita’ di sposarsi per un povero montanaro che nessuna donna vuole per marito e’ tramite l’acquisto di una moglie. Incredibile quale sono i risvolti di questa situazione, ho scoperto ieri che capita spesso a Pechino che donne vengano rapite, incappucciate, e portate in questi villaggi e vendute al prezzo di 500 euro. Scappare per loro e’ quasi impossibile, niente telefoni, energia elettrica, mezzi di trasporto, vengono chiuse a chiave e col tempo si rassegnano al proprio destino. A volte capita che la polizia riesca a trovarle liberandole. Succede anche di donne che una volta rintracciate dopo tanto tempo, magari sono in cinta o hanno gia’ un figlio, e decidiono di restare al villaggio.

Casa dolce casa

neve Mi sono svegliato ieri ed era tutto bianco. Succede poche volte a Pechino, e’ stata una sorpresa. Ma la vera novita’ di questi giorni e’ che ho finalmente trovato casa. E’ capitato tutto per caso, un giorno ero nella sauna dell’hotel ed e’ entrato un signore. Abbiamo fatto due chiacchiere, era simpatico, un businessman coreano. Sapeva anche qualche parola di Italiano, tutti gli anni va in Italia alle terme di Saturnia. Nell’hotel dove alloggio ci sono anche appartamenti privati e lui e’ il proprietario di uno di questi. La fortuna ha voluto anche che a febbrario lui e la moglie torneranno a vivere in Corea e mi ha detto che stava cercando di affittarlo. Ci siamo scambiati i biglietti da visita e qualche giorno fa’ ci siamo sentiti e sono andato a vedere l’appartamento. E’ davvero carino, 135 metri quadrati, due camere da letto, bagno, cucina, tinello, esposizione a sud quindi molto soleggiato, all’ultimo piano del palazzo, il ventunesimo, con una bella vista. E’ completamente arredato, e una particolarita’ e’ il letto riscaldabile elettricamente grazie ad uno strato di pietre di giada sotto il sottile materasso, non li avevo mai visti. Ma soprattutto e’ a 15 minuti a piedi da dove lavoro, e quando nel 2009 la nuova sede Microsoft sara’ pronta abitero’ a 500 metri dal mio ufficio.  Ieri sera abbiamo definito gli ultimi dettagli, Lee e’ stato davvero gentile mi ha offerto una sontuosa cena in un ristorante molto caratteristico, notare che questo e’ uno stile molto tipico ed efficace degli orientali di fare business, comunque mi ha fatto piacere, perche’ mi ha dato la possibilita’ di consocere una persona davvero interessante e molto colta. Gli ho detto che in Corea non sono mai stato e forse ad Aprile andro’ a trovarlo a Seul.

Non e’ mai troppo tardi

bucket Ieri sera ho visto un film che a mi ha commosso, e sono rimasto sopreso quando stamattina ho letto su Internet che invece sia ai critici Americani che a quelli Italiani non e’ piaciuto per niente.  Il film in Italia si intitola Non e’ mai troppo tardi, interpretato da Jack Nicholson e Morgan Freeman, è la storia di due malati terminali che si incontrano in una camera di ospedale e diventano amici. Uno dei due e’ un miliardario proprietario di una clinica. Entrambi con pochi mesi di vita davanti a loro, decidono di togliersi, nel breve tempo che gli resta, tutti gli sfizi che non hanno mai potuto levarsi nella propria vita. Chissa’ come mai a me e’ piaciuto cosi’ tanto…. Ricordate di vivere l’attimo, non e’ mai troppo tardi….

