Fine dei sogni

Siamo quasi a meta’ ottobre a Pechino. Sole stamattina, cielo sereno, un caffè veloce e vado come di consueto a prendere l’autobus respirando puro smog cittadino. Tra le siepi qualche grillo ha ancora il coraggio di cantare. Anche oggi saremo sopra i venti gradi ma questo sarà davvero l’ultimo weekend prima che sia tempo per tutti di andare in letargo. Sono deluso, sto seguendo assiduamente le presidenziali Americane. Obama mi sembra un pugile arrivato all’ultimo round, con Romney che lo ha chiuso in un angolo del ring e lo sta facendo barcollare a forza di pugni. Sembrava tutto facile per Obama, la vittoria era ormai a portata di mano. E’ bastato dare un’immagine di un presidente Americano impreparato e poco sicuro di se davanti a 80 milioni di americani incollati al televisore per compromettere tutto. In effetti, con tutte le scuse del caso, nonostante tutti i proclami e i venti di cambiamento annunciati quattro anni fa poco e’ davvero cambiato. Personalmente sono deluso che e’ stato fatto poco o niente rispetto a quanto era stato promesso in tema di energie rinnovabili. “Ci sono nuove energie da imbrigliare e nuovi posti di lavoro da creare”. Queste le parole di Obama ai suoi elettori, che nel 2008 lo hanno scelto come Presidente degli Stati Uniti d’America. Il piano prevedeva da un lato l’investimento di 150 miliardi di dollari in 10 anni sulle energie verdi e la contestuale creazione di 5 milioni di nuovi posti di lavoro, dall’altro massicce misure di risparmio energetico che consentissero da sole di eliminare la dipendenza statunitense dal petrolio mediorientale. Ma così non e’ stato e il prezzo della benzina in America e’ alle stelle. Obama rischia adesso di uscire di scena e quelli come me, grillo compreso, che sognavano un futuro più verde rimarranno ancora una volta delusi.