Tornare a Seattle e’ stato difficile. Pur avendo molti amici qui e mille cose da fare come al solito ci vorra’ tempo prima di ingranare la marcia giusta dopo la bellissima esperienza in Cina e il viaggio in Italia che lascia sempre tanta malinconia. Il tempo fortunatemente e’ soleggiato, la temperature tiepida, sembra Aprile in Italia. Si fa fatica a girare in maniche corte la mattina presto. Mi dispiace che in questi giorni non ho aggiornato il blog ma in Italia e’ stato difficile per via della difficolta’ di trovare una connessione veloce su internet e mancanza di tempo. Sono contento di essere tornato a scrivere. Per chi mi segue il viaggio continua anzi, voglio mettere sul sito le foto e di viaggi che ho fatto in passato, continuero’ insomma a raccontare storie e a raccontarmi, mi fara’ bene. Sono sicuro che presto tornero’ in Asia forse a Settembre, ma non voglio svelarvi i dettagli anche perche’ non sono ancoro sicuro lungo quale strada mi incamminero’……. come al solito….
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Partire
La domanda di rito che mi fanno tutti prima di partire per Seattle e’ “Quando torni” e la risposta di rito purtroppo e’ spesso sempre la stessa “non lo so”. Gli ultimi giorni li passo sempre a comprare cose da mangiare e da bere che non si trovano a Seattle di cui riempio sistematicamente la valigia. Poi e’ una corsa contro il tempo per salutare tutti, al telefono o di persona. In quei momenti riesco sempre a sorridere forse perche’ cerco di pensare il meno possibile, di distaccarmi dalle emozioni, proprio come un attore, un chirurgo o un soldato. Poi una volta all’aeroporto, dopo aver salutato chi mi ha accompagnato, che di solito e’ mia madre (mio padre invece mi viene a prendere) passato il metal detector, dopo l’ultimo saluto da lontano con la mano, mentre faccio su le mie cose, vengo assalito da tutte le emozioni che ho dentro di me. In quel momento contenerle e’ piu’ difficile, tanto ormai nessuno piu’ mi vede. Mentre cammino lentamente lungo i corridoi del terminale dell’aereporto spesso mi sale il nodo alla gola e devo inforcare gli occhiali da sole scuri. Mordo le labbra, stringo i denti e cerco di camminare come se niente fosse. In quel momento penso che se passasse uno e mi desse un pugno allo stomaco forse non lo sentirei. Camminando questa volta mi sono venute in mente tutte le volte che i miei genitori mi hanno accompagnato e salutato in questo areoporto, quante volte…, tante. Ho pensato a cio’ che mi ha detto mia madre oggi, che di solito prima del mio arrivo nota sempre quando si sente il rumore di un areo passare alto nel cielo, mentre dopo che sono partito non li sente piu’, quasi volesse dimenticare che gli aerei esistono. Poi arrivo al gate mi siedo e guardo l’aereoplano che mi portera’ via e mi accorgo che i giorni sono letteralmente volati. Eppure qui c’ero tornato nel cinque anni fa per rimanenerci definitivamente ma non sono resistito piu’ di nove mesi. Fa male andare via cosi’, sentirsi come se stessi seguendo egoisticamente la mia strada, i miei obiettivi, fregandome della sofferenza di chi mi vuole bene. Devo ammetterlo, sotto sotto mi sento un po’ colpevole con me stesso per questo anche se so che e’ giusto che segua la mia strada. Non e’ facile. Devo trovare il modo di venire qui piu’ spesso, di essere piu’ presente. Sto scrivendo queste parole dall’aereoporto di Malpensa, tra qualche minuto cominiceranno ad imbarcare il volo.
