La passione per la musica sinfonica la devo al maestro Oscar Locatelli, un caro amico che avevo a Seattle, originario della provincia di Bergamo. Oscar e’ stato il primo musicista Italiano a suonare nell’Orchestra Sinfonica di Seattle. Era un bravo fagottista, sposato con un americana, simpaticissimo. Lui la musica la sentiva dentro, davvero, riusciva a capire lo stato d’animo del compositore solo leggendo le note sul rigo. Un mito… Eravamo amici per la pelle, grazie a lui ho scoperto Brahms, Tchaikovsky, Rachmaninov, i grandi compositori del periodo romantico. Grazie a lui avevo fatto l’abbonamento alla Seattle Simphony e grazie a lui ho conosciuto Katrina, una violinista con cui ho avuto una breve storia (quando ero ancora un bravo ragazzo…). Mi rimarra’ sempre impressa in mente una sua frase: “Alle donne bisogna dargli della biada… pota… se no poi rompono..”. Che tipo… E’ un po’ che non lo sento, quando e’ tornato in Italia (dopo aver divorziato dalla moglie) ha abbandonato la carriera di musicista ed e’ diventato maestro di musica in una scuola in un piccolo paese di montagna. Era felice. A me pero’ e’ rimasta questa passione per la musica classica, mi interessa anche l’opera forse anche grazie all’influenza di mia madre che l’amava parecchio e che mi ha detto che fin da piccolo dicevo a tutti che volevo fare il direttore d’orchestra. E quando ci penso in passato ho avuto la fortuna di poter assistere a concerti di musica sinfonica, balletti e opere in diverse citta’. In Italia sono stato al Teatro Regio di Torino e all’Arena di Verona, a Seattle alla Benaroya Hall e alla Opera House, a Mosca al Bolshoi e al Tchaikovsky Hall, a Madrid al Teatro Real. Ho anche visitato i teatri dell’Opera di Parigi e Buenos Aires, senza pero’ aver assistito a nessun concerto. Sabato scorso sono finalmente andato al Gran Teatro Nazionale di Pechino per assistere alla Turandot, e devo ammettere e’ stata una esperienza unica. Non tanto per l’opera di Puccini che e’ ambientata proprio a Pechino, poi il cast e i musicisti non erano niente di eccezionale rispetto ad altre performances a cui ho assistito in passato, ma il teatro e’ davvero uno delle costruzioni piu’ futuristiche che abbia mai visto, totalmente diverse dai teatri che ho visitato in passato che a parte quelli piu’ contemporanei di Seattle, erano costruzioni classiche con un lungo passato alle spalle. Visitando Gran Teatro Nazionale di Pechino pero’ si capisce subito in quale direzione e’ proiettato questo paese. La prima impressione che si ha e’ di essere in presenza di una grande astronave arrivata da qualche altro pianeta e atterrata in mezzo ad un lago, a pochi passi da piazza Tiananmen. Costruito in Titanio l’edificio e’ interamente ecosostenibile, largo 213 metri ha al suo interno 3 auditori, un teatro per l’opera da 2400 posti, una sala concerti leggermente piu’ piccola e una sala prosa da circa mille posti. Per entrare a teatro bisogna percorrere un passaggio sotterraneo che passa al di sotto del lago circostante. Sono rimasto davvero impressionato. Ma la cosa che mi ha reso davvero felice pero’ e’ che il 13 di Settembre sara’ l’Orchestra Filarmonica della Scala di Milano a suonare proprio in questo teatro, mi sembra davvero un sogno scrivervi che sono riuscito a comprare due biglietti per quel concerto. Non vedo veramente l’ora anche perche’ suoneranno la quarta sinfonia di Tchaikovsky.