Category Archives: Stoccolma

Storie di tutti i giorni

Sono dinuovo sull’aereo, questa volta in direzione opposta. Mi sono svegliato da poco dopo aver sognato di comporre una canzone. Nel sogno ero seduto ad un tavolo insieme ad un vecchio amico con cui suonavo in una band tantissimi anni fa, Cristiano Mussi. Gli stavo canticchiando una mia idea per un brano perche’ pensavo fosse adatta alla sua voce. Quando poi mi sono svegliato da quel sogno la melodia mi e’ rimasta in testa. Cosi’ ho dovuto accendere il portatile e registrare la mia voce mentre la canticchiavo altrimenti poi come al solito me la sarei dimenticata. Fortunatamente il passeggero accanto a me dormiva. Sul pezzo ci starebbe bene un bell’inizio di violino e un tocco di fisarmonica, quindi non so se riusciro’ mai a registrarlo. Pero’ e’ carino, anche se non ho ancora le parole. Che peccato, mi ero ripromesso che a Seattle avrei comprato le corde nuove per la mia chitarra classica e invece mi sono scordato. Bah, troppe cose da fare e troppo poca memoria. Mi sono chiesto se la musica che ho sognato e’ simile a una canzone che ho sentito in passato. In effetti a pensarci bene la struttura armonica e’ simile a un vecchio pezzo di Riccardo Fogli che ascoltavo spesso quando sono arrivato a Seattle nel 92: Storie di Tutti i Giorni. Ma la melodia della mia canzone e’ diversa. Interpretare un sogno e’ facile, desideri, ricordi, suoni e volti che si mescolano e affiorano dall’inconscio. In genere e’ per comunicarci qualcosa di importante come le parole di un testo di una canzone

La casa di Mao Zedong

donnaDopo quasi 3 ore di viaggio in mezzo alla campagna su quel piccolo pulmino siamo arrivati finalmente a Shaoshan, la citta’ natale di Mao Zedong. Una piccolo villaggio di circa 100 mila abitanti, trasformato in una attrazione turistica. Mi sembrava di essere arrivato in un luogo quasi sacro. Ho chiesto a Vivi se qualcuno considera Mao come un Dio e mi ha risposto di si’, specialmente i piu’ anziani. Mi ha davvero colpito una vecchia donna inginocchiata difronte alla statua di Mao (nella foto). E’ rimasta li’ per diversi minuti, continuava ad agitarsi, prostrandosi ringraziandolo, quasi fosse davanti a una divinita’. A un certo punto quelli in coda dietro di lei si sono stufati di attendere e l’hanno dovuta spostare quasi trascinandola di peso. Un segno di quanto ammirazione ci sia ancora per quest’uomo. Incredibile visto la quantita’ di Cinesi che ha fatto ammazzare. Solo durante la rivoluzione culturale sono morti per causa sua almeno 60 milioni di persone, molti dei quali per fame. Il tour organizzato ha cercato in vari modi di farci comprare una statuetta di Mao e ci si e’ messa anche Vivi: “Non la compri anche tu?”. No grazie.

A circa 60 km di distanza da Shaoshan, c’e’ anche la citta’ Natale di Liu Shaoqi, un altro dei fondatori del Partito Comunista Cinese. Mao e Liu si sono conosciuti frequentando la stessa scuola, erano grandi amici. Hanno collaborato uno a fianco all’altro finche’ Mao ha capito che Liu poteva diventare una minaccia per la sua popolarita’. Infatti durante la rivoluzione culturale Liu e i suoi seguaci presero le distanze dalla politica di Mao, un errore che Liu pago’ a caro prezzo. Allora la parola d’ordine delle Guardie rosse era: a morte chi non è fedele a Mao. Liu divento’ il nemico che doveva essere eliminato per nascondere le terribili conseguenze degli errori di politica economica di Mao. Liu venne accusato di essere un traditore, venne arrestato e imprigionato in un campo di lavoro e morì nel 1969 durante la prigionia per diabete non curato, a causa – vale a dire – di mancanza intenzionale di cure mediche. Venne sepolto in un luogo ignoto, sotto falso nome. I suoi famigliari vennero informati solo dopo 3 anni della sua morte, e i Cinesi lo vennero a sapere dopo 10 anni. Ho visitato anche la casa di Liu che oggi e’ un grande parco.

