La specialita’ del posto.. 1 and 1/2 kilo. Delicious…
Grand Hyatt Bangkok
It wasn’t easy to come here to Bangkok during the protest and the risk of being blown up by a bomb. But the curiosity of seeing this city after 14 years couldn’t stop me. I have vague memories of that trip, I just remember it was super hot and I would get dizzy just to walk around. But now is the perfect time to visit as the weather in in February is a bit less humid. I still don’t have much of a feeling for this city. It’s crowded, chaotic and too crazy for me. But staying at Grand Hyatt made my stay safe and pleasurable.
Clarke Quay
Grand Hyatt Bali
I love Bali
Chinese New Year
Grand Hyatt Phuket
Patong Beach
Carlton City Hotel
Singapore Fireworks
Singapore Fireworks 2014
Natale 2013
Io sono Li
l film “Io sono Li” e’ la storia di Shun Li un’immigrata cinese che lavora a Roma in una fabbrica tessile facendo molto più del necessario per pagare il suo debito e far venire suo figlio, rimasto in Cina, in Italia. Per questo viene trasferita a Chioggia per fare la barista in un’osteria frequentata soprattutto da vecchi pescatori. Qui sorgono alcuni problemi, primo fra tutti la lingua, fortunatamente Li farà amicizia con un vecchio pescatore chiamato il Poeta (per la sua versatilità a comporre versi al momento), jugoslavo immigrato in Italia da ormai 30 anni. Tra Shun Li e il pescatore nasce piano una relazione che però sebbene solo agli inizi è malvista da tutti, sia italiani che cinesi. Per evitare anzi che influisca negativamente sulla possibilità che arrivi il figlio, Shun Li decide di interrompere la relazione e va a lavorare in una fabbrica import-export. Un giorno però molto prima del previsto arriva suo figlio dalla Cina con grande gioia per la madre, che però si chiede chi abbia pagato il suo debito. Il pensiero di Shun Li va subito al suo amico di Chioggia e cerca di informarsi, ma una amara sorpresa la aspetta. Il film e’ molto bello e da molto l’idea delle differenze di cultura tra Cina e Italia.
Italia mia
Non ho ancora parlato di Singapore ma questa ve la racconto. Ieri sera ho deciso di prendere la metropolitana per andare in aeroporto. Avevo due bagagli e un anziano signore quando mi ha visto in difficoltà sulla scala mobile mi ha aiutato, si è preso una delle mie valigie e mi accompagnato ai binari. Una cosa che mi ha colpito fin qui è la civiltà di questo paese. L’aeroporto e’ qualcosa di fantastico, un vero esempio di modernità ed efficienza. C’erano otto sportelli per la classe economica (a mezzanotte), più altri otto per il check-in tramite cellulare via app. Tutto fatto in un baleno. Poi controllo di passaporto velocissimo e niente security dei bagagli fino che arrivi al gate. In pratica non ci sono mai code e puoi tranquillamente sbrigare tutto nel giro di 20 minuti. Per non parlare del servizio a bordo della Singapore Airlines, con Wifi e possibilità di mandare SMS, posti spaziosi e un servizio davvero impeccabile, curato nei minimi particolari. Stento quasi a crederci che sia tutto vero… Adesso sono in qui a Milano, mettiamoci il maglione. Italia mia, quante cose hai da imparare… La foto che vedete l’ho scattata a Malpensa dove ho fatto mezz’ora di coda al controllo passaporti.
Museo delle Orchidee – Giardino Botanico
Clear view
I took this aerial picture of Beijing the night I left as the plane was taking off. The sky was so clear. So different compared to when I arrived in Beijing 7 years ago, as we landed in the thick pollution and I couldn’t see anything. This picture of Beijing symbolizes how I feel today, how clearly I can see things… What I like about Singapore is that people doesn’t need to “show” to have a good life, because people simply “have” a good life. And that’s refreshing as everything looks more real…
Goodbye Beijing, Hello Singapore
What a nice present today for my last day in Beijing ~ a beautiful crystal clear sky. I feel like Heinrich Harrer in the movie “7 years in Tibet” when his journey comes to an end as he makes his return home. Indeed its been almost 7 years for me too ~ and it was a fantastic experience, no doubt these were the best years of my life. I have to admit I was really spoiled and received a lot of love here. So many memories, so many joyful moments. I felt so alive and leaving everything behind will not be easy.
I just want to thank everyone who contributed to make my stay in Beijing really special. I hug you all and hope you stay in touch. And now it’s time to move one to a new adventure, a new life, a new chapter of my colorful life
Odio gli Indifferenti
Scritto da Antonio Gramsci nel 1917, citato nel libro di Don Gallo e segnalato da mamma:
“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E’ la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perchè la massa degli uomini abdica alla sua volontà, LASCIA PROMULGARE LE LEGGI che solo la rivolta potrà abrogare, LASCIA SALIRE AL POTERE uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perchè non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo:perchè mi da fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dovere sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò ODIO CHI NON PARTEGGIA, ODIO GLI INDIFFERENTI”
Operazione numero 10
I am not “screwed” anymore…
Che tristezza…
Ho una prozia di 92 anni. Sono andato a trovarla questa sera e quando ha aperto la porta mi è caduto lo spazzolone sui piedi, apparentemente lo tiene a portata di mano per cercare di proteggersi da intrusi. Negli ultimi anni e’ stata scippata non so quante volte, prima in strada, poi svariate volte in casa da presunte badanti e addetti alla manutenzione. Ultimamente ha aperto la porta di casa a una donna che si è spacciata per lavascale, l’ha spinta, e’ entrata e dopo averla probabilmente ipnotizzata le ha sottratto tutti i risparmi, che aveva nascosto per pagare la riesumazione del marito. In lacrime mi ha chiesto di aiutarla finanziariamente e lo farò, quello che mi indigna però è questo paese dove una persona anziana non può sentirsi più sicura, dove ormai regna la delinquenza a tutti i livelli. Questa sera faccio davvero fatica a sentirmi orgoglioso di essere italiano. Che tristezza…