Il concerto dei Genesis
Amsterdam e’ sempre uguale non cambia mai, ho fatto qualche foto alla citta’ nei pressi della stazione prima di prendere la metropolitana verso lo stadio dove e’ di casa la squadra di calcio olandese dell’Ajax. Il concerto e’ stato bello, appena sono apparsi sul palco Mike, Phil e Tony sono apparsi penso a tutti molto invecchiati, Phil in particolare. Era logico aspettarselo, ma cio’ che non mi aspettavo e’ 3 ore di musica al top, Phil che nonostante sia quasi sordo canta e suona la batteria ancora divinamente con ancora tanta passione e gusto. Bellissimo ascoltare per la prima volta per me dal vivo alcuni pezzi vecchi dei Genesis, peccato che manchi il tocco di Peter. Il palco era ispirato alla pellicola di un film, e come un film sono apparse su quella pellicola, durante tutto il concerto, un sacco di immagini e vecchie foto della band. E se le foto ti riportavano indietro nel tempo, quelle canzoni, che conosco tutte e che hanno accompagnato la mia vita fin da quando ero adolescente, mi hanno fatto ripercorre un sacco di emozioni portandomi spesso a sentire la pelle d’oca e in alcuni casi anche a commuovermi. Una bella serata, emozionante, finita con una meritata “standing ovation” per questa band che compie quarant’anni di grande musica.
Ricordi
Alessandria e’ piena di ricordi, persone care, vecchi amici, volti noti che incontri sempre per la strada, viottoli che ho percorso da bambino, foto appese a un muro, quadri di un tempo, oggetti dimenticati su una credenza, suoni. Tutto ti riporta indientro con la mente facendoti accorgere quanto il tempo passa scorrendo veloce, specialmente quando incontri persone che non vedevi da un tempo e vedi che sono invecchiate. Allo stesso tempo alcuni ricordi piano piano sbiadiscono o spariscono dalla mente, le cose anche se non te ne accorgi cambiano, cosi’ lentamante. Mentre vivo negli Stati Uniti la quotidianita’ prende il sopravvento, quando viaggio tutto cio’ che importa e vivere l’attimo scoprendo nuove cose, nel frattempo tutto quello che ho lasciato qui finisce tristemente e irrimediabilmente nel dimenticatoio e il tempo passa quasi senza accorgersi di niente. Tornare qui e’ bello ma ha un sapore amaro realizzare quanto si e’ stati lontani da tutto, specialmente dalle persone care, mentre il tempo scorre via come un soffio, come i pochi giorni di questa vacanza.
Siete ancora curiosi?
Ho parlato di curiosita’ in occasione di un post da Tokyo dopo la mostra che ho visitato di Leonardo Da Vinci. In questi giorni mi e’ capitato di pensare di nuovo all’importanza della curiosita’ riflettendo su quante relazioni o amori finiscono o sono in crisi, in Italia i divorzi negli ultimi dieci anni sono aumentati del 74%. Difficile trovare oggi una relazione che veramente funzioni. Personalmente sono stato scottato da relazioni finite male tante volte e spesso ho pensato che una delle ragioni piu’ importanti che ne segnano la fine e’ la quotidianita’. Quando sono solo la quotidianita’ non mi annoia anzi , mentre durante una relazione noto che nasce dentro di me una perdita di curiosita’ e di stimoli verso le cose che mi appassionano di piu’. Ci si impigrisce perdendo interesse per se stessi e per la persona a cui si vive accanto, fino ad arrivare alla noia totale. In casi estremi si arriva fino al punto di tradire la persona che cosi’ tanto avemo amato solo per cercare di sentirsi ancora vivi, ancora curiosi. Penso che una relazione che funzioni sia quella in cui fondamentalmente esiste il rispetto reciproco, ma soprattutto dove si e’ in grado assieme di continuare stimolare la propria curiosita’, quella recipricoca e quella verso il mondo esterno. Non e’ facile ma secondo me e’ qui che sta “il nocciolo”….
