E’ stata una giornata che non dimentichero’ mai. Quando ho salutato mia madre, mia sorella e la mia prozia che e’ venuta per la prima volta ad accompagnarmi all’aereoportp, mi sono avviato verso l’imbarco del volo senza il minimo sospetto che qualcosa di anormale sarebbe successo. Routine insomma. Una volta seduto sull’aereo le hostess hanno incominciato con la solita dimostrazione delle norme di sicurezza prima del volo e tutto continuava a sembrare una routine. Poi improvvissamente un suono le ha interrotte, un allarme e’ suonato e la hostess si e’ fermata ed e’ entrata nel bagno, ha controllato per un po’ e poi visto che l’allarme non si fermava cosi’ ha chiamato il capitano il quale e’ uscito dalla cabina di pilotaggio ed e’ entrato nel bagno per controllare anche lui. Tutti leggevano il giornale tranquilli mentre io osservavo impaziente. Pareva che qualcosa non andasse. Sono arrivati i tecnici e poi l’annuncio del capitano: “E’ scattato l’allarme anti incendio in uno dei bagni. Abbiamo chiamato i tecnici a Copenhaghen e ci hanno detto che la cosa e’ dovuta a un rientro dei gas di scarico dallo sportello posteriore dell’aereo. Tutto regolare si puo’ decollare.” Pero’ mentre ci avviamo verso la pista di decollo qualcosa continua a non sembrare normale. Faceva un caldo bestiale, l’aria condizionata non funzionava e non capivo perche’. Facciamo per partire e dopo l’accelerata iniziale incomincia a sentirsi un odore di bruciato. Pareva un odore di olio da cucina quindi ho cercato di tranquillizzarmi ed ignorare la cosa. Poi la gente ha iniziato a urlare: “Stop! Stop!!”. Tre le urla e il panico comincio a non capire piu’ niente poi di colpo l’aereo sembra perdere quota e compie un’improvvisa virata a sinistra. I motori rallentano, tutto sembra fermarsi, mentre l’aereo continua a girare verso sinistra. La passeggera a fianco a me ansima, panico generale, la gente continua a urlare a quel punto ho pensato: “E’ finita”. Sono tante le cose che mi sono passate per la mente e faccio fatica a ricordarle tutte. Ho pensato davvero che ero arrivato alla fine che ci saremmo schiantati. Ho pensato a quelli delle case di sotto a quanti sarebbero morti. Ho pensato alla mia famiglia, a quanto avrebbero sofferto guardando le notize, sarebbe stato un colpo per loro. Ho pensato di essere uno stupido a non avere avuto il coraggio di abbandonare il volo quanto ci sono state le prima avvisaglie che qualcosa non andava. Ho pensato a quanto avrei sofferto nello schianto, e che tutto forse sarebbe durato solo un attimo e quindi meglio cosi’. Ho iniziato ad accettare il fatto che sarei morto cosi’ giovane, e’ stata una esperienza terribile… Poi nonostante l’aereo continuasse a virare e ondulare sfiorando le case di sotto qualcosa mi ha ridato speranza. I motori sembravano ancora spingere per tenerci in quota. Poi pero’ un altro abbassamento improvviso… “Se ci salviamo e’ un miracolo” ho pensato. Finalmente l’annuncio della hostess: “State tutti calmi cerchermo di atterrare”. Incredibile! L’areo e’ continuato a scendere molto velocemente ed e’ atterrato pesantement dopo pochi minuti sulla pista. Credetemi …. non riuscivo a crederci che ero ancora vivo. Ci siamo fermati e subito siamo stati attorniati dai vigili del fuoco. Poi sono spariti, non ricordo piu’ se l’odore c’era ancora. Il comandante e’ uscito dall’abitacolo e ci ha detto di attendere perche’ non sapevano cosa sarebbbe successo, se ci avrebbero mandato un altro aereo