L’altra sera ho deciso di accettare l’invito per una partita di calcio serale tra colleghi di lavoro. Purtroppo il mio abbigliamento sportivo e’ ancora in viaggio dagli Stati Uniti cosi’ mi sono presentato con quello che avevo: scarpette da tennis e una busta di plastica (quella per la spesa) contenente una maglietta maniche corte e un paio di pantaloncini comprati al supermercato con 5 euro. Siamo arrivati all’Universita’ di Pechino, dove qualcuno aveva prenotato una campo per la partita, pensando che avremmo giocato in una qualche palestra al chiuso. Invece no, si trattatava di un campo all’aperto e a me battavano gia’ i denti pensando a quello che avevo portato nella busta di plastica…. La temperatura era terribilmente rigida, per darvi un’idea della situazione il lago dell’universita’ poco distante dal campo era completamente ghiaccato, la temperatura sara’ stata di almeno 3-4 gradi sotto lo zero. Mi sono fatto coraggio e ho pensato che non potevo perdere quest’occasione di giocare la mia prima partita a Pechino. E’ stata dura, poi i miei colleghi Cinesi correvano come delle spie driblando in continuazione come delle trottole, sono piccoli e velocissimi e hanno tanti anni in meno, sara’ meglio che lavori un po’ per rimettermi in forma e soprattutto che impari a dire “passa la palla” in cinese. E’ stato divertente pero’, anche se sono arrivato a casa alle 10 di sera semicongelato, facevo fatica a muovere le mani e la bocca. Ci e’ voluta una doccia bollente per riportami alla normalita’. E poi forse adesso ho capito perche’ a Pechino mangiano sempre piccante. Il pollo che mi sono preparato per cena pur essendo ricoperto di peperoncini questa volta non mi ha mandato in sudorazione, in compenso il freddo che avevo mi e’ finalmente passato. Quando ci ripenso a quei momenti sul campo pero’, con quel vento gelido che mi soffiava sul viso, mi viene ancora freddo solo al pensiero.