Alessandria della paglia
Arrivando ad Alessandria sono tornato con la mente a quando ho visto per la prima volta Shanghai. In quindici anni che vivo all’estero fa sempre piacere tornare nei luoghi di origine ma mai come questa volta mi sono accorto di quanto sia piccola la citta’ dove sono nato. Ripensando all’imponenza di Shanghai, che quasi sembra una citta’ del futuro, cercare di trasmettere le sensazioni che si provano per uno come me nato ad Alessandria e cresciuto in campagna a Valmandonna nel tornare in questi luoghi e’ davvero difficile. Essere qui pero’, dopo avere visitato le piu’ grandi metropoli dell’Asia, ha un grande valore per me, anche se tutto rimane sempre tale e quale, qui c’e’ la mia famiglia ed e’ per me un punto di riferimento, il punto da cui il mio viaggio e’ partito. E’ triste accorgersi che se tutto rimane sempre tale e quale, un peccato per le generazioni giovani che rimangono qui e hanno poche prospettive. Mette di buon umore riabbracciare tutti e andare dal panettiere per comprarmi, come ormai di rito, un pezzo di focaccia perche’ come la fanno qui non la fanno da nessuna parte. Poi sono passato davanti al negozio di lavora mia madre (ancora per poco, chiudera’ per lasciare il posto a una catena dove vendono tutto a 9 euro) e c’era parcheggiata la mitica cinquecento che si vede nella foto. Mia nonna Tecla ne aveva una dello stesso colore, quanti ricordi…
Dinuovo in letargo
Sono tornato a Seattle, questa citta’ letargica, fredda e nuvolosa. Dopo essere stati a Tokyo per 3 giorni dove la maggior parte della gente si veste bene e alla moda, mi sembra di essere finito in un villaggio di montanari. Stamattina sull’autobus che ci portava a Redmond pareva che stessimo andando a un concerto di musica grounge. Che tristezza… poi l’altra cosa che ho notato e’ l’obesita’ di molte persone, epidimia dilagante e preoccupante in questo paese. In Asia si faceva fatica a trovare una persona sovrappeso, qui ci sono molte persone che sono grasse a livello sproporzianato, a volte quasi disumano, vittime di un alimentazione poco sana e sregolata. Molto triste a vedersi… Non c’ero piu’ abituato.
The end
Mi sono svegliato dopo aver dormito solo qualche ora. Le 6 del mattino, era una bella giornata chiara e soleggiata. Sono arrivato in meno di mezz’ora in aereoporto. Prima di salire sull’aereo per Tokyo ho passato il tempo che mi rimaneva a mandare SMS a tutte le persone che mi sono state vicino in questo periodo. Cercando il passaporto tra le scartoffie, e’ saltato fuori un biglietto di Katya e Anthony. Aveva ancora un leggero profumo, me lo avevano dato l’ultlima volta che li ho visti a Las Vegas prima di partire per Pechino. Sull’aereo quel biglietto ha dominato la mia mente. Questo post e’ dedicato a loro (so che ora stanno bene e sono a Mosca) e a tutti quelli cha ancora credono nell’amore.
Domani e’ l’ultimo giorno
Siamo agli sgoccioli. Domani per l’occasione abbiamo organizzato un party a mezzogiorno, ci saranno una ventina di colleghi. Ho riservato una sala riunioni e mangieremo penne con sugo alla bolognese (cucinate da me) e berremo vino a volonta’. E’ una sorpresa che ho organizzato per salutare tutti dando un tocco di italianita’ a questo ultimo giorno in Cina. La salsa e’ gia pronta, domani mattina faccio bollire i 3 chili di pasta che ho comprato e li condisco con il sugo aggiungendo del parmiggiano. Ho gia’ pronti due contenitori di plastica che mi serviranno per il trasporto in taxi. Sono sicuro sara’ una bella festa, e poi la notte la passero’ tutta in discoteca. Alle 6 del mattino andro’ direttamente in aereoporto.