E chiamale se vuoi… emozioni

La prima settimana di lavoro e’ andata meglio del previsto. Ho rivisto i vecchi colleghi, ripreso ad andare a pranzo con loro e soprattutto ho conosciuto le persone con cui lavorero’ in futuro, tutti simpaticissimi. La cosa che mi ha colpito di piu’ e’ il meeting mensile del mio team nel quale il manager ha fatto un discorso molto interessante perche’ cosi’ lontano da quelli che ero solito ascoltare quando lavoravo in america. Lance ha parlato di come vengono prese le decisioni, dal metodo militare dove uno decide per tutti, a quello democratico che avviene per votazione, ma si e’ soffermato a lungo sulle decisioni condizionate dalle emozioni. In effetti prendere una decisione sull’onda delle emozioni puo’ essere controproducente, penso solo al mondo delle azioni dove il panico puo’ portare a vendite in massa e quindi a perdite colossali, o a chi si sposa troppo velocemente, insomma troppe emozioni possono portarti a scelte irrazionali. Ma le emozioni posso anche essere un arma importante per chi le sa gestire e usare a proprio vantaggio. Per dimostrarci questo Lance ha usato come esempio suo figlio che a soli 3 anni e’ fissato con le fontane, tutte le volte per farlo felice gli fanno vedere un video sulle fontane o lo portano a vedere una fontana. Ci ha raccontanto che un giorno suo figlio vedendo Lance lavorare sul portatile mentre era in piedi di fronte a un tavolo, gli si e’ avvicinato e gli ha detto “Papa’ qui c’e’ una sedia per te perche’ non ti siedi” e Lance ha pensato “Com’e’ carino mio figlio che si preoccupa per me”. Una volta seduto gli ha chiesto “Papa’ posso venire in braccio?” e Lance non gli ha saputo dire di no ovviamente, e una volta seduto gli ha chiesto se poteva guardare il video delle fontane sul computer. Lance ha spiegato che il bambino ha usato le emozioni per ottenere cio’ che voleva. Prima ha usato la scusa della sedia per addolcirlo e poi pian piano e’ arrivato all’obiettivo che si era prefisso. Se vi ricordate l’ultima volta che siete stati concessionario di auto, probabilmente il venditore ha usato lo stesso metodo per convincervi a comprare l’autovettura che guidate. E proprio in questi giorni Hillary Clinton ha vinto innaspettatamente le primarie nel New Hampshire, forse anche grazie ad un suo recente discorso trasmesso a ripetizione dalle TV americane nella quale si e’ commossa quando ha parlato di quanto fosse importante per lei vincere le elezioni, chissa’ quanti l’hanno votata perche’ hanno visto in lei qualita’ umane che non hanno visto in altri candidati. Insomma e’ vero, le emozioni condizionano molto le nostre decisioni. Mi ha colpito molto lo stile di Lance, e penso che in Cina imparero’ molte cose interessanti. 