da Copenhagen o forse avrebbero aggiustato quello. In inglese ci ha detto: “Questo e’ stato il mio primo decollo da comandante, non pensavo sarebbe stato cosi’ avventuroso…” Qualcuno ha avuto il coraggio di applaudire… Poi finalmente l’annuncio che avremmo dovuto sbarcare. Poco male ero ancora sotto shock, sono uscito dall’aereo ma stavo ancora male. Ci hanno detto di andare a prendere i bagagli. Apetta, aspetta… E’ passata quasi un’ora. Avevo lo sguardo perso nel vuoto, mi sentivo confuso. Poi un annuncio in inglese:”Siamo davvero spiacenti i bagagli non arriveranno, andate tutti al secondo piano al self-service, la SAS vi offrira’ una cena gratis”. Una cena gratis? E’ esattamente cio’ di qui ho bisogno in questo momento…. Andiamo tutti al self service e ci dicono che ci siamo sbagliati. Allora torniamo al check-in della SAS e non c’e’ nessuno. Andiamo negli uffici della SAS e un’impiegata ci risponde in modo molto maleducato e poi si defila. Non sapevamo cosa fare, abbiamo vagato tutti e 150 per l’aeroporto senza sapere dove andare. Mi sembrava di vivere un incubo… Ritorniamo al self service e finalmente ci dicono che possiamo accamparci tutti li’. Io pero’ non ho fame e continuo a camminare per l’aeroporto ancora sotto shock. Finalmente mi decido, ho ancora un euro in tasca e chiamo mia madre e mia sorella. Ho incominciato a stare meglio. Poi torno al self service e chiedo: “Ho del mascarpone con me nella valigia me lo potete tenere in frigo?” Un impiegato mi dice che non ci sono problemi, finalmente qualcuno di umano…. Ho ordinato un piatto di prosicutto e una bottiglia di vino. Mi siedo, mi accorgo che sono passate tre ore da quando tutto e’ successo. Incomincio a realizzare che tremenda esperienza ho vissuto e mi si bagnano gli occhi. Poi l’impiegato del self service ritorna e con un accento latino mi dice: “Era davvero buono il mascarpone, grazie!”. Ho apprezzato molto il suo umorismo nello sconforto generale. Cosi’ ho tirato fuori il portatile e ho scritto queste parole. Sono le 9 e mezza, l’aereo nuovo che arrivera’ da Copehaghen per portarci a destinazione arrivera’ qui all’una di notte.
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Fermatela…
Ho portato diversi dolci dalla Cina ma questi in particolare, che erano piaciuti molto anche ai miei colleghi di Seattle, stanno sparendo velocemente…. Sono biscotti fatti con i semi di sesamo. Mi madre mi ha detto: “Sono troppo buoni… continuo a mangiarli senza riuscire a fermarmi….”. Mancano tre giorni al mio ritorno a Pechino.
Patty e Titty
Patty, mia sorella, mi ha fatto una bella sorpresa ieri sera quando e’ venuta a prendermi all’aereoporto di Linate con mio padre. Quando e’ scesa dalla macchina aveva con lei un bel palloncino di Titty come potete vedere nella foto… Patty e’ sempre molto dolce con me… Rimarro’ in Italia 8 giorni, pochi…. ma tornare qui fa sempre bene …
Grazie Patty!!
Saluti da Vienna
Sono all’aereoporto di Vienna. Non ricordo qual’e’ stata l’ultima volta che sono stato in questo areoporto ma ricordo sicuramente la prima, il mio primo viaggio in America nell’Agosto del 1990. Milano-Vienna e’ anche stato il primo aereo su cui ho volato, un’esperienza indimenticabile. Come ci sono finito qui? Ho usato il mio solito trucco ho chiesto se il volo era overbooked e mi hanno offerto 300 euro per cambiare volo, fare scalo su Vienna e arrivare a Milano un’ora prima. Non potevo rifiutare…. Tra circa tre ore saro’ in Italia, che bello!!!