Ancora 3 giorni
Ormai si avvicina sempre di piu’ il fatidico giorno. Come diceva quella canzone “partire e’ un po’ morire”. A me partire non piace ma l’ho fatto tante, forse troppe volte. Tante emozioni dentro di me che stanno affiorando e stento a contenere. Persone a cui ho gia’ dovuto dire addio o arrivederci. Il distacco dai miei colleghi e amici che si avvicina, la vacanza a Tokyo, poi la gioia di rivedere i miei amici di Seattle, di raccontare le mille storie che ho vissuto, e poi l’Italia dove rivedro’ la mia famiglia. Mi aspettano altri giorni intensi nei quali tornero’ spesso con la mente a pensare ai tanti bei ricordi che portero’ con me. Ho vissuto tutto questo tempo cosi’ intensamente, visto cose bellissime, provato sensazioni nuove e indimenticabili. Mi sono divertito come da tanto tempo non succedeva. E’ come se avessi fatto un sogno, eppure un sogno non e’ ma una grande avventura che lasciera’ dentro di me un segno indelebile.
I am not your consultant
Venerdi’ sera sono andato in discoteca, volevo distrarmi e passare in allegria l’ultimo weekend. Ero seduto al bar sorgeggiando un drink e ascoltando musica. A un certo punto passa una ragazza e senza pensarci un attimo le chiedo: “Vuoi ballare?” Finiamo in pista per un po’, poi torniamo al banco e le offro un drink. Mi invita al tavolo con i suoi amici nel retro. Ho capito subito quando mi sono seduto con loro che avevo a che fare con un mondo diverso. Usciamo, salgo sulla sua Porsche Cayenne parcheggiata letteralmente difronte all’entrata del club e andiamo in un’altra discoteca che ha aperto da poco. Entriamo senza pagare, ci danno un tavolo in tempo zero, drink a volonta’ senza nemmeno ordinare. Incontro suo fratello, vestito in smoking, propietario del locale e di una ditta quotata in borsa che fabbrica armi. Lei Melissa dirige gli investimenti per una banca di Pechino e conosce le persone piu’ ricche in tutta la Cina. Tutto e’ accaduto cosi’ velocemente che non mi sono quasi reso conto di cosa stesse succedendo. Lo so, guardandado la foto che ho scattato di Melissa qui accanto non si direbbe che e’ una donna dirigente, ma tra le persone piu’ ricche in Cina ci sono molte persone giovani, imprenditori che hanno rischiato grosso, con le spalle molto coperte dall’alto, con le conoscenze giuste, e tanta tanta fortuna. Chissa’ se fossi stato seduto un po’ piu’ in la’, in un’altra sedia, guardando dalla parte opposta magari non l’avrei mai notata mentre passava dietro di me, come non ho natato il ladro che mi ha rubato il portafoglio quella sera mentre ero seduto nello stesso posto nel quale ho incontrato Melissa. Pero’ di una cosa sono sicuro, la vita e’ come un gioco, a volte ti toglie, a volte di da’ e le cose succedono sempre per un qualche motivo che questa volta credo di aver capito.
L’ultimo weekend
Sto un po’ meglio. Le medicine che ho preso stanno facendo effetto. E’ venerdi’ sera, aleggia un po’ di tristezza, mi sono fatto la solita pizza e ora sto sorseggiando un te’. Questa sera voglio uscire a divertirmi un po’. E’ l’ultimo weekend a Pechino. Cerchero’ di non pensarci e di godermi questi ultimi giorni.