Chiarimento

Mi e’ arrivato questo commento da parte di un lettore riguardo il mio post precedente Bella la Vita eh??: “Davide non so se è questo lo definirei un aspetto “bello” della Cina. :( Istintivamente mi son messo nei panni di chi ha fatto la fila per te, magari per un tozzo di pane. :(“. Innanzitutto sono contento che finalmente qualcuno mi abbia scritto, apprezzo molto ricevere opinioni di chi mi legge anche perche’ cio’ si puo’ tramutare in un contributo per questo blog come in questo caso. Riguardo il commento e’ un peccato che cio’ che ho scritto sia stato interpretato in questo modo ma forse mi sono espresso male io. Intanto non penso che chi ha fatto la fila per me lo abbia fatto per un tozzo di pane, quasi si trattasse di qualche poveretto disposto a tutto pur di poter quadagnare due lire per un occidentale insensibile che se ne approfitta. Questo sarebbe brutto e purtoppo succede anche questo da queste parti. Da quello che ho capito, la persona in questione era una ragazza che aveva in mano altre pratiche oltre la mia e che probabilimente era o un’assistente legale o una giovane avvocatessa praticante che e’ stata semplicemente molto cortese e gentile nei miei confronti e che si e’ messa completamente a mia disposizione. Lo ha fatto con molta generosita’ e disponibilita’, ogni tanto andavo da lei a fare due chiacchiere e sorrideva sempre, sono sicuro che se le avessi offerto di mettermi io al suo posto si sarebbe quasi offesa. Ma cio’ che e’ importante sottolineare e’ che lo ha fatto soprattutto con tanta dignita’ e umilta’, e allora perche’ dovrei pensare che e’ una poveretta che lo fa per un pezzo di pane, non sarebbe giusto nei suoi confronti perche’ sottovaluterei la sua generosita’. Il suo gesto fa parte di quell’attegiamento di cordialita’, cortesia e ospitalita’, che hanno i Cinesi verso gli stranieri, e questo e’ secondo me molto bello, purtroppo viene spesso male interpretato ma e’ fondamentale apprezzarlo. Certo gli sciacalli ci sono pure qui come ci sono in tutto il mondo, ma vi immaginate voi un assistente legale italiana o americana, o un aspirante avvocatessa che avrebbe fatto la stessa cosa per me? Non credo proprio…. sarebbe successo esattamente il contrario, io in fila ad aspettare e lei che interviene quando e’ il mio turno. Vi sareste messi voi in fila 3-4 ore per uno sconosciuto? Sareste riusciti a farlo volentieri senza che vi pesasse e a mantenere il sorriso per tutto quel tempo mentre il vostro assistito si rilassava seduto sulla poltrona? Difficile immaginare questo nel mondo occidentale, quindi secondo me il lettore, immedesimandosi nella  persona che ha fatto la fila per me, si e’ solo dimenticato che questa parsona non ha la sua stessa cultura, quella ragazza non vive in occidente dove chi fa certe cose e’ solo perche’ e disperato e lavora per un tozzo di pane. E’ un peccato che sia cosi’ dall’altra parte del mondo, e’ per questo che mi piace la Cina dove ti puo’ capitare di incontrare ancora persone molto semplici con una grande generosita’, pronte a insegnarti lezioni come questa. Amo viaggiare perche’ apre la mente, ti porta a guardare certe situazioni sotto un altro punto di vista e a imparare molte cose. Spero che il lettore si ricreda e, anzi, venga a trovarmi in Cina dove potra’ constatare di persona cio’ che intendo :-)     

Bella la vita, eh???

coda Ieri sono stato all’ufficio di immigrazione per ritirare il mio permesso di lavoro. C’era una fila lunghissima, con almeno 3-4 ore di attesa. Ma nessuna preoccupazione, l’avvocato di Shanghai che ha preparato la pratica mi ha messo a disposizione una persona che si e’ messa in fila per me. Nel frattempo io ero libero di andare a prendere un caffe’, leggermi qualcosa oppure semplicemente starmene seduto tranquillo e comodo sulla poltrona da dove ho scattato questa foto. Arrivato il mio turno ho solo dovuto presentarmi allo sportello, firmare e ritirare il mio documento. Il taxi con 3 euro mi ha riportato a casa. Anche questa e’ Cina. Che bello!

Il figlio del re della Mongolia

Ho incontrato Melissa questa sera a cena, mi ha fatto aspettare quasi un’ora al ristorante poi e’ finalmente arrivata. Sorrideva come al solito, si e’ seduta difronte a me sfoggiando un collier con un cindolo a forma di leopardo tempestato di diamanti. Il Park Hyatt non e’ ancora pronto, forse lo sara’ a fine febbraio. A me va bene posso aspettare ammesso e concesso che i prezzi non salgano, e a meno che non trovi un posto carino piu’ conveniente. Ogni tanto il telefonino squillava, era il suo ragazzo che chiamava da Hong Kong. A un certo punto hanno pure litigato perche’ lei gli ha detto che era a cena con un amico e lui si e’ arrabbiato. Piu’ tardi ci siamo seduti sul divanetto uno accanto all’altra. Mentre la tenevo per mano mi diceva: “Sono cosi’ infelice, litigo sempre con il mio ragazzo. Non si fida di me e non si rende conto  che quando temi che certe cose succedano, poi accadono veramente”. “Hai proprio ragione…” pensavo tra me e me…  Eh si’, e una teoria che ho gia’ sentito tante volte. “Sai, ho conosciuto il figlio del re della Mongolia”  ha continuato “vuole comprarsi una pethouse al Park Hyatt, un affare da piu’ di dieci milioni di dollari” e io sopreso “Il figlio del re della Mongolia??????? wow!!!” mi ha raccontato che ha due mogli e una fidanzata che fa la modella (tipico dei re ho pensato) e cha ha un nome lunghissimo di dodici parole. “Io pero’ lo chiamo sempre Aha”…. Che tipa… alla fine la ciliegina sulla torta: “Non hai niente di cui preoccuparti, sara’ pure un re ma e’ un contadino!!!”…. E’ andata via e ci siamo abbracciati. “Ci vediamo presto” mi ha detto dinuovo sorridendo salutandomi sul marciapiede. Sono andato a documentarmi sulla Mongolia, e pare essere una repubblica. Sara’ stato il figlio del primo ministro o lo scarso inglese di Melissa. Sara’….. ma stasera sono tornato a casa e continuavo a ridermela tra me e me. Anche questo e’ viaggiare.

