La guerra per finta

Oggi e’ stata la volta di un party davvero insolito. Con i colleghi siamo andati fuori citta’, a sud ovest di Pechino, per una guerra simulata con i fucili al laser. Ci siamo mimetizzati con tanto di divisa e elmetto, e abbiamo indossato questa apparecchiatura soffisticata che ti trasforma in un bersaglio elettronico. Con le armi al laser, prendendo bene la mira, puoi colpire il tuo avversario e il sistema tiene conto di quanti ne fai fuori e quante volte vieni colpito a tua volta. Ci si divide in due fazioni e si combatte una vera e propria battaglia, tra i fortini e i bastioni. Se ti fanno secco l’apparecchiatura ti da uno scossone, hai cinque vite dopodiche’ esci dal gioco. Divertentissimo e super realistico. L’adrenalina scorreva nelle vene e anche se odio le guerre, mi sono immedesimato anche io nella competizione del gioco. Abbiamo fatto cinque battaglie, il mio team ha perso 3-2 ma io sono stato quello che ne ha fatti secchi piu’ di ogni altro in totale: ben 46. Alla fine mi hanno fatto tutti i complimenti. Beh e’ stato facile, tra tutti questi ingegneri e manager ero l’unico che una fucile l’avevo gia’ preso in mano almeno una volta, tra il militare, carabine e pistole varie a confronto ero un veterano. Oggi mi sentivo un eroe eppure quanto ho odiato il militare quando l’ho fatto. Artiglieria campale pesante, a Vercelli tra miliardi di zanzare. Allora la noia che ho provato non era finta e per diversi anni dopo essermi congedato ho avuto incubi nei quali mi richiamavano perche’ si erano sbagliati sulla data del mio congedo …