This beach is only about 5 years old and mostly patronised by the locals. It’s a bit far from Bali but worth the trip. Fantastic colours.
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L’elefante di Phuket
Grand Hyatt Bangkok
It wasn’t easy to come here to Bangkok during the protest and the risk of being blown up by a bomb. But the curiosity of seeing this city after 14 years couldn’t stop me. I have vague memories of that trip, I just remember it was super hot and I would get dizzy just to walk around. But now is the perfect time to visit as the weather in in February is a bit less humid. I still don’t have much of a feeling for this city. It’s crowded, chaotic and too crazy for me. But staying at Grand Hyatt made my stay safe and pleasurable.
Grand Hyatt Bali
I love Bali
Grand Hyatt Phuket
Patong Beach
Natale 2013
Clear view
I took this aerial picture of Beijing the night I left as the plane was taking off. The sky was so clear. So different compared to when I arrived in Beijing 7 years ago, as we landed in the thick pollution and I couldn’t see anything. This picture of Beijing symbolizes how I feel today, how clearly I can see things… What I like about Singapore is that people doesn’t need to “show” to have a good life, because people simply “have” a good life. And that’s refreshing as everything looks more real…
Goodbye Beijing, Hello Singapore
What a nice present today for my last day in Beijing ~ a beautiful crystal clear sky. I feel like Heinrich Harrer in the movie “7 years in Tibet” when his journey comes to an end as he makes his return home. Indeed its been almost 7 years for me too ~ and it was a fantastic experience, no doubt these were the best years of my life. I have to admit I was really spoiled and received a lot of love here. So many memories, so many joyful moments. I felt so alive and leaving everything behind will not be easy.
I just want to thank everyone who contributed to make my stay in Beijing really special. I hug you all and hope you stay in touch. And now it’s time to move one to a new adventure, a new life, a new chapter of my colorful life
Odio gli Indifferenti
Scritto da Antonio Gramsci nel 1917, citato nel libro di Don Gallo e segnalato da mamma:
“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E’ la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perchè la massa degli uomini abdica alla sua volontà, LASCIA PROMULGARE LE LEGGI che solo la rivolta potrà abrogare, LASCIA SALIRE AL POTERE uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perchè non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo:perchè mi da fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dovere sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò ODIO CHI NON PARTEGGIA, ODIO GLI INDIFFERENTI”
Operazione numero 10
I am not “screwed” anymore…
Che tristezza…
Ho una prozia di 92 anni. Sono andato a trovarla questa sera e quando ha aperto la porta mi è caduto lo spazzolone sui piedi, apparentemente lo tiene a portata di mano per cercare di proteggersi da intrusi. Negli ultimi anni e’ stata scippata non so quante volte, prima in strada, poi svariate volte in casa da presunte badanti e addetti alla manutenzione. Ultimamente ha aperto la porta di casa a una donna che si è spacciata per lavascale, l’ha spinta, e’ entrata e dopo averla probabilmente ipnotizzata le ha sottratto tutti i risparmi, che aveva nascosto per pagare la riesumazione del marito. In lacrime mi ha chiesto di aiutarla finanziariamente e lo farò, quello che mi indigna però è questo paese dove una persona anziana non può sentirsi più sicura, dove ormai regna la delinquenza a tutti i livelli. Questa sera faccio davvero fatica a sentirmi orgoglioso di essere italiano. Che tristezza…
Nokia Farewell Party
There are many things that makes me happy tonight or maybe I should say that there is nothing making me sad. Either way is fine. The farewell party was fantastic. Teemu surprised me with a gift, he said “this is your baby”. He was right… The Lumia 720 was still in its original case, singed by everybody in the team. What a nice surprise! My thank you speech was good and I told them the truth, it was a pleasure working at Nokia. And the reasons why I am leaving has nothing to do with them or this company. It was strictly a personal choice, a change that I wanted to have in my life. Being a Nokian was an experience I will never forget because I learned a lot and in many ways. They made me feel valued, they respected me and I was proud and fought hard to be part of our come back. Now they are in good hands, at least financially… And then we shall see…
Another reason to be happy is my boss. After I signed all the termination papers we hopped in a taxi, we grabbed a few beers and went celebrating. We had a long talk, he is a really nice man. Too bad I didn’t realize we could have been good friends long time ago. But we decided to keep in touch as the night brought us closer.
And I could forget all the people, friends and family, all happy too for my decision. Including my sister and my dad, now that they lost the bet they will have to quit smoking…. But really, so many people told me I did the right thing.
Last but not least, I am truly happy because I realized there is still someone in my heart. And that person touched my heart deeply tonight. I don’t want to say anything else, just that I can’t wait to fly to Seattle….
Singapore, a new life
Così durante la vacanza in Italia a Settembre avevo ormai deciso, basta Pechino. Ero stanco, veramente stanco dell’inquinamento e forse un po’ di tutto. Avevo bisogno di prendermi una pausa, di viaggiare, vedere posti nuovi. Avevo bisogno di staccare da questa società e da questa vita di cui non sopportavo più niente. Avevo già deciso che il 25 di Ottobre sarebbe stato l’ultimo mio giorno a Nokia. Anche perché la prospettiva di tornare per la terza volta ad essere un impiegato senza infamia e senza lode alla corte di Bill non mi attirava proprio. Non era proprio nei miei piani specialmente dopo il trattamento ricevuto.