La partita di pallone

L’altra sera ho deciso di accettare l’invito per una partita di calcio serale tra colleghi di lavoro. Purtroppo il mio abbigliamento sportivo e’ ancora in viaggio dagli Stati Uniti cosi’ mi sono presentato con quello che avevo: scarpette da tennis e una busta di plastica (quella per la spesa) contenente una maglietta maniche corte e un paio di pantaloncini comprati al supermercato con 5 euro. Siamo arrivati all’Universita’ di Pechino, dove qualcuno aveva prenotato una campo per la partita, pensando che avremmo giocato in una qualche palestra al chiuso. Invece no, si trattatava di un campo all’aperto e a me battavano gia’ i denti pensando a quello che avevo portato nella busta di plastica…. La temperatura era terribilmente rigida, per darvi un’idea della situazione il lago dell’universita’ poco distante dal campo era completamente ghiaccato, la temperatura sara’ stata di almeno 3-4 gradi sotto lo zero. Mi sono fatto coraggio e ho pensato che non potevo perdere quest’occasione di giocare la mia prima partita a Pechino. E’ stata dura, poi i miei colleghi Cinesi correvano come delle spie driblando in continuazione come delle trottole, sono piccoli e velocissimi e hanno tanti anni in meno, sara’ meglio che lavori un po’ per rimettermi in forma e soprattutto che impari a dire “passa la palla” in cinese. E’ stato divertente pero’, anche se sono arrivato a casa alle 10 di sera semicongelato, facevo fatica a muovere le mani e la bocca. Ci e’ voluta una doccia bollente per riportami alla normalita’. E poi forse adesso ho capito perche’ a Pechino mangiano sempre piccante. Il pollo che mi sono preparato per cena pur essendo ricoperto di peperoncini questa volta non mi ha mandato in sudorazione, in compenso il freddo che avevo mi e’ finalmente passato. Quando ci ripenso a quei momenti sul campo pero’, con quel vento gelido che mi soffiava sul viso, mi viene ancora freddo solo al pensiero.   

Pechino la citta’ cantiere

soho Ho scattato questa foto col telefonino mentre camminavo lungo un viale vicino al Worker Stadium, la zona a est di Pechino forse piu’ frequentata da occidentali, con un sacco di ristoranti, bar e discoteche. Mi pare un immagine emblematica, la parete di un vecchio palazzo, ancora in piedi per poco sotto l’incalzare delle ruspe, e la pubblicita’ del nuovo centro residenziale che verra’ costruito al suo posto di nome SOHO. Come sfondo il cielo di Pechino con la coltre grigia tipica quando non tira vento e la foschia si mescola all’inquinamento. Tutti simboli di una citta’ che sta cambiando velocemente.