Immondizia, il cancro del mondo

immond Uno dei piu’ grandi problemi che l’umanita’ dovra’ affrontare nei prossimi decenni e’ quello dell’immondizia. Qui in Cina e’ molto piu’ evidente che in altri paesi perche’ i Cinesi, come al solito, hanno scarsa capacita’ di organizzazione. Ma non pensate che le cose vadano meglio in altri paesi, avete visto cosa e’ successo a Napoli, Palermo. Gli Stati Uniti poi producono piu’ immondizia della Cina nonostate la popolazione Americana sia un quarto di quella Cinese. Ma il viaggio nelle campagne di Changsha mi ha davvero aperto gli occhi su questo problema. Lungo il tragitto ho visto montagne di spazzatura per la strada. Apparentemente nei villaggi non c’e’ un sistema di raccolta e spesso viene abbandonata per strada. In alcune zone ci sono dei contenitori di cemento dove a volte viene bruciata sul posto ma probabilmente la gente nei villaggi non sa che cosi’ facendo immette diossina nell’aria, che e’ altamente nocivo per salute. Ho letto alcuni dati, 85% della spazzatura in Cina giace nelle campagne in discariche illegali. E dove gli inceneritori esistono, le leggi Cinesi consentono di produrre dieci volte la quantita’ di diossina rispetto ai paesi occidentali. Se il governo Cinese non fara’ qualcosa la Cina tra una decina d’anni sara’ come un treno lanciato ad alta velocita’ a cui i freni non funzionano piu’. Piu’ conosco la Cina e piu’ mi accorgo che la sua crescita si basa su un modello che non e’ sostenibile a lungo termine, a meno di interventi drastici. Vivi si sentiva in imbarazzo quando scattavo queste foto, tipico Cinese… ma ogni tanto si addormentava e io non ho resistito alla tentazione…

Poverta’

campagna Il giorno dopo abbiamo deciso di far visita a Shaoshan, la citta’ natale di Mao Zedong. Viaggio organizzato, tramite agenzia. Sono venuti a prenderci in hotel alle 8 del mattino. Il villaggio dista solo qualche ora da Changsha. Il pulmino era piccolo, vecchio, scomodo, senza riscaldamento. Durante il viaggio abbiamo attraversato villaggi di campagna e mentre osservavo incuriosito ho domandato a Vivi se le persone che incontravamo in quei posti fossero povere. Mi ha risposto cosi': “No, perche’? Hanno una casa, un lavoro, vivono una vita tranquilla. Secondo me non lo sono”. E’ una frase che mi ha colpito molto, e sono rimasto ancora piu’ colpito quando mi ha detto: “Io mi considero una di loro”. In effetti Vivi non abita a Changsha ma in una piccola citta’ a due ore di autobus. Durante il viaggio su quel pulmino ho scattato parecchie foto, molte sono di scarsa qualita’ in quanto andavamo veloci e avevo pochissime frazioni di secondo per i miei scatti. Spero pero’ che le guarderete tenendo ben presente cio’ che Vivi mi ha detto. Parole saggie per una ventiduenne, parole che fanno riflettere, parole che difficilemente una ragazza occidentale avrebbe pronunciato difronte a cio’ che guardavamo attraverso quel finestrino.

Viaggio a Changsha

changsha Ora che ho fatto ritorno a Pechino posso raccontarvi come e’ andato il mio viaggio a Changsha nella provincia dello Hunan. E’ stato un arrivo abbastanza insolito. Appena uscito dall’aereoporto sono salito sul taxi con Vivi. Il prezzo lo ha contrattato lei prima di salire, 8 euro. Pero’ l’autista, per risparmiare il costo dell’autostrada, ha optato per una strada di campagna. Era molto buio fuori, un po’ per la scarsa illuminazione stradale, un po’ per la fitta nebbia. Veicoli che sfrecciavano ad alta velocita’, sorpassi in curva, autocarri, buchi per strada. A guardar fuori non sembrava una zona un granche’ bella e la cosa non era certo rassicurante. Incominciavo a pensare di essermi cacciato in un guaio. Quasi un’ora per raggiungere il centro su una macchina totalmente scassata, con un rientro di fumi del tubo di scappamento dentro l’abitacolo che non so da dove arrivassero. Menomale che avevamo i finestrini abbassati saremmo praticamente morti asfissiati, anche se in compenso siamo morti dal freddo… Ho rimediato pure un bel mal di testa e occhi arrossati. Pero’ alla fine di questa mini avventura all’Hotel Sheraton ci siamo arrivati, d’altra parte e’ questo il bello del viaggiare. Per l’occasione ho scelto il piu’ bell’hotel della citta’, non potevo certo badare a spese. Almeno qui a Changsha me lo posso permettere…

