Sono partito. Sull’aereo mi sono accorto di essere in una direzione opposta a quella che di solito mi porta in Italia. Mi ha colpito, mi sono sentito come se mi allontanassi ancor di piu’ da qualcosa. Verso la Cina, ancora piu’ distante da dove 15 anni fa sono partito, Alessandria un paesino di meno di centomila abitanti per dirigermi verso una citta’ di 15-20 milioni di persone. Quale sara’ l’impatto? Non mi rendo conto ancora. Lascio Seattle un’altra volta, questa volta solo per 3 mesi. 15 anni fa non ci avrei nemmeno lontanamente pensato. Eppure eccomi qua, sono contento. Penso sia la scelta giusta in questo momento per tanti motivi. E’ accaduto tutto cosi’ velocemente che non sono riuscito quasi ad accorgermene. Anche ora, sull’aereo, attorniato da molti orientali continuo a non realizzare dove questo viaggio mi sta portando. Forse e’ meglio cosi’, e’ meglio non aspettarsi niente per non rimanere delusi, almeno e’ quello che ho sempre creduto. Sara’ poi vero?.
Sono sicuro che un giorno, leggero’ e rileggero’ queste note e chissa’ cosa provero’. Poi parto anche per un altro viaggio, questo blog che leggeranno in molti. Un po’ sento a disagio a scrivere tutte queste cose, quasi come se mi stessi togliendo i vestiti di fronte a tutti. Poi non so, scrivere in inglese o in Italiano? Se avro’ tempo provero’ in entrambe le lingue. Ma questi pensieri oggi mi sono usciti in Italiano.
Sull’aereo ho notato che c’e’ una buona energia. Il tipo Cinese che si e’ seduto accanto a me la prima cosa che ha fatto si’ e’ presentato, molto educatamente mi ha stretto la mano e mi ha detto “Piacere di conoscerti” e poi “Vai a Pechino?” Ho risposto di si’. Ho pensato che in tanti anni di viaggi in aereo non mi era mai successo. L’ho apprezzato molto.