Il treno presurizzato che collega la Cina al Tibet

tibet E’ da tanto che ne voglio parlare visto che e’ uno dei sogni nel cassetto che spero di avverare, poi ho visto un documentario alla televisione che ne parlava e mi sono deciso a scrivere questo articolo. E’ davvero una capolavoro ingegneristico questo treno che collega la Cina al Tibet, dalla provicia di Qinghai direttamente a Lhasa. Questa linea di 1100 chilometri e’ stata costruita in soli 6 anni e utilizzando un esercito di 270 mila operai. Guardando il documentario e’ impressionante la tenacia di questi uomini che hanno dovuto lavorare in condizioni al limite del possibile rischiando ogni giorno la vita. Infatti per la maggior parte la linea ferroviaria scorre a piu’ di 4000 mila metri sopra il livello del mare, con picchi anche a 5000 mila. Con l’aerea rarefatta e col freddo di quelle altitudini, potete immaginare lo sforzo che hanno dovuto compiere per costruire questa linea.  Gli operai erano costretti a turni di soli 4 ore al giorno e lavoravano con l’ausilio dalla bombola di ossigeno. Il documentario ha anche mostrato l’ospedale supertecnologico a seguito del cantiere grazie al quale non si sono stati decessi sul lavoro dovuti all’altitudine. Ma ha anche mostrato la bravura degli ingegneri che l’anno progettata che hanno dovuto affrontare difficolta’ non facili da risolvere in quanto la linea attraversa zone di permafrost che sono gelate d’inverno e melmose d’estate, rendendo la superficie totalmente instabile. Il treno che oggi percorre questa linea, innaugurata nel 2006, e’ pressurizzato ed e’ considerato il treno piu’ alto al mondo. La stazione di Tanggula a 5068 metri e’ la stazione piu’ alta al mondo. Vi lascio con alcune foto che ho trovato su internet. Cliccate qui per vederle. Spero un giorno di avere la fortuna di farci un giro.

Dubai boom esplosivo

L’altro giorno ho visto un servizio sulla CNN che parlava del nuovo areoporto in costruzione a Dubai. Sara’ pronto nel 2017 e sorpassera’ quello di Londra e Chicago per diventare il piu’ grande al mondo. Si parla di 140 km quadrati, un area, per darvi un’idea, pari a diciannovemila campi da calcio. Un complesso che ospitera’ 750 mila impiegati, hotel e abitazioni e un aereporto con una  capacita’ di 120 milioni di passeggeri l’anno. Immaginate solo che il parcheggio  potra’ contenere 100 mila macchine. Insomma numeri impressionanti che mi hanno lasciato a bocca aperta.

Stessa citta’, stessa stanza, stesse sensazioni

DSCN3158_A Mi trovo nello stesso hotel dove ho allogiato circa un anno fa quando ho iniziato la mia prima esperienza in Cina. Provo una bella sensazione ad essere dinuovo qui in questa stessa stanza, in questa zona di Pechino cosi’ piena di bei ricordi.  Lo staff dell’hotel mi ha riconosciuto immediatamente, erano cosi’ contenti di rivedermi e la cosa mi ha messo subito di buon umore. Bastava leggere i loro sorrisi: “Bentornato!!”. Eh si’… sono dinuovo qui… ho pensato. Ero felice anche io di rivederli. Cosi’ oggi sono uscito per comprare un po’ di cose da mettere nel frigo e nel tragitto per arrivare al supermercato sono rimasto letteralmente esterefatto. Nei dieci minuti che ho percorso a piedi ho contanto almeno sei palazzi nuovi. La zona non pare nemmeno piu’ quella di prima. Sono tornato a casa per prendere la macchina fotografica e ho scattato la foto che vedete nel riquadro. Non ci potevo davvero credere. L’ultima volta che sono stato qui era giugno, circa sei mesi fa’, e quei palazzi non c’erano. C’erano dei cantieri, si’, ma chi l’avvrebbe detto che in cosi’ poco tempo sarebbero spuntati come dei funghi quei colossi di cemento….. La velocita’ di crescita di questo paese ha davvero dell’incredibile.

Buon anno a tutti da Pechino

IMAG0012 Sono arrivato a Pechino poche ore prima che il 2007 finisse. Il tempo di farmi una doccia, passare a Bodhi per un massaggio, poi a cena con Selina al ristorante Thailandese/Vietnamita e dulcis in fundus, nottata in discoteca. Devo dire che questi Cinesi sanno davvero divertirsi. E’ stato un capodanno fantastico, uno dei piu’ belli dopo quello di Madrid del 2000. E’ iniziato nei migliore dei modi e sento che sara’ un anno pieno di avventure  Buon 2008 a tutti!!