L’indomani dopo una mega colazione ci siamo incamminati verso il centro, ho scattato la foto sopra in quel momento. Il posto non mi faceva una gran impressione, un gran agglomerato di palazzi di cemento grigio sporco, senza personalita’. “Changsha e’ una citta’ piccola” – mi ha detto Vivi – “fa solo 6 milioni di persone”. Pioveva. Vivi mi ha portato in sala giochi. Quanto tempo che non ci andavo. Siamo rimasti li’ a giocare tutto il pomeriggio. C’erano pure gli autoscontri. Mi sembrava di essere tornato ragazzino, all’inizio ero titubante poi mi sono lasciato trascinare dalle risate di Vivi e mi sono immedesimato. Che bello vivere spensieratamente almeno per un giorno pensavo, mi ha fatto davvero bene. E’ questo il bello di uscire con una ragazza con vent’anni di meno. Tutto diventa frivolo, tutto diventa piu’ facile, quasi un gioco, si vive tutto piu’ spontaneamente, senza pensare ai problemi del mondo. Insomma ci si sente giovani. E che male c’e’? Il resto ve lo racconto nei prossimi giorni.

That’s life

Questa mattina mi son svegliato e leggendo le notizie dall’Italia mi e’ venuto in mente un vecchio pezzo di Frank Sinatra intitolato That’s Life… ovvero E’ la vita. Non so perche’…. Comunque ho deciso di tradurvi il testo e di proporvi il video del brano in versione David Lee Roth, il mio grande idolo:

Traduzione del testo in Italiano:

E’ la vita, dicono tutti cosi’….
voli in alto ad Aprile,
poi a Maggio sei a terra….
ma non saro’ io cambiare questo ritornello,
perche’ a Giugno tornero’ a vivere alla grande…

E’ la vita, e per quanto strano possa sembrare
alcuni finisco male
inciampando in un sogno
ma io non lascio che mi butti a terra,
perchè questo vecchio mondo continua a girare e girare….

Nella vita ho fatto il burattino, il povero, il pirata,
il poeta, e il re.
Sono stato su e giù, sopra e fuori
e so una cosa sola:
Ogni volta che mi ritrovo la mia faccia spiaccicata a terra
mi tiro su da solo e sono pronto per una nuova sfida

E’ la vita, te lo dico io, e non posso negarlo,
ho pensato di farla finita baby…
Ma il mio cuore non ne vuole sapere
e se non pensassi che ne valesse la pena provarci una volta ancora
mi sarei gia’ buttato di sotto

Ho fatto il burattino, il povero, il pirata,
il poeta, e il re.
Sono stato su e giù, sopra e fuori
e so una cosa sola:
Ogni volta che mi ritrovo la mia faccia spiaccicata a terra
mi tiro su da solo e sono pronto per una nuova sfida

E’ la vita, e’ la vita, e non posso negarlo,
ho pensato di farla finita baby…
Ma il mio cuore non ne vuole sapere
ma se niente si muove da qui a Luglio…
mi arrotolo in una grossa palla e…….. me ne vado!!

Shaddadubbi dubidu…. Wuuhh!!! …..Hey!
assolo finale!!

