Non sono tanto in forma. La settimana prima di venire in Italia mi e’ venuta l’ennesima influenza con febbre e mal di gola. Arrivato in Italia sono andato dal dottore e mi ha trovato una cistite. Ma non finisce qui, ieri sera mi girava la testa e non mi sentivo bene, e ho deciso di andare in ospedale al pronto soccorso. Fortunatamente niente di grave, ho “solo” una forte carenza di ferro nel sangue. Insomma non sarebbe male se mangiassi un po’ di carne ogni tanto… Non voglio certo annoiarvi con la mia lista di malanni, penso invece che sia questa un’occasione interessante per tentare di fare un analisi dei servizi sanitari dei tre paesi nei quali ho vissuto fino ad’ora, Italia, Stati Uniti e Cina, in base ovviamente alla mia esperienza personale.
Diciamo subito che il mio viaggio di due giorni nel sistema sanitario Italiano lo ritengo tutto sommato positivo. L’altro giorno quando ho incominicaito a capire che qualcosa non funzionava non c’e’ stato bisogno di fissare un appuntamento, mi sono recato subito nello studio del mio medico di famiglia che mi ha visitato e mi ha prescritto medicine ed esami senza farmi pagare niente. La mattina dopo sono andato in clinica e nel giro di mezz’ora mi hanno fatto gli esami pagando un ticket di soli 12 euro. Poi sono uscito e sono passato da una farmacia dove mi hanno dato le medicine gratis. Anche all’ospedale ieri sera nel complesso sono stati tutti gentili e l’assistenza e’ stata buona. Nel giro di poche ore, anche se era notte tarda, mi hanno visitato da capo a piedi, mi hanno fatto le analisi del sangue e la TAC. Nel complesso quando sono tornato a casa ero tranquillo perche’ almeno ho saputo in pochissimo tempo di cosa soffrivo e anche qui senza spendere una lira.
Se la stessa cosa mi fosse successa in America durante una vacanza o per lavoro, adesso che non ho piu’ un’assicurazione medica che vale in quel territorio, mi avrebbero presentato il conto che sono sicuro, tra visita al medico, pronto soccorso, esami vari e medicine, sarebbe stato non meno di 2000 dollari. In Cina, fortunatamente ho l’assicurazione perche anche li’ l’assistenza medica non e’ gratis. Pero’ esistono due tipologie di ospedali in Cina: le cliniche ospedaliere per stranieri, che hanno costi in alcuni casi anche piu’ alti delle cliniche americane e poi le cliniche per i Cinesi, che costano molto meno, ma e’ chiaro che il servizio non e’ lo stesso, ci sono code lunghe, anche di giorni solo per poter vedere un medico, figurariamoci per gli esami e poi chi si fida…. Comunque anche in Cina il servizio sanitario non e’ gratis contrariamente a quanto uno possa pensare.
Stamattina pensavo che, per quanto si possa criticare il nostro sistema sanitario, di una cosa sono sicuro, dobbiamo esserne fieri e tenercelo stretto. E’ un sistema che viene garantito a tutti, e quando si parla di salute non ci sono dubbi questo e’ un fattore fondamentale. Negli Stati Uniti purtroppo non e’ cosi, senza dubbio in quanto a qualita’ e professionalita’ il servizio e’ di gran lunga il migliore ma e’ un sistema che privilegia chi ha soldi in tasca da spendere o ha un assicurazione alle spalle che paga. Se sei povero o non puoi permetterti l’assicurazione, come si dice in Italia, “ti attacchi al tram…”. Eticamente la trovo una cosa molto triste, ricordo una volta che ho fatto un incidente in macchina a Seattle e mi sono fatto un taglio profondo al sopracciglio. Quando mi presentai al pronto soccorso tutto sanguinante la prima cosa che mi chiesero fu: “Ce l’ha l’assicurazione? Bene, allora riempia questo modulo con tutti i suoi dati”. Ci rimasi veramente male perche’ avevo altro per la testa in quel momento. Certo se devo essere onesto al servizio sanitario americano devo molto, quanto mi sono rotto i legamenti del ginocchio sinistro mi operarono dopo un mese, la camera della clinica pareva una stanza di un grand hotel, con camera a letto singolo, bagno privato, televisore e letto reclinabile elettronicamente e dopo l’intervento il ginocchio e’ tornato esattamente quello di prima, se non meglio. Se penso al mio ginocchio destro invece la storia cambia completamente. Ebbi lo stesso infortunio in Italia quando avevo 16 anni. Mi fecero aspettare 9 mesi in lista d’attesa per entrare in ospedale al famoso CTO di Torino. Una volta ricoverato, in un stanza con altre 3 persone, rimasi in ospedale un mese perche’ c’erano troppi pazienti e non avevano tempo di operarmi. Dopo l’operazione non ero guarito completamente e un paio d’anni dopo i legamenti che mi avevano ricostruito si ruppero dinuovo. Rifeci l’intervento in un altro ospedale a Pavia, stessa trafila anche se qualche mese in meno di attesa. Dopo 3 partite a pallone altra rottura. Risultato che oggi ho un ginocchio a pezzi, con l’artosi precoce e dovro’ fare altre due operazioni per rimediare ai danni di allora, ve ne ho gia’ parlato in questo post. Oggi pensavo alle mie ginocchia e guardando ai risultati delle mie due gambe e’ chiaro che, per quanto riguarda la mia esperienza, posso sicuramente mettere il servizio sanitario Americano al primo posto in classifica. Pero’ chissa’ forse sono stato sfortunato, forse a quei tempi le tecniche di intervento erano piu’ avanzate negli Stati Uniti, dove gli ospedali, molto spesso hanno anche dei centri di ricerca alle spalle che permettono di sperimentare cure innovative e di essere cosi’ sempre all’avanguardia. Ma e’ ovvio che i costi di questo servizio finisco per essere molto piu’ alti, anche perche’ si tratta di strutture private senza sovvenzioni da parte dello stato, e tutto questo ne va a discapito della gente piu’ disagiata, che non puo’ permettersi di curarsi e questo non lo trovo giusto. Chissa’ forse l’ideale sarebbe un soluzione a meta’ tra il sistema Americano e quello Italiano, non so, e’ un discorso molto lungo e lascio giudicare a voi…
Intanto cerchero’ di godermi il resto di queste vacanze. Domani si va al mare…. direzione Porto Venere.