Il giardino botanico
C’ero gia’ stato l’anno scorso e ho voluto ritornarci quest’anno. Il giardino botanico di Pechino e’ un esplosione di colori, poi quest’anno ho un obiettivo macro quindi ho potuto sbizzarrirmi. Ho voluto portare con me la mia amica Dong Qing che non vedevo da tempo, e’ un fiore pure lei e quando mi ha chiesto: “Posso portare la mia mamma con me?” le ho risposto “Ma certo!”. E’ stata una domenica pomeriggio profumata e rilassante, finalmente la temperatura era sopra i venti gradi. Ormai la primavera e’ iniziata.
Sensibilita’
Questa sera pensavo alla sensibilita’. C’e’ chi di sensibilita’ non ne ha nemmeno se lo prendi a martellate, c’e’ chi per diventare sensibile usa l’achool o la droga, c’e’ chi la sensibilita’ l’ha perduta perche’ ha sofferto troppo, c’e’ chi di sensibilita’ ne ha troppa tanto da causare sofferenza agli altri, c’e’ chi di sensibilita’ si ciba ma di quella degli altri per ottenere solo il proprio scopo per poi dimenticarsene quando gli conviene, c’e’ chi di sensibilita’ ne ha quanto basta per vivere sereno. Voi in quale categoria siete? Ve lo siete chiesti? Questa sera’ sto pensando alla sensibilita’, mia e di Selina. Viene quando vuole, a qualsiasi ora del giorno o della notte, poi quando chiudo la porta sta male, non mangia, non dorme, beve troppo ma gli si seccano le labbra come se avesse ancora una gran sete. Ieri sera per la prima volta sono riuscito a capire una conversazione al telefono in Cinese, bestiale come ci azzecco… Purtroppo la sensibilita’ non e’ come il volume di una radiolina, che puoi alzare o abbassare quando vuoi. Ci sono alcune cose che dentro di noi non si riescono a cambiare, penso che una di quelle sia la propria sensibilita’
Ciao da Pechino
E’ stato un viaggio pieno di soddisfazioni, sia per quanto riguarda il lavoro, che per quanto riguarda gli amici che mi ha fatto molto piacere rivedere, e diciamolo… anche per quanto riguarda il numero di pizze che ho mangiato: un record, 9 pizze e mezza in due settimane!!! L’ultima sera sono riuscito anche a fare una partita a calcio con una vecchia squadra con cui giocavo prima di venire in Cina. Ebbene si’ mi ero portato le scarpe da calcio, speravo di fare qualche partita in piu’ ma il tempo non ha certo collaborato… Avrei dovuto portarmi la tavola da snowboard invece di pensare al calcio…. Ieri sono rientrato a Pechino, siamo sbarcati al nuovo terminale. E’ enorme, c’e’ letteralmente da perdersi… sono rimasto davvero impressionato. E’ bello essere dinuovo a Pechino, dovro’ riposarmi un po’, e’ stato davvero un viaggio faticoso ma ne e’ valsa davvero la pena. A giudicare da come e’ andata, penso che i frutti di questo viaggio li raccogliero’ ben presto…. Il prossimo viaggio sara’ in Italia, arrivo il 25 di Aprile………..
Graziani crossa per Pulici… e goal!!!
Giovedi’ e’ stata un giornata importante per me, una di quelle che ricordero’ per un pezzo. Fin da quando avevo programmato questo viaggio attendevo trepidamente questo giorno, perche’ mi rendevo conto di quanto fosse importante far bene. Giovedi’ sono entrato un po’ in sordina in quella sala riunioni con il mio portatile. Ad accogliermi c’erano alcuni manager molto piu’ in alto di me. Mi sono seduto al tavolo, questa volta pero’ i biscotti non li avevo portati e scherzando uno di loro ha detto: “Davide ma stavolta niente pasticini??”… siamo scoppiati tutti a ridere… Poi ho collegato il mio portatile al proiettore e ho incominciato con la presentazione. Ho parlato per una mezz’ora di cio’ che stiamo facendo in Cina, di quale fosse la nostra strategia per il futuro, di cosa abbiamo bisogno per crescere ancora. E’ andata benissimo, un successone… Sono andato a casa stanco, ma estatico…. Mi sentivo come quando fai un goal in una partita importante, scaraventando la palla in rete su una bella azione, con un tocco imparabile, avete mai provato la sensazione?? Mi ricordo quando ero ragazzino avevo la stessa tensione prima della partita, ma quando segnavo un goal era un grande gioia e una liberazione……..