Dal dottore
Alla fine ho deciso di andarci. Ultimamente facevo fatica a dormire, sentivo questo forte ronzio alle orecchie, avevo un leggero mal di testa, una forte stanchezza ed ero preoccupato. Pensavo ad una sinusite o un’infezione alle orecchie. Invece niente di tutto questo. Sono rimasto letteralmente impressionato dalla qualita’ del servizio, e dagli esami che mi hanno fatto. Negli Stati Uniti avrei dovuto recarmi in un altro reparto, prenotare gli esami e aspettare che il dottore analizzasse i risultati. Qui e’ successo tutto in un giorno. Risultato e’ che probabilmente e’ solo un po’ di stress. In effetti nelle ultime settimane ho lavorato molto. Ma da un po’ di giorni l’aria era totalmente irrespirabile, pensavo fosse una qualche irratazione alle vie respiratorie e invece no devo solo riposare. Non vedo l’ora di respirare un po’ di aria buona …
The Pursuit of Happiness
E’ il titolo del film del regista Italiano Gabriele Muccino, in Italiano si chiama Alla ricerca delle felicita’. “Life, Liberty and Pursuit of Happiness” e’ anche una famosa frase della nella Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti scritta nel 1776 che festeggiamo il 4 di Luglio. Si’, festeggiamo, perche’ anche io sono cittadino Americano di adozione. Veramente un bel film, uno di quelli da non perdere, la storia vera di Chris Gardner ambientata a San Francisco. Non vi racconto la trama ma una barzelletta che mi ha fatto sorridere durante il film. Un uomo in mare sta annegando, a un certo passa una nave e qualcuno gli chiede “Ha bisogno di aiuto?” e lui risponde “No grazie, sara’ Dio a’ salvarmi”. Dopo un po’ ne passa un’altra e di nuovo gli viene offerto aiuto ma lui insiste “No grazie, sara’ Dio a’ salvarmi”. Dopo un po’ muore e va in paradiso, si presenta Dio e lui chiede: “Ma perche’ non mi hai salvato?” e Dio risponde: “Ma allora sei proprio stupido… ti ho mandato due navi e tu le hai rifiutate……”
Due settimane alla fine
Mancano ormai due settimane alla fine di questa avventura. Incomincio gia’ ad essere triste quando ci penso a volte e mi chiedo cosa succedera’ quando faro’ ritorno. Difficile dirlo, intanto ho passato il sabato a comprare souvenir per tutti, era un po’ che non lo facevo. Avro’ la valigia piena di roba non so come faro’ a riportare tutte le cose che ho comprato con me. Sono stato a cena poi al ristorante Italiano L’Isola, sicuramente il miglior ristorante Italiano a Pechino. Mi aspettano due settimane di lavoro intenso, poi me ne andro’ in vacanza a Tokyo prima di rientrare. Ieri sera mi sono fermato per un drink allo Swiss Hotel e ho ascoltato la canzone che oggi ho messo di sottofondo al sito. Si intitola I am With You di Avril Lavigne. Mi ha colpito particolarmente e spero riuscirete ad ascoltarla.
Incidente di percorso
Ieri ho preso un taxi per andare in centro. Quando siamo arrivati a destinazione il tassista ha accostato nella pista ciclabile, ho pagato e ho aperto la porta. Proprio in quel momento passava una signora in bicicletta, e non ho guardato prima di aprire. Fortunatamente non andava forte, e non e’ caduta, ma purtroppo nell’impatto con la portiera si e’ fatta un taglio abbastanza profondo ad un dito della mano. Ero dispiaciuto, e non riuscivo a comunicare con lei. Con l’aiuto di un passante ho cercato di chiedere scusa me non so quanto abbia capito. Ho cercato di darle dei soldi, li ha rifiutati. La cosa mi ha stupito e mi ha fatto sentire ancora piu’ in colpa. Fosse successo a un’altra persona, magari in un altro paese sono sicuro mi avrebbe chiesto i danni, invece lei non prendendo quei soldi secondo me ha cercato di difendere la sua dignita’. Un gesto che le fa onore ma avrei voluto aiutarla ugualmente perche’ con parole non era possibile. Mi e’ dispiaciuto molto non poter fare qualcosa, spero che stia bene e che si riprenda presto. Peccato, devo stare piu’ attento…
Iris
Sto meglio
E’ stato veramente uno shock, chissa’ forse Bradley aveva piu’ anni di quanti gliene davo o forse era destino. L’autopsia ha rivelato che sia morto per un infarto causato da un embolia polmonare. Ho letto su internet che questo tipo di embolia puo’ succedere in seguito ad una trombosi alle gambe, ma anche lunghi periodi di immobilizzazione come un intervento chirurgico, o stando seduti per lungo tempo. Di certo Bradley lavorava sodo, e sara’ una caso ma 5 anni fa quando lavoravo in un team diverso un altro manager ebbe un infarto. Era vegetariano e in perfetta forma fisica, fortunatamente in quel caso si salvo’. Lavorare sotto stress e a certi ritmi di certo non fa bene. Questa esperienza mi ha riaperto gli occhi sul fatto che la nostra vita e’ veramente appesa a un filo e tante volte non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati.