Bei ricordi

Stamattina ero ancora nel letto quando ho sentito suonare le campane del duomo, per chi vive all’estero momenti come questi hanno un significato particolare, almeno per me. Quelle note mi hanno ricordato quando abitavamo in campagna e la domenica mattina dalla mia camera da letto sentivo echeggiare in lontananza le campane di una chiesa di qualche paese vicino, bei ricordi. Quante cose sono cambiate da allora. Il momento della partenza per Pechino si avvicina e mi viene in mente una frase del film Polar Express che ho visto con mi madre l’altra sera: “Non importa dove ti portera’ il treno che dovrai prendere, l’importante e’ prenderlo”

I tre pastison…

DSC_2291 E’ stato un bel Natale. Come la tradizione vuole, per la vigilia ogni anno siamo io e mia sorella a cucinare, un’idea che e’ nata venti anni fa’ quando eravamo in tre. C’era anche mia nonna Tecla a quei tempi e ci piaceva chiamarci i tre pastison (i tre pasticcioni in dialetto alessandrino). Erano piu’ le risate che ci facevamo a sbagliare gli ricette che altro. Da quando mia nonna ci ha lasciati sei anni fa i Natali non hanno piu’ avuto lo stesso sapore, ci manca molto. Le ho fatto visita al cimitero, ero triste e per tutta la giornata ho cercato di immaginarla ancora accanto a noi. Poi l’allegria ha pian piano preso il posto della nostalgia e la serata si e’ trasformanta. Quest’anno ci ha dato una mano anche mia madre, gli agnolotti li ha praticamente preparati lei. Erano anni che non li faceva, addirittura mi ha detto che non si ricorda piu’ quando e’ stata l’ultima volta: “Preparare gli agnolotti mi riporta indietro coi i ricordi ” mi ha confidato. Di solito cuciniamo sempre qualcosa di nuovo, ma stasera e’ stato un ritorno alle tradizioni con un menu’ simile a quello che abbiamo preparato una delle prima volte che abbiamo cucinato:

Pansotti della Nonna a forma di cuore

Agnolotti di stufato alla Piemontese

Anitra all’arancia

Panettone con nutella

Buone Feste a tutti, un saluto particolare a tutti quelli che seguono questo blog.

Patty

DSC_1926  Sono stato a trovare mia sorella nel laboratorio dove lavora a Valenza Po, la famosa citta’ dell’oro. Patty taglia e sfaccetta le pietre semipreziose come il turchese, crisoprasio, ametiste, topazio, acqua marina, giada, quarzo, citrino, granato, agate e altri ancora. Lo fa da quando aveva 15 anni, ora ne ha 31, sono tanti anni di lavoro per una ragazza ancora cosi’ giovane. Si vede che lo fa con grande passione, mi ha confidato che il suo lavoro le piace molto. Le pietre vengono usate poi da gioiellieri illustri, come Pomellato e Miluna. Anni fa’ quando lavorava per un’altra ditta furono le sue pietre di topazio blu ad essere usate per la corona, lo scettro e il ciondolo di Miss Italia. E’ stato bello entrare nel suo mondo, che per molti anni ho solo immaginato. Patrizia e’ davvero in gamba, molto generosa e sempre disponibile ad aiutare tutti. Sono molto orgoglioso di lei e le voglio molto bene.

Arrivederci Seattle

DSCN0151 Mi trovo all’aereporto di Seattle e tra meno di un’ora l’aereo parte per Copenaghen. Saro’ presto ad Alessandria per passare il Natale con la mia famiglia, non vedo l’ora, poi il 30 di dicembre volero’ verso Pechino. Questo ultimo post da Seattle lo voglio dedicare a tutti gli amici che ho conosciuto qui in questi anni, e per farlo ho raccolto un po’ di foto, vecchie e nuove. Quante feste, quanti party, cene, grigliate, carnevali, compleanni e “rimpatriate” come le chiama Elio, riguardando le foto mi viene un po’ di nostalgia. Tutti lontani dalle persone care in Italia, ci siamo ritrovati qui a Seattle assieme, ci siamo fatti forza l’un l’altro nei momenti difficili e abbiamo vissuto tantissimi momenti belli nei quali abbiamo trascorso serate indimenticabili divertendoci e ridendo spensieratamente. Peccato avere cosi’ poche foto, ma i ricordi rimangono indelebili nella mente. Quei bei momenti passati assieme li portero’ con me in questo mio viaggio, sperando di incontrarvi tutti presto, chissa’ magari in quel di Pechino. Arrivederci!!!