Buona Pasqua da Frisco Bay
Sono a San Francisco nella business lounge. Di San Francisco ho tanti bellissimi ricordi, sono venuto spesso qui per le riunioni del COM.IT.ES. Ho solo mezz’ora di tempo per scrivere due righe poi si riparte. Tra circa tre ore saro’ a Seattle. Il viaggio e’ andato bene, da Pechino e’ stata lunga 11 ore ma non mi sono pesate, avevano un sconto promozionale per viaggiare in classe business, solo 600 dollari per l’upgrade. Cosi’ ho deciso di farmi un regalo per Pasqua… Il bello e’ stato che proprio venerdi’ sera in discoteca ho conosciuto due ragazze simpatiche Xu Ju e Hou Xiao che lavorano come hostess nella first class lounge dell’aereporto, cosi’ sono andato a trovarle. Quando e’ stato l’ora di imbarcarmi mi hanno accompagnato in tre all’imbarco, tre hostess…!!!…. un trattamento che di solito viene riservato solo ai VIP…. Buona Pasqua!!!!!!!!!!!
Kyoto
A circa un’ora di treno da Osaka, Kyoto e’ considerata la citta’ piu’ bella del Giappone. Siamo stati a visitarla sabato e ne e’ valsa veramente la pena. Il viaggio nel paese del Sol Levante e’ stato, solo due giorni. Sono rientrato a Pechino ieri sera, domenica. E’ stato bello rivedere i vecchi amici di Seattle, Ale, Alexis, Luca e Gigi, farci quattro risate, mi mancava. Ho avuto poco tempo per scrivere, ho davvero molte cose da raccontare, intanto vi lascio il link delle foto della visita a Kyoto
Saluti da Osaka
Sono appena arrivato in hotel. E’ una giornata molto grigia, piove, ma non fa freddo. Con questa luce sara’ difficile fare delle belle foto ma domani il tempo dovrebbe migliorare (dicono le previsioni). Arrivare in Giappone direttamente dalla Cina e’ come fare un salto avanti di trent’anni. Tutto cosi’ moderno, pulito, la gente educata, persone eleganti che si comportano molto civilmente. Sul metro’ che ho preso per venire qui osservavo due signori seduti non lontano da me, tutti attillati in giacca e cravatta, con l’ombrello e la borsa di pelle, mi sembravano dei lord inglesi. Pechino a confronto mi sembra una citta’ molto piu’ contadina, il metro’ e’ spesso sporco, con persone che si accalcano e spingono senza pieta’ per nessuno, un atteggiamento a volte davvero poco civile. Sono tanti in Cina quelli che dalla campagna si spostano in citta’ per lavoro, spesso capita di incontrarli nel metro’, poverini mi dispiace per loro…. il problema e’ che si lavassero ogni tanto non sarebbe una brutta idea…. Pare che durante le Olimipadi del 2008 tutti i cantieri si fermeranno gia’ da giugno e questi poveri operai saranno rimandati a casa fino alla fine dei giochi, vi lascio immaginare il perche’…. Dare una buona immagine della Cina e’ una cosa che i Cinesi tengono in particolar modo. Da un lato li capisco, cosa fa chi che si sente sempre attaccato? Cerca di difendersi come puo’…. Il problema e’ pero’ che i Cinesi, quando si tratta di affrontare un problema, spesso preferiscono prima nasconderlo, o nascorderne le ragioni invece di affrontarlo direttamente. Questa e’ una atteggiamento che purtroppo gli si ritorce contro. Mi chiedo se un giorno arriveranno ad essere piu’ aperti, piu’ chiari, piu’ disponibili al confronto e anche ad ammettere pubblicamente qualche volta di avere sbagliato senza aver paura di perdere la faccia….. (cosa che detestano totalmente). Chissa’ forse questo e’ una caratteristica della loro cultura che non cambiera’ mai…….. E’ interessante osservare pero’ e imparare dai loro errori….
