Sono arrivato, l’impatto e’ stato brusco. Come si sono aperte le porte automatizzate dell’aereoporto l’aria sembrava irrespirabile, come mai prima d’ora. C’era una fitta nebbia, e non si capiva se era dovuta al forte inquinamento o se era la cappa grigia di nuvole nel cielo che non permettesse il riciclo dell’aria riducendo la visibilita’. Mi e’ venuto in mente il nord d’Italia a piedi e le tonnellate di pulviscono che per un giorno non sono finite nell’aria. Qui ne avrebbero davvero bisogno di andare a piedi per un po’ ma tutto va avanti come se niente fosse… Ho aspettato l’arrivo del taxi in coda. Nel tragitto verso l’hotel il tassista continuava a tossire e guidava col finestrino aperto. Fuori tre gradi. Menomale che avevo la sciarpa. Sono arrivato in hotel senza bagagli, la gola che bruciava e un leggero mal di testa. A causa della coincidenza troppo breve le valigie sono rimaste a San Francisco. Domani mattina si ricomincia