Perche’ sono legato a Stoccolma

scandinavia Ho iniziato a viaggiare quando avevo 18 anni. Nella foto mi potete vedere nel mio primo viaggio verso la Finlandia, ero sul traghetto che collega la Danimarca alla Svezia col mio caro amico Simone. Erano viaggi estenuanti quelli, da Alessandria a Turku (Finlandia) in treno con l’InterRail (perche’ l’aereo non ce lo potevamo permettere) ci volevano ben 48 ore, ma di quei tempi conservo dei bellissimi ricordi. A Stoccolma arrivavamo nel pomeriggio e avevamo un po’ di tempo per girarla prima di prendere la sera un secondo traghetto, la mitica Silja Line, che di notte ci portava in Finlandia. Mi ricordo che a quei tempi appena avevo tempo e soldi scappavo al nord, ho fatto quel viaggio 13 volte se non sbaglio, tanto viste le distanze e i costi, ma tale era la mia passione per viaggiare e per quei posti. Mi piaceva molto la Finlandia come potete immaginare, quando tornavo non finivo mai di parlarne con gli amici, tanto che qualcuno mi aveva soprannominato il Finlandese. Sono tante le ragioni di questa mia passione, un giorno vi raccontero’ la piu’ importante. Oggi vi posso solo dire che i paesi nordici suscitavano in me un grande fascino. Intanto mi pareva di essere per certi versi nel paese delle fiabe, la Finlandia e’ grande 4 volte l’Italia e ha una popolazione di 5 milioni di persone, quindi tanta natura, tanti laghi, ce ne sono piu’ di diecimila, poi io vado pazzo per la neve e li’ certo non mancava. Devo dire di aver incontrato molte persone gentili da quelle parti, incredibilmente ospitali, soprattutto mi pareva un paese molto civile, moderno, piu’ organizzato del nostro, pulito e per niente pericoloso. Ma la cosa che amavo di piu’ era l’onesta’, l’educazione e l’intelligenza delle persone che incontravo, ho imparato molte cose dialogando con loro, molti parlavano un inglese quasi perfetto. Erano persone a volte introverse e un po’ chiuse emotivamente, forse a causa del clima, ma che sapevano essere genuine e cordiali una volta rotto il ghiaccio. Quei viaggi in quella cultura cosi’ diversa dalla nostra mi aprirono la mente, visto che io venivo da una piccola citta’ con un mentalita’ piu’ chiusa, imparai quanto fosse utile e bello poter viaggiare, confrontarsi e conoscere culture diverse perche’ questo incredibilmente ti porta a conoscere meglio te stesso. Il mio sogno era un giorno poter vivere in Finlandia ma a quei tempi non c’era la Comunita’ Europea, le frontiere erano ancora chiuse e l’unico modo per trasferirsi li’ era di anadare studiare o sposarsi. Nell’ambito universitario non trovai corsi di laurea in informatica aperti anche a stranieri, ma trovai un programma di studio interessante all’universita’ di Stoccolma. Non avrei vissuto distante dalla Finlandia, poi Stoccolma e’ comunque una citta’ affascinante, forse una delle piu’ belle che abbia mai visto. Dopo la fine del liceo iniziai a lavorare come consulente informatico per mettermi da parte qualche soldo per la mia avventura, mi iscrissi a un corso avanzato di inglese per superare gli esami di ammissione, nel frattempo presentai i documenti necessari per l’iscrizione all’Universita’ di Stoccolma. Ci volle un anno prima di sapere se mi avrebbero ammesso, e non vi racconto le peripezie che ho dovuto fare per tradurre tutta la documentazione in Svedese. Ma la decisione finale fu un colpo terribile per me, mi negarono l’ammissione perche’ secondo loro non soddisfavo tutti i requisiti richiesti. Per essere ammesso bisognava avere frequentato il liceo classico o quello scientifico, invece io ero un perito informatico. A niente valsero le mie spiegazioni visto che grazie a corsi che avevo fatto all’istituto tecnico sapevo gia’ programmare un computer. Insomma, ci rimasi male e decisi di iscrivermi a un college Americano perche’ comunque volevo fare un esperienza all’estero. La Scandinavia pero’ e’ rimasta un sogno nel cassetto per lungo tempo, e non so se ho fatto bene a visitare Stoccolma l’altro giorno. Qualche rimpianto c’e’ anche se non posso certo lamentarmi visto che la vita mi ha comunque ricompensato ben oltre le aspettative nonostante quella delusione. Ho pensato in questi giorni, a cosa sarebbe stato di me se invece fossi stato ammesso a quell’universita’ e mi fossi trasferito a Stoccolma. Chissa’ se sarebbe stato meglio o peggio, e in quali termini, difficile dirlo. Di una cosa sono certo, in quei posti che oggi mi sembrano cosi’ lontani, so di aver lasciato una parte di me e quando rivivo quei ricordi provo sempre molta nostalgia. D’altro canto non posso pero’ che riconoscere alla Scandinavia di aver acceso in me una grande passione per viaggiare grazie alla quale ho vissuto un’incredibile avventura di 16 anni negli Stati Uniti. Questa passione per i viaggi sento che ancora oggi e’ presente dentro di me nonostante siano passati vent’anni, ed e’ una passione che ho riscoperto grazie a questa esperienza in Cina e grazie anche a questo blog. Quindi non posso certo rattristarmi oggi per quell’occasione mancata, anzi voglio chiudere questo lungo post di oggi con una frase a cui penso spesso e che spero lasci il segno anche dentro di voi: penso che la vita sia davvero un bellissimo viaggio, ovunque ci porti e indipendentemente da quanti chilometri si percorrono, non scordatevi mai di viverla intensamente ogni giorno, come se fosse l’ultimo.

Gamla Stan

DSC_2704 Sono dinuovo a Pechino, anche questa volta ho usato la mia solita tecnica di  offrirmi volontario per rimandare la partenza di un giorno in cambio un biglietto gratis, questa volta mi e’ valso un upgrade in business class. Non male perche’ sull’Airbus 340 su cui volavo il sedile si allunga e diventa quasi un letto, e’ stato un dolce rientro insomma. Lo scalo di sette ore a Stoccolma non mi e’ pesato, anzi, sono riuscito a raggiungere il centro della citta’ in venti minuti col treno e poi ho preso la metropolitana per andare a visitare Gamla Stan. E’ stato davvero emozionante essere dinuovo a Stoccolma dopo tanti anni e scattare qualche foto a questa bellissima citta’. Gamla Stan, e’ la parte storica, con un sacco di vicoli e costruzioni che risalgono al periodo medioevale. Sono arrivato all’imbrunire, l’atmosfera giusta per le foto che volevo scattare