Mine all Mine
Questa canzone scritta dai Van Halen, parla di religione. L’ho ascoltata spesso e mi e’ sempre piaciuto molto il testo.
E’ stato un caso?
Tosse, raffreddore e mal di gola sono tornati per la quinta volta da quando ho messo piede in Cina circa 13 mesi fa. Sara’ un caso? Oggi ho scambiato una serie di email con amica americana di Seattle, si chiama Maria, abbiamo parlato di religioni, un argomento che l’appasiona molto visto che e’ credente. Ammiro molto le persone che hanno fede, sono stato anche io un credente in passato, so cosa significa. Poi viaggiando ho conosciuto religioni diverse, a volte simili a volte cosi’ diverse l’una dall’altra. La religioni si tramandano attraverso i popoli, attraverso le famiglie, attraverso le culture, spesso non siamo noi che le scegliamo. Con gli anni l’unica cosa in cui sono arrivato a credere e’ che non ci sono prove che una sia migliore dell’altra, dipende solo da che lato si sceglie di guardare le cose, e questo e’ solamente condizionato dall’educazione che abbiamo ricevuto e dalla cultura in cui abbiamo vissuto. Se fossimo nati in un altro paese, avremmo ragionato in tutt’altro modo, di questo spesso non ci rendiamo conto ed e’ proprio per questo che ancora oggi, in un mondo appararentemente evoluto e supertecnologico, le religioni continuano a causare delle guerre. E in un mondo del genere, chi come me ha gia’ dei dubbi non puo’ che rimanere ancora piu’ confuso e inorridito. Se la mia fede l’ho persa ci sono molte ragioni, a volte penso solo che basti vivere la vita spiritualmente, senza i vincoli o le regole di un culto. A volte penso che non e’ facile vivere senza fede. Nella mia incredulita’ pero’, specialmente quando mi capita di ammirare le meraviglie di questo mondo, non sono riuscito ancora a darmi una risposta sul come sia possibile che sia nato tutto per caso.
Le Amanti Cinesi
E’ uno sport molto diffuso da queste parti per i businessman, politici e uomini di potere di una certa eta’ avere non solo una, ma una lunga fila di giovani amanti. Il gioco e’ facile, le si compra una bella macchina (meglio se BMV o Mercedes) le si mette a disposizione un appartamento dove vivere, una carta di credito per comprarsi vestiti e scarpe a volonta’ e il gioco e’ fatto. E’ piacevole vederle arrivare quando sono in discoteca, sembrano tutte delle gattine, si presentano accompagnate dal loro burattinaio o con le amiche del cuore. Tutte pimpanti ballano, spendono, si divertono, esagerano. Puo’ capitare che mi guardino sorridenti mentre sono appollaiate al bancone del bar a fianco di chi se le e’ comprate. Io ricambio sempre il saluto, e sorrido anch’io. La cosa che piu’ mi diverte e’ vedere l’energumene che si ritrovano seduto accanto ingelosirsi o arrabiarsi perche’ si sono momentaneamente distratte a guardarmi un attimo. Appaiono cosi’ sicure di se stesse, nella loro falsa bellezza. “Puoi divertirti e flirtare con l’occidentale carina ma il tempo passa anche per te….” penso tra me e me. La maggior parte di loro pero’ snobba l’intero mondo che le circonda. E alla fine solo le piu’ abili o fortunate riescono a sposarsi uno di quei burattinai, per poi finire di passare le notti a casa sole o con i figli che hanno messo al mondo, mentre lui e’ fuori la sera perche’ o lavora fino a tardi o se la spassa con donne piu’ giovani di loro. Un film gia’ visto. Certo questo e’ un mondo che non e’ solo made in China, succede un po’ ovunque, ma credo che qui sia un fenomeno certo piu’ marcato e evidente, anche perche’ in un grande citta’ come questa di 15 milioni in un paese in grande crescita, ci sono tanti uomini con grandi disponbilita’ di denaro e tante