Bradley Kerth se n’e’ andato
Stamattina mi sono svegliato tardi, ho preso il taxi per andare in ufficio. Era una giornata calda e molto ventosa. Appena leggo le email capisco che qualcosa era successo a Bradley, il mio manager di Microsoft fino a poco tempo fa. Bradley aveva la passione per le macchine da corsa, ogni tanto per hobby faceva ancora qualche gara e temevo gli fosse capitato qualche brutto incidente. Preoccupato e ansioso di sapere non riuscivo nemmeno piu’ a leggere tutte le email che mi sono arrivate, poi scopro improvvisamente che e’ mancato ieri pomeriggio. Aveva fatto un giro in bicicletta, tornando si e’ accasciato davanti a casa senza vita. Non ci posso ancora credere, sono rimasto per ore sotto shock. Bradley era una persona a cui ero molto legato, mi e’ stato vicino in tutta una serie di situazioni difficili a livello personale. Gli devo molto sia professionalmente che umanamente, e’ grazie a lui che sono qui in Cina. Aveva un decina d’anni piu’ di me, era sposato e originario di San Francisco dove aveva lavorato per molti anni alla Sony. Era una persona di grande integrita’ e aveva una passione sfrenata per il suo lavoro, secondo me senza eguali. In 3 anni la sua carriera e’ stata un’escalation senza sosta e ultimamente ci sentivamo poco. Pensavo sempre che quando sarei rientrato negli Stati Uniti lo avrei invitato a pranzo per ringraziarlo di tutto e invece… Adesso che se n’e’ andato cosi’ improvvisamente non potro’ piu’ farlo ed e’ una cosa terribile…
Cambio di rotta
Oggi mi sono alzato, il tempo era dinuovo nuvoloso, pioveva. Controllo su internet, le previsioni danno pioggia fino a giovedi’. Poi ieri sera una ruspa in un cantiere di fronte all’hotel mi ha letteralmente martellato le orecchie fino all’una di notte, questa mattina hanno iniziato alle 7. Ho pensato “Questo e’ troppo….” 😉 Poi mi mancava la mia Pechino, decido, faccio i bagagli e torno. L’hotel mi mette a disposizione una macchina privata con i vetri oscurati per andare in aereporto, mi sento molto VIP. Costo del viaggio 5 euro. Arrivo in aereoporto, una delle assistenti mi aiuta a cambiare il biglietto dell’aereo visto che dovevo partire giovedi’. Negli Stati Uniti avrei pagato come minimo una penale di 50 dollari, qui me lo fanno gratis. Poi la stessa assistente mi dice “Queste valigie sono cosi’ pesanti, non vorrai mica portartele dietro? Il volo e’ tra 3 ore e il check-in e’ chiuso, pagando 80 yuan (8 euro) ti faccio fare il check-in anticipato e ti do accesso alla sala d’aspetto VIP con poltrone comode, con quello che vuoi da bere”. Accetto la proposta, ora sono qui nella sala d’aspetto VIP che scrivo questo post, mangiando pasticcini vari e bevendo una birra. A giudicare da quello che ho speso in totale da stamattina per questi servizi, 13 euro, mi sembra di vivere in un altro mondo…..