Dottor Brocchetto

frattini Ci sono tanti ricordi, riguardanti la mia esperienza nel COM.IT.ES., che portero’ sempre con me. Quello che vi sto per raccontare e’ sicuramente il piu’ interessante. Nell’estate del 2004 l’allora Ministro degli Esteri Franco Frattini passo’ da Seattle. Era in vacanza, non in visita ufficiale, tornava da una crociera in Alaska con degli amici. Sapevo che il Console Generale di San Francisco avrebbe fatto gli onori di casa e che il Ministro a Seattle era solo di passaggio, da qui avrebbe preso l’aereo per tornare in Italia. Quella mattina ero in ufficio e il Console Generale mi chiama al telefono: “Il Ministro vuole visitare Microsoft”. Ero emozionattissimo e gli dissi: “Come facciamo? Non c’e’ tempo per organizzare un ricevimento anche con i miei colleghi Italiani e poi io sono in pantaloncini corti….”. “Non ti preoccupare” mi disse “anche lui e’ vestito normalmente, e’ qui in vacanza”. Ovviamente corsi subito a casa per mettermi qualcosa di piu’ decente, ma ricordo che vissi quei momenti con grande trepidazione. Visto che non si trattava di un visita ufficiale non dissi niente a nessuno, chiesi solo a Enzo, un mio collega di cui sono molto amico, di accompagnarmi. Lo aspettammo sulla piazzola antistante all’edificio numero 35. Arrivo’ con una lunga limusine nera, lui e gli amici, anche loro impiegati del Ministero. La prima cosa che mi colpi’ e’ che, diciamolo…, era accompagnato da una bellissima donna giovane, pare fosse la sua compagna. Scesero e io mi avvicinai per presentarmi: “Piacere, Davide Brocchetto”. Il Console Generale mi corresse subito: “Ingegner Brocchetto”, esclamo’. Non sono abituato ai titoli, anche se in quegli ambienti c’era chi mi si rivolgeva chiamandomi Dottor Brocchetto. La cosa, devo ammettere, mi divertiva molto perche’ prima di tutto non sono ne’ ingegnere ne’ dottore, poi i titoli secondo me non contanto niente, specialmente dopo aver vissuto in America dove il titolo non viene quasi mai usato e non ha tutta questa importanza che gli si viene data in Italia. Comunque ritorniamo al Ministro, andammo in giro per gli uffici e poi all Briefing Center di Microsoft. Chiesi se si poteva entrare per una visita ma la segretaria all’entrata mi disse che avremmo dovuto chiedere un’autorizzazione in anticipo.  Le dissi: “La visita non era stata programmata e questo e’ un Ministro, una persona importante…”. Niente da fare, non ci lascio’ entrare. Gli Americani sono cosi’, per loro il grigio non esiste, c’e’ solo il bianco o il nero. Decisi allora di portare tutti al Museo di Microsoft. Il Ministro e suoi colleghi ci fecero molto domande su come si lavora a Microsoft, ma una mi colpi’ in particolare perche’ era di carattere tecnico e svelo’ la scarsa conoscenza in materia di computer del Ministro. Rimasi subito sopreso, e gli risposi  sorridendo cercando di non imbarrazzarlo, ma lui taglio’ corto: “Ah… tanto io i computer non li uso…”. In quei giorni l’Italia era preoccupata per il rapimento in Iraq del giornalista Enzo Baldoni, che poi venne decapitato. Nei giorni successivi lessi un comunicato stampa in cui Frattini affermava che la Farnesina stava facendo il possibile per liberarlo.

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