donne disperatamente in cerca di uscire da una situazione di poverta’, un cocktail esplosivo. Sara’ questa una delle ragioni per cui le discoteche sono aperte tutti i giorni della settimana, e sono sempre piene fino a notte fonda?. Si, e’ vero, molti hanno voglia di sforgarsi e divertirsi adesso che i venti sono cambiati. Ma in queste notti di Pechino, in questo vortice di banconote, musica, glamour, di luci, colori e sensazioni forti che animano la notte, sento di esserci finito dentro anch’io, a volte spettatore, a volte attore. Anche io finisco per ballare (anche perche’ mi piace un sacco), anche io spendo, mi diverto, esagero senza pensare al domani che verra’. Giusto o sbagliato che sia di una cosa sono certo, in quei momenti mi sento piu’ vivo e mi dimentico di tutto cio’ che di brutto sta succedendo fuori dal locale, da cio’ che e’ dentro di me, e cio’ che ho lasciato lontano da me………….. squilla il telefono. Sono in ufficio, e stavo scrivendo questo post. La segretaria mi chiama per dirmi che il candidato per il prossimo colloquio e’ arrivato alla reception “Hallo your interviewer is coming….” Non posso che sorridere divertito (per ovvie ragioni) dalla quella frase storpiata in inglese ……… Xu Qing, si dice: “Hallo your candidate has arrived”….
Il viaggio continua
Ho deciso che non vi raccontero’, almeno per il momento, la ragione piu’ importante della mia passione di un tempo per la Finlandia. Ho riflettuto molto su questa decisione, ho pensato che, anche se sarebbe una storia davero interessante da leggere, avrei toccato un argomento troppo delicato per me, penso sia piu’ saggio guardare avanti. Il mese di Marzo sara’ interessante, verra’ a trovarmi un caro amico di Seattle originario di Roma, Alexis, poi ci ritroveremo con altri amici a Osaka in Giappone, penso sara’ divertente. A fine mese invece sara’ la volta di Seul, Corea del Sud. Insomma continuero’ a viaggiare quindi ci saranno un sacco di altre storie interessanti da raccontare.
Perche’ sono legato a Stoccolma
Ho iniziato a viaggiare quando avevo 18 anni. Nella foto mi potete vedere nel mio primo viaggio verso la Finlandia, ero sul traghetto che collega la Danimarca alla Svezia col mio caro amico Simone. Erano viaggi estenuanti quelli, da Alessandria a Turku (Finlandia) in treno con l’InterRail (perche’ l’aereo non ce lo potevamo permettere) ci volevano ben 48 ore, ma di quei tempi conservo dei bellissimi ricordi. A Stoccolma arrivavamo nel pomeriggio e avevamo un po’ di tempo per girarla prima di prendere la sera un secondo traghetto, la mitica Silja Line, che di notte ci portava in Finlandia. Mi ricordo che a quei tempi appena avevo tempo e soldi scappavo al nord, ho fatto quel viaggio 13 volte se non sbaglio, tanto viste le distanze e i costi, ma tale era la mia passione per viaggiare e per quei posti. Mi piaceva molto la Finlandia come potete immaginare, quando tornavo non finivo mai di parlarne con gli amici, tanto che qualcuno mi aveva soprannominato il Finlandese. Sono tante le ragioni di questa mia passione, un giorno vi raccontero’ la piu’ importante. Oggi vi posso solo dire che i paesi nordici suscitavano in me un grande fascino. Intanto mi pareva di essere per certi versi nel paese delle fiabe, la Finlandia e’ grande 4 volte l’Italia e ha una popolazione di 5 milioni di persone, quindi tanta natura, tanti laghi, ce ne sono piu’ di diecimila, poi io vado pazzo per la neve e li’ certo non mancava. Devo dire di aver incontrato molte persone gentili da quelle parti, incredibilmente ospitali, soprattutto mi pareva un paese molto civile, moderno, piu’ organizzato del nostro, pulito e per niente pericoloso. Ma la cosa che