Poi però, dopo la vacanza in Italia, sono atterrato a Singapore. Sapevo già che c’era una ditta che mi cercava ma ho cercato di non pensarci e non crearmi aspettative di nessun genere. Quando ho parlato con i dirigenti però, due dei quali conoscevo già, un pensierino ho iniziato a farcelo. Ed e’ stato il weekend passato in questa bellissima citta’ a convincermi. Il gran premio di F1 e’ stato uno spettacolo fantastico. Poi Singapore e’ una città ordinata, pulita e soprattutto civile. Così ho accettato l’offerta di lavoro e a Dicembre si parte per una nuova avventura di vita.
Sono davvero felice adesso.
Deanna
Delusione
Sono successe un sacco di cose negli ultimi mesi e non ho avuto tempo e voglia di scrivere. Un sacco di delusioni si sono susseguite che mi hanno portato ad sentirmi sempre piu’ solo e stanco di vivere in Cina. Ho perso molte amicizie che pensavo fossero vere. Sunny che conoscevo da anni e’ sparita quando ho avuto bisogno di aiuto, ma forse meglio così’, era una lamentela continua e si e’ rivelata un idiota. Poi e’ stata la volta di Michelle che nonostante sia sposata da quasi due anni si comporta ancora da ragazzina. Winny poi non la perdonero’ mai per aver tentato di derubarmi. Ci si e’ messa anche Lin Lin, un persona che credevo davvero la mia migliore amica qui a Pechino e invece non l’ho più sentita, ma non mi stupisce visto la sua indole altamente ipocondriaca. Ma che sparisse anche Vivi anche lei per futili motivi, così senza nemmeno salutare, non me lo apettavo davvero. Emma l’ho cancellata io dai miei contatti perche’ era una bambina e mi ero rotto di aspettare che crescesse. Meng Meng ha pure minacciato di aggredirmi col coltello, e’ davvero una donna senza scrupoli. Tina poi lasciamo stare, l’ammazzerei…. Vedo ancora Sarah e Sophie ogni tanto ma sostanzialmente mi hanno deluso pure loro. Tutta gente falsa che mi ha sfruttato fin che ha potuto e poi mi ha girato la schiena ed e’ sparita nel nulla dal giorno alla notte. Tirando le somme di questi anni a Pechino non posso che constatare le poche amicizie che mi sono rimaste, e siccome esco ormai di rado e non frequento piu’ locali come una volta, e’ difficile costruirne delle nuove. Questo mi ha portato a isolarmi ulteriormente e a distaccarmi e odiare sempre piu’ questa citta’. E pian piano mi sono reso conto che la vita che avevo stava sempre di piu’ diventando insignificante. Sentivo il bisogno di dare una sterzata e dentro di me si faceva sempre piu’ largo l’idea di andarmene. Sembrava davvero che tutto quello che mi stava succedendo fosse un piano che qualcuno aveva architettato per comvincermi ad andarmene da qui, una sorta di destino che volente o nolente dovevo accettare. Poi sono arrivate le vacanze estive e da li’ ho finalmente dato una svolta a tutto.
Gran Premio di Monza
Gran Premio di Monza con Papa’ e Patty
Mamma mia ma dove sono finito?
Era da tempo che volevo venire a Qingdao, una metropoli di dieci milioni di abitanti nella provincia dello Shandong. Ogni anno, come a Monaco di Baviera, si tiene il festival della birra, prodotto locale che ha reso famosa questa città turistica vicino al mare. Ma non illudetevi, con le nostre città balneari Qingdao ha poco in comune. I Cinesi poi non sono certo dei patiti del mare, odiano abbronzarsi come si può vedere dalle foto qui a fianco. Ero insieme a Michael, un collega Americano, e poi ci ha raggiunto un ragazzo di Taiwan. L’idea era solo quella di staccare due giorni da Pechino ed è stato utile. La conferma che ho avuto è che la mia misura è sempre più colma. E non sono il solo, il ragazzo di Taiwan penso sia messo peggio di me: “Più tempo stai in Cina e più il livello di tolleranza per tutto ciò che vivi e vedi, tende a diminuire.” – mi diceva oggi a pranzo – “Arrivi a un punto che è meglio prendersi una pausa, altrimenti esplodi”. Quello che più lo disturba del vivere in Cina è la mentalità retrograda della gente e soprattutto la sporcizia, nelle città più rurali o meno civilizzate è decisamente più diffusa. Non so come abbia fatto a resistere qui per un anno intero.
Anche io ieri mi sentivo un po’ un pesce fuor d’acqua. Facevo fatica a mandar giù quel boccale di birra calda, perché fredda ai Cinesi non piace. Non riuscivo a mangiare niente, tutta roba di bassa qualità, con cibi conservati senza refrigerizzazione da cui è meglio star lontano. Sul palco esibizioni di artisti sconosciuti e canzoni inascoltabili, un disastro dell’intrattenimento. Sembrava di essere ad un festival dell’Unità mal riuscito, insieme a gente che deve ancora passare l’esame di civilizzazione. “Mamma mia… ma dove sono finito?” – pensavo. L’unico momento decente e’ stato quando qualche ragazza mi ha fermato mentre camminavo tra la gente: “Come sei bello, posso fare una foto insieme a te?”. Fortunatamente succede ancora. Ma mi chiedo se uno straniero lo avevano mai incontrato.