Ringrazio l’amico Enrico per il suo commento al mio ultimo post. Finalmente qualcuno che mi scrive le suo opinioni! Sono d’accordo con lui, quando si parla di politica in Italia i buoni non esistono. Volevo in realta’ scrivere e precisare, a dire il vero, che se tratto certi argomenti non e’ perche’ sono di sinistra o voglio difendere i mezzi che la sinistra usa in alcuni casi per condurre certe sue battaglie. Poi non nego che di questi tempi ho una simpatia irrefrenabile per Fini e penso che voterei per lui se domani si andasse alle urne e vivessi in Italia. Pero’ sono davvero preoccupato. Durante la giornata di sciopero ho letto questo comunicato di Roberto Gilardengo sul sito dell’unico giornale che leggo da quando ero un bambino. Si chiama "Il Piccolo" ed e’ il giornale di una piccola citta’, la mia citta’, Alessandria. Mi sembra davvero un messaggio equilibrato policamente e spero riesca a far riflettere tutti, persone di destra e sinistra:
"Per cominciare, vorrei però ribadire un concetto già espresso ai lettori. La nostra categoria è chiamata a una doverosa autocritica per l’insopportabile invasione della privacy, a volte spacciata per esercizio dell’articolo 21 della Costituzione. Il quadro che la cosiddetta legge bavaglio sta prefigurando assume tuttavia contorni che gli operatori dell’informazione non possono non guardare con grande preoccupazione. Perché il discorso va oltre la pubblicazione – integrale o meno – delle intercettazioni stesse, ma riguarda per intero la giudiziaria. Per capirci, se la norma dovesse passare così com’è, verrebbe quasi del tutto vanificato il diritto di cronaca, visto che si impedirebbe ai giornali di dare notizie delle inchieste fino all’udienza preliminare, cioè per un periodo che, in Italia, va dai 3 ai 6 anni. La violazione di questo disposto riguarda sia chi scrive, passibile di arresto o sanzione, che gli editori, i quali rischiano multe salate e, secondo una logica perversa, si vedrebbero costretti – almeno qualcuno così teme – a pressioni sui direttori perché questi, in sostanza, non facciano il mestiere per cui sono pagati. Il ‘Piccolo’ ha la cronaca nel suo dna e si occupa di giudiziaria dal 1925. Vorrebbe occuparsene ancora, in termini ragionevoli e seguendo il percorso da sempre adottato: scrivere con l’equilibrio che i lettori ci riconoscono e dopo le necessarie verifiche che comprendono, molto spesso, il contraddittorio tra le parti. E farlo, anche quando le indagini riguardano i pubblici amministratori.
Questo deve far riflettere. Se vivessi in Italia e scoppiasse un caso che vedesse coinvolto un amministratore pubblico della mia citta’ candidato alle elezioni e queste si svolgessero nei sei mesi successivi, probabilmente a causa della nuova legge non potrei essere informato sulle inchieste in corso perche’ bisognerebbe aspettare fino all’udienza preliminare. Mi sembra preoccupante questo perche’ come cittadino in procinto di andare a votare da li’ a sei mesi, vorrei avere il diritto di saperne di piu’ riguardo i tutti candidati all’elezioni. E’ chiaro che certe accuse o pubblicazioni sul giornale potrebbero risultare false o manipolate, e quindi danneggiare ingiustamente quel candidato vittima di una grossolana ingiustizia. Ma quel candidato avrebbe comunque e sempre la possibilita’ di dare delle spiegazioni in un luogo pubblico che di ingiustizia in realta’ si tratta, e per noi elettori rimarrebbe intatta la possibilita’ e il diritto di poter scegliere se credergli. Nel caso di un bavaglio, e vero’ si potrebbe proteggere gli innocenti, ma tutte le ingiustizie verrerro’ aime’ coperte da un triste velo di segreto.
E’ difficile stabilire quale sia "in assoluto" la soluzione migliore. Io ovviamente sono per la trasparenza e al tempo stesso sono d’accordissimo con Enrico che "certa gente meriterebbe pene severe per ogni tipo di disinformazione/mistificazione". In conclusione, mettete pure in galera chi sgarra, ma ribadisco il mio no alla censura, e no all’intervento da parte del governo su cosa sia legittimo scrivere o non scrivere su un giornale. Mi sembra un passo indietro e mi sembra ipotrica (come al solito) da parte un paese occidentale che critica la Cina.