amavo di piu’ era l’onesta’, l’educazione e l’intelligenza delle persone che incontravo, ho imparato molte cose dialogando con loro, molti parlavano un inglese quasi perfetto. Erano persone a volte introverse e un po’ chiuse emotivamente, forse a causa del clima, ma che sapevano essere genuine e cordiali una volta rotto il ghiaccio. Quei viaggi in quella cultura cosi’ diversa dalla nostra mi aprirono la mente, visto che io venivo da una piccola citta’ con un mentalita’ piu’ chiusa, imparai quanto fosse utile e bello poter viaggiare, confrontarsi e conoscere culture diverse perche’ questo incredibilmente ti porta a conoscere meglio te stesso. Il mio sogno era un giorno poter vivere in Finlandia ma a quei tempi non c’era la Comunita’ Europea, le frontiere erano ancora chiuse e l’unico modo per trasferirsi li’ era di anadare studiare o sposarsi. Nell’ambito universitario non trovai corsi di laurea in informatica aperti anche a stranieri, ma trovai un programma di studio interessante all’universita’ di Stoccolma. Non avrei vissuto distante dalla Finlandia, poi Stoccolma e’ comunque una citta’ affascinante, forse una delle piu’ belle che abbia mai visto. Dopo la fine del liceo iniziai a lavorare come consulente informatico per mettermi da parte qualche soldo per la mia avventura, mi iscrissi a un corso avanzato di inglese per superare gli esami di ammissione, nel frattempo presentai i documenti necessari per l’iscrizione all’Universita’ di Stoccolma. Ci volle un anno prima di sapere se mi avrebbero ammesso, e non vi racconto le peripezie che ho dovuto fare per tradurre tutta la documentazione in Svedese. Ma la decisione finale fu un colpo terribile per me, mi negarono l’ammissione perche’ secondo loro non soddisfavo tutti i requisiti richiesti. Per essere ammesso bisognava avere frequentato il liceo classico o quello scientifico, invece io ero un perito informatico. A niente valsero le mie spiegazioni visto che grazie a corsi che avevo fatto all’istituto tecnico sapevo gia’ programmare un computer. Insomma, ci rimasi male e decisi di iscrivermi a un college Americano perche’ comunque volevo fare un esperienza all’estero. La Scandinavia pero’ e’ rimasta un sogno nel cassetto per lungo tempo, e non so se ho fatto bene a visitare Stoccolma l’altro giorno. Qualche rimpianto c’e’ anche se non posso certo lamentarmi visto che la vita mi ha comunque ricompensato ben oltre le aspettative nonostante quella delusione. Ho pensato in questi giorni, a cosa sarebbe stato di me se invece fossi stato ammesso a quell’universita’ e mi fossi trasferito a Stoccolma. Chissa’ se sarebbe stato meglio o peggio, e in quali termini, difficile dirlo. Di una cosa sono certo, in quei posti che oggi mi sembrano cosi’ lontani, so di aver lasciato una parte di me e quando rivivo quei ricordi provo sempre molta nostalgia. D’altro canto non posso pero’ che riconoscere alla Scandinavia di aver acceso in me una grande passione per viaggiare grazie alla quale ho vissuto un’incredibile avventura di 16 anni negli Stati Uniti. Questa passione per i viaggi sento che ancora oggi e’ presente dentro di me nonostante siano passati vent’anni, ed e’ una passione che ho riscoperto grazie a questa esperienza in Cina e grazie anche a questo blog. Quindi non posso certo rattristarmi oggi per quell’occasione mancata, anzi voglio chiudere questo lungo post di oggi con una frase a cui penso spesso e che spero lasci il segno anche dentro di voi: penso che la vita sia davvero un bellissimo viaggio, ovunque ci porti e indipendentemente da quanti chilometri si percorrono, non scordatevi mai di viverla intensamente ogni giorno, come se fosse l’ultimo.
