Ho iniziato a viaggiare quando avevo 18 anni. Nella foto mi potete vedere nel mio primo viaggio verso la Finlandia, ero sul traghetto che collega la Danimarca alla Svezia col mio caro amico Simone. Erano viaggi estenuanti quelli, da Alessandria a Turku (Finlandia) in treno con l’InterRail (perche’ l’aereo non ce lo potevamo permettere) ci volevano ben 48 ore, ma di quei tempi conservo dei bellissimi ricordi. A Stoccolma arrivavamo nel pomeriggio e avevamo un po’ di tempo per girarla prima di prendere la sera un secondo traghetto, la mitica Silja Line, che di notte ci portava in Finlandia. Mi ricordo che a quei tempi appena avevo tempo e soldi scappavo al nord, ho fatto quel viaggio 13 volte se non sbaglio, tanto viste le distanze e i costi, ma tale era la mia passione per viaggiare e per quei posti. Mi piaceva molto la Finlandia come potete immaginare, quando tornavo non finivo mai di parlarne con gli amici, tanto che qualcuno mi aveva soprannominato il Finlandese. Sono tante le ragioni di questa mia passione, un giorno vi raccontero’ la piu’ importante. Oggi vi posso solo dire che i paesi nordici suscitavano in me un grande fascino. Intanto mi pareva di essere per certi versi nel paese delle fiabe, la Finlandia e’ grande 4 volte l’Italia e ha una popolazione di 5 milioni di persone, quindi tanta natura, tanti laghi, ce ne sono piu’ di diecimila, poi io vado pazzo per la neve e li’ certo non mancava. Devo dire di aver incontrato molte persone gentili da quelle parti, incredibilmente ospitali, soprattutto mi pareva un paese molto civile, moderno, piu’ organizzato del nostro, pulito e per niente pericoloso. Ma la cosa che amavo di piu’ era l’onesta’, l’educazione e l’intelligenza delle persone che incontravo, ho imparato molte cose dialogando con loro, molti parlavano un inglese quasi perfetto. Erano persone a volte introverse e un po’ chiuse emotivamente, forse a causa del clima, ma che sapevano essere genuine e cordiali una volta rotto il ghiaccio. Quei viaggi in quella cultura cosi’ diversa dalla nostra mi aprirono la mente, visto che io venivo da una piccola citta’ con un mentalita’ piu’ chiusa, imparai quanto fosse utile e bello poter viaggiare, confrontarsi e conoscere culture diverse perche’ questo incredibilmente ti porta a conoscere meglio te stesso. Il mio sogno era un giorno poter vivere in Finlandia ma a quei tempi non c’era la Comunita’ Europea, le frontiere erano ancora chiuse e l’unico modo per trasferirsi li’ era di anadare studiare o sposarsi. Nell’ambito universitario non trovai corsi di laurea in informatica aperti anche a stranieri, ma trovai un programma di studio interessante all’universita’ di Stoccolma. Non avrei vissuto distante dalla Finlandia, poi Stoccolma e’ comunque una citta’ affascinante, forse una delle piu’ belle che abbia mai visto. Dopo la fine del liceo iniziai a lavorare come consulente informatico per mettermi da parte qualche soldo per la mia avventura, mi iscrissi a un corso avanzato di inglese per superare gli esami di ammissione, nel frattempo presentai i documenti necessari per l’iscrizione all’Universita’ di Stoccolma. Ci volle un anno prima di sapere se mi avrebbero ammesso, e non vi racconto le peripezie che ho dovuto fare per tradurre tutta la documentazione in Svedese. Ma la decisione finale fu un colpo terribile per me, mi negarono l’ammissione perche’ secondo loro non soddisfavo tutti i requisiti richiesti. Per essere ammesso bisognava avere frequentato il liceo classico o quello scientifico, invece io ero un perito informatico. A niente valsero le mie spiegazioni visto che grazie a corsi che avevo fatto all’istituto tecnico sapevo gia’ programmare un computer. Insomma, ci rimasi male e decisi di iscrivermi a un college Americano perche’ comunque volevo fare un esperienza all’estero. La Scandinavia pero’ e’ rimasta un sogno nel cassetto per lungo tempo, e non so se ho fatto bene a visitare Stoccolma l’altro giorno. Qualche rimpianto c’e’ anche se non posso certo lamentarmi visto che la vita mi ha comunque ricompensato ben oltre le aspettative nonostante quella delusione. Ho pensato in questi giorni, a cosa sarebbe stato di me se invece fossi stato ammesso a quell’universita’ e mi fossi trasferito a Stoccolma. Chissa’ se sarebbe stato meglio o peggio, e in quali termini, difficile dirlo. Di una cosa sono certo, in quei posti che oggi mi sembrano cosi’ lontani, so di aver lasciato una parte di me e quando rivivo quei ricordi provo sempre molta nostalgia. D’altro canto non posso pero’ che riconoscere alla Scandinavia di aver acceso in me una grande passione per viaggiare grazie alla quale ho vissuto un’incredibile avventura di 16 anni negli Stati Uniti. Questa passione per i viaggi sento che ancora oggi e’ presente dentro di me nonostante siano passati vent’anni, ed e’ una passione che ho riscoperto grazie a questa esperienza in Cina e grazie anche a questo blog. Quindi non posso certo rattristarmi oggi per quell’occasione mancata, anzi voglio chiudere questo lungo post di oggi con una frase a cui penso spesso e che spero lasci il segno anche dentro di voi: penso che la vita sia davvero un bellissimo viaggio, ovunque ci porti e indipendentemente da quanti chilometri si percorrono, non scordatevi mai di viverla intensamente ogni giorno, come se fosse l’ultimo.