Ricordo ancora la delusione che ho provato quattro anni fa quando George Bush e’ stato rieletto per la seconda volta alla Casa Bianca. Non riuscivo a capacitarmi di come fosse possibile che una personaggio come lui potesse continuare ad essere alla presidenza degli Stati Uniti dopo tutto quello che aveva combinato. Nel 2004 I repubblicani non vinsero solo la presidenza, ma la maggioranza al Senato e alla Camera. Fu davvero un capolavoro quello di Karl Rove soprannominato “il genio”, lo stratega elettorale di Bush, che mise a tappeto il partito democratico con un colpo terribile. Sono passati quattro anni da quel giorno, e oggi sono felice perche’ finalmente l’America si e’ accorta di che errore madornale aveva compiuto. Bush uscira’ presto di scena, molto in sordina, penso che verra’ ricordato come uno dei peggiori presidenti nella storia degli Stati Uniti. Lascia un paese in ginocchio, indebitato fino al collo e forse qualcosina di piu’, in preda a una crisi economica senza precedenti. Definire Bush un incapace equivarrebbe secondo me fargli un complimento. Menomale che ce lo siamo tolti di mezzo, lui e la sua cricca. C’e’ grande entusiamo, specialmente in America per il nuovo presidente Barak Obama, una giornata storica. E incredibilmente i democratici ribaltano la situazione di quattro anni fa, e cioe’ conquistano anche il controllo di Senato e Camera. Ma nonostante l’entusiamo penso che per il 44esimo presidente degli Stati Uniti si prospettano tempi duri nei quali dovra’ affrontare decisioni importanti. Ormai discorsi, proclami e comizi non contanto piu’. Sapra’ Barak sistemare il caos della guerra in Iraq, risollevare l’economia, riformare il sistema sanitario americano? Non sara’ facile. Di certo non voglio illudermi perche’ sarebbe pericoloso. Ho visto i festeggiamenti in televisione che si sono tenuti in America, e in tante parti del mondo, ho quasi l’impressione che la gente pensi che la soluzione dei problemi del mondo sia finalmente arrivata. Di sicuro invece io so solo che questo e’ solo l’inizio di un grande cammino che Barak dovra’ affontare. Davanti a se ha un sacco di ostacoli ma anche la grandissima opportunita’ di cambiare le cose e di farlo nel vero senso della parola. Spero che mantenga le promesse e non deluda le aspettative di molti come me che sperano ancora in un mondo migliore.