Il figlio del re della Mongolia
Ho incontrato Melissa questa sera a cena, mi ha fatto aspettare quasi un’ora al ristorante poi e’ finalmente arrivata. Sorrideva come al solito, si e’ seduta difronte a me sfoggiando un collier con un cindolo a forma di leopardo tempestato di diamanti. Il Park Hyatt non e’ ancora pronto, forse lo sara’ a fine febbraio. A me va bene posso aspettare ammesso e concesso che i prezzi non salgano, e a meno che non trovi un posto carino piu’ conveniente. Ogni tanto il telefonino squillava, era il suo ragazzo che chiamava da Hong Kong. A un certo punto hanno pure litigato perche’ lei gli ha detto che era a cena con un amico e lui si e’ arrabbiato. Piu’ tardi ci siamo seduti sul divanetto uno accanto all’altra. Mentre la tenevo per mano mi diceva: “Sono cosi’ infelice, litigo sempre con il mio ragazzo. Non si fida di me e non si rende conto che quando temi che certe cose succedano, poi accadono veramente”. “Hai proprio ragione…” pensavo tra me e me… Eh si’, e una teoria che ho gia’ sentito tante volte. “Sai, ho conosciuto il figlio del re della Mongolia” ha continuato “vuole comprarsi una pethouse al Park Hyatt, un affare da piu’ di dieci milioni di dollari” e io sopreso “Il figlio del re della Mongolia??????? wow!!!” mi ha raccontato che ha due mogli e una fidanzata che fa la modella (tipico dei re ho pensato) e cha ha un nome lunghissimo di dodici parole. “Io pero’ lo chiamo sempre Aha”…. Che tipa… alla fine la ciliegina sulla torta: “Non hai niente di cui preoccuparti, sara’ pure un re ma e’ un contadino!!!”…. E’ andata via e ci siamo abbracciati. “Ci vediamo presto” mi ha detto dinuovo sorridendo salutandomi sul marciapiede. Sono andato a documentarmi sulla Mongolia, e pare essere una repubblica. Sara’ stato il figlio del primo ministro o lo scarso inglese di Melissa. Sara’….. ma stasera sono tornato a casa e continuavo a ridermela tra me e me. Anche questo e’ viaggiare.
Dubai boom esplosivo
L’altro giorno ho visto un servizio sulla CNN che parlava del nuovo areoporto in costruzione a Dubai. Sara’ pronto nel 2017 e sorpassera’ quello di Londra e Chicago per diventare il piu’ grande al mondo. Si parla di 140 km quadrati, un area, per darvi un’idea, pari a diciannovemila campi da calcio. Un complesso che ospitera’ 750 mila impiegati, hotel e abitazioni e un aereporto con una capacita’ di 120 milioni di passeggeri l’anno. Immaginate solo che il parcheggio potra’ contenere 100 mila macchine. Insomma numeri impressionanti che mi hanno lasciato a bocca aperta.
Buon anno a tutti da Pechino
Sono arrivato a Pechino poche ore prima che il 2007 finisse. Il tempo di farmi una doccia, passare a Bodhi per un massaggio, poi a cena con Selina al ristorante Thailandese/Vietnamita e dulcis in fundus, nottata in discoteca. Devo dire che questi Cinesi sanno davvero divertirsi. E’ stato un capodanno fantastico, uno dei piu’ belli dopo quello di Madrid del 2000. E’ iniziato nei migliore dei modi e sento che sara’ un anno pieno di avventure Buon 2008 a tutti!!
Bei ricordi
Stamattina ero ancora nel letto quando ho sentito suonare le campane del duomo, per chi vive all’estero momenti come questi hanno un significato particolare, almeno per me. Quelle note mi hanno ricordato quando abitavamo in campagna e la domenica mattina dalla mia camera da letto sentivo echeggiare in lontananza le campane di una chiesa di qualche paese vicino, bei ricordi. Quante cose sono cambiate da allora. Il momento della partenza per Pechino si avvicina e mi viene in mente una frase del film Polar Express che ho visto con mi madre l’altra sera: “Non importa dove ti portera’ il treno che dovrai prendere, l’importante e’ prenderlo”