Dottor Brocchetto

frattini Ci sono tanti ricordi, riguardanti la mia esperienza nel COM.IT.ES., che portero’ sempre con me. Quello che vi sto per raccontare e’ sicuramente il piu’ interessante. Nell’estate del 2004 l’allora Ministro degli Esteri Franco Frattini passo’ da Seattle. Era in vacanza, non in visita ufficiale, tornava da una crociera in Alaska con degli amici. Sapevo che il Console Generale di San Francisco avrebbe fatto gli onori di casa e che il Ministro a Seattle era solo di passaggio, da qui avrebbe preso l’aereo per tornare in Italia. Quella mattina ero in ufficio e il Console Generale mi chiama al telefono: “Il Ministro vuole visitare Microsoft”. Ero emozionattissimo e gli dissi: “Come facciamo? Non c’e’ tempo per organizzare un ricevimento anche con i miei colleghi Italiani e poi io sono in pantaloncini corti….”. “Non ti preoccupare” mi disse “anche lui e’ vestito normalmente, e’ qui in vacanza”. Ovviamente corsi subito a casa per mettermi qualcosa di piu’ decente, ma ricordo che vissi quei momenti con grande trepidazione. Visto che non si trattava di un visita ufficiale non dissi niente a nessuno, chiesi solo a Enzo, un mio collega di cui sono molto amico, di accompagnarmi. Lo aspettammo sulla piazzola antistante all’edificio numero 35. Arrivo’ con una lunga limusine nera, lui e gli amici, anche loro impiegati del Ministero. La prima cosa che mi colpi’ e’ che, diciamolo…, era accompagnato da una bellissima donna giovane, pare fosse la sua compagna. Scesero e io mi avvicinai per presentarmi: “Piacere, Davide Brocchetto”. Il Console Generale mi corresse subito: “Ingegner Brocchetto”, esclamo’. Non sono abituato ai titoli, anche se in quegli ambienti c’era chi mi si rivolgeva chiamandomi Dottor Brocchetto. La cosa, devo ammettere, mi divertiva molto perche’ prima di tutto non sono ne’ ingegnere ne’ dottore, poi i titoli secondo me non contanto niente, specialmente dopo aver vissuto in America dove il titolo non viene quasi mai usato e non ha tutta questa importanza che gli si viene data in Italia. Comunque ritorniamo al Ministro, andammo in giro per gli uffici e poi all Briefing Center di Microsoft. Chiesi se si poteva entrare per una visita ma la segretaria all’entrata mi disse che avremmo dovuto chiedere un’autorizzazione in anticipo.  Le dissi: “La visita non era stata programmata e questo e’ un Ministro, una persona importante…”. Niente da fare, non ci lascio’ entrare. Gli Americani sono cosi’, per loro il grigio non esiste, c’e’ solo il bianco o il nero. Decisi allora di portare tutti al Museo di Microsoft. Il Ministro e suoi colleghi ci fecero molto domande su come si lavora a Microsoft, ma una mi colpi’ in particolare perche’ era di carattere tecnico e svelo’ la scarsa conoscenza in materia di computer del Ministro. Rimasi subito sopreso, e gli risposi  sorridendo cercando di non imbarrazzarlo, ma lui taglio’ corto: “Ah… tanto io i computer non li uso…”. In quei giorni l’Italia era preoccupata per il rapimento in Iraq del giornalista Enzo Baldoni, che poi venne decapitato. Nei giorni successivi lessi un comunicato stampa in cui Frattini affermava che la Farnesina stava facendo il possibile per liberarlo.