Dal paese dei pirati…

Ho letto questo articolo di Rampini intitolato “Microsoft, a Pechino ricerca contro la pirateria”. Mi dispiace tornare alla carica nei confronti di un giornalista professionista quale e’ Federico Rampini di Repubblica, pero’ questa volta tocca un argomento che mi riguarda molto da vicino visto che lavoro per Microsoft. Intanto offre al lettore un quadro sbagliato dicendo che il centro e’ destinato a “ospitare 5.000 ricercatori entro il 2010″. In realta’ solo una parte di quei cinquemila dipendenti saranno ricercatori, molti saranno programmatori, ingegneri, sviluppatori, tester, manager che lavoreranno su prodotti che Microsoft mette sul mercato, sara’ un vero centro di sviluppo per niente diverso da quello che Microsoft ha in funzione a Redmond negli Stati Uniti. Poi, dal tono dell’articolo, sembra quasi che Microsoft abbia messo 5.000 persone a combattere la pirateria Cinese, che provoca ingenti danni… un’enfasi ancora una volta negativa su questo paese da parte di Rampini che non capisco. A parte che conosco alcuni dei progetti su cui i nostri ricercatori stanno lavorando e non ho mai sentito parlare di pirateria, poi comunque non e’ l’obiettivo principale per la quale Microsoft sta investendo da queste parti. Rampini parla del basso costo della manodopera, su questo non posso negare la sua tesi ma non e’ certamente l’unico motivo. In Cina ogni anno si laureano 250 mila studenti in scienze dell’informazione, 6 volte tanto quello offre in bacino statunitense e quindi molte piu’ opportunita’ di trovare dei talenti. Quindi assumere ingegneri in gamba negli Stati Uniti non e’ solamente diventato costoso ma anche difficoltoso visto i ritmi di crescita di questa azienda. Poi, dopo avere lavorato un anno a fianco dei Cinesi posso affermare senza dubbi che questa e’ gente scaltra, lavora sodo, non si fa problemi e impara velocemente, molto velocemente. Per me e’ un onore lavorare con gente del genere. Qui faccio parte del gruppo di Windows Mobile che sviluppa il software che viene installato sui telefonini e non bisogna scordarsi che la Cina produce il 40% dei telefonini che vengono venduti nel mondo, per non parlare del numero di utenti, in Cina ci sono 400 milioni di telefonini (primi al mondo). Quindi aldila’ di cio’ che Rampini scrive l’investimento di Microsoft mi sembra azzeccato Infine non dimentichiamoci che, per tanto sia dannosa la pirateria, Microsoft ha minacce ben piu’ grandi da cui guardarsi. Avete sentito parlare per caso di Apple o Google? Di sicuro il caro Federico Rampini, ce l’ha a morte con la Cina, dopo aver letto questo articolo non ho piu’ dubbi. Che dire… peccato. Quando ero arrivato in Cina un anno fa, mi misi in contatto con lui e parlammo di incontrarci, poi pero’ non successe nulla. Ora se leggesse cio’ che ho scritto di lui forse cambierebbe idea, chissa’… A me non dispiacerebbe incontrarlo e cercare di fargli cambiare idea sulla Cina ma a quanto pare sarebbe un’impresa davvero difficile. Mi sorprende che lui o qualche altro giornalista americano non abbia ancora scritto che il terremoto dell’altro giorno e’ stato organizzato dal governo Cinese per togliere l’attenzione dalle proteste in Tibet…

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