Alessandria della paglia

Arrivando ad Alessandria sono tornato con la mente a quando ho visto per la prima volta Shanghai. In quindici anni che vivo all’estero fa sempre piacere tornare nei luoghi di origine ma mai come questa volta mi sono accorto di quanto sia piccola la citta’ dove sono nato. Ripensando all’imponenza di Shanghai, che quasi sembra una citta’ del futuro, cercare di trasmettere le sensazioni che si provano per uno come me nato ad Alessandria e cresciuto in campagna a Valmandonna nel tornare in questi luoghi e’ davvero difficile. Essere qui pero’, dopo avere visitato le piu’ grandi metropoli dell’Asia, ha un grande valore per me, anche se tutto rimane sempre tale e quale, qui c’e’ la mia famiglia ed e’ per me un punto di riferimento, il punto da cui il mio viaggio e’ partito. E’ triste accorgersi che se tutto rimane sempre tale e quale, un peccato per le generazioni giovani che rimangono qui e hanno poche prospettive. Mette di buon umore riabbracciare tutti e andare dal panettiere per comprarmi, come ormai di rito, un pezzo di focaccia perche’ come la fanno qui non la fanno da nessuna parte. Poi sono passato davanti al negozio di lavora mia madre (ancora per poco, chiudera’ per lasciare il posto a una catena dove vendono tutto a 9 euro) e c’era parcheggiata la mitica cinquecento che si vede nella foto. Mia nonna Tecla ne aveva una dello stesso colore, quanti ricordi…

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